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Per la rinascita
di Barriera di Milano (Torino)
FACCIAMO BARRIERA
Il degrado si vince con la bellezza
"Pulchrior in terris nulla tabella foret" (Marziale)
QUOTIDIANO INDIPENDENTE, APOLITICO, APARTITICO
Gennaio 2025

Schianto in corso Grosseto
08.01.25 - Una Fiat Punto rossa procede verso piazza Rebaudengo. All’altezza del civico 295 di corso Grosseto investe un pedone che stava attraversando la strada e poi si schianta contro un palo collocato fra la carreggiata centrale e il controviale. Poche conseguenze per l’uomo alla guida della vettura. Il pedone, invece, è un ragazzo di 26 anni che viene trasportato con un’ambulanza della Croce Verde di Villastellone all’ospedale San Giovanni Bosco in Barriera di Milano: gamba sinistra fratturata e varie escoriazioni. Inoltre, una gran paura e un grossissimo rischio per la sua vita.
Divampa la polemica perché in quel tratto di strada è accaduto un altro incidente sette mesi orsono, quella volta mortale: una donna di 59 anni il 28 giugno 2024 era stata investita da un furgone dell’Amiat ed era morta sull’asfalto. È chiaro che si tratta di un tratto di viabilità urbana in cui sono necessari interventi a difesa dei pedoni: semafori, dissuasori, attraversamenti con strisce ben segnalate in anticipo e ben visibili, controlli e rilevazioni.
Anche queste situazioni indicano la generale trascuratezza che patisce Torino Nord. Anche queste sono le condizioni che misurano la maggiore o minore vivibilità di un’area, di un quartiere, di una zona importante e popolosa di Torino. Anche su questo occorre vigilare e non far finta di niente.
Divampa la polemica perché in quel tratto di strada è accaduto un altro incidente sette mesi orsono, quella volta mortale: una donna di 59 anni il 28 giugno 2024 era stata investita da un furgone dell’Amiat ed era morta sull’asfalto. È chiaro che si tratta di un tratto di viabilità urbana in cui sono necessari interventi a difesa dei pedoni: semafori, dissuasori, attraversamenti con strisce ben segnalate in anticipo e ben visibili, controlli e rilevazioni.
Anche queste situazioni indicano la generale trascuratezza che patisce Torino Nord. Anche queste sono le condizioni che misurano la maggiore o minore vivibilità di un’area, di un quartiere, di una zona importante e popolosa di Torino. Anche su questo occorre vigilare e non far finta di niente.

Rubano a bordo di un'auto, la Polizia li becca
07.01.25 - Ancora furti a bordo delle auto parcheggiate per le strade di Barriera. L’anno nuovo si apre con una strage di finestrini per rubare anche soltanto pochi spiccioli lasciati negli abitacoli dei veicoli. Si tratta di ladruncoli da quattro soldi, perlopiù tossici disperati, che si accontentano di far man bassa di quel che trovano, non importa se gli oggetti sono di scarso valore. Per loro va bene pure un cavetto usb da scambiare con una dose di crack. Noi di Facciamo Barriera continuiamo a ricevere segnalazioni.
Mara ci racconta la disavventura che è capitata alla figlia la notte del 3 gennaio in via Paisiello, dove poche ore prima aveva parcheggiato l’auto presa in prestito dalla mamma per andare a cena da alcuni amici. Finita la serata, la giovane in compagnia del fidanzato si avvia verso la macchina. Giusto il tempo di avvicinarsi all’utilitaria che i due ragazzi si scontrano con una coppia di mascalzoni che stanno rovistando a bordo, tra le gabbie dei cani. Sono un nigeriano e un marocchino, giovani anche loro. Con in mano un paio di pantaloni antipioggia e un cappottino per cani, appena sottratti, se la danno immediatamente a gambe. Ma i fidanzatini non si arrendono e li inseguono a distanza.
In una manciata di minuti per i manigoldi scattano le manette, grazie al rapido intervento ci diverse volanti del Commissariato Barriera di Milano. “Ho regolarmente presentato denuncia e spero che la giustizia faccia il suo corso - commenta Mara -. Abbiamo passato molte ore al freddo insieme con gli agenti con cui mi complimento per il lavoro straordinario che hanno fatto. Purtroppo i danni all’auto non ci saranno risarciti. In ogni caso non mi abbatto. Al contrario resto dell’idea che non dobbiamo arrenderci al degrado. Voglio che il quartiere, dove siamo nati e vissuti, torni a essere nostro”.
Mara ci racconta la disavventura che è capitata alla figlia la notte del 3 gennaio in via Paisiello, dove poche ore prima aveva parcheggiato l’auto presa in prestito dalla mamma per andare a cena da alcuni amici. Finita la serata, la giovane in compagnia del fidanzato si avvia verso la macchina. Giusto il tempo di avvicinarsi all’utilitaria che i due ragazzi si scontrano con una coppia di mascalzoni che stanno rovistando a bordo, tra le gabbie dei cani. Sono un nigeriano e un marocchino, giovani anche loro. Con in mano un paio di pantaloni antipioggia e un cappottino per cani, appena sottratti, se la danno immediatamente a gambe. Ma i fidanzatini non si arrendono e li inseguono a distanza.
In una manciata di minuti per i manigoldi scattano le manette, grazie al rapido intervento ci diverse volanti del Commissariato Barriera di Milano. “Ho regolarmente presentato denuncia e spero che la giustizia faccia il suo corso - commenta Mara -. Abbiamo passato molte ore al freddo insieme con gli agenti con cui mi complimento per il lavoro straordinario che hanno fatto. Purtroppo i danni all’auto non ci saranno risarciti. In ogni caso non mi abbatto. Al contrario resto dell’idea che non dobbiamo arrenderci al degrado. Voglio che il quartiere, dove siamo nati e vissuti, torni a essere nostro”.

La disperazione di una residente
05.01.25 - Amina (il nome è di fantasia), una nostra lettrice, vive dal marzo del 2024 in una delle zone più critiche di Barriera, dalle parti di piazza Foroni, in quel reticolo di vie che nelle ore più buie, quando non ci sono l’Esercito e le forze dell’ordine a presidiare, diventano terra di briganti. Ci ha contattati in questi giorni. Nella notte del primo gennaio, qualche mascalzone le ha rotto un vetro dell’auto per rubare a bordo. È sconsolata, amareggiata, sfiduciata perché contro il degrado e la delinquenza, a quanto pare, resta ben poco da fare. Ma si domanda se davvero una soluzione non si possa trovarla tutti insieme.
Amina ha ragione a non poterne più. La sua auto già ha subito gravi danneggiamenti nei mesi scorsi. Era una delle tre che furono selvaggiamente vandalizzate nella notte tra il 2 e il 3 maggio scorso in via Montanaro all’altezza del civico 20. I colpevoli (quattro giovani marocchini) furono individuati, grazie alle immagini raccolte da una telecamera che catturò le scene di assurda barbarie perpetrate senza alcun motivo. Nel video, pubblicato dal nostro sito ("Auto selvaggiamente vandalizzate nella notte"), si vede, infatti, un giovane che balza sulle macchine parcheggiate per prenderle a pedate e distruggerle, davanti agli occhi indifferenti dei compari.
Amina non ha fatto denuncia, dopo il secondo episodio, avvenuto di nuovo in via Montanaro. “Perché tanto la volta scorsa li hanno presi e rilasciati nel giro di qualche giorno” ci spiega e poi aggiunge che da soli non si va da nessuna parte, per questo ha scelto di pubblicare la notizia sui social, per riuscire a confrontarsi con altri residenti che, come lei, sono sempre costretti a subire.
Dal canto loro le forze dell’ordine che colpa ne hanno se troppo spesso gli autori di reati non possono essere puniti come si meriterebbero? Succede che troppo spesso, in Italia, le leggi sono a maglie larghe e non permettono di catturare certi tipi di pesci. I giovani vandali che hanno danneggiato l’auto di Amina e quelle di altri due cittadini, erano minori. Non solo. Nel 2016 il danneggiamento semplice è stato depenalizzato e quindi non costituisce più reato. Ecco, perché contro quei quattro manigoldi si è potuto fare poco (forse nulla).
Domandiamo a un appartenente alle forze dell’ordine, che sarebbe accaduto se si fosse trattato di maggiorenni. “In tal caso per i colpevoli si prevede una maggiore severità, benché oramai il danneggiamento semplice rappresenti un illecito civile” ci risponde e poi aggiunge: “Quindi è opportuno denunciare, perché alle volte gli autori di delitti vengono puniti con pene non proprio blande. E, inoltre, denunciare un reato, subito o al quale si è semplicemente assistito, è un dovere civico, un atto di coscienza che fa parte del principio di solidarietà previsto dalla Costituzione”.
C’è infine da aggiungere che i dati relativi delle denunce, se hanno subito una pesante tara perché i cittadini non fanno più le segnalazioni alle forze dell’ordine, agli occhi del questore e del prefetto non sembreranno poi così sconfortanti come invece dovrebbero essere. Ma, è ovvio che tutto questo ha ben poca importanza per il cittadino vittima di reati destinati a restare perlopiù impuniti.
Pertanto ci chiediamo come sia possibile restituire un po’ di fiducia e di serenità ad Amina, che alla fine chiede poi soltanto di essere libera di parcheggiare la propria auto nel quartiere in cui risiede, senza che nessuno gliela danneggi. Chi può aiutarla a trovare soluzioni? Amina non deve essere lasciata da sola. E con Amina tutte quegli altri residenti che ogni giorno devono fare i conti con pusher, tossici e ladri, senza avere alcuna colpa, se non quella di abitare in un posto ormai ostaggio del degrado e della delinquenza.
Amina ha ragione a non poterne più. La sua auto già ha subito gravi danneggiamenti nei mesi scorsi. Era una delle tre che furono selvaggiamente vandalizzate nella notte tra il 2 e il 3 maggio scorso in via Montanaro all’altezza del civico 20. I colpevoli (quattro giovani marocchini) furono individuati, grazie alle immagini raccolte da una telecamera che catturò le scene di assurda barbarie perpetrate senza alcun motivo. Nel video, pubblicato dal nostro sito ("Auto selvaggiamente vandalizzate nella notte"), si vede, infatti, un giovane che balza sulle macchine parcheggiate per prenderle a pedate e distruggerle, davanti agli occhi indifferenti dei compari.
Amina non ha fatto denuncia, dopo il secondo episodio, avvenuto di nuovo in via Montanaro. “Perché tanto la volta scorsa li hanno presi e rilasciati nel giro di qualche giorno” ci spiega e poi aggiunge che da soli non si va da nessuna parte, per questo ha scelto di pubblicare la notizia sui social, per riuscire a confrontarsi con altri residenti che, come lei, sono sempre costretti a subire.
Dal canto loro le forze dell’ordine che colpa ne hanno se troppo spesso gli autori di reati non possono essere puniti come si meriterebbero? Succede che troppo spesso, in Italia, le leggi sono a maglie larghe e non permettono di catturare certi tipi di pesci. I giovani vandali che hanno danneggiato l’auto di Amina e quelle di altri due cittadini, erano minori. Non solo. Nel 2016 il danneggiamento semplice è stato depenalizzato e quindi non costituisce più reato. Ecco, perché contro quei quattro manigoldi si è potuto fare poco (forse nulla).
Domandiamo a un appartenente alle forze dell’ordine, che sarebbe accaduto se si fosse trattato di maggiorenni. “In tal caso per i colpevoli si prevede una maggiore severità, benché oramai il danneggiamento semplice rappresenti un illecito civile” ci risponde e poi aggiunge: “Quindi è opportuno denunciare, perché alle volte gli autori di delitti vengono puniti con pene non proprio blande. E, inoltre, denunciare un reato, subito o al quale si è semplicemente assistito, è un dovere civico, un atto di coscienza che fa parte del principio di solidarietà previsto dalla Costituzione”.
C’è infine da aggiungere che i dati relativi delle denunce, se hanno subito una pesante tara perché i cittadini non fanno più le segnalazioni alle forze dell’ordine, agli occhi del questore e del prefetto non sembreranno poi così sconfortanti come invece dovrebbero essere. Ma, è ovvio che tutto questo ha ben poca importanza per il cittadino vittima di reati destinati a restare perlopiù impuniti.
Pertanto ci chiediamo come sia possibile restituire un po’ di fiducia e di serenità ad Amina, che alla fine chiede poi soltanto di essere libera di parcheggiare la propria auto nel quartiere in cui risiede, senza che nessuno gliela danneggi. Chi può aiutarla a trovare soluzioni? Amina non deve essere lasciata da sola. E con Amina tutte quegli altri residenti che ogni giorno devono fare i conti con pusher, tossici e ladri, senza avere alcuna colpa, se non quella di abitare in un posto ormai ostaggio del degrado e della delinquenza.

Arresti e sequestri di botti a Regio Parco
03.01.25 - Intensa attività della Polizia in queste giornate contraddistinte da botti anticipati e da botti tardivi. La più recente nota della Questura riguarda una bancarella di fuochi pirotecnici nei pressi di una stazione di servizio carburanti, nel quartiere Regio Parco.
La bancarella risultava gestita da più persone che, a turno, si allontanavano a bordo di un monopattino per tornare alcuni minuti dopo. Questo andirivieni insospettiva gli agenti che individuavano in uno stabile della zona il luogo di destinazione. Uno dei soggetti veniva visto uscire ed entrare con dei razzi sottobraccio; poco dopo altri due venivano notati mentre trafficavano nei pressi di un’auto in sosta nel cortile.
I poliziotti hanno trovato sotto il veicolo tre borse e uno zainetto contenenti un cospicuo numero di botti non classificati: 15 bombe carta tipo cipolla e 284 bombe carta tipo petardo, per un peso complessivo di circa 8 chili. Questi botti sono ad alta pericolosità per l’assenza di condizioni di sicurezza, per il materiale utilizzato nella fabbricazione e per la possibilità di provocare “esplosioni per simpatia” (la capacità di un ordigno di innescare l’esplosione di quelli vicini).
Tutte e tre le persone sono state fermate e una è stata trovata anche in possesso di 20 bombe carta petardo contenute in un sacchetto.
E’ stata anche perquisita l’abitazione di un conoscente dei tre fermati. Qui sono stati trovati altri botti per un peso complessivo di 50 chili. Il titolare dell’appartamento è stato denunciato in stato di libertà per fabbricazione e commercio abusivo di materie esplodenti.
La bancarella risultava gestita da più persone che, a turno, si allontanavano a bordo di un monopattino per tornare alcuni minuti dopo. Questo andirivieni insospettiva gli agenti che individuavano in uno stabile della zona il luogo di destinazione. Uno dei soggetti veniva visto uscire ed entrare con dei razzi sottobraccio; poco dopo altri due venivano notati mentre trafficavano nei pressi di un’auto in sosta nel cortile.
I poliziotti hanno trovato sotto il veicolo tre borse e uno zainetto contenenti un cospicuo numero di botti non classificati: 15 bombe carta tipo cipolla e 284 bombe carta tipo petardo, per un peso complessivo di circa 8 chili. Questi botti sono ad alta pericolosità per l’assenza di condizioni di sicurezza, per il materiale utilizzato nella fabbricazione e per la possibilità di provocare “esplosioni per simpatia” (la capacità di un ordigno di innescare l’esplosione di quelli vicini).
Tutte e tre le persone sono state fermate e una è stata trovata anche in possesso di 20 bombe carta petardo contenute in un sacchetto.
E’ stata anche perquisita l’abitazione di un conoscente dei tre fermati. Qui sono stati trovati altri botti per un peso complessivo di 50 chili. Il titolare dell’appartamento è stato denunciato in stato di libertà per fabbricazione e commercio abusivo di materie esplodenti.
Dicembre 2024

Ex Manifattura Tabacchi, tre furti in otto mesi
23.12.24 - Tre furti in otto mesi, a cui si aggiungono numerosi atti di vandalismo. La ex Manifattura Tabacchi di corso Regio Parco è ormai finita da tempo nel mirino dei malfattori. Gli ultimi due furti si sono consumati nell’arco di un mese soltanto. A fine novembre i ladri sono entrati forzando le porte per far man bassa di rame, ferro e acciaio. Mentre a metà dicembre hanno depredato un intero laboratorio di orologeria dove c’erano pezzi di valore, unici nel loro genere, realizzati nei secoli scorsi.
Su uno spazio di 34mila metri quadrati la ex Manifattura Tabacchi custodisce più di diecimila oggetti appartenenti all’Archivio scientifico e tecnologico dell’Università di Torino (Astut). Tra questi 1500 già sono stati studiati e schedati. Si tratta di strumenti scientifici, prototipi di laboratori, attrezzature sanitarie, elettrodomestici d’epoca che sono di particolare pregio perché documentano la scienza e le sue applicazioni dalla fine del Settecento ad oggi.
La prima effrazione risale al 5 aprile scorso, i ladri sono penetrati in un magazzino e hanno rubato quel che è capitato a tiro. Ma i furti più gravi sono i due successivi, soprattutto il terzo di metà dicembre quando, dopo aver divelto le sbarre di ferro e rotto i vetri dei portoni, i manigoldi si sono portati via oggetti facenti parte delle collezioni storiche di orologeria e oculistica con i quali sarebbe stato possibile allestire preziose mostre sull’orologeria antica. Il bottino ha un valore complessivo di migliaia di euro, a cui va aggiunta l’immensa ricchezza storica e culturale.
Per via delle precarie condizioni di sicurezza della struttura, la ex Manifattura è ormai chiusa da anni, da quando è stato scoperto l’amianto negli edifici. In precedenza aveva accolto mostre e allestito un percorso per le scuole e per il pubblico. Durante le vacanze di Natale l’intero patrimonio museale dell’Astut verrà messo in sicurezza per poi essere trasferito nei tre piani interrati dell’ex stabilimento della Stampa in via Marenco. Ancora una curiosità: le collezioni sono conservate lì da ventiquattro anni e, prima d’ora, non era mai accaduto nulla.
Su uno spazio di 34mila metri quadrati la ex Manifattura Tabacchi custodisce più di diecimila oggetti appartenenti all’Archivio scientifico e tecnologico dell’Università di Torino (Astut). Tra questi 1500 già sono stati studiati e schedati. Si tratta di strumenti scientifici, prototipi di laboratori, attrezzature sanitarie, elettrodomestici d’epoca che sono di particolare pregio perché documentano la scienza e le sue applicazioni dalla fine del Settecento ad oggi.
La prima effrazione risale al 5 aprile scorso, i ladri sono penetrati in un magazzino e hanno rubato quel che è capitato a tiro. Ma i furti più gravi sono i due successivi, soprattutto il terzo di metà dicembre quando, dopo aver divelto le sbarre di ferro e rotto i vetri dei portoni, i manigoldi si sono portati via oggetti facenti parte delle collezioni storiche di orologeria e oculistica con i quali sarebbe stato possibile allestire preziose mostre sull’orologeria antica. Il bottino ha un valore complessivo di migliaia di euro, a cui va aggiunta l’immensa ricchezza storica e culturale.
Per via delle precarie condizioni di sicurezza della struttura, la ex Manifattura è ormai chiusa da anni, da quando è stato scoperto l’amianto negli edifici. In precedenza aveva accolto mostre e allestito un percorso per le scuole e per il pubblico. Durante le vacanze di Natale l’intero patrimonio museale dell’Astut verrà messo in sicurezza per poi essere trasferito nei tre piani interrati dell’ex stabilimento della Stampa in via Marenco. Ancora una curiosità: le collezioni sono conservate lì da ventiquattro anni e, prima d’ora, non era mai accaduto nulla.

