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  • Immagine del redattorePaola Gatti

LA PRIMA VOLTA IN BARRIERA DELL'ASSESSORE PORCEDDA

Il debutto del neoassessore comunale alla Sicurezza Marco Porcedda in Barriera di Milano era previsto per mercoledì 19 giugno. Ad accompagnarlo, per fare gli onori di casa, doveva essere il presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto che però all’ultimo è stato costretto a rinviare l’appuntamento per problemi personali. L’assessore decide di presentarsi lo stesso davanti alla sede di via San Benigno per incontrare i giornalisti, rinunciando però alla "passerella" nel quartiere per garbo istituzionale. “Tornerò presto e farò il giro, come era stato previsto, in compagnia del presidente – spiega ai nostri microfoni prima di iniziare il “tour” con la scorta delle forze dell’ordine -. Oggi vi chiedo di non seguirmi durante il sopralluogo che preferisco effettuare da solo, per rispetto di Valerio Lomanto con cui avevo preso precisi accordi”.


È sorridente, molto disponibile, risponde a tutte le domande.

Assessore, qual è la ricetta che avete in mente per curare Barriera, da molti ormai considerata un malato terminale?

"Il primo passo da fare è quello di passare dal presidio fisso ai controlli mobili, come ha già detto il sindaco. Si tratta di fare un check up per verificare qual è lo stato dell’arte e valutare i risultati ottenuti con i dispositivi modulati come lo sono stati fino ad oggi. Bisognerà quindi capire se c’è modo di migliorare qualcosa, intervenendo su quegli stessi dispositivi, senza aggiungere altro ma lavorando su quello che c’è già".


Con la presenza dell’Esercito la percezione della sicurezza da parte dei cittadini non è aumentata, in che misura il presidio ha funzionato?

"Lo ha già spiegato il sindaco. Ha funzionato nelle zone in cui era attivo e nel momento in cui era presente. Abbiamo ricevuto segnalazioni che ci hanno indicato che quando c’è la situazione migliora, mentre appena se ne va l’area torna a essere un po' terra di nessuno".


Quindi che cosa bisogna fare per ottenere risultati più duraturi nel tempo?

"Serve un lavoro di squadra perché anche quando il presidio non è presente passi il messaggio che quella parte di territorio è comunque presidiata. È un processo lungo che non può dare risultati immediati. Il fatto di rimodulare, passando dal presidio fisso a quello mobile, è senz’altro utile".


La presenza dei militari basta?

"C’è tutto un lavoro più complesso da fare. Bisogna mettere insieme tante realtà e tante competenze. Serve continuità, serve impegno, serve l’iniziativa di qualcuno che si spenda, come, ad esempio, la parrocchia o l’associazione disposta a impegnarsi sul territorio, ad avviare iniziative".


Che cosa chiederete al Cosp?

"Un maggiore supporto e una maggiora presenza da parte delle forze di polizia e dei militari sul territorio che già ci sono e stanno facendo uno sforzo encomiabile. Il prefetto in ogni caso ha recepito tutte le nostre istanze".


Al prefetto avete anche chiesto di estendere il presidio nella fascia notturna rimasta scoperta?

"Sì. Ma ci saranno da fare valutazioni che tengano conto di vari aspetti, in base alle disposizioni".


La stretta sui minimarket per imporre la chiusura anticipata dei locali arriverà?

"La normativa generale non prevede la possibilità di imporre limitazioni. Interventi in tal senso ne sono stati fatti anche a Torino, ma su aree specifiche. Quindi bisogna capire se si riesce, effettuando le dovute valutazioni, a estendere il provvedimento anche ad altre realtà territoriali".


Quindi bisogna insistere con i controlli?

"Gli interventi sono importanti ma bisogna capire in che misura riescano a diventare definitivi. Mi riferisco, ad esempio, alle chiusure temporanee di esercizi commerciali dovute a motivi di ordine pubblico, queste non servono di certo a eliminare le problematiche definitivamente. L’intervento sul singolo non è sufficiente. C’è da puntare su un investimento più a lungo termine con politiche integrate che non riguardino solo ed esclusivamente la sicurezza ma anche la rigenerazione urbana, l’inclusione sociale, con la partecipazione anche degli enti del terzo settore".



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