E’ una storia infinita il braccio di ferro tra i rom e la Città al civico 267 di via Bologna. Anche il secondo intervento da parte delle forze dell’ordine, di lunedì 5 agosto sera, non è stato risolutivo. Ce n’è voluto un terzo il 6 mattina, questa volta effettuato dalla Polizia, manchevolmente non coinvolta dal Nucleo Nomadi dei Vigili nell’operazione di interdizione dell'accesso all’alloggio, situato al pian terreno dell’interno sei, con cui si è aperta la vicenda.
Partiamo dall’inizio. Gli abusivi sono al mare, in ferie da qualche giorno quando l’appartamento viene sigillato. Qualcuno probabilmente li avvisa del fatto. Così loro rientrano in fretta e furia dalla Liguria e nel primo pomeriggio di lunedì se ne rimpossessano come se nulla fosse accaduto. La sera si svolge il secondo sopralluogo a cui prendono parte anche i poliziotti. Tra i rom e gli agenti c’è qualche attrito perché di andarsene la famiglia occupante non ne vuole proprio sapere.
Niente da fare, il secondo round lo vincono di nuovo i rom. Dopo aver trascorso la notte nell’appartamento, sicuri di averla ancora sfangata, alle 9 del mattino invece si trovano di fronte la Polizia in forze. Non scherzano affatto le forze dell’ordine. Li cacciano. E quelli sono costretti a raccogliere le loro cose e ad andarsene.
Resta però che anche questo terzo intervento potrebbe non essere definitivo perché i rom hanno riposto valigie e oggetti vari in un furgone parcheggiato nel cortile, un furgone che non può mettersi in marcia perché ha le gomme bloccate nell’asfalto. Quindi tutto lascia pensare che i nomadi abbiano già previsto di occupare un altro alloggio nello stesso complesso Atc. E allora potrebbe davvero essere infinita questa storia.
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