Fuoco e fiamme in Barriera
22.12.24 - Momenti di paura tra i residenti dei palazzi di via Scarlatti, tra le vie Montanaro e via Monte Rosa. Verso l’ora di pranzo di oggi domenica 22 dicembre, una panetteria situata al pianterreno è stata avvolta dalle fiamme. Sul posto sono giunte rapidamente diverse squadre dei Vigili del Fuoco che, a scopo precauzionale hanno fatto evacuare lo stabile.
Il rogo è stato spento in tempi brevi prima che le fiamme provocassero grossi danni. Nessuno, infatti, ha riportato ustioni o è rimasto intossicato. Le cause dell’incendio ancora non si conoscono. A fare luce saranno i carabinieri della Compagnia Oltre Dora che stanno indagando sull’accaduto.
Il rogo è stato spento in tempi brevi prima che le fiamme provocassero grossi danni. Nessuno, infatti, ha riportato ustioni o è rimasto intossicato. Le cause dell’incendio ancora non si conoscono. A fare luce saranno i carabinieri della Compagnia Oltre Dora che stanno indagando sull’accaduto.

Nella notte spaccata alla Fioreria del Parco
18.12.24 - E’ difficile dormire sonni tranquilli per i commercianti di Regio Parco, sapendo che per le vie del borgo, nelle ore più buie, si aggirano ladri pronti a tutto pur di mettersi in tasca anche solo pochi spiccioli. La settimana scorsa hanno fatto visita alla parrucchiera di via Maddalene, stanotte (mercoledì 18 dicembre) è stata la volta di Sonia la Fioriera del Parco. Pochi minuti prima delle tre, qualcuno ha rotto la vetrina con un tombino e poi, per infilarsi nel negozio, ha spostato il vetro distruggendo gli infissi.
La telecamera interna è riuscita a raccogliere l’immagine del farabutto, che era a volto scoperto. Indossava una felpa grigia con cappuccio. Per le caratteristiche e il colore della pelle potrebbe trattarsi di un uomo di origini magrebine. È probabile che non abbia agito da solo, perché per muovere una vetrina di quelle dimensioni (tre metri per due e mezzo) bisogna essere almeno in due. A chiamare il 112 i vicini svegliati dal frastuono.
Alle 3,30 circa Sonia viene contattata dalla Polizia che le comunica la brutta notizia. Corre in negozio, il suo “regno”, un vero gioiello nel cuore di Regio Parco, e scopre il disastro. Quei maledetti criminali hanno travolto gli allestimenti, distruggendo tutto ciò che è capitato a tiro. Sembra che da lì sia passato Attila. È disperata quando parla con noi. “Già soltanto per riparare la vetrina ci vorranno 2mila euro. Più o meno il danno complessivo ammonta a 4-5mila euro. Oggi devo chiudere per mettere ogni cosa a posto. Una giornata di lavoro, proprio la settimana prima di Natale, andata in fumo. Per me questa è stata una vera e propria violenza” racconta con le lacrime agli occhi.
Cosa cercavano? Non la merce perché non si sono portati via alcunché. Forse il fondo cassa che però non c’era. Insomma, tanto danno per nulla. In mattinata la Polizia è tornata sul posto con la Scientifica per analizzare alcune impronte lasciate dai malfattori. Il registratore di cassa che avevano sottratto è stato ritrovato in via Pergolesi. Non è da escludere che gli investigatori siano già sulle tracce perlomeno del losco figuro immortalato dalla telecamera, facilmente individuabile grazie anche alle impronte.
In Barriera, per non farci mancare nulla, sempre nella notte c'è stato un furto ai danni della Gelateria 121, in piazza Derna. I ladri hanno danneggiato il dehors per rubare le sedie all'interno. Che sia il modo scelto dai criminali per festeggiare il Natale?
La telecamera interna è riuscita a raccogliere l’immagine del farabutto, che era a volto scoperto. Indossava una felpa grigia con cappuccio. Per le caratteristiche e il colore della pelle potrebbe trattarsi di un uomo di origini magrebine. È probabile che non abbia agito da solo, perché per muovere una vetrina di quelle dimensioni (tre metri per due e mezzo) bisogna essere almeno in due. A chiamare il 112 i vicini svegliati dal frastuono.
Alle 3,30 circa Sonia viene contattata dalla Polizia che le comunica la brutta notizia. Corre in negozio, il suo “regno”, un vero gioiello nel cuore di Regio Parco, e scopre il disastro. Quei maledetti criminali hanno travolto gli allestimenti, distruggendo tutto ciò che è capitato a tiro. Sembra che da lì sia passato Attila. È disperata quando parla con noi. “Già soltanto per riparare la vetrina ci vorranno 2mila euro. Più o meno il danno complessivo ammonta a 4-5mila euro. Oggi devo chiudere per mettere ogni cosa a posto. Una giornata di lavoro, proprio la settimana prima di Natale, andata in fumo. Per me questa è stata una vera e propria violenza” racconta con le lacrime agli occhi.
Cosa cercavano? Non la merce perché non si sono portati via alcunché. Forse il fondo cassa che però non c’era. Insomma, tanto danno per nulla. In mattinata la Polizia è tornata sul posto con la Scientifica per analizzare alcune impronte lasciate dai malfattori. Il registratore di cassa che avevano sottratto è stato ritrovato in via Pergolesi. Non è da escludere che gli investigatori siano già sulle tracce perlomeno del losco figuro immortalato dalla telecamera, facilmente individuabile grazie anche alle impronte.
In Barriera, per non farci mancare nulla, sempre nella notte c'è stato un furto ai danni della Gelateria 121, in piazza Derna. I ladri hanno danneggiato il dehors per rubare le sedie all'interno. Che sia il modo scelto dai criminali per festeggiare il Natale?

Derubata in via Porpora, inutile la chiamata al 112
17.12.24 - Forse in Barriera ci vorrebbe il coprifuoco. Quando il quartiere viene avvolto dalle tenebre, donne e bambini probabilmente non dovrebbero più uscire di casa perché in quelle ore per strada girano indisturbati, protetti come sono dal buio, soprattutto i malfattori. Si rischia di essere aggrediti, molestati, scippati, rapinati. E’ quanto emerge dai racconti dei nostri lettori. Qui di seguito riportiamo la segnalazione che Sara (il nome è di fantasia) ha fatto alla nostra redazione.
È un freddo mercoledì di dicembre. Sara, appena uscita dalla palestra di via Porpora intorno alle 19,15, si avvicina alla propria auto quando un uomo la accosta per chiederle un’informazione. Vuole sapere dov’è corso Belgio. Sara si volta e risponde cortesemente allo sconosciuto. Alle sue spalle qualcuno la spinge via e le sottrae lo zainetto che lei ha appoggiato sul sedile del veicolo. Giusto il tempo di prendere atto di cosa è accaduto, che i due già si sono eclissati a bordo di un monopattino.
Nella borsa c’era tutto. Anche le chiavi dell’auto che si apre automaticamente al tocco della sua mano. Sara è spaventata, confusa, disorientata. È rimasta pure senza cellulare. Non può chiedere aiuto. Non può mettersi in marcia verso casa. E, d’altra parte, in casa senza chiavi come potrebbe entrare? Una donna la soccorre. Chiamano il 112, ma non arriva nessuno. Sara recupera i doppioni delle chiavi, ma l’incubo non finisce qui.
“Ho dovuto far cambiare le serrature. Dell’appartamento innanzitutto, poi della macchina – scrive -. Sono rimasta senza documenti. Tutto da rifare. Mi hanno portato via anche la carta di credito e i due cellulari. Nel portafoglio c’erano 80 euro. Ma il danno economico è stato molto più elevato. E poi lo spavento non ha prezzo”.
A questo si aggiunge il senso di impunità, acuito dal silenzio da parte delle forze dell’ordine. Sara ha chiesto aiuto, ma non lo avuto da chi rappresenta la prima linea di difesa contro la criminalità. Per fortuna, si è fermata quella cittadina che le ha prestato il cellulare per fare le chiamate necessarie.
“Nei giorni successivi ho visto quell’uomo che mi ha chiesto l’informazione – aggiunge Sara -. L’ho notato nel giardino di via Montanaro. È un marocchino. Riconoscerlo non è stato difficile. Era vestito come il giorno in cui, insieme con il suo amico, mi ha derubata. Ho girato un video per avere una sua immagine, ma non si vede bene”. Sara avrebbe dovuto chiamare le forze dell’ordine, ma non lo ha fatto. Non lo ha fatto perché temeva di sentirsi dire che non potevano intervenire, come la volta precedente. In lei ora resta quell'odioso senso di impunità.
È un freddo mercoledì di dicembre. Sara, appena uscita dalla palestra di via Porpora intorno alle 19,15, si avvicina alla propria auto quando un uomo la accosta per chiederle un’informazione. Vuole sapere dov’è corso Belgio. Sara si volta e risponde cortesemente allo sconosciuto. Alle sue spalle qualcuno la spinge via e le sottrae lo zainetto che lei ha appoggiato sul sedile del veicolo. Giusto il tempo di prendere atto di cosa è accaduto, che i due già si sono eclissati a bordo di un monopattino.
Nella borsa c’era tutto. Anche le chiavi dell’auto che si apre automaticamente al tocco della sua mano. Sara è spaventata, confusa, disorientata. È rimasta pure senza cellulare. Non può chiedere aiuto. Non può mettersi in marcia verso casa. E, d’altra parte, in casa senza chiavi come potrebbe entrare? Una donna la soccorre. Chiamano il 112, ma non arriva nessuno. Sara recupera i doppioni delle chiavi, ma l’incubo non finisce qui.
“Ho dovuto far cambiare le serrature. Dell’appartamento innanzitutto, poi della macchina – scrive -. Sono rimasta senza documenti. Tutto da rifare. Mi hanno portato via anche la carta di credito e i due cellulari. Nel portafoglio c’erano 80 euro. Ma il danno economico è stato molto più elevato. E poi lo spavento non ha prezzo”.
A questo si aggiunge il senso di impunità, acuito dal silenzio da parte delle forze dell’ordine. Sara ha chiesto aiuto, ma non lo avuto da chi rappresenta la prima linea di difesa contro la criminalità. Per fortuna, si è fermata quella cittadina che le ha prestato il cellulare per fare le chiamate necessarie.
“Nei giorni successivi ho visto quell’uomo che mi ha chiesto l’informazione – aggiunge Sara -. L’ho notato nel giardino di via Montanaro. È un marocchino. Riconoscerlo non è stato difficile. Era vestito come il giorno in cui, insieme con il suo amico, mi ha derubata. Ho girato un video per avere una sua immagine, ma non si vede bene”. Sara avrebbe dovuto chiamare le forze dell’ordine, ma non lo ha fatto. Non lo ha fatto perché temeva di sentirsi dire che non potevano intervenire, come la volta precedente. In lei ora resta quell'odioso senso di impunità.

Ripulito il giardino di via Montanaro
15.12.24 - Stamattina (domenica 15 dicembre) il giardino che c’è tra le vie Montanaro e Spontini e corso Giulio Cesare è stato ripulito. La segnalazione ci arriva dal presidente del Comitato Barriera di Milano, Giuseppe Dramisino, che commenta: “Alla mezza finalmente è tornato un luogo frequentabile. Polizia, vigili e Amiat hanno sgomberato tutto: materassi, stracci, pezzi di vecchi elettrodomestici, coperte sporche, cartacce, bottiglie di birra. Da tempo ormai quest’area è diventata un ricettacolo di spacciatori, ubriaconi e senzatetto che si accampano accanto al chioschetto dismesso. Non è tollerabile, tanto più che lì c’è anche il parchetto con i giochi per i bambini”.
Chi abita in zona si lamenta perché il giardino è simbolo di degrado, di massimo degrado. È frequentato da tanta brutta gente. Da pusher che senza scrupoli vendono droga sotto gli occhi di tutti, anche dei piccoli utenti dell’area giochi. E ovviamente anche da tossici che stanno in piedi per miracolo e allora trascorrono la giornata stesi sulle panchine, quelle panchine su cui ci vorremmo vedere sedute le persone perbene, come dovrebbe normalmente accadere.
Tra gli utilizzatori del luogo non bisogna nemmeno dimenticare i senzatetto. Ce ne sono due o tre che qui potrebbero mettere, oltre ai letti di fortuna, pure una cassetta delle lettere. Quelli, infatti, chi li manda via ormai? Hanno piantato le radici e fanno tutto a cielo aperto, compresi i bisogni fisiologici. Per scaldarsi accendono anche falò, come abbiamo scritto ieri riportando la segnalazione di una nostra lettrice allarmata.
“Per quanto tempo resterà pulito?” si domanda sconsolato Dramisino, ben consapevole che in questo angolo di Barriera fare ordine e pulizia è diventato impossibile di questi tempi. “E' un film già visto. La polizia li fa sgomberare, ma loro nell’arco di poche ore tornano sempre – aggiunge -. Peccato perché il giardino di via Montanaro potrebbe essere una piacevole oasi di svago e di relax, in mezzo al traffico cittadino, destinata alle famiglie e agli anziani”.
Sempre Dramisino ci segnala inoltre che qualche disperato nella notte ha rotto il vetro della Madonnina, situata davanti alla Cascina Marchesa di corso Vercelli, per prendere le elemosine. Lo avesse almeno fatto per comprarsi qualcosa da mangiare. Quei pochi spiccioli al ladruncolo serviranno probabilmente per acquistare una dose ci crack. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.
Chi abita in zona si lamenta perché il giardino è simbolo di degrado, di massimo degrado. È frequentato da tanta brutta gente. Da pusher che senza scrupoli vendono droga sotto gli occhi di tutti, anche dei piccoli utenti dell’area giochi. E ovviamente anche da tossici che stanno in piedi per miracolo e allora trascorrono la giornata stesi sulle panchine, quelle panchine su cui ci vorremmo vedere sedute le persone perbene, come dovrebbe normalmente accadere.
Tra gli utilizzatori del luogo non bisogna nemmeno dimenticare i senzatetto. Ce ne sono due o tre che qui potrebbero mettere, oltre ai letti di fortuna, pure una cassetta delle lettere. Quelli, infatti, chi li manda via ormai? Hanno piantato le radici e fanno tutto a cielo aperto, compresi i bisogni fisiologici. Per scaldarsi accendono anche falò, come abbiamo scritto ieri riportando la segnalazione di una nostra lettrice allarmata.
“Per quanto tempo resterà pulito?” si domanda sconsolato Dramisino, ben consapevole che in questo angolo di Barriera fare ordine e pulizia è diventato impossibile di questi tempi. “E' un film già visto. La polizia li fa sgomberare, ma loro nell’arco di poche ore tornano sempre – aggiunge -. Peccato perché il giardino di via Montanaro potrebbe essere una piacevole oasi di svago e di relax, in mezzo al traffico cittadino, destinata alle famiglie e agli anziani”.
Sempre Dramisino ci segnala inoltre che qualche disperato nella notte ha rotto il vetro della Madonnina, situata davanti alla Cascina Marchesa di corso Vercelli, per prendere le elemosine. Lo avesse almeno fatto per comprarsi qualcosa da mangiare. Quei pochi spiccioli al ladruncolo serviranno probabilmente per acquistare una dose ci crack. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.

