Abusata dal titolare del locale in cui faceva la cameriera in nero per racimolare qualche soldo e mandare avanti i propri studi da diciottenne. Così è finita l’esperienza fra tavoli e cucina di una ragazza in un ristorante di Barriera di Milano.
Il ristoratore, 58 anni (difeso nel processo da Alberto Metallo), per mesi si è approfittato della giovane, baciandola forzatamente, toccandola senza permesso, fino a farle subire rapporti non consensuali con sotterfugi d'ogni genere. Come se non bastasse, la insultava, mimava atti sessuali per deriderla e sfruttava ogni momento in cui altri dipendenti non erano presenti per minacciare di mandarla via e non darle più il poco denaro che le versava per il lavoro nel ristorante.
Malgrado avesse bisogno degli euro necessari a vivere, alla fine la cameriera non ce l’ha fatta a subire ancora e ha raccontato tutto agli agenti che hanno raccolto la sua denuncia e alla pm Antonella Barbera. Il giudice, poi, le ha dato ragione, sia pur riconoscendo la violenza sessuale nella modalità “più lieve” prevista dalla legge, concedendo quindi all’imputato le attenuanti generiche e la sospensione condizionale della pena (dovrà comunque frequentare obbligatoriamente un corso sui reati sessuali).
La sentenza, dunque, non ha accolto la richiesta del pm di una pena di sei anni e mezzo di reclusione. Una richiesta in cui si ipotizzava, a carico del ristoratore, anche l’abuso di autorità. Ora l’avvocato Alice Novarese, che ha assistito la giovane vittima, attende le motivazioni della sentenza avendo comunque acquisito con soddisfazione la condanna dell’imputato a un anno e mezzo.
Questa purtroppo è la nostra legge...
È chiaro che dall'articolo, non si può dare un giusto giudizio.... Ma un uomo che approfitta di una dipendente con violenza asessuale e se la cava con un corso di buone maniere.... Perdonatemi ma qui tutti tra poco si sentiranno quasi autorizzati a violentare la prima donna che incontrano...