Molti operai in arrivo dal Sud trovarono alloggio in Barriera di Milano. Erano gli inizi degli anni Ottanta. Per molti altri il Comune di Torino acquistò un’area di Settimo Torinese e fece costruire in fretta e furia quattro palazzine (ancora oggi di proprietà del Comune capoluogo e di Atc). Ma la “fretta e la furia” furono troppe e, così, quelle case oggi sono in condizioni pietose. Erano fatte per durare vent’anni (e dopo oltre quattro decenni lo si capisce bene).
Settecento persone vivono al momento nei 288 appartamenti di Borgo Nuovo, un nome diventato paradossale perché tutto appare adesso "vecchio", molto “vecchio”, troppo “vecchio”: arrivi lì e i citofoni non funzionano (ci si adatta a gridare dal cortile o a suonare il clacson); molti contatori dell’acqua sono inaffidabili; le porte si chiudono male; la muffa avanza su pareti e arredamenti a causa di infiltrazioni sempre meno gestibili.
Insomma, le abitazioni sono ancora tecnicamente agibili, ma la situazione non potrà durare a lungo. Troppo complicato pure metter mano a una carenza che è strutturale. Così la sindaca di Settimo, Elena Piastra, propone di azzerare tutto.
L’idea è di tirar giù le quattro palazzine per costruire nello stesso posto case migliori - non solo le quattro destinate all’edilizia popolare - con criteri moderni, più vivibili e confortevoli.
Occorrono investimenti cospicui, ma il primo passo sarebbe ovviamente il coinvolgimento del Comune di Torino e di Atc che sono i legittimi proprietari degli edifici tra via Foglizzo, via Don Gnocchi e corso Piemonte. Per ora non è nemmeno chiaro dove sarebbero ospitate – durante i lavori - le settecento persone che abitano in quegli appartamenti.
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