Calci e pugni, rapinato in via Boccherini alle 18
15.12.24 - Sono le sei di sera. Un cittadino di Barriera cammina in via Boccherini con lo sguardo sul marciapiedi. In tasca ha una certa quantità di denaro. Forse per i regali di Natale. Forse per commissioni da fare. Comunque, di quella discreta somma sono a conoscenza, quasi certamente, cinque svelti giovani di colore che lo accerchiano all’improvviso, sbucando dall’ombra.
Non gli danno il tempo di reagire e già gli sono addosso con la baldanza dei vigliacchi e dei farabutti. Cinque contro uno è una battaglia persa anche se il cittadino di Barriera ha una quarantina d'anni e magari tenterebbe pure di difendersi se non fosse sottoposto, in un baleno, a una brutale scarica di pugni e calci.
Intorno, in quel frangente, non c’è nessuno. I delinquenti picchiatori hanno scelto il momento preciso in cui potevano aggredire indisturbati e probabilmente stavano seguendo la vittima da un po'. Tirano fuori il portafoglio dalla tasca del cittadino e cominciano a correr via all’impazzata.
L’uomo accasciato sull’asfalto vede solo ombre fuggevoli, sente rumori di passi veloci, scorge qualche faro di auto che sfreccia a poca distanza. Resta a terra malmenato, sbigottito, rapinato. Siamo in via Boccherini, a Torino, a due passi da piazza Rebaudengo. Mancano pochi giorni a Natale. Sono le sei di sera. Auguri a tutti!
Non gli danno il tempo di reagire e già gli sono addosso con la baldanza dei vigliacchi e dei farabutti. Cinque contro uno è una battaglia persa anche se il cittadino di Barriera ha una quarantina d'anni e magari tenterebbe pure di difendersi se non fosse sottoposto, in un baleno, a una brutale scarica di pugni e calci.
Intorno, in quel frangente, non c’è nessuno. I delinquenti picchiatori hanno scelto il momento preciso in cui potevano aggredire indisturbati e probabilmente stavano seguendo la vittima da un po'. Tirano fuori il portafoglio dalla tasca del cittadino e cominciano a correr via all’impazzata.
L’uomo accasciato sull’asfalto vede solo ombre fuggevoli, sente rumori di passi veloci, scorge qualche faro di auto che sfreccia a poca distanza. Resta a terra malmenato, sbigottito, rapinato. Siamo in via Boccherini, a Torino, a due passi da piazza Rebaudengo. Mancano pochi giorni a Natale. Sono le sei di sera. Auguri a tutti!

Barriera nella stretta morsa del crimine
14.12.24 - Barriera non si è fatta mancare proprio nulla nella notte tra giovedì 12 dicembre e venerdì 13. Dai furti nei negozi a quelli sull’uscio delle case. La nostra redazione ha ricevuto numerose segnalazioni, ma chissà quanti altri fatti di cronaca sono avvenuti, di cui non siamo in grado di darvi conto.
Una nostra lettrice, Carola, ci scrive che i ladri, protetti dal buio, hanno fatto incetta di pulsantiere dei citofoni. Con ogni probabilità sono state asportate per prelevare rame e ottone. È successo negli stabili di via Botticelli 16, via Monte Rosa 197 e corso Taranto 58.
Sempre nella notte, qualcuno ha sfondato con un tombino la vetrina di un salone di parrucchiere in via Botticelli per poi introdursi nell’atelier con l’intenzione di impossessarsi del fondo cassa. Missione compiuta: chi ha commesso il furto si è portato via 300 euro. Non è da escludere che le ruberie siano tutte da far risalire a una stessa banda di balordi attiva nel quartiere.
Alex, invece, su un social riporta la notizia relativa a un furto avvenuto in pieno giorno in piazza Sofia, proprio sul confine con Barriera di Milano, sempre giovedì 13. Qualcuno ha spaccato un finestrino di un’auto parcheggiata vicino al vecchio capolinea del 18 e l’ha saccheggiata. È accaduto mentre il proprietario, in zona per motivi di lavoro, stava consumando il pasto durante la pausa pranzo.
Altre segnalazioni, ricevute dalla nostra redazione, riguardano, infine, le solite scene di ordinario degrado. Giusy, ad esempio, ci scrive che nel giardino di via Montanaro, i soliti senzatetto, due o tre (dei quali uno è una new entry), per scaldarsi ora accendono anche i falò.
“In un’area dove ci sono piante e foglie secche il rischio è che le fiamme si propaghino tutto intorno, causando un incendio di notevoli dimensioni – commenta la lettrice -. Senza scordare che lì vicino ci sono i bimbi che giocano nel parchetto. Non va affatto bene”.
Una nostra lettrice, Carola, ci scrive che i ladri, protetti dal buio, hanno fatto incetta di pulsantiere dei citofoni. Con ogni probabilità sono state asportate per prelevare rame e ottone. È successo negli stabili di via Botticelli 16, via Monte Rosa 197 e corso Taranto 58.
Sempre nella notte, qualcuno ha sfondato con un tombino la vetrina di un salone di parrucchiere in via Botticelli per poi introdursi nell’atelier con l’intenzione di impossessarsi del fondo cassa. Missione compiuta: chi ha commesso il furto si è portato via 300 euro. Non è da escludere che le ruberie siano tutte da far risalire a una stessa banda di balordi attiva nel quartiere.
Alex, invece, su un social riporta la notizia relativa a un furto avvenuto in pieno giorno in piazza Sofia, proprio sul confine con Barriera di Milano, sempre giovedì 13. Qualcuno ha spaccato un finestrino di un’auto parcheggiata vicino al vecchio capolinea del 18 e l’ha saccheggiata. È accaduto mentre il proprietario, in zona per motivi di lavoro, stava consumando il pasto durante la pausa pranzo.
Altre segnalazioni, ricevute dalla nostra redazione, riguardano, infine, le solite scene di ordinario degrado. Giusy, ad esempio, ci scrive che nel giardino di via Montanaro, i soliti senzatetto, due o tre (dei quali uno è una new entry), per scaldarsi ora accendono anche i falò.
“In un’area dove ci sono piante e foglie secche il rischio è che le fiamme si propaghino tutto intorno, causando un incendio di notevoli dimensioni – commenta la lettrice -. Senza scordare che lì vicino ci sono i bimbi che giocano nel parchetto. Non va affatto bene”.

L'invasione dei camper rom in Barriera
13.12.24 - Camper bianchi, in movimento o parcheggiati di fronte all’ospedale San Giovanni Bosco e nel piazzale ex dazio vicino al McDonald’s di corso Giulio Cesare, da alcuni giorni hanno preso d’assedio le strade di Barriera. A motivare la continua processione di autocaravan e roulotte davanti al nosocomio la morte di Ekrem Salkanovic, il patriarca rom torinese.
Settantotto anni, malato da tempo, è stato stroncato da un arresto cardiaco. I parenti sono arrivati da ogni parte d’Italia, come accadde nel 2015 quando scomparve Sadko, il fratello di Ekrem. Centinaia di persone piangono, si abbracciano, si disperano dentro e fuori la camera mortuaria. Sabato si celebreranno le esequie e il numero dei partecipanti salirà ancora. Per l’ultimo saluto si prevede un afflusso di un migliaio di persone.
Elvis Salkanovic, il referente dei rom, lo ha detto chiaramente. Loro vogliono celebrare il funerale in pompa magna. Con la carrozza trainata da cavalli, che porta il feretro al cimitero, rispettando la tradizione. Il corteo quindi dovrebbe percorrere almeno 6 o 7 km, la distanza che c’è tra la casa dove abitava Ekrem (dalle parti della rotonda della sfinge all’incrocio tra corso Vercelli e corso Giulio Cesare) e il Monumentale di corso Novara.
Per fare tutto questo c’è però bisogno dell’autorizzazione da parte delle istituzioni. Autorizzazione che forse non è arrivata, secondo quanto trapela da ambienti rom. Se è vero che la celebrazione con quel rito è stata vietata, a quel punto i rom potrebbero decidere di far spostare la salma in una città in cui le esequie sfarzose, secondo la tradizione, siano ammesse. A meno che non scelgano di violare le prescrizioni. D’altra parte rinunciare al funerale per loro si tradurrebbe in una enorme perdita economica, considerato che ogni partecipante deve versare un contributo, destinato alla famiglia del defunto, pari almeno a mille euro a testa.
Settantotto anni, malato da tempo, è stato stroncato da un arresto cardiaco. I parenti sono arrivati da ogni parte d’Italia, come accadde nel 2015 quando scomparve Sadko, il fratello di Ekrem. Centinaia di persone piangono, si abbracciano, si disperano dentro e fuori la camera mortuaria. Sabato si celebreranno le esequie e il numero dei partecipanti salirà ancora. Per l’ultimo saluto si prevede un afflusso di un migliaio di persone.
Elvis Salkanovic, il referente dei rom, lo ha detto chiaramente. Loro vogliono celebrare il funerale in pompa magna. Con la carrozza trainata da cavalli, che porta il feretro al cimitero, rispettando la tradizione. Il corteo quindi dovrebbe percorrere almeno 6 o 7 km, la distanza che c’è tra la casa dove abitava Ekrem (dalle parti della rotonda della sfinge all’incrocio tra corso Vercelli e corso Giulio Cesare) e il Monumentale di corso Novara.
Per fare tutto questo c’è però bisogno dell’autorizzazione da parte delle istituzioni. Autorizzazione che forse non è arrivata, secondo quanto trapela da ambienti rom. Se è vero che la celebrazione con quel rito è stata vietata, a quel punto i rom potrebbero decidere di far spostare la salma in una città in cui le esequie sfarzose, secondo la tradizione, siano ammesse. A meno che non scelgano di violare le prescrizioni. D’altra parte rinunciare al funerale per loro si tradurrebbe in una enorme perdita economica, considerato che ogni partecipante deve versare un contributo, destinato alla famiglia del defunto, pari almeno a mille euro a testa.

Piazza Bottesini allo stremo
12.12.24 - Emergenza degrado anche in piazza Bottesini. I residenti è da tempo che chiedono a gran voce l’intervento delle istituzioni e maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine. Luisa, una nostra lettrice, ci ha inviato una segnalazione giovedì 12 dicembre, intorno alle 8,30 del mattino. Beh, a quell’ora nei giardini già c’era brutta gente. “Ho contato dieci bottiglie di birra. Soliti figuri. Solite scene – ci scrive -. La parte della piazza più vicina al mercato è spesso inavvicinabile. Qui si spaccia, si fa uso di crack, le ragazze esili, devastate dalla droga, si prostituiscono nei bagni pubblici di fronte all’autolavaggio, o verso il mercato e via Montanaro. Lo raccontano i residenti”.
I pusher sono senza scrupoli. Spacciano poco lontano dall’esercito, in via Mercadante e in via Scarlatti. Ma non solo. Le dosi di crack vengono consumate sui marciapiedi. “Li vedo vicino alla scuola materna di via Mercadante – aggiunge la lettrice -. Davanti all’altro asilo, all’angolo con via Paisiello, la situazione non è migliore. Assembramenti di disperati, bottiglie vuote e rotte. Ora io mi chiedo a che servirà la delibera che imporrà ai minimarket il divieto di vendita di alcolici dalle 21 alle 7, quando l’alcol qui si consuma a tutte le ore del giorno e vetro e lattine vengono abbandonati dove capita”.
Altro problema l’immondizia e le masserizie accumulate dal solito vagabondo rom settantenne che dorme su letti di fortuna sotto il cielo di Barriera. Le forze dell’ordine lo fanno sgomberare e lui si sposta da piazza Bottesini in piazza Respighi o al giardino Impastato per poi tornare qui quando di nuovo viene mandato via.
Dal presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto, contattato dalla nostra redazione, abbiamo appreso che il 9 dicembre scorso si è tenuto un tavolo sulla sicurezza integrata, come succede bimestralmente in circoscrizione. C’erano il viceprefetto, il vicequestore, le forze dell’ordine, la Polizia municipale, i Carabinieri, la Guardia di Finanza. Tra gli argomenti toccati, anche la situazione di invivibilità in piazza Bottesini, segnalata da numerosi residenti.
“Abbiamo chiesto alle forze dell’ordine un intervento immediato e anche costante perché le varie operazioni effettuate non sono mai state risolutive – spiega Lomanto -. Ci hanno risposto che a sporcare è il solito nomade contro il quale c’è poco da fare. La nostra richiesta è comunque rimasta invariata perché il singolo intervento sposta soltanto il problema da piazza Bottesini al giardino Impastato e da lì di nuovo nella stessa piazza. Non si può continuare a tenere un intero quartiere sotto scacco. Bisogna assolutamente intervenire in modo incisivo”. Il problema, a quanto pare, è che quel senzatetto sarebbe un rom bosniaco in possesso di un visto di protezione internazionale. Un intoccabile, verrebbe da dire.
I pusher sono senza scrupoli. Spacciano poco lontano dall’esercito, in via Mercadante e in via Scarlatti. Ma non solo. Le dosi di crack vengono consumate sui marciapiedi. “Li vedo vicino alla scuola materna di via Mercadante – aggiunge la lettrice -. Davanti all’altro asilo, all’angolo con via Paisiello, la situazione non è migliore. Assembramenti di disperati, bottiglie vuote e rotte. Ora io mi chiedo a che servirà la delibera che imporrà ai minimarket il divieto di vendita di alcolici dalle 21 alle 7, quando l’alcol qui si consuma a tutte le ore del giorno e vetro e lattine vengono abbandonati dove capita”.
Altro problema l’immondizia e le masserizie accumulate dal solito vagabondo rom settantenne che dorme su letti di fortuna sotto il cielo di Barriera. Le forze dell’ordine lo fanno sgomberare e lui si sposta da piazza Bottesini in piazza Respighi o al giardino Impastato per poi tornare qui quando di nuovo viene mandato via.
Dal presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto, contattato dalla nostra redazione, abbiamo appreso che il 9 dicembre scorso si è tenuto un tavolo sulla sicurezza integrata, come succede bimestralmente in circoscrizione. C’erano il viceprefetto, il vicequestore, le forze dell’ordine, la Polizia municipale, i Carabinieri, la Guardia di Finanza. Tra gli argomenti toccati, anche la situazione di invivibilità in piazza Bottesini, segnalata da numerosi residenti.
“Abbiamo chiesto alle forze dell’ordine un intervento immediato e anche costante perché le varie operazioni effettuate non sono mai state risolutive – spiega Lomanto -. Ci hanno risposto che a sporcare è il solito nomade contro il quale c’è poco da fare. La nostra richiesta è comunque rimasta invariata perché il singolo intervento sposta soltanto il problema da piazza Bottesini al giardino Impastato e da lì di nuovo nella stessa piazza. Non si può continuare a tenere un intero quartiere sotto scacco. Bisogna assolutamente intervenire in modo incisivo”. Il problema, a quanto pare, è che quel senzatetto sarebbe un rom bosniaco in possesso di un visto di protezione internazionale. Un intoccabile, verrebbe da dire.

Ruspe in azione in corso Venezia
11.12.24 - Nella mattinata sono iniziati i lavori di demolizione dell’ex deposito ferroviario di corso Venezia angolo via Fossata. Finalmente il lungo braccio meccanico della ruspa <mangiacase> ha sferrato il duro attacco al capannone rosso che poco per volta ha cominciato ad andare in pezzi davanti agli occhi soddisfatti dei residenti, da tempo in attesa di questo momento.
Dopo lo smantellamento della Gondrand anche in questo angolo di Barriera la situazione è arrivata allo stremo. Già prima i cittadini si sentivano prigionieri del degrado e della criminalità, ma poi con l’arrivo di pusher e tossici in fuga dalla ex fabbrica, vivere qui è diventato impossibile. A tutte le ore si assiste al continuo viavai di disperati che hanno occupato sia lo spazio interno che quello esterno dell’ex deposito Rfi. Spaccio, consumo di droga a cielo aperto, furti, atti vandalici fanno salire il numero delle denunce alle forze dell’ordine. Inutili gli interventi di sgombero perché tanto i miserabili tornano sempre.
In origine era un deposito merci (il passo carraio è al civico 75 di via Fosssata), poi negli anni è stato trasformato in magazzino per le planimetrie e i progetti cartacei del mega passante ferroviario sotterraneo di Torino. Oggi di tutta quella carta poco è rimasto perché è finita perlopiù nei falò con cui gli occupanti si scadano nelle notti fredde.
Ai nostri microfoni l’assessore comunale alla Sicurezza Marco Porcedda esprime soddisfazione. “Un altro piccolo passo verso il recupero di quel pezzo di città. Un pezzo per volta e ricostruiamo, come è stato detto e ripetuto nell’assemblea di sabato scorso”, questo il suo commento che fa riferimento al dibattito sulla sicurezza convocato sabato 7 dicembre, in via Pertengo 10 dal nostro sito d’intesa con il Comitato Barriera di Milano.
Dopo lo smantellamento della Gondrand anche in questo angolo di Barriera la situazione è arrivata allo stremo. Già prima i cittadini si sentivano prigionieri del degrado e della criminalità, ma poi con l’arrivo di pusher e tossici in fuga dalla ex fabbrica, vivere qui è diventato impossibile. A tutte le ore si assiste al continuo viavai di disperati che hanno occupato sia lo spazio interno che quello esterno dell’ex deposito Rfi. Spaccio, consumo di droga a cielo aperto, furti, atti vandalici fanno salire il numero delle denunce alle forze dell’ordine. Inutili gli interventi di sgombero perché tanto i miserabili tornano sempre.
In origine era un deposito merci (il passo carraio è al civico 75 di via Fosssata), poi negli anni è stato trasformato in magazzino per le planimetrie e i progetti cartacei del mega passante ferroviario sotterraneo di Torino. Oggi di tutta quella carta poco è rimasto perché è finita perlopiù nei falò con cui gli occupanti si scadano nelle notti fredde.
Ai nostri microfoni l’assessore comunale alla Sicurezza Marco Porcedda esprime soddisfazione. “Un altro piccolo passo verso il recupero di quel pezzo di città. Un pezzo per volta e ricostruiamo, come è stato detto e ripetuto nell’assemblea di sabato scorso”, questo il suo commento che fa riferimento al dibattito sulla sicurezza convocato sabato 7 dicembre, in via Pertengo 10 dal nostro sito d’intesa con il Comitato Barriera di Milano.

