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UN PATTO APERTO A TUTTI PER RILANCIARE IL QUARTIERE

Nei giorni scorsi la Commissione consiliare Servizi sociali, presieduta dal consigliere Pd Vincenzo Camarda, ha incontrato il direttore della Casa salesiana Michele Rua a Palazzo civico per la presentazione del progetto “Barriera oggi. Il quartiere diventa comunità” finanziato da un bando per le comunità educanti. L’iniziativa si propone di costituire una Comunità educativa territoriale (Cet) per la definizione di un Patto educativo di Comunità tra i partner, valorizzando le pregresse esperienze di collaborazione.


“Il progetto è nato per sviluppare le comunità educative grazie a una progettualità biennale iniziata a luglio 2023, in partenariato con altri enti, che ha portato a un ‘Patto’ presentato al territorio a gennaio 2024” spiega don Stefano che poi aggiunge “Da ottobre a oggi sono passati in oratorio più di mille ragazze e ragazzi e molti altri ne arriveranno quando verrà riqualificata l’ex bocciofila di fronte all’oratorio Michele Rua.


Sono tante le attività e i servizi offerti: laboratori di falegnameria, robotica e videomaking. Presto verrà anche realizzata un’innovativa aula di scienze, avvalendosi di una partnership con Lavazza. Sono inoltre proposte opportunità di formazione professionale e di avviamento al lavoro, grazie a una collaborazione con diverse aziende e al coinvolgimento di Api Torino.


Il progetto – puntualizza Francesca Maurizio del Comitato Salesiani per il Sociale Piemonte – intende consolidare i rapporti tra gli enti coinvolti e aprirsi a nuove collaborazioni, ampliando e integrando la comunità del quartiere, per costruire un presidio permanente per un’educazione formale e informale che parte dal basso: un ecosistema di apprendimento e inclusione che dia vita a una Comunità educante territoriale, chiamata ‘GenerAzioni in Barriera’”.


L’obiettivo è quello di coinvolgere i giovani del quartiere e farli diventare “attivatori di comunità”, sempre accompagnati da equipe educative, per favorire il protagonismo di ragazzi e ragazze, in particolare di due fasce di età: 6-14 e 15/19 anni. In questo modo la comunità è in grado di rispondere ai suoi stessi bisogni, ascoltando e facendo dialogare le diverse generazioni che abitano il territorio, partendo da valori condivisi e dalle relazioni, ma con un patto “aperto” a tutti e tutte.


“Non bastano le forze dell’ordine e la riqualificazione degli spazi urbani. Il rilancio del territorio – ha poi concluso Camarda – può avvenire soltanto grazie a politiche sociali”.



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