Nuovo scontro istituzionale sul Daspo urbano. Protagonisti: Sindaco Lo Russo e Assessore regionale Marrone. Ne riferiamo perché il tema della sicurezza in città riguarda molto da vicino Barriera di Milano. Appena due giorni fa su questo sito il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto, ha annunciato che il 2025 sarà un anno di dure battaglie proprio su questo problema, particolarmente accentuato a Torino nord.
Che succede? Il titolare delle politiche regionali sulla casa, Maurizio Marrone (FdI), intervenendo alla inaugurazione del nuovo housing sociale di via Ravenna 12, ammonisce il primo cittadino Stefano Lo Russo (Pd) sul blocco - in Consiglio comunale – di una “Proposta di deliberazione sul Daspo urbano” di cui lo stesso Marrone è primo firmatario. Il Sindaco non incassa la frecciata in silenzio e reagisce accusando la destra di voler colpire i poveracci solo per fare scena senza risolvere alcun reale problema di sicurezza.
Il nocciolo della questione sta nell’interpretazione del Daspo urbano. Si tratta di una misura a tutela del decoro di particolari luoghi del territorio cittadino. Questa misura può essere adottata dal Sindaco di un Comune per vietare ad alcuni soggetti l’accesso a precise zone dove sia in discussione il mantenimento della vivibilità e del decoro. Questo, in breve, ciò che dice la legge.
Per Marrone il Daspo può essere applicato con ottimi risultati anche per combattere il fenomeno dello spaccio in varie zone di Torino. Per Lo Russo, invece, c’è già una legge contro lo smercio delle droghe e il Daspo colpisce essenzialmente chi va a dormire sotto i portici. In sostanza, dice il Sindaco, il Daspo trasforma la povertà in reato. Insomma, il Daspo sarebbe una foglia di fico utile solo far apparire più pulito e ordinato uno spicchio cittadino, ma inadatto ad aggredire la malavita. Salta su tutte le furie Marrone che precisa: “noi aiutiamo le persone fragili e povere con un sostegno sociale quando sono oneste. I pusher, invece, vanno colpiti con provvedimenti di estromissione dalle piazze dello spaccio, senza se e senza ma”.
Avvilisce constatare che su uno dei temi più delicati per Torino e le sue periferie devastate dal degrado ci siano scontri politici di questa natura. Le polemiche al calor bianco sono parole incenerite sul sacro braciere della vita pubblica, energie sprecate, tempo buttato via, vantaggio concesso ai delinquenti.
Cogliamo, però, un passaggio di quanto afferma Lo Russo: “nelle prossime settimane presenteremo ai torinesi una misura organica contro i fenomeni di illegalità che stiamo mettendo a punto con il prefetto”. Bene. Aspettiamo questo provvedimento, sperando che consenta pure all’Assessore alla Sicurezza della Città, Marco Porcedda, di avere uno strumento utile alla sua importantissima funzione.
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