I pericoli dei pedoni in corso Regio Parco
07.12.24 - Troppo pericoloso camminare lungo i marciapiedi di corso Regio Parco tra via Norberto Rosa e piazza Abba (ambo i lati), a Torino, per colpa della velocità dei veicoli (nonostante il limite dei 30 km orari) e a causa dell'esiguo spazio riservato ai pedoni. La segnalazione giunge da Rita, lettrice di Facciamo Barriera.
“Occorre camminare in fila indiana rasentando il muro – scrive Rita - perciò si prova sempre un adrenalinico spostamento d'aria quando i bolidi ti sfrecciano affianco a pochissima distanza.
Vi invito a fare una prova, camminando in pieno giorno sul marciapiedi che va da via Norberto Rosa verso piazza Abba (lato opposto della Manifattura)”.
Dissuasori a pavimento potrebbero far ridurre la velocità dei veicoli.
Per limitare la velocità forse è possibile utilizzare dei dissuasori a pavimento (come quelli installati su corso Regio Parco nei pressi del cimitero Monumentale).
Oppure si potrebbe prevedere un altro semaforo tra gli attuali di piazza Abba e il lontanissimo all'incrocio di corso Novara.
Così conclude la sua mail Rita: “i marciapiedi di corso Regio Parco lungo il lato del cimitero Monumentale sono vergognosamente impraticabili a piedi (dissestati in un senso e pericolosi nell'altro) e percorrerli in bicicletta è semplicemente da suicidi. L'unico modo che si ha per arrivare in corso Novara è in auto”.
“Occorre camminare in fila indiana rasentando il muro – scrive Rita - perciò si prova sempre un adrenalinico spostamento d'aria quando i bolidi ti sfrecciano affianco a pochissima distanza.
Vi invito a fare una prova, camminando in pieno giorno sul marciapiedi che va da via Norberto Rosa verso piazza Abba (lato opposto della Manifattura)”.
Dissuasori a pavimento potrebbero far ridurre la velocità dei veicoli.
Per limitare la velocità forse è possibile utilizzare dei dissuasori a pavimento (come quelli installati su corso Regio Parco nei pressi del cimitero Monumentale).
Oppure si potrebbe prevedere un altro semaforo tra gli attuali di piazza Abba e il lontanissimo all'incrocio di corso Novara.
Così conclude la sua mail Rita: “i marciapiedi di corso Regio Parco lungo il lato del cimitero Monumentale sono vergognosamente impraticabili a piedi (dissestati in un senso e pericolosi nell'altro) e percorrerli in bicicletta è semplicemente da suicidi. L'unico modo che si ha per arrivare in corso Novara è in auto”.

Insulti e manate a bordo del 62
06.12.24 - Attimi di forte tensione giorni fa a bordo del 62, l’autobus che attraversa Barriera di Milano da piazza Sofia lungo via Botticelli fino a Rebaudengo. Volano insulti e anche qualche manata. Il bersaglio è un quattordicenne, colpevole di aver urtato con lo zaino una signora anziana. Un uomo vede la scena e dà in escandescenze, prendendo le difese della donna.
I fatti risalgono al 2 dicembre. Intorno alle 14 un gruppo di studenti appena usciti da scuola prende l’autobus per rincasare. A bordo si sta stretti ed è un attimo sbattere contro qualcuno. Succede appunto a uno dei giovani. L’uomo, un quarantenne, interviene, accusandolo di non aver chiesto scusa alla signora. È un fiume in piena, come si vede nel video. Non si limita ad aggredire verbalmente il ragazzino, lo colpisce anche con la mano e per intimorire i presenti afferma di aver scontato vent’anni di carcere.
Chiunque provi a intervenire nel tentativo di calmarlo viene azzittito e investito da una gragnuola di parolacce e offese. “È una lezione di vita che dovete imparare tutti – insiste il facinoroso -. Dovete imparare il rispetto. Con le mani risolviamo i problemi, con la voce no. Adesso stai zitto perché ti ho dato un buffetto. Sai quante botte mi ha dato mio padre? Se tuo padre ti avesse dato le botte che io ho dato a te, tu le avresti chiesto scusa. Ho tre figli e una moglie e mi faccio un c*** tutti i giorni”.
A farci la segnalazione la capogruppo di FdI in Circoscrizione 6 Verangela Marino che ci ha anche inviato il video. “Di fronte a queste immagini mi sento indignata – commenta Marino -. Questo è l’ennesimo episodio di violenza e totale inosservanza delle regole sui mezzi pubblici. Servono maggiori controlli affinché i cittadini possano viaggiare in sicurezza senza subire aggressioni e molestie”.
I fatti risalgono al 2 dicembre. Intorno alle 14 un gruppo di studenti appena usciti da scuola prende l’autobus per rincasare. A bordo si sta stretti ed è un attimo sbattere contro qualcuno. Succede appunto a uno dei giovani. L’uomo, un quarantenne, interviene, accusandolo di non aver chiesto scusa alla signora. È un fiume in piena, come si vede nel video. Non si limita ad aggredire verbalmente il ragazzino, lo colpisce anche con la mano e per intimorire i presenti afferma di aver scontato vent’anni di carcere.
Chiunque provi a intervenire nel tentativo di calmarlo viene azzittito e investito da una gragnuola di parolacce e offese. “È una lezione di vita che dovete imparare tutti – insiste il facinoroso -. Dovete imparare il rispetto. Con le mani risolviamo i problemi, con la voce no. Adesso stai zitto perché ti ho dato un buffetto. Sai quante botte mi ha dato mio padre? Se tuo padre ti avesse dato le botte che io ho dato a te, tu le avresti chiesto scusa. Ho tre figli e una moglie e mi faccio un c*** tutti i giorni”.
A farci la segnalazione la capogruppo di FdI in Circoscrizione 6 Verangela Marino che ci ha anche inviato il video. “Di fronte a queste immagini mi sento indignata – commenta Marino -. Questo è l’ennesimo episodio di violenza e totale inosservanza delle regole sui mezzi pubblici. Servono maggiori controlli affinché i cittadini possano viaggiare in sicurezza senza subire aggressioni e molestie”.

Sempre più senzatetto per strada, i timori della Lega
04.12.24 - Ormai se ne vedono ovunque in città: sotto i portici, davanti alle vetrine dei negozi, alle fermate dei mezzi pubblici o dove è possibile ripararsi dalle intemperie. Loro sono i senzatetto, un popolo sempre più numeroso a Torino. A esprimere preoccupazione il gruppo circoscrizionale della Lega che ha presentato in Consiglio di Circoscrizione 6 un’interpellanza al Sindaco, approvata oggi, con i voti del centrodestra.
A Stefano Lo Russo e agli assessori competenti il documento chiede in particolare “ di affrontare il problema con maggiore energia, obbligando i senzatetto ad utilizzare i dormitori” e poi ancora di intervenire rimuovendo i giacigli improvvisati in modo da evitare che si formino cumuli di immondizia e infine di far sì che sia garantita maggiore sicurezza all'interno dei dormitori per impedire i soprusi ai danni dei più deboli.
“Per essere chiari – spiega il consigliere Maurizio Anastasia (Lega) - il documento non ha l'intento di penalizzare i senzatetto, bensì di continuare a fornire loro supporto e, se possibile, ampliarlo. Tuttavia, è necessario adottare misure che impediscano la formazione di ripari di fortuna, creando punti di degrado”. Poi il consigliere, facendo riferimento all’abolizione dei reati legati al vagabondaggio, afferma: “è stata una conquista importante per i diritti umani, ma ciò non significa che il problema debba essere ignorato. È fondamentale trovare soluzioni che tutelino la sicurezza e il benessere della comunità”.
Da un lato, infatti, l’interpellanza mette l’accento sulle numerose complessità e difficoltà con cui i senzatetto devono fare i conti, dai problemi di salute (anche mentale) fino alla solitudine e allo stigma sociale. Dall’altro poi si sofferma sui comportamenti incivili che rappresentano una criticità da affrontare: gli homeless si accampano dove capita, utilizzano marciapiedi, piazze e angoli di strada come toilette a cielo aperto, contribuiscono all’accumulo di sporcizia. Non solo. Spesso alcuni di loro sono protagonisti di episodi di delinquenza come furti nei supermercati, nei negozi, nelle chiese e scippi. La povertà, le malattie, la sofferenza possono talora esplodere in irascibilità, in violenza.
Al Sindaco l’interpellanza chiede inoltre i dati dell'ultimo censimento dei senzatetto, suddivisi per Circoscrizione; l’attuale capienza dei dormitori e il numero medio degli utilizzatori del servizio pubblico; quante sono le richieste di intervento e/o di pulizia arrivate dalla cittadinanza e cosa è stato fatto per gestire e risolvere le richieste.
A Stefano Lo Russo e agli assessori competenti il documento chiede in particolare “ di affrontare il problema con maggiore energia, obbligando i senzatetto ad utilizzare i dormitori” e poi ancora di intervenire rimuovendo i giacigli improvvisati in modo da evitare che si formino cumuli di immondizia e infine di far sì che sia garantita maggiore sicurezza all'interno dei dormitori per impedire i soprusi ai danni dei più deboli.
“Per essere chiari – spiega il consigliere Maurizio Anastasia (Lega) - il documento non ha l'intento di penalizzare i senzatetto, bensì di continuare a fornire loro supporto e, se possibile, ampliarlo. Tuttavia, è necessario adottare misure che impediscano la formazione di ripari di fortuna, creando punti di degrado”. Poi il consigliere, facendo riferimento all’abolizione dei reati legati al vagabondaggio, afferma: “è stata una conquista importante per i diritti umani, ma ciò non significa che il problema debba essere ignorato. È fondamentale trovare soluzioni che tutelino la sicurezza e il benessere della comunità”.
Da un lato, infatti, l’interpellanza mette l’accento sulle numerose complessità e difficoltà con cui i senzatetto devono fare i conti, dai problemi di salute (anche mentale) fino alla solitudine e allo stigma sociale. Dall’altro poi si sofferma sui comportamenti incivili che rappresentano una criticità da affrontare: gli homeless si accampano dove capita, utilizzano marciapiedi, piazze e angoli di strada come toilette a cielo aperto, contribuiscono all’accumulo di sporcizia. Non solo. Spesso alcuni di loro sono protagonisti di episodi di delinquenza come furti nei supermercati, nei negozi, nelle chiese e scippi. La povertà, le malattie, la sofferenza possono talora esplodere in irascibilità, in violenza.
Al Sindaco l’interpellanza chiede inoltre i dati dell'ultimo censimento dei senzatetto, suddivisi per Circoscrizione; l’attuale capienza dei dormitori e il numero medio degli utilizzatori del servizio pubblico; quante sono le richieste di intervento e/o di pulizia arrivate dalla cittadinanza e cosa è stato fatto per gestire e risolvere le richieste.

Stretta sui minimarket, stop alla vendita dalle 21
04.12.24 - La tanto attesa stretta sui minimarket non dovrebbe farsi attendere ancora a lungo. In commissione consiliare, oggi la bozza di delibera, che presto dovrà essere sottoposta all’approvazione definitiva della Giunta, è stata illustrata dagli assessori Paolo Chiavarino (al Commercio) e Marco Porcedda (alla Sicurezza). Il provvedimento, che stabilisce il divieto di vendita per asporto di alcolici e contenitori in vetro dalle 21 in avanti, già è stato adottato in via Di Nanni e a partire dalle prossime settimane, sarà esteso ad altre aree della città tra cui Barriera di Milano.
Con l'obiettivo di contrastare i fenomeni di degrado, le risse e i disagi notturni legati all’abuso di alcolici in strada, lo stop sarà in vigore dalle ore 21 fino alle 7 e interesserà minimarket e altre attività di vendita per asporto. La decisione è frutto di un’attenta analisi condotta in collaborazione con le Circoscrizioni e basata su dati della Polizia Municipale e segnalazioni ricevute dai cittadini attraverso il 112.
“Abbiamo identificato venti zone fuori da quelle di movida a cui sarà applicata questa disposizione, dalle 21 alle 7" spiega Chiavarino che poi sottolinea "abbiamo già fatto un passaggio con i commercianti rendendoli partecipi di questo percorso che è stato sollecitato in questi anni dalle Circoscrizioni e da una mozione consiliare (ndr la mozione Ledda -Conticelli)".
“Le misure correttive su cui stiamo ragionando si basano su una mappatura precisa, effettuata sulla base dell’attività svolta dalla Polizia Locale nell’ambito delle azioni di contrasto alla cosiddetta malamovida anche in altre aree specifiche della città – afferma Porcedda -. Abbiamo tenuto conto delle centinaia di controlli fatti dai Vigili per verificare il rispetto delle normative sulla vendita di alimenti e anche, per accertare, in particolare nelle ore serali e notturne, eventuali violazioni per quanto riguarda la vendita di bevande in vetro e lattine, soprattutto alcoliche, da asporto dopo le ore 21. Il nostro auspicio è di riuscire a risolvere situazioni di particolare criticità evidenziate da questa attività e dalle segnalazioni dei cittadini”.
"Questo intervento non è una limitazione alla socialità, ma un tentativo concreto di preservare la qualità della vita nei quartieri più colpiti dai disagi della movida - dichiara il presidente della Commissione urbanistica, Antonio Ledda, che era stato uno dei promotori di una mozione in merito insieme all'ex collega Nadia Conticelli, oggi consigliera regionale - È una risposta alle richieste delle Circoscrizioni e dei residenti, preoccupati per l’impatto che certi comportamenti hanno sulla loro quotidianità".
La delibera, in via di completamento per il passaggio in Giunta, dovrebbe entrare in vigore nei primi mesi del nuovo anno per poi essere adottata in via sperimentale fino al 31 dicembre 2025.
Con l'obiettivo di contrastare i fenomeni di degrado, le risse e i disagi notturni legati all’abuso di alcolici in strada, lo stop sarà in vigore dalle ore 21 fino alle 7 e interesserà minimarket e altre attività di vendita per asporto. La decisione è frutto di un’attenta analisi condotta in collaborazione con le Circoscrizioni e basata su dati della Polizia Municipale e segnalazioni ricevute dai cittadini attraverso il 112.
“Abbiamo identificato venti zone fuori da quelle di movida a cui sarà applicata questa disposizione, dalle 21 alle 7" spiega Chiavarino che poi sottolinea "abbiamo già fatto un passaggio con i commercianti rendendoli partecipi di questo percorso che è stato sollecitato in questi anni dalle Circoscrizioni e da una mozione consiliare (ndr la mozione Ledda -Conticelli)".
“Le misure correttive su cui stiamo ragionando si basano su una mappatura precisa, effettuata sulla base dell’attività svolta dalla Polizia Locale nell’ambito delle azioni di contrasto alla cosiddetta malamovida anche in altre aree specifiche della città – afferma Porcedda -. Abbiamo tenuto conto delle centinaia di controlli fatti dai Vigili per verificare il rispetto delle normative sulla vendita di alimenti e anche, per accertare, in particolare nelle ore serali e notturne, eventuali violazioni per quanto riguarda la vendita di bevande in vetro e lattine, soprattutto alcoliche, da asporto dopo le ore 21. Il nostro auspicio è di riuscire a risolvere situazioni di particolare criticità evidenziate da questa attività e dalle segnalazioni dei cittadini”.
"Questo intervento non è una limitazione alla socialità, ma un tentativo concreto di preservare la qualità della vita nei quartieri più colpiti dai disagi della movida - dichiara il presidente della Commissione urbanistica, Antonio Ledda, che era stato uno dei promotori di una mozione in merito insieme all'ex collega Nadia Conticelli, oggi consigliera regionale - È una risposta alle richieste delle Circoscrizioni e dei residenti, preoccupati per l’impatto che certi comportamenti hanno sulla loro quotidianità".
La delibera, in via di completamento per il passaggio in Giunta, dovrebbe entrare in vigore nei primi mesi del nuovo anno per poi essere adottata in via sperimentale fino al 31 dicembre 2025.

