C’è tanta rabbia e indignazione tra i cittadini di Barriera di Milano ai quali gli attivisti dei collettivi universitari e i centri sociali hanno impedito di manifestare contro il degrado. Nonostante fossero autorizzati a farlo. Doveva essere una passeggiata pacifica per chiedere più sicurezza. Per dire basta allo spaccio e alla delinquenza perché ormai la vita qui è diventata una corsa a ostacoli tra i mille rischi quotidiani.
Alla fine hanno vinto gli antagonisti, i non autorizzati a manifestare perché urlavano come forsennati, insultavano i residenti di Barriera e i poliziotti, lanciavano fumogeni e oggetti da via Gottardo verso via Sempione dove c’era il gruppo degli autorizzati protetto dalle forze dell’ordine. Ma che ne sanno attivisti e centri sociali di come si vive in Barriera? Che hanno da offendere chi lotta per la rinascita del proprio quartiere ormai tenuto in ostaggio dalla criminalità? Perché difendono a spada tratta pusher e delinquenti?
Dal canto loro i poliziotti si sono presi gli insulti e non hanno caricato i facinorosi benché contromanifestassero senza avere chiesto l’autorizzazione. Ma costoro non hanno apprezzato la gentil concessione. Al contrario. All’indirizzo degli agenti sono volate parole pesanti: “Siete merde, fascisti, servi”. Che colpa devono scontare i garanti dell’ordine pubblico e della sicurezza? Non di certo quella di averli fatti sgomberare perché non è accaduto. E nemmeno sono percettori di reddito di cittadinanza a ufo o sedicenti studenti mantenuti dal papà benestante o inutili parassiti della società. Lavorano onestamente, spesso mettendo a repentaglio la propria incolumità, per portare a casa stipendi non di certo da amministratori delegati. Impossibile non simpatizzare per loro, citando Pasolini, quando si schierano al fianco delle persone perbene per difenderle.
Così alla fine il corteo non s’è fatto. I cittadini di Barriera sono stati pure scippati del diritto di protestare educatamente contro il degrado e la criminalità. Hanno ingoiato gli oltraggi degli antagonisti “Merde, fascisti, sfigati”. E delusi per essere scesi in strada inutilmente sono rientrati a casa. Cornuti e mazziati per l’ennesima volta, nel proprio quartiere.
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