Le auto smettono di funzionare con il buio e lasciano a piedi le persone nei luoghi dimenticati da dio. Le gomme si bucano di sabato o di domenica quando i gommisti sono chiusi. Così va la vita. Forse dipende dalla legge di Murphy (“Se qualcosa può andare storto, lo farà”). Ma non è detto, perché a ben pensarci la batteria avrebbe potuto mollarmi a Montepulciano Ovest dopo una sosta all’Autogrill, durante un viaggio verso Roma con Viggo a bordo imprigionato nel trasportino. Invece ha scelto di farlo in via Crescentino, intorno alle 8,30 di sera, dopo un incontro sulla sicurezza. La macchina è rimasta lì per la notte. Nessuno le ha fatto nulla, nonostante sia una zona frequentata da saccheggiatori seriali di veicoli.

Che la gomma fosse a terra, sabato scorso, l’ho scoperto dopo aver parcheggiato in piazza Derna, a fianco del marciapiedi del vicolo cieco che dà l’accesso ad alcune officine. Sotto la pioggerella appiccicosa, tipica dei grigi week end cittadini, una signora gentilmente mi chiama per comunicarmi la brutta notizia. Bisogna sempre dare retta al computer di bordo quando consiglia di controllare la pressione degli pneumatici. Era da venerdì che si lamentava, ma io non l’ho preso molto sul serio. Ho mai sostituito una gomma perché c’è sempre stato qualcuno che lo ha fatto per me. Forse è la volta che imparo, penso.
Sorpresa! Apro il baule, alzo il tappetino, ma non vedo la ruota di scorta. Fermo un signore con una Renault, gli chiedo se sa dirmi dove potrebbe essersi nascosta, dal momento che sono certa di averla acquistata con l’auto. Lui guarda e come me non la trova. Significa dunque che ne è sprovvista. Non mi resta che lasciare la macchina parcheggiata lì, come quella sera in via Crescentino, e rimandare tutto a lunedì quando i gommisti saranno aperti.

Sto per andarmene, ma all’improvviso sento una vocina che mi domanda: “Ha bisogno di aiuto, signora?”. Sollevo lo sguardo. Dall’altro lato della strada vedo una ragazza sui trent’anni, minuta, con i capelli neri lunghi. È in compagnia di un bimbo e di un giovane uomo. La ringrazio. Le spiego che c’è poco da fare perché la gomma di scorta è sparita nel nulla o forse non c’è mai stata. Lei insiste. Si avvicina. Chiama il marito e gli dice: “Dai un’occhiata tu”. In un attimo, sfidando la pioggerella noiosa e senza il timore di sporcarsi, lui appoggia il ginocchio per terra, guarda sotto il veicolo e vede la gomma.
Farla scendere è un po’ complicato. I due ragazzi sono una bella coppia, molto affiatata. Floriana è vivace, non si arrende mai. Aurelio ce la mette tutta. Tra loro la sintonia è perfetta. Grazie a un tutorial scopriamo cosa bisogna fare per liberare la ruota incastrata sotto il veicolo. Occorre svitare una rotella, premere la maniglia, non perdersi d’animo, bla, bla, bla. Facile a dirsi, difficile da farsi. I minuti passano. Il bimbo avrebbe voglia di andare a casa, ma non si lamenta. Quando ormai tutto porta alla dantesca frase “lasciate ogni speranza”, come per magia finalmente la gomma cade giù.
Nel frattempo è arrivato Mauro, un amico di Barriera che ogni giorno lotta per il bene del quartiere. Le mani di Aurelio e Mauro sono sempre più nere. Aurelio è esperto di auto, ha una soluzione per ogni problema che si presenta, come il cric che fa i capricci.
Sono una veterana della guida. Ho masticato chilometri su chilometri, con la pioggia, il vento, la neve, il ghiaccio. Non mi spaventano i viaggi lunghi, nemmeno quelli fino a Roma o a Napoli, ma non so cambiare una gomma. Me ne vergogno. Floriana mi racconta che anche lei in passato è stata aiutata ed è giusto che sia così. Quando una persona è in difficoltà, non bisogna voltarsi dall’altra parte perché prima o poi capita a ognuno di noi di doversi rimettere alla benevolenza altrui.
Se tutti la pensassero come Floriana e Aurelio il mondo andrebbe avanti meglio. Sono due giovani di Barriera di Milano armati di sani principi, due trentenni che hanno messo su una bella famiglia e credono ancora nei valori. Se molti fossero come loro, il nostro quartiere sarebbe fortemente unito. Ma, in fondo, non è un caso che siano una coppia di Barriera perché in Barriera esiste ancora tanta voglia di fare comunità, un forte senso di appartenenza. Li ringrazio e ringrazio anche Mauro, non soltanto perché mi hanno aiutata a sostituire una gomma bucata, ma anche perché mi hanno offerto l’occasione per raccontare una storia a lieto fine. Una bella storia di Barriera. Ci voleva.
Qualcosa di bello può succedere!
Tutto bene quel che finisce bene