Blitz in via Aosta, sgomberati 12 alloggi Atc
03.12.24 - Dodici alloggi occupati abusivamente sono stati recuperati nel complesso Atc di edilizia popolare situato in via Aosta 31F, nel quartiere Aurora proprio sul confine con Barriera. L’operazione è scattata alle prime luci dell’alba. All'intervento, coordinato dalla Questura, hanno preso parte polizia, polizia locale e vigili del fuoco, accompagnati da personale dell’Agenzia territoriale per la Casa, dai servizi sociali della Città e inoltre da Amiat, Italgas e Ireti.
Dei dodici appartamenti recuperati solo uno era occupato abusivamente dai rom, ma si è trattato più di un rilascio spontaneo all’arrivo delle forze dell’ordine. Degli altri undici se ne erano invece impadroniti persone di origini africane. I tecnici Atc hanno anche provveduto a mettere in sicurezza con dispositivi antintrusione il locale ex portineria, al piano rialzato, dove sabato 30 novembre era scoppiato un incendio.
“La situazione dell’immobile di edilizia sociale di via Aosta – spiegano l’assessore comunale alla Sicurezza Marco Porcedda e l’assessore alle Politiche Sociali e per la Casa Jacopo Rosatelli – era da tempo all’attenzione della Città e delle autorità preposte anche su segnalazione della Circoscrizione e dei residenti della zona che invocavano un intervento in grado di ripristinare condizioni di legalità e sicurezza di quelle abitazioni. L’operazione, che segna un passo avanti in questa direzione, è stata effettuata con il supporto del personale del Reparto Polizia Abitativa della Polizia Locale e dei servizi sociali, intervenuto per accertarsi che tutte le eventuali situazioni di fragilità fossero prese in carico e venisse offerta una sistemazione di ospitalità alternativa e sicura”.
Anche il presidente dell'Agenzia territoriale per la casa del Piemonte Centrale Emilio Bolla ha espresso soddisfazione. “Si è fatto un altro importante passo avanti verso il ripristino della legalità – ha commentato -. Questi sgomberi sono la testimonianza concreta della collaborazione tra Atc, forze dell'ordine e istituzioni locali per affrontare il problema delle occupazioni abusive e per restituire alla comunità spazi destinati a chi ne ha diritto".
L'intervento segue di poche ore quelli di lunedì 2 dicembre in via Cravero 33, dove l’Atc, in collaborazione con la polizia locale, ha sventato un tentativo di occupazione abusiva, e in via Ghedini, dove è stato recuperato un altro alloggio. Nel complesso di edilizia sociale di via Cravero, zona Regio Parco, sono stati i residenti, che avevano notato uno strano via vai in un appartamento, a fare la segnalazione grazie alla quale è stato possibile intervenire con tempestività per evitare l’occupazione.
Dei dodici appartamenti recuperati solo uno era occupato abusivamente dai rom, ma si è trattato più di un rilascio spontaneo all’arrivo delle forze dell’ordine. Degli altri undici se ne erano invece impadroniti persone di origini africane. I tecnici Atc hanno anche provveduto a mettere in sicurezza con dispositivi antintrusione il locale ex portineria, al piano rialzato, dove sabato 30 novembre era scoppiato un incendio.
“La situazione dell’immobile di edilizia sociale di via Aosta – spiegano l’assessore comunale alla Sicurezza Marco Porcedda e l’assessore alle Politiche Sociali e per la Casa Jacopo Rosatelli – era da tempo all’attenzione della Città e delle autorità preposte anche su segnalazione della Circoscrizione e dei residenti della zona che invocavano un intervento in grado di ripristinare condizioni di legalità e sicurezza di quelle abitazioni. L’operazione, che segna un passo avanti in questa direzione, è stata effettuata con il supporto del personale del Reparto Polizia Abitativa della Polizia Locale e dei servizi sociali, intervenuto per accertarsi che tutte le eventuali situazioni di fragilità fossero prese in carico e venisse offerta una sistemazione di ospitalità alternativa e sicura”.
Anche il presidente dell'Agenzia territoriale per la casa del Piemonte Centrale Emilio Bolla ha espresso soddisfazione. “Si è fatto un altro importante passo avanti verso il ripristino della legalità – ha commentato -. Questi sgomberi sono la testimonianza concreta della collaborazione tra Atc, forze dell'ordine e istituzioni locali per affrontare il problema delle occupazioni abusive e per restituire alla comunità spazi destinati a chi ne ha diritto".
L'intervento segue di poche ore quelli di lunedì 2 dicembre in via Cravero 33, dove l’Atc, in collaborazione con la polizia locale, ha sventato un tentativo di occupazione abusiva, e in via Ghedini, dove è stato recuperato un altro alloggio. Nel complesso di edilizia sociale di via Cravero, zona Regio Parco, sono stati i residenti, che avevano notato uno strano via vai in un appartamento, a fare la segnalazione grazie alla quale è stato possibile intervenire con tempestività per evitare l’occupazione.

Incastrati Bonnie e Clyde dello spaccio
03.12.24 - Una coppia di nigeriani, entrambi di venticinque anni, è finita in manette per possesso e spaccio di sostanza stupefacente. Grazie a un accurato lavoro investigativo, i poliziotti sono inoltre riusciti a sequestrare più di 6500 euro in contanti e un’importante quantità di droga.
Tutto comincia con la scoperta di un’attività di spaccio dalle parti di un supermercato di via Cigna, in Barriera di Milano. Il pusher è un uomo che si sposta a bordo di un monopattino. Gli uomini del Commissariato Dora Vanchiglia, che conducono le indagini, lo individuano mentre sta uscendo da casa per effettuare una consegna. Lo controllano.
Poi si procede con la perquisizione dell’appartamento. Il cane antidroga focalizza la sua attenzione su un paio di palette per raccogliere l’immondizia. Non a caso. All’interno del manico gli agenti scovano diversi involucri termosaldati con oltre una cinquantina di dosi di sostanza stupefacente.
Non solo. Perlopiù nella camera da letto, occultati nei cassetti, ci sono oltre 2200 euro in contanti. Altri 4300 euro vengono consegnati ai poliziotti dalla moglie del pusher. Li teneva addosso, nascosti nei vestiti.
Tutto comincia con la scoperta di un’attività di spaccio dalle parti di un supermercato di via Cigna, in Barriera di Milano. Il pusher è un uomo che si sposta a bordo di un monopattino. Gli uomini del Commissariato Dora Vanchiglia, che conducono le indagini, lo individuano mentre sta uscendo da casa per effettuare una consegna. Lo controllano.
Poi si procede con la perquisizione dell’appartamento. Il cane antidroga focalizza la sua attenzione su un paio di palette per raccogliere l’immondizia. Non a caso. All’interno del manico gli agenti scovano diversi involucri termosaldati con oltre una cinquantina di dosi di sostanza stupefacente.
Non solo. Perlopiù nella camera da letto, occultati nei cassetti, ci sono oltre 2200 euro in contanti. Altri 4300 euro vengono consegnati ai poliziotti dalla moglie del pusher. Li teneva addosso, nascosti nei vestiti.

Smantellato un sodalizio criminale
03.12.24 - Dopo un lungo lavoro investigativo che ha comportato accurati servizi di osservazione e una meticolosa attività tecnica, i Carabinieri sono riusciti a smantellare un sodalizio criminale che aveva base in Barriera di Milano. Un marocchino di 43 anni è finito in manette con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Lo hanno arrestato i militari della Sezione operativa di Venaria in esecuzione a un'ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Torino.
È successo giovedì 28 novembre. La misura è scattata in seguito a un’attività di indagine eseguita tra il mese di novembre 2023 e quello di gennaio 2024. Ne corso dell’operazione sono stati sequestrati quasi 60 chili di droga. Per il quarantatreenne si sono spalancate le porte del carcere Lorusso e Cutugno.
È successo giovedì 28 novembre. La misura è scattata in seguito a un’attività di indagine eseguita tra il mese di novembre 2023 e quello di gennaio 2024. Ne corso dell’operazione sono stati sequestrati quasi 60 chili di droga. Per il quarantatreenne si sono spalancate le porte del carcere Lorusso e Cutugno.
Novembre 2024

Brucia un rosso e si schianta
30.11.24 - Poteva essere una strage. Un uomo alla guida di una Mercedes rossa non rispetta il semaforo rosso in corso Giulio Cesare angolo via Cherubini e va a schiantarsi contro il palo di fronte alla farmacia Sempione. Succede intorno alle 12 di oggi. I sanitari del 118 lo portano al Pronto soccorso in codice rosso con il volto ridotto a una maschera di sangue che lo rende irriconoscibile.
L’uomo, a quanto pare un quarantenne, potrebbe essere stato colto da un malore. Stava percorrendo il corso Giulio Cesare verso piazza Derna. Prima ha urtato la parte posteriore di una Lancia Delta nera, in arrivo da via Palestrina (direzione piazza Respighi), e poi ha concluso la sua folle corsa contro un palo che per poco non è caduto al suolo.
Tragedia sfiorata come si dice in questi casi. “Sembrava una scheggia impazzita. Nonostante il semaforo fosse rosso ha attraversato l’incrocio a gran velocità - racconta un testimone -. Tra le persone che stavano camminando sulle strisce ha seminato il panico. Fortunatamente i pedoni hanno avuto la prontezza di farsi da parte”.
Sul posto sono arrivati i Vigili del fuoco e la Polizia municipale, oltre all’ambulanza. Il corso è stato chiuso e così tram e autobus non hanno potuto circolare per tutto il tempo necessario a soccorrere il ferito, fare i rilievi e spostare il veicolo. La segnalazione ci è stata fatta da Luciano, un nostro lettore che ci ha anche inviato il materiale fotografico.
L’uomo, a quanto pare un quarantenne, potrebbe essere stato colto da un malore. Stava percorrendo il corso Giulio Cesare verso piazza Derna. Prima ha urtato la parte posteriore di una Lancia Delta nera, in arrivo da via Palestrina (direzione piazza Respighi), e poi ha concluso la sua folle corsa contro un palo che per poco non è caduto al suolo.
Tragedia sfiorata come si dice in questi casi. “Sembrava una scheggia impazzita. Nonostante il semaforo fosse rosso ha attraversato l’incrocio a gran velocità - racconta un testimone -. Tra le persone che stavano camminando sulle strisce ha seminato il panico. Fortunatamente i pedoni hanno avuto la prontezza di farsi da parte”.
Sul posto sono arrivati i Vigili del fuoco e la Polizia municipale, oltre all’ambulanza. Il corso è stato chiuso e così tram e autobus non hanno potuto circolare per tutto il tempo necessario a soccorrere il ferito, fare i rilievi e spostare il veicolo. La segnalazione ci è stata fatta da Luciano, un nostro lettore che ci ha anche inviato il materiale fotografico.

"Sindaco, ora chiudi Askatasuna"
26.11.24 - C’erano anche agenti, militari e semplici cittadini di Barriera alla manifestazione delle Forze dell’Ordine di Torino ieri davanti alla Questura. Oggi le sigle sindacali delle donne e degli uomini in divisa saranno dal Prefetto Donato Cafagna.
Uno degli slogan più ripetuti in piazza è stato “Lo Russo chiudi Askatasuna”, ma l’attenzione che chiedono poliziotti, carabinieri, finanzieri, agenti penitenziari e militari è per un maggiore rispetto e tutela, in generale, verso chi, come loro, è chiamato a garantire l’ordine pubblico, in condizioni spesso difficilissime se non proibitive. Rispetto e tutela che devono originare innanzi tutto dall’alto, dalle istituzioni, dalle leggi, dai regolamenti.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata lo scontro con studenti e centri sociali di metà novembre 2024 in piazza Castello, quando 19 poliziotti sono rimasti intossicati a causa dell’uso criminale di spray urticanti contro le Forze dell’Ordine.
"Ormai siamo bersagli sui quali accanirsi – dice sconsolata un’agente – e di questo possiamo pure farcene una ragione. Ma la vera mortificazione è il sentimento d’impotenza che proviamo quando un certo garantismo esorbitante ci impedisce persino di difenderci”.
I sindacati mobilitati sono: Coisp, Fns-Cisl, Sam, Sap, Sappe, Sim, Sinafi, Siulp, Usic, Usif. A chiedere la chiusura del centro sociale Askatasuna in corso Regina anche l’Assessore regionale al Welfare, Maurizio Marrone (FdI).
Uno degli slogan più ripetuti in piazza è stato “Lo Russo chiudi Askatasuna”, ma l’attenzione che chiedono poliziotti, carabinieri, finanzieri, agenti penitenziari e militari è per un maggiore rispetto e tutela, in generale, verso chi, come loro, è chiamato a garantire l’ordine pubblico, in condizioni spesso difficilissime se non proibitive. Rispetto e tutela che devono originare innanzi tutto dall’alto, dalle istituzioni, dalle leggi, dai regolamenti.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata lo scontro con studenti e centri sociali di metà novembre 2024 in piazza Castello, quando 19 poliziotti sono rimasti intossicati a causa dell’uso criminale di spray urticanti contro le Forze dell’Ordine.
"Ormai siamo bersagli sui quali accanirsi – dice sconsolata un’agente – e di questo possiamo pure farcene una ragione. Ma la vera mortificazione è il sentimento d’impotenza che proviamo quando un certo garantismo esorbitante ci impedisce persino di difenderci”.
I sindacati mobilitati sono: Coisp, Fns-Cisl, Sam, Sap, Sappe, Sim, Sinafi, Siulp, Usic, Usif. A chiedere la chiusura del centro sociale Askatasuna in corso Regina anche l’Assessore regionale al Welfare, Maurizio Marrone (FdI).

Buona volontà e ramazza al Parco Sempione
22.11.24 - Anche questo venerdì i volontari di Torino Spazio Pubblico all’opera per togliere un po’ di sudiciume dal Parco Sempione. L’appuntamento di venerdì scorso ha consentito di migliorare non poco l’aspetto e la vivibilità dell’area verde al confine di Torino nord.
Pipette per fumare crack, cumuli di fogliame, bottiglie vuote, siringhe, lattine, buste, cartacce e immondizia di ogni genere hanno raccattato i ragazzi che sono intervenuti nei pressi delle tre famigerate strutture abbandonate ormai preda di tossici, senzatetto e sbandati d’ogni risma: la ex piscina Sempione, l’ex fabbrica Gondrand, e gli stabili fatiscenti di Rfi.
Gli operatori di Torino Spazio Pubblico hanno risposto a ripetute sollecitazioni da parte degli abitanti delle zone limitrofe, avviliti dalla sporcizia e dalla invivibilità di un’area che potrebbe essere luogo di svago, divertimento, salute e ricreazione anche per le famiglie di Barriera di Milano, con bambini e animali da compagnia.
Nei prossimi venerdì i volontari si sposteranno progressivamente verso sud, liberando da rifiuti e sporcizia i territori che battono palmo a palmo, fino ad avvicinarsi allo Spazio 211, centro culturale colpito più volte da effrazioni e furti.
Pipette per fumare crack, cumuli di fogliame, bottiglie vuote, siringhe, lattine, buste, cartacce e immondizia di ogni genere hanno raccattato i ragazzi che sono intervenuti nei pressi delle tre famigerate strutture abbandonate ormai preda di tossici, senzatetto e sbandati d’ogni risma: la ex piscina Sempione, l’ex fabbrica Gondrand, e gli stabili fatiscenti di Rfi.
Gli operatori di Torino Spazio Pubblico hanno risposto a ripetute sollecitazioni da parte degli abitanti delle zone limitrofe, avviliti dalla sporcizia e dalla invivibilità di un’area che potrebbe essere luogo di svago, divertimento, salute e ricreazione anche per le famiglie di Barriera di Milano, con bambini e animali da compagnia.
Nei prossimi venerdì i volontari si sposteranno progressivamente verso sud, liberando da rifiuti e sporcizia i territori che battono palmo a palmo, fino ad avvicinarsi allo Spazio 211, centro culturale colpito più volte da effrazioni e furti.

Scoperti alloggi/laboratori di droga
21.11.24 - Gli uomini del Commissariato Barriera di Milano hanno individuato nel quartiere due alloggi utilizzati per confezionare e poi nascondere sostanze stupefacenti. Quattro persone sono finite in carcere. Inoltre i poliziotti hanno provveduto a sequestrare oltre tre chili di droga e 9400 euro in contanti.
Uno dei due appartamenti, situato in largo Giulio Cesare, era stato adibito a vero e proprio laboratorio da tre senegalesi, sopresi dalle forze dell’ordine mentre stavano preparando diverse dosi di cocaina e crack da smerciare. Tre chili in tutto. I poliziotti hanno anche rinvenuto 4420 euro in contanti. Per i tre sono scattate le manette.
All’interno di un altro alloggio, abitato da un diciannovenne, i poliziotti hanno invece trovato oltre 230 grammi di hashish e una pistola revolver priva di matricola, con un proiettile all’interno, e quasi 5000 euro in contanti. Nella cantina di pertinenza è stato inoltre rinvenuto materiale utile a predisporre una serra per la coltivazione e la produzione di marijuana.
Uno dei due appartamenti, situato in largo Giulio Cesare, era stato adibito a vero e proprio laboratorio da tre senegalesi, sopresi dalle forze dell’ordine mentre stavano preparando diverse dosi di cocaina e crack da smerciare. Tre chili in tutto. I poliziotti hanno anche rinvenuto 4420 euro in contanti. Per i tre sono scattate le manette.
All’interno di un altro alloggio, abitato da un diciannovenne, i poliziotti hanno invece trovato oltre 230 grammi di hashish e una pistola revolver priva di matricola, con un proiettile all’interno, e quasi 5000 euro in contanti. Nella cantina di pertinenza è stato inoltre rinvenuto materiale utile a predisporre una serra per la coltivazione e la produzione di marijuana.

