Parla ai nostri microfoni Angela G. proprietaria di una delle auto selvaggiamente vandalizzate in via Montanaro all’altezza del civico 20, venerdì 3 maggio intorno alle 3,42 del mattino. È sfiduciata perché ormai la vita nel quartiere è diventata impossibile. Furti, spaccio, rapine, risse, degrado assoluto sono ormai normalità in un quartiere dove l’ordinario è scomparso. Ma a quanto pare tutto questo ancora non basta perché in più bisogna fare i conti con il vandalismo e l’aggressività di alcuni balordi probabilmente fuori di testa per via della droga o dell’alcol, in cerca di qualcosa da distruggere per puro divertimento.
“Quando un vicino di casa ci ha comunicato che la nostra auto era stata danneggiata, abbiamo pensato ai soliti ladri a caccia di qualche oggetto o pochi spiccioli a bordo dei veicoli – ci racconta Angela -. Invece no. E’ stata soltanto un’inutile barbarie. Erano stranieri, a quanto pare marocchini. Io penso che si sia trattato di un atto di spregio nei confronti degli italiani, compiuto insomma per danneggiare ciò che è di nostra proprietà”.
A vandalizzare le auto è stato un uomo arrivato in compagnia di altre tre persone, come si vede dalle immagini raccolte da una telecamera. Prima si sentono soltanto le loro voci concitate, parlano in arabo. Poi uno di loro balza su un mini suv parcheggiato, gli cammina sopra e gli spacca a pedate il parabrezza. Salta sulla Fiat Punto dietro e replica la scena. Alla Ford station wagon posteggiata quasi all’angolo con via Scarlatti, quella che appartiene ad Angela, rompe soltanto il parabrezza. “Farlo sostituire ci costerà 500 euro più il costo del carroattrezzi per portarla a riparare – ci spiega -. Non siamo assicurati contro gli atti vandalici perché l’auto è ferma in attesa di essere venduta entro fine mese”.
I residenti in zona hanno sentito gli schiamazzi e i soliti rumori per strada a cui ormai sono abituati. “Nessuno di noi si affaccia più alle finestre per cercare di capire cosa stia capitando perché ogni notte la storia si ripete uguale. Finiremmo per non dormire – afferma -. Chi può se ne va via da questo quartiere. Chi è obbligato a restare, dopo una certa ora non esce più, come se scattasse il coprifuoco. Gli anziani appena finisce il mercato si rintanano in casa”.
Sembra persino impossibile che con il presidio fisso dell’Esercito non sia cambiato nulla. “Servire serve – risponde Angela -. Quando vado al mercato, per esempio, io mi sento più protetta. Di certo la presenza dei militari e degli agenti non è risolutiva. Chi vuole spacciare si sposta soltanto più in là per non essere visto da loro mentre prima gli scambi avvenivano ovunque si voltassero gli occhi, esattamente a cielo aperto. Bisognava intervenire prima. Ormai è troppo tardi per porre rimedio a una situazione che da tempo si è incancrenita. Purtroppo il problema sono le leggi che non funzionano come dovrebbero”.
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