"Il sindaco con me è stato molto chiaro, mi ha detto 'dobbiamo prenderci cura della città e continuare a ricucire le fratture sociali perché nessuno si senta abbandonato'. Lo condivido perché questo è l'approccio che ho sempre avuto e che continuerò ad avere sulla sicurezza. Per me sicurezza è prendersi cura". Così si rivolge al Consiglio comunale, nel giorno del “debutto” in Sala rossa, lunedì 20 maggio, Marco Porcedda, il nuovo assessore alla Sicurezza della Città di Torino che subentra a Gianna Pentenero candidata alle Regionali per il centrosinistra.
Tenente colonnello dei carabinieri, ora in aspettativa, nato a Ragusa nel 1980, Porcedda cita il magistrato Giovanni Falcone e il senatore a vita Renzo Piano, il primo sul tema della paura e il secondo per un articolo di una decina di anni fa dedicato alle periferie. Di queste Piano aveva evidenziato la fragilità dovuta al fatto che nessuno ha speso tempo e denaro per fare manutenzione. Porcedda sottolinea con forza una frase del senatore: “Sono proprio le periferie le città del futuro dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee”. Già, le periferie dove si annidano tanti problemi legati alla sicurezza e al degrado, ormai compresse e oppresse dal disagio sociale e dalla delinquenza. Barriera con tutte le sue fragilità, note da tempo e sotto gli occhi di tutti, non a caso, si sente chiamata in causa e per questo si aspetta dal neoassessore un’attenzione particolare.
Porcedda dal canto suo garantisce di essere pienamente consapevole della delicatezza delle tante materie di cui dovrà occuparsi e garantisce "un approccio equilibrato e inclusivo che possa coniugare le esigenze di avere nel contempo la capacità di rispondere ai bisogni della cittadinanza e di far sentire nessuno escluso o dimenticato. Un approccio equilibrato e inclusivo, come è sempre stato il mio modus operandi – spiega -. E che mi permette di riconoscermi nei valori, nelle linee programmatiche e politiche di questa amministrazione”.
"È una sfida che può rappresentare un bene per questa amministrazione e che va nell'ottica del bene della città. La chiave di lettura sul tema sicurezza non cambia, la mia visione resta quella, ossia una dimensione della sicurezza integrata vista come un prendersi cura, come ha detto il neo assessore, che racchiude la dimensione valoriale del centrosinistra", ci tiene a sottolineare il sindaco Lo Russo, la cui scelta non raccoglie esattamente il plauso della sua maggioranza. Cauto il Pd, piuttosto in polemica Sinistra ecologista e Demos. “La nomina del nuovo assessore è una scelta del sindaco assunta in solitudine, senza coinvolgere la maggioranza. E nell’epoca dei Vannacci, delegare la Sicurezza a un militare è un segnale che non condividiamo” afferma Alice Ravinale, (Sinistra ecologista).
Compatta invece l’opposizione nel dichiararsi a favore. Di una "scelta coraggiosa" parla addirittura Fabrizio Ricca (Lega) "felice che finalmente una giunta abbia scelto per Torino un profilo di chi saprà stare dalla parte giusta, che sa cosa vuol dire prendersi una pietra o uno sputo e di chi saprà prendere le decisioni giuste su temi delicati". Per il vicepresidente del Consiglio comunale Domenico Garcea (Forza Italia) è positivo “che la scelta sia ricaduta su un militare di comprovata esperienza sul campo che saprà trasferire questi valori nel suo lavoro per la città". Soddisfatto anche Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) che ricorda come "proprio noi avevamo chiesto una figura con questo curriculum. Oggi si riconosce che in città c'è un problema di sicurezza". Infine, per Andrea Russi (M5s) "la scelta di un uomo dell'Arma rappresenta la certificazione del fallimento della politica portata avanti finora e ci dice che la concordia con il centrodestra non è solo istituzionale ma politica".
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