Un quartiere ostaggio dei rifiuti e della sporcizia
21.11.24 - Barriera è sporca. Non si stancano di ripeterlo i residenti. Immondizia abbandonata ovunque, fuori dai cassonetti. Sudiciume per le strade, davanti ai condomini, negli angoli. Rifiuti ingombranti, sacchi neri pieni di porcherie, stracci, cartacce, bottiglie, pezzi di mobilio. Ma non basta ancora. Altro problema sono le deiezioni non solo canine, spesso i marciapiedi vengono scambiati per wc a cielo aperto. Inutile ripeterlo, il degrado dipende innanzitutto dai comportamenti incivili delle persone. Senza però dimenticare che spesso il servizio di raccolta dei rifiuti non è efficiente come dovrebbe.
Oggi abbiamo ricevuto più segnalazioni dai nostri lettori. Sarà un caso (o forse tutti i giorni è così), ma in quella giornata il quartiere risultava particolarmente invaso dalla monnezza. Ci hanno scritto Giusy e Pasquale da via Spontini, Marco da via Aosta e poi al coro delle proteste si è aggiunta la voce di Stefania per segnalarci una situazione piuttosto critica in corso Giulio Cesare all’altezza più o meno del civico 100.
Nella notte c’era stata una scorribanda, ci riferisce Stefania. “La solita rissa a cui ormai siamo abituati – racconta -. Si sono spaccati le bottiglie in testa. A noi sono rimasti i vetri. Risultato, non possiamo portare a spasso i cani perché il rischio è che si feriscano le zampette, non possiamo far camminare i nostri bambini su quel tappeto di cocci per timore che si taglino le scarpe o gli stivaletti e si facciano male”.
Poi la lettrice cita il Regolamento di Polizia municipale in materia di nettezza del suolo e dell’abitato. “È fatto obbligo a chiunque eserciti attività di qualsiasi specie in locali prospettanti sulla pubblica via, o ai quali si accede dalla pubblica via, di provvedere alla costante pulizia del tratto di marciapiedi sul quale l'esercizio prospetta o dal quale si accede” si legge all’articolo 9. Idem per i proprietari o amministratori o conduttori di immobili.
“Noi camminiamo su sputi, vomiti, feci, orina perché la maggior parte dei gestori stranieri delle attività presenti nel quartiere non pulisce – afferma Stefania -. Cosa aspettano i vigili a intervenire?”. Altro problema davanti alla scuola Michele Rua. “Le ecoisole fanno schifo, sono zozze e devastate dai corvi – insiste la lettrice -. Noi paghiamo fior di quattrini per mandare i nostri figli in quell’istituto. Non è accettabile che debbano trovarsi davanti agli occhi quello scempio e che siano costretti a camminare su un tappeto di sudiciume. In più ci sono i rom che buttano tutto all’aria, rovistando dentro i cassonetti. Ci vuole una chiusura ermetica. Le istituzioni devono darsi una mossa”.
Oggi abbiamo ricevuto più segnalazioni dai nostri lettori. Sarà un caso (o forse tutti i giorni è così), ma in quella giornata il quartiere risultava particolarmente invaso dalla monnezza. Ci hanno scritto Giusy e Pasquale da via Spontini, Marco da via Aosta e poi al coro delle proteste si è aggiunta la voce di Stefania per segnalarci una situazione piuttosto critica in corso Giulio Cesare all’altezza più o meno del civico 100.
Nella notte c’era stata una scorribanda, ci riferisce Stefania. “La solita rissa a cui ormai siamo abituati – racconta -. Si sono spaccati le bottiglie in testa. A noi sono rimasti i vetri. Risultato, non possiamo portare a spasso i cani perché il rischio è che si feriscano le zampette, non possiamo far camminare i nostri bambini su quel tappeto di cocci per timore che si taglino le scarpe o gli stivaletti e si facciano male”.
Poi la lettrice cita il Regolamento di Polizia municipale in materia di nettezza del suolo e dell’abitato. “È fatto obbligo a chiunque eserciti attività di qualsiasi specie in locali prospettanti sulla pubblica via, o ai quali si accede dalla pubblica via, di provvedere alla costante pulizia del tratto di marciapiedi sul quale l'esercizio prospetta o dal quale si accede” si legge all’articolo 9. Idem per i proprietari o amministratori o conduttori di immobili.
“Noi camminiamo su sputi, vomiti, feci, orina perché la maggior parte dei gestori stranieri delle attività presenti nel quartiere non pulisce – afferma Stefania -. Cosa aspettano i vigili a intervenire?”. Altro problema davanti alla scuola Michele Rua. “Le ecoisole fanno schifo, sono zozze e devastate dai corvi – insiste la lettrice -. Noi paghiamo fior di quattrini per mandare i nostri figli in quell’istituto. Non è accettabile che debbano trovarsi davanti agli occhi quello scempio e che siano costretti a camminare su un tappeto di sudiciume. In più ci sono i rom che buttano tutto all’aria, rovistando dentro i cassonetti. Ci vuole una chiusura ermetica. Le istituzioni devono darsi una mossa”.

Il giardino Impastato ripulito
19.11.24 - L’intervento in una crack house di via Lorenzo Bruno, il posto di controllo davanti alla ex Gondrand e la pulizia del giardino Peppino Impastato. Tutto si è svolto oggi sotto la regia del Commissariato Barriera di Milano che ha avuto il suo bel da fare nel quartiere per mettere ordine e restituire maggiore sicurezza ai cittadini, nell'ambito dell'attività di controllo straordinario del territorio.
Al giardino è dovuta intervenire l’Amiat per portare via monnezza di ogni genere. Ad accumularla il solito rom settantenne che ha trasformato da tempo l’area in propria casa. Inutile mandarlo via perché poi ritorna sempre. Qui ci porta di tutto: sedie, coperte, stracci, masserizie varie e la sera si accende anche un falò per scaldarsi. Dorme in quello spazio pubblico, sotto il cielo di Barriera, e con lui tanti altri senzatetto, in letti di fortuna o sulle panchine. I residenti sono disperati. Per questo, ieri, hanno accolto le forze dell’ordine con favore, sperando che questa sia la volta buona in cui i clochard si decidono a “cambiare aria”.
Sono state fatte grandi pulizie, via tutto: cartacce, bottiglie di birra vuote, sacchi pieni di porcherie, pezzi di mobilio e di elettrodomestici, persino un carrello per la spesa. Inoltre la polizia ha provveduto a rimuovere le numerosissime bici che sono state legate con lucchetti ai supporti accanto all’area verde e nei mesi si sono accumulate ingombrando i passaggi. In poche ore il giardino Impastato è così tornato vivibile.
Al giardino è dovuta intervenire l’Amiat per portare via monnezza di ogni genere. Ad accumularla il solito rom settantenne che ha trasformato da tempo l’area in propria casa. Inutile mandarlo via perché poi ritorna sempre. Qui ci porta di tutto: sedie, coperte, stracci, masserizie varie e la sera si accende anche un falò per scaldarsi. Dorme in quello spazio pubblico, sotto il cielo di Barriera, e con lui tanti altri senzatetto, in letti di fortuna o sulle panchine. I residenti sono disperati. Per questo, ieri, hanno accolto le forze dell’ordine con favore, sperando che questa sia la volta buona in cui i clochard si decidono a “cambiare aria”.
Sono state fatte grandi pulizie, via tutto: cartacce, bottiglie di birra vuote, sacchi pieni di porcherie, pezzi di mobilio e di elettrodomestici, persino un carrello per la spesa. Inoltre la polizia ha provveduto a rimuovere le numerosissime bici che sono state legate con lucchetti ai supporti accanto all’area verde e nei mesi si sono accumulate ingombrando i passaggi. In poche ore il giardino Impastato è così tornato vivibile.

Nascondevano droga e armi, li arrestano
19.11.24 - Due giovani, uno di 24 anni e l’altro di 22, entrambi italiani, sono stati arrestati in Barriera di Milano nel corso di un’operazione della Squadra Mobile. Non solo. Gli agenti hanno inoltre sequestrato nove chili di droga, una pistola e uno sfollagente.
L’intervento si è svolto in uno stabile di via Cimarosa, dove gli investigatori avevano già individuato un’attività sospetta, evidentemente di spaccio. Tutto comincia durante un servizio di appostamento. I poliziotti notano due giovani che stanno entrando in un garage. L’odore che si respira nell’aria è di droga, non c'è dubbio. Per questo scatta una perquisizione.
In una intercapedine gli agenti trovano uno zaino e tre buste contenenti hashish e marijuana, una pochette con una pistola Beretta, 27 cartucce e due caricatori. Ulteriore sostanza stupefacente viene poi rinvenuta negli appartamenti dei due indagati, insieme a uno sfollagente modello tonfa.
L’intervento si è svolto in uno stabile di via Cimarosa, dove gli investigatori avevano già individuato un’attività sospetta, evidentemente di spaccio. Tutto comincia durante un servizio di appostamento. I poliziotti notano due giovani che stanno entrando in un garage. L’odore che si respira nell’aria è di droga, non c'è dubbio. Per questo scatta una perquisizione.
In una intercapedine gli agenti trovano uno zaino e tre buste contenenti hashish e marijuana, una pochette con una pistola Beretta, 27 cartucce e due caricatori. Ulteriore sostanza stupefacente viene poi rinvenuta negli appartamenti dei due indagati, insieme a uno sfollagente modello tonfa.

Le buche stradali vanno chiuse
19.11.24 - Riceviamo da Giusy una segnalazione e alcune foto che documentano la presenza di due enormi buche in una stradina interna a via Porpora, un posto poco lontano dall’area mercatale, quindi un posto di forte passaggio pedonale, ma non solo. Ogni giorno, oltre ai residenti, tante persone parcheggiano l’auto lì per andare a fare acquisti al mercato e nei frequentatissimi negozi o per recarsi nella vicina palestra. La zona è transennata da mesi, come ci spiega Giusy che poi fa riferimento a un episodio risalente alla primavera scorsa, raccontato da Facciamo Barriera.
Concetta, a fine maggio, era finita in ospedale per aver messo male un piede in una buca. Ci scrisse e noi pubblicammo la notizia sul nostro blog. Erano giorni di pioggia incessante. Tutta quell’acqua caduta dal cielo aveva causato gravi danni alle strade, trasformandole in veri e propri colabrodi. Per parcheggiare senza dover fare mille manovre, quel giovedì, Concetta sposta un bidone situato poco distante dal marciapiede e finisce a terra. Qualcuno lo ha messo lì per coprire una voragine. In un attimo arriva l’ambulanza a soccorrerla e in tempo record l'area viene transennata dai vigili.
Sono passati 173 giorni da quel maledetto giorno di fine maggio e nulla è cambiato. “Non solo non hanno provveduto a riparare la buca in cui è caduta Concetta – ci riferisce Giusy -. Peggio ancora. Le voragini sono diventate due nel tempo e invece di intervenire si sono limitati ad aggiungere altre transenne. Cosa aspettano a riempirle? Che qualcuno si faccia di nuovo male?”. Già. Forse attendono che si formi la terza, considerato che non c’è due senza tre, come dice un proverbio popolare.
Concetta, a fine maggio, era finita in ospedale per aver messo male un piede in una buca. Ci scrisse e noi pubblicammo la notizia sul nostro blog. Erano giorni di pioggia incessante. Tutta quell’acqua caduta dal cielo aveva causato gravi danni alle strade, trasformandole in veri e propri colabrodi. Per parcheggiare senza dover fare mille manovre, quel giovedì, Concetta sposta un bidone situato poco distante dal marciapiede e finisce a terra. Qualcuno lo ha messo lì per coprire una voragine. In un attimo arriva l’ambulanza a soccorrerla e in tempo record l'area viene transennata dai vigili.
Sono passati 173 giorni da quel maledetto giorno di fine maggio e nulla è cambiato. “Non solo non hanno provveduto a riparare la buca in cui è caduta Concetta – ci riferisce Giusy -. Peggio ancora. Le voragini sono diventate due nel tempo e invece di intervenire si sono limitati ad aggiungere altre transenne. Cosa aspettano a riempirle? Che qualcuno si faccia di nuovo male?”. Già. Forse attendono che si formi la terza, considerato che non c’è due senza tre, come dice un proverbio popolare.

Fuga di gas in appartamento
18.11.24 - Sembrava l’apocalisse. All’improvviso, intorno alle 18, in corso Giulio Cesare, dalle parti di largo Palermo, si è sentito un boato fortissimo da fare tremare le vene dei polsi. La gente ha cominciato a urlare per lo spavento. In tanti sono scesi in strada. Oggi in Barriera c’è stata una potente esplosione. Alcuni residenti ci hanno subito contattati per raccontarci questo drammatico inizio di settimana nel quartiere.
Lo scoppio è avvenuto all’interno di un appartamento forse a causa di una fuga di gas. A quanto pare non si sarebbero verificati danni all’impianto dell’Italgas. L’azienda, infatti, sottolinea che la struttura è integra. Potrebbe, secondo fonti informate, essersi trattato di un malfunzionamento dei una bombola Gpl.
Sul posto sono intervenuti la Polizia e i Vigili del fuoco, oltra alla Croce verde di Villastellone per portare i primi soccorsi ai feriti. Quattro persone hanno riportato ustioni più o meno gravi. Due sono state trasportate in codice giallo all'ospedale Cto mentre le altre due (in codice giallo e verde) al San Giovanni Bosco. Ma il bilancio poteva essere ancora più drammatico.
Come ci raccontano alcuni nostri lettori, sembrava la fine del mondo. Un elettrodomestico, a quanto pare il forno, per lo scoppio sarebbe volato giù dalla finestra, causando il crollo del balcone in cemento che a sua volta sarebbe precipitato su un’auto, forse in corsa, in ogni caso finita contro le panchine del parchetto. “Mio papà che abita lì ha sentito un botto fortissimo e si è spaventato terribilmente. I vetri finiti in frantumi e i pezzi della palazzina hanno raggiunto il giardinetto e la fermata del 4” racconta Lino ai nostri microfoni.
Anche Stefania è rimasta scioccata. “Casa mia si è messa a tremare sotto i nostri piedi. Mia figlia e io ci siamo prese uno spavento da restare senza fiato - ci riferisce -. Siamo scese in strada come tante altre persone. Anche perché la Polizia temeva che ci sarebbe stato un altro scoppio e ripeteva ai residenti di non restare in casa”.
Lo scoppio è avvenuto all’interno di un appartamento forse a causa di una fuga di gas. A quanto pare non si sarebbero verificati danni all’impianto dell’Italgas. L’azienda, infatti, sottolinea che la struttura è integra. Potrebbe, secondo fonti informate, essersi trattato di un malfunzionamento dei una bombola Gpl.
Sul posto sono intervenuti la Polizia e i Vigili del fuoco, oltra alla Croce verde di Villastellone per portare i primi soccorsi ai feriti. Quattro persone hanno riportato ustioni più o meno gravi. Due sono state trasportate in codice giallo all'ospedale Cto mentre le altre due (in codice giallo e verde) al San Giovanni Bosco. Ma il bilancio poteva essere ancora più drammatico.
Come ci raccontano alcuni nostri lettori, sembrava la fine del mondo. Un elettrodomestico, a quanto pare il forno, per lo scoppio sarebbe volato giù dalla finestra, causando il crollo del balcone in cemento che a sua volta sarebbe precipitato su un’auto, forse in corsa, in ogni caso finita contro le panchine del parchetto. “Mio papà che abita lì ha sentito un botto fortissimo e si è spaventato terribilmente. I vetri finiti in frantumi e i pezzi della palazzina hanno raggiunto il giardinetto e la fermata del 4” racconta Lino ai nostri microfoni.
Anche Stefania è rimasta scioccata. “Casa mia si è messa a tremare sotto i nostri piedi. Mia figlia e io ci siamo prese uno spavento da restare senza fiato - ci riferisce -. Siamo scese in strada come tante altre persone. Anche perché la Polizia temeva che ci sarebbe stato un altro scoppio e ripeteva ai residenti di non restare in casa”.

Cacciati dai residenti, durante occupazione
14.11.24 - Stavano cercando di occupare un alloggio vuoto, in attesa di assegnazione da parte dell'Agenzia territoriale per la casa, ma alcuni cittadini, armati di coraggio, li hanno fermati. È successo intorno alle 19,30 di oggi. L’appartamento fa parte del complesso Atc di via Cravero 33, più volte preso di mira dagli abusivi.
Erano in tre, tutti uomini di origini rom, a cui poi si è aggiunta una donna in compagnia di un minore. Hanno forzato la serratura e sono entrati nell’alloggio. Giusto il tempo di portare un materasso all’interno ed ecco che scatta la controffensiva di un gruppo di residenti. Stanchi di subire continui attacchi da parte dei soliti noti, sempre pronti a impadronirsi di appartamenti vuoti, con i quali la convivenza è impossibile, alcuni abitanti sono intervenuti e li hanno messi in fuga.
“Sul posto sono arrivate le forze dell'ordine che hanno dovuto calmare gli animi dei cittadini di quella porzione di quartiere, diventata ostaggio di un manipolo di sfaccendati senza scrupoli – spiega la capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino che ci ha fatto la segnalazione -. Tanti qui ormai rinunciano a uscire di casa, anche soltanto per fare la spesa perché temono di trovarsi al ritorno qualche brutta sorpresa in casa. Il Comune deve darsi da fare fin da subito per far tornare vivibile la zona da tempo nel mirino dei balordi”.
Episodi analoghi non si dovrebbero ripetere in questo appartamento di via Cravero (almeno si spera), dal momento che la porta è stata messa in sicurezza e dotata di un sistema di antifurto collegato con le forze dell’ordine.
Erano in tre, tutti uomini di origini rom, a cui poi si è aggiunta una donna in compagnia di un minore. Hanno forzato la serratura e sono entrati nell’alloggio. Giusto il tempo di portare un materasso all’interno ed ecco che scatta la controffensiva di un gruppo di residenti. Stanchi di subire continui attacchi da parte dei soliti noti, sempre pronti a impadronirsi di appartamenti vuoti, con i quali la convivenza è impossibile, alcuni abitanti sono intervenuti e li hanno messi in fuga.
“Sul posto sono arrivate le forze dell'ordine che hanno dovuto calmare gli animi dei cittadini di quella porzione di quartiere, diventata ostaggio di un manipolo di sfaccendati senza scrupoli – spiega la capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino che ci ha fatto la segnalazione -. Tanti qui ormai rinunciano a uscire di casa, anche soltanto per fare la spesa perché temono di trovarsi al ritorno qualche brutta sorpresa in casa. Il Comune deve darsi da fare fin da subito per far tornare vivibile la zona da tempo nel mirino dei balordi”.
Episodi analoghi non si dovrebbero ripetere in questo appartamento di via Cravero (almeno si spera), dal momento che la porta è stata messa in sicurezza e dotata di un sistema di antifurto collegato con le forze dell’ordine.

