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METRO 2, COME CAMBIA LA STAZIONE CORELLI

  • Immagine del redattore: facciamobarriera
    facciamobarriera
  • 15 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

La Metro 2 si prepara a partire sotto la buona stella della concordia istituzionale. È quanto emerso nella seduta della Seconda Commissione consiliare riunita nella sala di via San Benigno che ha visto anche la partecipazione del Sottosegretario alle Infrastrutture Tullio Ferrante e dell’onorevole forzista Roberto Rosso per rappresentare la Commissione Trasporti del Senato. A sollevare un polverone di polemiche l’estate scorsa la decisione di accorpare le fermate Corelli e Cimarosa per contenere i costi dell’opera, dal momento che con il caro materiali erano venuti a mancare all’appello 600 milioni di euro.


Oggi gli ingegneri di Infra.To, come ha spiegato Bernardino Chiaia, il Commissario governativo incaricato di sovrintendere l’opera, sono arrivati a una soluzione diversa che mette tutti d’accordo. L’intero blocco dei locali tecnici verrà spostato in profondità per rendere accessibile la stazione Corelli da un doppio ingresso est-ovest, mentre nel progetto precedente chi arrivava da Cimarosa era costretto a entrare da ovest, facendo molti più passi. Non solo. Per risultare in posizione centrale rispetto ai due versanti, la stazione sarà spostata di cento metri. “In questo modo – assicura Chiaia – non ci sarà un detrimento trasportistico di quest’area”.



L’accorpamento era stato visto come molto penalizzante per Barriera. Dai cittadini e dal centrodestra, in particolare da Forza Italia. Per questo il dibattito politico si era acceso fino a diventare incandescente. Da un lato il sindaco e la sua Giunta dicevano che l’opera non poteva essere rimandata in attesa di nuovi finanziamenti. Dall’altro l’opposizione chiedeva a gran voce che le due fermate venissero entrambe realizzate come previsto in un primo momento. “Grazie al lavoro degli ingegneri, alla raccolta firme fatta dal consigliere comunale Domenico Garcea, alle tante iniziative che hanno sollecitato i media a rappresentare il problema, si è arrivati a questa soluzione che è la migliore possibile” spiega Roberto Rosso. “I colleghi in Commissione Trasporti mi chiamavano Corelli, tanto era stato il mio impegno per evitare l’accorpamento” aggiunge, ridendoci su con un pizzico di orgoglio.


A confermare l’impegno dei forzisti affinché l’opera si realizzi senza troppi contraccolpi, il sottosegretario alle Infrastrutture Tullio Ferrante che non nega di essersela assolutamente presa a cuore. “Quest’opera pubblica, che andrà a rivoluzionare completamente la mobilità della città di Torino, la sento particolarmente mia. Ho imparato a conoscerla davvero a fondo in questi mesi” afferma, sottolineando l’importanza del finanziamento fino a qui sostenuto. “Tra il 2019 e il 2020 sono stati erogati fondi per un valore pari a un miliardo e 828 milioni che serviranno per realizzare il primo lotto da Rebaudengo a Porta Nuova – spiega -. Da parte del Mit c’è l’impegno a reperire fondi e coperture per la restante parte della linea da Porta Nuova al Politecnico”.



Importante per evitare l’accorpamento della fermata Corelli, anche il lavoro svolto dal presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto (FdI) e dal vicepresidente Luciano Speranza (FI). “La scelta avrebbe penalizzato enormemente una parte di Torino molto popolata. Per questa ragione, da subito abbiamo chiarito la contrarietà della Circoscrizione 6 alla soppressione della fermata – sottolinea Lomanto -. La richiesta non riguarda solo una parte di noi, ma l’intera comunità della circoscrizione e la sua crescita futura. Il nostro quartiere è vivo, è popolato da migliaia di famiglie, studenti, lavoratori e anziani che hanno il diritto di godere di un servizio pubblico che rispetti le loro necessità”.


Anche l’assessore comunale all’Urbanistica Paolo Mazzoleni apprezza il momento di concordia. “E’ un piacere vedere superate le polemiche con lo sguardo rivolto verso il futuro e con la volontà di continuare a lavorare insieme” dice. Poi però aggiunge di non essere d’accordo con il senatore Rosso che nel suo intervento ha suggerito di aprire ai privati per ottenere in breve tempo i finanziamenti necessari per realizzare la tratta da Porta Nuova al Politecnico, senza interrompere i lavori. “Se osserviamo le città che hanno utilizzato il partenariato pubblico-privato ci accorgiamo che la formula non ha funzionato bene per cui le stesse hanno poi cercato di riappropriarsi di quei servizi in capo al privato”.


Ricapitolando: entro fine anno inizieranno i lavori di monitoraggio, ma per vedere le ruspe e le talpe in azione bisognerà attendere il primo semestre del 2026. Grazie al finanziamento fin qui ottenuto pari a un miliardo e 828 milioni di euro la prima gara di Project Management Consulting e verifica progettuale a supporto del Commissario Chiaia già è stata aggiudicata, quindi le prossime gare per la scelta del sistema di segnalamento e del materiale rotabile e la realizzazione delle opere civili si potranno bandire entro il 2025. L’obiettivo è quello di veder partire il primo convoglio nel 2032.

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