Una Fiat Punto rossa procede verso piazza Rebaudengo. All’altezza del civico 295 di corso Grosseto investe un pedone che stava attraversando la strada e poi si schianta contro un palo collocato fra la carreggiata centrale e il controviale. Poche conseguenze per l’uomo alla guida della vettura. Il pedone, invece, è un ragazzo di 26 anni che viene trasportato con un’ambulanza della Croce Verde di Villastellone all’ospedale San Giovanni Bosco in Barriera di Milano: gamba sinistra fratturata e varie escoriazioni. Inoltre, una gran paura e un grossissimo rischio per la sua vita.
Divampa la polemica perché in quel tratto di strada è accaduto un altro incidente sette mesi orsono, quella volta mortale: una donna di 59 anni il 28 giugno 2024 era stata investita da un furgone dell’Amiat ed era morta sull’asfalto. È chiaro che si tratta di un tratto di viabilità urbana in cui sono necessari interventi a difesa dei pedoni: semafori, dissuasori, attraversamenti con strisce ben segnalate in anticipo e ben visibili, controlli e rilevazioni.
Anche queste situazioni indicano la generale trascuratezza che patisce Torino Nord. Anche queste sono le condizioni che misurano la maggiore o minore vivibilità di un’area, di un quartiere, di una zona importante e popolosa di Torino. Anche su questo occorre vigilare e non far finta di niente.
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