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Immagine del redattorePaola Gatti

DON MARCO, LA PACE E I GIOVANI

Lunedì 2 dicembre in via Lombardore 27, dove un tempo c’era la scuola Thaon di Revel, aprirà l’asilo ‘I piccoli della Pace’ che offre nuovi spazi e nuovi giochi ai bimbi del quartiere, ma non solo. Dopo un anno di cammino a servizio della comunità, la parrocchia della Pace ha deciso di ripartire dai più piccoli. Lo racconta con entusiasmo ai nostri microfoni don Marco con cui abbiamo parlato di questo e tanto altro ancora. Lui e don Andrea, insieme, hanno fatto molto per la rinascita del quartiere


Lunedì assisteremo all’invasione della via da parte di tantissimi bambini, in un punto dove abitualmente c’è lo spaccio" spiega don Marco. I sacerdoti della Pace ormai ci hanno abituati a queste scene gioiose di giovani e giovanissimi in giro sotto il cielo di Barriera. Quante volte l’oratorio è sceso in strada nel corso dell’anno? Tante. Per dare un segnale, per tornare a riempire quegli spazi lasciati a lungo in balia del degrado.

Gli Esperimento 109, la band dell'oratorio.

Barriera è un quartiere complicato. Per costruire ponti e abbattere muri, i due sacerdoti le hanno pensate tutte. “Far girare con scope e palette i ragazzi non serve di certo per risolvere il problema della sporcizia – dice don Marco, facendo riferimento all’iniziativa ‘Io sono Barriera’ che a luglio coinvolse 400 giovani -. È il modo per prenderci cura l’uno dell’altro, pulire la strada dove tu passi è il modo per dirti <mi interessi, ti voglio bene>. Serve per disarmare. Infatti, tante persone quel giorno si sono avvicinate e ci hanno raccontato le loro storie, anche i più anziani”.


Don Marco poi ci parla dell’importanza del “conoscerci per imparare a rispettarci”. Non usa mai il termine integrazione. Gli chiediamo perché. Ci risponde che ogni parola ha il suo peso e pertanto non è facile trovare quelle giuste in situazioni così complesse. “Dobbiamo provare a costruire una comunità, un nuovo quartiere – afferma -. Per vincere le paure e le tensioni la chiave credo sia il <conoscerci>. Se ci conosciamo scopriamo che l’altro ha gli stessi desideri nostri di costruire una famiglia, di avere dei figli. Non c’è diversità. È fondamentale il dialogo”.


Nei giorni scorsi la parrocchia della Pace ha ospitato un’iniziativa promossa da Fra Luca Minuto per favorire il dialogo interreligioso. È stato proiettato un documentario sul fenomeno del caporalato. C’erano i giovani della moschea Mohammed VI di via Genova. “Oramai questi ragazzi sono già italiani di seconda o terza generazione – spiega don Marco -. Alcuni frequentano l’università. Sono formati. È stato un momento molto bello e importante. Di dialogo tra persone di religioni diverse ma che si sono confrontate con rispetto”.


Ambientato in Puglia, in un paese dove la raccolta dei pomodori è affidata ai migranti, il docufilm ha raccontato numerose storie di giovani arrivati dall’Africa e costretti a lavorare in condizioni miserevoli per un tozzo di pane. “Alcune testimonianze sono state davvero commoventi – dice don Marco -. Tra mille difficoltà e pregiudizi, nella più totale mancanza di rispetto per la vita umana, queste persone sono considerate solo delle macchine da lavoro. Da pagare poco. E da maltrattare”.


Poi torniamo a parlare di quel che succede in Barriera. C’è spaccio, c’è degrado, tanta delinquenza lungo le vie del quartiere. Don Marco attende con fiducia il vento del cambiamento. “Chissà che le nostre iniziative con i ragazzi dell’oratorio non riescano a far nascere anche in chi spaccia la voglia di dedicarsi ad altro? Sono giovani pure loro, perlopiù ventenni – afferma -. Un segnale che ci fa ben sperare c’è stato. Mi riferisco alla mostra che espone alcuni pannelli lungo la parete dell’oratorio. Ebbene è ancora intatta. In tanti mesi quelle immagini piene di vita e di colore nessuno le ha toccate”.

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