Atc, recuperati due alloggi occupati
14.11.24 - Altri due alloggi occupati abusivamente all’interno del complesso popolare di via Ghedini 19 sono stati recuperati nella giornata di oggi. Alle operazioni di sgombero, che si sono volte con il coordinamento della Polizia locale, hanno preso parte la Polizia di Stato e l’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale, intervenuta per dotare gli alloggi di porte blindate e di altri sistemi antieffrazione in modo da prevenire future intrusioni.
Salgono quindi a cinque gli alloggi tornati nella disponibilità di Atc, mentre altri quattro restano occupati su un totale di 386 unità immobiliari. A fine ottobre, esattamente il 29 e il 31 del mese, nello stabile già avevano avuto luogo due sgomberi nel corso dei quali erano stati recuperati in totale tre appartamenti.
"Questo intervento - ha spiegato il presidente di Atc del Piemonte Centrale, Emilio Bolla - conferma il nostro impegno per il ripristino della legalità nei quartieri di edilizia sociale. Ringrazio la Polizia locale per l'efficacia dell'azione e i nostri tecnici per il pronto intervento di messa in sicurezza degli alloggi. Garantire la sicurezza e la serenità degli inquilini regolari è una priorità assoluta per l'Agenzia e continueremo a lavorare per contrastare ogni forma di occupazione abusiva, collaborando con tutte le istituzioni competenti".
Salgono quindi a cinque gli alloggi tornati nella disponibilità di Atc, mentre altri quattro restano occupati su un totale di 386 unità immobiliari. A fine ottobre, esattamente il 29 e il 31 del mese, nello stabile già avevano avuto luogo due sgomberi nel corso dei quali erano stati recuperati in totale tre appartamenti.
"Questo intervento - ha spiegato il presidente di Atc del Piemonte Centrale, Emilio Bolla - conferma il nostro impegno per il ripristino della legalità nei quartieri di edilizia sociale. Ringrazio la Polizia locale per l'efficacia dell'azione e i nostri tecnici per il pronto intervento di messa in sicurezza degli alloggi. Garantire la sicurezza e la serenità degli inquilini regolari è una priorità assoluta per l'Agenzia e continueremo a lavorare per contrastare ogni forma di occupazione abusiva, collaborando con tutte le istituzioni competenti".

Raffica di controlli nei locali pubblici
14.11.24 - Ci sono anche diversi locali pubblici in Barriera fra quelli raggiunti dal totale di 202 sanzioni amministrative erogate da inizio anno a Torino. Si tratta del mancato rispetto di norme riguardanti la sicurezza, come, per esempio, l’adeguatezza degli impianti elettrici e delle uscite di emergenza, la presenza di segnalatori di fumo e di maniglioni antipanico.
Di questi provvedimenti sanzionatori per la violazione delle norme di sicurezza, il dieci per cento consiste nella sospensione della licenza, con conseguente chiusura temporanea dei locali. Infatti, in tutta la città sono 22 i bar, ristoranti o club a cui è stata sospesa la licenza per un totale complessivo di 343 giorni di chiusura delle attività. Le sanzioni in denaro sono costate ai titolari 449.000 euro.
Gli accertamenti da parte delle forze dell’ordine sono costanti. Finora, nel 2024, sono stati sottoposti a verifiche 173 esercizi aperti al pubblico. Per fortuna, la maggior parte delle regole stabilite per legge sono rispettate e ciò va a beneficio della sicurezza di tutti.
Resta un grande problema in tema di sovraffollamento. Per esempio, in occasione della festa di Halloween, una discoteca aperta al pubblico ha accolto (al momento della verifica da parte delle forze dell’ordine) 1.286 ragazzi a fronte delle 580 persone stabilite per quell’esercizio pubblico dalla Commissione di Vigilanza. Stiamo parlando del doppio della capienza consentita. In queste condizioni, può bastare un attimo di panico per scatenare reazioni inconsulte e causare problemi molto seri. Se può accadere in un grande luogo all’aperto come piazza San Carlo, figuriamoci cosa può capitare in un posto chiuso.
Di questi provvedimenti sanzionatori per la violazione delle norme di sicurezza, il dieci per cento consiste nella sospensione della licenza, con conseguente chiusura temporanea dei locali. Infatti, in tutta la città sono 22 i bar, ristoranti o club a cui è stata sospesa la licenza per un totale complessivo di 343 giorni di chiusura delle attività. Le sanzioni in denaro sono costate ai titolari 449.000 euro.
Gli accertamenti da parte delle forze dell’ordine sono costanti. Finora, nel 2024, sono stati sottoposti a verifiche 173 esercizi aperti al pubblico. Per fortuna, la maggior parte delle regole stabilite per legge sono rispettate e ciò va a beneficio della sicurezza di tutti.
Resta un grande problema in tema di sovraffollamento. Per esempio, in occasione della festa di Halloween, una discoteca aperta al pubblico ha accolto (al momento della verifica da parte delle forze dell’ordine) 1.286 ragazzi a fronte delle 580 persone stabilite per quell’esercizio pubblico dalla Commissione di Vigilanza. Stiamo parlando del doppio della capienza consentita. In queste condizioni, può bastare un attimo di panico per scatenare reazioni inconsulte e causare problemi molto seri. Se può accadere in un grande luogo all’aperto come piazza San Carlo, figuriamoci cosa può capitare in un posto chiuso.

Assalto al bancomat di piazza Sofia
13.11.24 - Nel cuore della notte, intorno alle 4,15 di mercoledì 13 novembre, all’improvviso un forte boato dà la sveglia ai residenti di piazza Sofia e delle vie limitrofe. Tanto lo spavento. Il rumore è quello dello scoppio di una bomba.
Sul posto accorrono, pochi minuti dopo, i Carabinieri e gli agenti della Polizia locale. I ladri hanno preso di mira il bancomat della filiale Unicredit che si trova in piazza, tra via Cravero e corso Taranto. Sono ricorsi alla “tecnica della marmotta”, come la chiamano le forze dell’ordine. In altri termini, lo hanno fatto esplodere, inserendo un ordigno rudimentale attraverso un foro praticato nell’apparecchiatura con l’obiettivo di riuscire a raccogliere le banconote depositate all’interno per poi darsi alla fuga.
Secondo le poche indiscrezioni che circolano in queste ore, il colpo non sarebbe andato a buon fine. Bocche cucite da parte degli inquirenti che stanno indagando per individuare i responsabili, tenendo conto del fatto che episodi analoghi negli ultimi mesi si sono verificati già in decine di sportelli bancari torinesi e della provincia. Forse sono da attribuire alla stessa banda o a più criminali in relazione tra di loro. Sempre nella notte con lo stesso modus operandi è stata sventrata la facciata della BBC Bene Banca di None.
Sul posto accorrono, pochi minuti dopo, i Carabinieri e gli agenti della Polizia locale. I ladri hanno preso di mira il bancomat della filiale Unicredit che si trova in piazza, tra via Cravero e corso Taranto. Sono ricorsi alla “tecnica della marmotta”, come la chiamano le forze dell’ordine. In altri termini, lo hanno fatto esplodere, inserendo un ordigno rudimentale attraverso un foro praticato nell’apparecchiatura con l’obiettivo di riuscire a raccogliere le banconote depositate all’interno per poi darsi alla fuga.
Secondo le poche indiscrezioni che circolano in queste ore, il colpo non sarebbe andato a buon fine. Bocche cucite da parte degli inquirenti che stanno indagando per individuare i responsabili, tenendo conto del fatto che episodi analoghi negli ultimi mesi si sono verificati già in decine di sportelli bancari torinesi e della provincia. Forse sono da attribuire alla stessa banda o a più criminali in relazione tra di loro. Sempre nella notte con lo stesso modus operandi è stata sventrata la facciata della BBC Bene Banca di None.

Presi gli sciacalli delle auto di Barriera
07.11.24 - Due uomini cresciuti in Barriera di Milano sono fra i maggiori responsabili dei furti d’auto e delle frequenti cannibalizzazioni di vetture che hanno avuto luogo soprattutto a Torino nord nell’ultimo anno.
I due, insieme a un altro complice di Settimo Torinese (dove ora vivevano tutti e tre), si erano “specializzati” nell’infame operazione di spoglio delle automobili per rivendere ogni singolo pezzo ad “amici” carrozzieri.
Quante volte abbiamo visto nelle nostre strade Panda e Lancia Y (i due modelli più saccheggiati) di cui al mattino restava solo la sbilenca carcassa perché la banda dei predoni era arrivata nottetempo per lasciare ai disperati proprietari solo gli scheletri delle auto?
Persino cruscotti, tappetini, sedili, cerchioni, specchietti, frecce direzionali, fanali e paraurti venivano smontati per consegnarli a carrozzieri desiderosi di pagare questi pezzi a poco prezzo (ovviamente addebitando ai clienti finali le tariffe ufficiali di listino).
L’operazione che ha portato all’arresto dei ladri è stata coordinata dalla Procura di Ivrea. Nei guai sono finiti anche la ragazza di uno dei tre malviventi, accusata di fare da “palo” durante le razzie, e due sfasciacarrozze che riciclavano i pezzi asportati alle auto.
I due, insieme a un altro complice di Settimo Torinese (dove ora vivevano tutti e tre), si erano “specializzati” nell’infame operazione di spoglio delle automobili per rivendere ogni singolo pezzo ad “amici” carrozzieri.
Quante volte abbiamo visto nelle nostre strade Panda e Lancia Y (i due modelli più saccheggiati) di cui al mattino restava solo la sbilenca carcassa perché la banda dei predoni era arrivata nottetempo per lasciare ai disperati proprietari solo gli scheletri delle auto?
Persino cruscotti, tappetini, sedili, cerchioni, specchietti, frecce direzionali, fanali e paraurti venivano smontati per consegnarli a carrozzieri desiderosi di pagare questi pezzi a poco prezzo (ovviamente addebitando ai clienti finali le tariffe ufficiali di listino).
L’operazione che ha portato all’arresto dei ladri è stata coordinata dalla Procura di Ivrea. Nei guai sono finiti anche la ragazza di uno dei tre malviventi, accusata di fare da “palo” durante le razzie, e due sfasciacarrozze che riciclavano i pezzi asportati alle auto.

Giornata di controlli nei "punti caldi"
06.11.24 - Grandi “pulizie” sono state fatte durante il pomeriggio nelle aree più critiche di Barriera di Milano. In quelle porzioni di quartiere divenute nel tempo ostaggio della criminalità e del degrado, come il triangolo del crack, una delle principali piazze di spaccio di Torino Nord, e il parco Sempione dove si annidano i tossici dai giorni successivi allo sgombero della ex Gondrand nel novembre 2023.
A coordinare l’operazione (“nome in codice”, Cst ovvero Controllo straordinario del territorio) la Polizia affiancata dalla Guardia di Finanza, i Carabinieri e la Polizia locale con la partecipazione anche del Reparto Prevenzione Crimine e dell’Unità cinofila.
Solite scene al parco. All’arrivo delle forze dell’ordine, uno zombie strafatto cerca di fuggire. Viene fermato. I poliziotti gli trovano addosso tre dosi di crack. Si procede al sequestro e alla contestazione amministrativa. L’area verde è invasa da masserizie di ogni genere e monnezza varia. Pusher e tossici si sono accampati qui dove hanno allestito i loro rifugi di fortuna, trasformando lo spazio in una specie di accampamento per derelitti. Allo sgombero provvede l’Amiat che porta via ben due camion di roba, come sottolinea con soddisfazione l’assessore comunale alla Sicurezza Marco Porcedda. Tra gli oggetti ritrovati spicca un paio di scarpe rosse, lasciate da chissà chi, ma non di certo simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Purtroppo.
Nell’area compresa tra corso Palermo e le vie Sesia, Lombardore e Malone, grazie all’Unità cinofila, le forze dell’ordine riescono a individuare numerosi magrebini in possesso di piccole quantità di hashish, quindi non destinate allo spaccio, bensì all’uso personale, come recita l’articolo 75 del Testo unico stupefacenti che per tale condotta prevede sanzioni amministrative. Infine vengono sequestrate parecchie dosi di hashish nascoste nelle bocche di lupo sotto i marciapiedi o nei bidoni della spazzatura.
A coordinare l’operazione (“nome in codice”, Cst ovvero Controllo straordinario del territorio) la Polizia affiancata dalla Guardia di Finanza, i Carabinieri e la Polizia locale con la partecipazione anche del Reparto Prevenzione Crimine e dell’Unità cinofila.
Solite scene al parco. All’arrivo delle forze dell’ordine, uno zombie strafatto cerca di fuggire. Viene fermato. I poliziotti gli trovano addosso tre dosi di crack. Si procede al sequestro e alla contestazione amministrativa. L’area verde è invasa da masserizie di ogni genere e monnezza varia. Pusher e tossici si sono accampati qui dove hanno allestito i loro rifugi di fortuna, trasformando lo spazio in una specie di accampamento per derelitti. Allo sgombero provvede l’Amiat che porta via ben due camion di roba, come sottolinea con soddisfazione l’assessore comunale alla Sicurezza Marco Porcedda. Tra gli oggetti ritrovati spicca un paio di scarpe rosse, lasciate da chissà chi, ma non di certo simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Purtroppo.
Nell’area compresa tra corso Palermo e le vie Sesia, Lombardore e Malone, grazie all’Unità cinofila, le forze dell’ordine riescono a individuare numerosi magrebini in possesso di piccole quantità di hashish, quindi non destinate allo spaccio, bensì all’uso personale, come recita l’articolo 75 del Testo unico stupefacenti che per tale condotta prevede sanzioni amministrative. Infine vengono sequestrate parecchie dosi di hashish nascoste nelle bocche di lupo sotto i marciapiedi o nei bidoni della spazzatura.

Raid criminale in via Sempione
06.11.24 - Banditi incappucciati e armati sequestrano e rapinano tre pensionati in via Sempione. Il bottino ammonterebbe a migliaia di euro fra contanti e gioielli che le tre vittime avevano in casa.
Secondo il racconto dei derubati, tutto accade intorno alle 13, quando tre malviventi costringono un 65enne, puntandogli le pistole in faccia, a consegnare denaro e preziosi custoditi in una casa al quarto piano di un complesso di case popolari dove alloggiano centinaia di persone.
Durante l’assalto criminale, però, rientrano nell’abitazione in Barriera di Milano anche la sorella 73enne del malcapitato e il di lei marito 75enne. I due vengono schiaffeggiati, immobilizzati e minacciati a mano armata dai banditi.
Quando l’incubo finisce i tre anziani chiamano i Carabinieri. Si rende necessario anche l’intervento del 118 per le condizioni delle vittime, profondamente scosse dall’aggressione e in preda a forte choc.
Restano da chiarire alcuni aspetti, a partire dall’orario inconsueto per un assalto tanto manifesto, fino all’evidente conoscenza da parte dei banditi di un bottino così cospicuo tenuto in quell’appartamento.
Secondo il racconto dei derubati, tutto accade intorno alle 13, quando tre malviventi costringono un 65enne, puntandogli le pistole in faccia, a consegnare denaro e preziosi custoditi in una casa al quarto piano di un complesso di case popolari dove alloggiano centinaia di persone.
Durante l’assalto criminale, però, rientrano nell’abitazione in Barriera di Milano anche la sorella 73enne del malcapitato e il di lei marito 75enne. I due vengono schiaffeggiati, immobilizzati e minacciati a mano armata dai banditi.
Quando l’incubo finisce i tre anziani chiamano i Carabinieri. Si rende necessario anche l’intervento del 118 per le condizioni delle vittime, profondamente scosse dall’aggressione e in preda a forte choc.
Restano da chiarire alcuni aspetti, a partire dall’orario inconsueto per un assalto tanto manifesto, fino all’evidente conoscenza da parte dei banditi di un bottino così cospicuo tenuto in quell’appartamento.

Condannato a 18 mesi per violenza sessuale
05.11.24 - Abusata dal titolare del locale in cui faceva la cameriera in nero per racimolare qualche soldo e mandare avanti i propri studi da diciottenne. Così è finita l’esperienza fra tavoli e cucina di una ragazza in un ristorante di Barriera di Milano.
Il ristoratore, 58 anni (difeso nel processo da Alberto Metallo), per mesi si è approfittato della giovane, baciandola forzatamente, toccandola senza permesso, fino a farle subire rapporti non consensuali con sotterfugi d'ogni genere. Come se non bastasse, la insultava, mimava atti sessuali per deriderla e sfruttava ogni momento in cui altri dipendenti non erano presenti per minacciare di mandarla via e non darle più il poco denaro che le versava per il lavoro nel ristorante.
Malgrado avesse bisogno degli euro necessari a vivere, alla fine la cameriera non ce l’ha fatta a subire ancora e ha raccontato tutto agli agenti che hanno raccolto la sua denuncia e alla pm Antonella Barbera. Il giudice, poi, le ha dato ragione, sia pur riconoscendo la violenza sessuale nella modalità “più lieve” prevista dalla legge, concedendo quindi all’imputato le attenuanti generiche e la sospensione condizionale della pena (dovrà comunque frequentare obbligatoriamente un corso sui reati sessuali).
La sentenza, dunque, non ha accolto la richiesta del pm di una pena di sei anni e mezzo di reclusione. Una richiesta in cui si ipotizzava, a carico del ristoratore, anche l’abuso di autorità. Ora l’avvocato Alice Novarese, che ha assistito la giovane vittima, attende le motivazioni della sentenza avendo comunque acquisito con soddisfazione la condanna dell’imputato a un anno e mezzo.
Il ristoratore, 58 anni (difeso nel processo da Alberto Metallo), per mesi si è approfittato della giovane, baciandola forzatamente, toccandola senza permesso, fino a farle subire rapporti non consensuali con sotterfugi d'ogni genere. Come se non bastasse, la insultava, mimava atti sessuali per deriderla e sfruttava ogni momento in cui altri dipendenti non erano presenti per minacciare di mandarla via e non darle più il poco denaro che le versava per il lavoro nel ristorante.
Malgrado avesse bisogno degli euro necessari a vivere, alla fine la cameriera non ce l’ha fatta a subire ancora e ha raccontato tutto agli agenti che hanno raccolto la sua denuncia e alla pm Antonella Barbera. Il giudice, poi, le ha dato ragione, sia pur riconoscendo la violenza sessuale nella modalità “più lieve” prevista dalla legge, concedendo quindi all’imputato le attenuanti generiche e la sospensione condizionale della pena (dovrà comunque frequentare obbligatoriamente un corso sui reati sessuali).
La sentenza, dunque, non ha accolto la richiesta del pm di una pena di sei anni e mezzo di reclusione. Una richiesta in cui si ipotizzava, a carico del ristoratore, anche l’abuso di autorità. Ora l’avvocato Alice Novarese, che ha assistito la giovane vittima, attende le motivazioni della sentenza avendo comunque acquisito con soddisfazione la condanna dell’imputato a un anno e mezzo.

Il sabato del villaggio
04.11.24 - Riceviamo e pubblichiamo una lettera che ci ha inviato un nostro lettore. Giulio in poche righe ci racconta il sabato di Barriera, facendo riferimento ironicamente alla lirica di Giacomo Leopardi intitolata "Il sabato del villaggio". Qui però non si parla della donzelletta che vien dalla campagna e che reca in mano un mazzolin di rose e di viole. E la festa che si preannuncia non è quella fatta di bei momenti di incontro e che riempie i cuori di gioia e speranza. Protagonisti della narrazione sono gli spacciatori che attendono felici il sabato perché sanno che faranno grossi affari. Alla fine della giornata, infatti, potranno dilettarsi contando il denaro guadagnato illecitamente, vendendo dosi di veleno. Questa, scrive Giulio, è la festa che si prepara nel quartiere ogni sabato. Una festa per pochi (si fa per dire) disonesti.
IL SABATO DEL VILLAGGIO
"Il miglior modo di nascondere un tesoro è posizionarlo sotto gli occhi di tutti. Così recita un detto che risale all'antica Roma. Lo usavano i patrizi. Oggi invece è fonte di ispirazione per gli spacciatori che occupano le panchine di Largo Palermo. Un posto diventato da tempo uno squallido crocevia di persone. Il flusso è interminabile, costante, a tutte le ore. È ideale per chi delinque almeno per due motivi: perché ci sono innumerevoli vie di fuga, ma soprattutto per la totale assenza di controlli, in particolare nel giorno più fruttuoso e redditizio della settimana per i venditori di droga in Barriera. Insomma, non sarà esattamente come quello leopardiano, ma anche questo è il sabato del villaggio, del nostro villaggio purtroppo".
IL SABATO DEL VILLAGGIO
"Il miglior modo di nascondere un tesoro è posizionarlo sotto gli occhi di tutti. Così recita un detto che risale all'antica Roma. Lo usavano i patrizi. Oggi invece è fonte di ispirazione per gli spacciatori che occupano le panchine di Largo Palermo. Un posto diventato da tempo uno squallido crocevia di persone. Il flusso è interminabile, costante, a tutte le ore. È ideale per chi delinque almeno per due motivi: perché ci sono innumerevoli vie di fuga, ma soprattutto per la totale assenza di controlli, in particolare nel giorno più fruttuoso e redditizio della settimana per i venditori di droga in Barriera. Insomma, non sarà esattamente come quello leopardiano, ma anche questo è il sabato del villaggio, del nostro villaggio purtroppo".

Barriera violenta
02.11.24 - Senza alcun motivo, almeno apparente, hanno devastato vetrate e serrande di un negozio di kebab di corso Giulio Cesare, poco lontano da via Scarlatti, nel cuore della notte. È l’una e mezza di sabato 2 novembre, il giorno dei morti, in cui ci si aspetterebbe che la città fosse piuttosto sonnolenta, magari anche un po’ spettrale. Invece in giro per le strade di Barriera c’è, anche a quest’ora, chi ha ben altro da fare che starsene in santa pace con il pensiero rivolto ai propri defunti. Tre uomini di colore, forse di origini centrafricane, cercano grane. Hanno voglia di seminare paura e violenza. Per questo si fermano nel locale e iniziano a demolire tutto ciò che capita loro a tiro.
Il titolare e i dipendenti si spaventano e decidono di non raccogliere il guanto della sfida. All’attacco rispondono gandhianamente. Ma nemmeno la resistenza passiva calma i furfanti, forse in preda a stupore alcolico o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Anzi. Descritti dal proprietario dell’attività come tre furie, fanno a pezzi il dehors e poi si allontanano. Per ritornare poco dopo e replicare le scene di violenza, quando si accorgono che il negozio è stato chiuso. Sul posto arriva la Polizia. Uno dei dipendenti viene portato in ospedale perché è stato ferito alla testa e a un braccio. Secondo alcuni testimoni almeno uno dei tre lo avrebbero acciuffato. Ma a dare un volto agli altri due saranno comunque gli occhi elettronici presenti in zona.
La segnalazione ci è stata fatta dalla capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino. “Sarebbe opportuno che la Città di Torino, l'assessore alla Sicurezza, il Prefetto e il Questore mettessero in campo azioni concrete e risolutive per tutelare commercianti e cittadini del quartiere costretti a subire costanti aggressioni e minacce mentre sono al lavoro o si trovano nel posto sbagliato nel momento sbagliato” afferma Marino.
Il titolare e i dipendenti si spaventano e decidono di non raccogliere il guanto della sfida. All’attacco rispondono gandhianamente. Ma nemmeno la resistenza passiva calma i furfanti, forse in preda a stupore alcolico o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Anzi. Descritti dal proprietario dell’attività come tre furie, fanno a pezzi il dehors e poi si allontanano. Per ritornare poco dopo e replicare le scene di violenza, quando si accorgono che il negozio è stato chiuso. Sul posto arriva la Polizia. Uno dei dipendenti viene portato in ospedale perché è stato ferito alla testa e a un braccio. Secondo alcuni testimoni almeno uno dei tre lo avrebbero acciuffato. Ma a dare un volto agli altri due saranno comunque gli occhi elettronici presenti in zona.
La segnalazione ci è stata fatta dalla capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino. “Sarebbe opportuno che la Città di Torino, l'assessore alla Sicurezza, il Prefetto e il Questore mettessero in campo azioni concrete e risolutive per tutelare commercianti e cittadini del quartiere costretti a subire costanti aggressioni e minacce mentre sono al lavoro o si trovano nel posto sbagliato nel momento sbagliato” afferma Marino.

Due arresti per spaccio
02.11.24 - Due uomini di origini senegalesi, di 41 e di 20 anni, sono stati arrestati in Barriera di Milano perché trovati in possesso di circa 2 chili di crack e cocaina pronti allo smercio. È successo nei giorni scorsi, durante un pattugliamento nell’ambito dell’operazione “Strade sicure”.
I poliziotti del Commissariato Barriera di Milano insieme con i militari dell’Esercito e personale della Questura stanno perlustrando la zona di piazza Foroni, come di routine, quando all’improvviso un uomo in tuta da ginnastica, appena uscito da un palazzo, dopo essersi accorto della presenza delle forze dell’ordine, si affretta a rientrare nel portone. La scena insospettisce gli agenti che lo fermano. Si tratta di un senegalese di 41 anni che afferma di essere uscito di casa con l’intenzione di andare a fare sport, ma da accertamenti emerge che è agli arresti domiciliari e sotto sorveglianza speciale.
Il suo comportamento furtivo lascia inoltre intuire che abbia ben altro da nascondere. A questo punto si precede con la perquisizione dell’appartamento. All’interno gli agenti trovano un ventenne che fornisce loro false generalità, fingendo di essere un minorenne. Su un mobile della cucina c’è un sacchetto contenente quasi 200 grammi di cocaina. Nel bagno, rimuovendo la parte superiore della lavatrice, i poliziotti scovano oltre un migliaio di dosi di cocaina e di crack, già pronte allo smercio, e in più materiale utile al confezionamento. Nascosta dentro due zaini, viene anche rivenuta una cospicua somma di denaro in banconote di piccolo taglio, per un ammontare complessivo di oltre 78mila euro.
Per entrambi sono scattate le manette per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Il quarantunenne dovrà pure rispondere del reato di evasione, mentre il ventenne sarà accusato anche per aver dichiarato false generalità.
“Nell’ambito del progetto Strade Sicure, che vede il concorso di personale delle forze dell’ordine e di militari dell’Esercito italiano, nel quartiere Barriera di Milano, dal 1° gennaio al 30 settembre 2024, la Polizia di Stato ha effettuato 387 servizi – spiega una nota diffusa dall’Ufficio stampa della Questura -. Sebbene i pattugliamenti abbiano in via prioritaria scopo di deterrenza, essendo finalizzati alla prevenzione di reati e condotte illecite, in detto periodo sono state comunque tratte in arresto una trentina di persone e denunciate oltre sessanta. Complessivamente, inoltre, sono state controllate oltre 6300 persone”.
I poliziotti del Commissariato Barriera di Milano insieme con i militari dell’Esercito e personale della Questura stanno perlustrando la zona di piazza Foroni, come di routine, quando all’improvviso un uomo in tuta da ginnastica, appena uscito da un palazzo, dopo essersi accorto della presenza delle forze dell’ordine, si affretta a rientrare nel portone. La scena insospettisce gli agenti che lo fermano. Si tratta di un senegalese di 41 anni che afferma di essere uscito di casa con l’intenzione di andare a fare sport, ma da accertamenti emerge che è agli arresti domiciliari e sotto sorveglianza speciale.
Il suo comportamento furtivo lascia inoltre intuire che abbia ben altro da nascondere. A questo punto si precede con la perquisizione dell’appartamento. All’interno gli agenti trovano un ventenne che fornisce loro false generalità, fingendo di essere un minorenne. Su un mobile della cucina c’è un sacchetto contenente quasi 200 grammi di cocaina. Nel bagno, rimuovendo la parte superiore della lavatrice, i poliziotti scovano oltre un migliaio di dosi di cocaina e di crack, già pronte allo smercio, e in più materiale utile al confezionamento. Nascosta dentro due zaini, viene anche rivenuta una cospicua somma di denaro in banconote di piccolo taglio, per un ammontare complessivo di oltre 78mila euro.
Per entrambi sono scattate le manette per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Il quarantunenne dovrà pure rispondere del reato di evasione, mentre il ventenne sarà accusato anche per aver dichiarato false generalità.
“Nell’ambito del progetto Strade Sicure, che vede il concorso di personale delle forze dell’ordine e di militari dell’Esercito italiano, nel quartiere Barriera di Milano, dal 1° gennaio al 30 settembre 2024, la Polizia di Stato ha effettuato 387 servizi – spiega una nota diffusa dall’Ufficio stampa della Questura -. Sebbene i pattugliamenti abbiano in via prioritaria scopo di deterrenza, essendo finalizzati alla prevenzione di reati e condotte illecite, in detto periodo sono state comunque tratte in arresto una trentina di persone e denunciate oltre sessanta. Complessivamente, inoltre, sono state controllate oltre 6300 persone”.
Ottobre 2024

In carcere il rapinatore della farmacia Sempione
31.10.24 - Gli agenti di pattuglia non hanno dubbi quando lo notano in via Montanaro. È lui l’uomo che poche ore prima ha rapinato la farmacia Sempione (fatto raccontato dal nostro sito in data 22 ottobre). E’ lui perché indossa la stessa felpa che aveva quando le videocamere di sorveglianza lo hanno immortalato. Così, nel cuore della notte, la volante del Commissariato Barriera di Milano lo ferma senza alcuna esitazione. Lui cerca di sottrarsi al controllo, ma invano.
A dare la notizia è una nota diffusa dall’ufficio stampa della Questura di Torino. Si tratta di un italiano di trentanove anni che ora dovrà rispondere dell’accusa di rapina aggravata. Gli inquirenti erano riusciti a dare subito un volto all’autore del crimine grazie alle immagini raccolte degli occhi elettronici del negozio. L’uomo era entrato in farmacia, intorno alle 11,30 di lunedì 21 ottobre, aveva raggiunto il dottore dietro il bancone e, armato di taglierino, si era fatto consegnare l’incasso. In tutto 300 euro. Poi si era dileguato, forse convinto di averla fatta franca.
Alla fine, invece, lo ha incastrato quella felpa rossa con il cappuccio in pelliccia che indossava quando ha commesso il reato e che non si è premurato di cambiarsi. Agli agenti non poteva essere passata inosservata, vedendo i filmati. Infatti. Per il trentanovenne si sono aperte le porte del carcere.
A dare la notizia è una nota diffusa dall’ufficio stampa della Questura di Torino. Si tratta di un italiano di trentanove anni che ora dovrà rispondere dell’accusa di rapina aggravata. Gli inquirenti erano riusciti a dare subito un volto all’autore del crimine grazie alle immagini raccolte degli occhi elettronici del negozio. L’uomo era entrato in farmacia, intorno alle 11,30 di lunedì 21 ottobre, aveva raggiunto il dottore dietro il bancone e, armato di taglierino, si era fatto consegnare l’incasso. In tutto 300 euro. Poi si era dileguato, forse convinto di averla fatta franca.
Alla fine, invece, lo ha incastrato quella felpa rossa con il cappuccio in pelliccia che indossava quando ha commesso il reato e che non si è premurato di cambiarsi. Agli agenti non poteva essere passata inosservata, vedendo i filmati. Infatti. Per il trentanovenne si sono aperte le porte del carcere.

Botte ai giardini dei mille dolori
31.10.24 - Siamo a due passi da Barriera. Siamo nei giardini che portano il nome di un'altissimo esempio mondiale di pace, tolleranza e carità. Invece i giardini Madre Teresa di Calcutta sono luogo di lite, rabbia e odio.
In questa ultima settimana di ottobre che conduce ai giorni della preghiera, della devozione e della meditazione, lo spicchio verde di realtà urbana nel quartiere Aurora è stato devastato per l’ennesima volta da urla, pugni, calci e lancio di oggetti. La rissa è scoppiata verso le 13.30 e ha coinvolto decine di persone. In un attimo, l’area di “gioco e svago” tra corso Vercelli e corso Giulio Cesare si è trasformata in una bolgia, con diversi residenti affacciati alle finestre ad assistere a questo nuovo episodio di barbarie metropolitana.
In questi casi si parla di microcriminalità, ma ormai c’è da chiedersi cosa ci sia di “micro” nel quotidiano scempio della vita civica in un giardino (destinato soprattutto ai bambini) nella città capoluogo del Piemonte. Gli abitanti della zona segnalano da tempo il ripetersi di zuffe, atti vandalici e spaccio alla luce del sole (e della luna).
I giardini Madre Teresa di Calcutta, tra l’altro, avevano beneficiato a inizio anno di una sensibile opera di riqualificazione da 460.000 euro (con inaugurazione a marzo). Peccato che la fontana e la pavimentazione dell’area giochi siano state danneggiate due volte fra fine agosto e inizio settembre, costringendo il Comune a spendere altro denaro pubblico per risistemare le cose.
Nella recentissima rissa, invece, sono stati divelti e usati come oggetti contundenti alcuni dei nuovi cestini per i rifiuti. Altri soldi sottratti alla vita civile da bande di disgraziati, spesso in preda a crack e a caccia di cittadini da molestare o derubare.
I giardini sono monitorati da sei telecamere. Si riuscirà a individuare qualcuno di questi facinorosi dediti al cosiddetto "microcrimine"? Ci appelliamo a tutti i Santi che si celebrano il primo novembre. Amen.
In questa ultima settimana di ottobre che conduce ai giorni della preghiera, della devozione e della meditazione, lo spicchio verde di realtà urbana nel quartiere Aurora è stato devastato per l’ennesima volta da urla, pugni, calci e lancio di oggetti. La rissa è scoppiata verso le 13.30 e ha coinvolto decine di persone. In un attimo, l’area di “gioco e svago” tra corso Vercelli e corso Giulio Cesare si è trasformata in una bolgia, con diversi residenti affacciati alle finestre ad assistere a questo nuovo episodio di barbarie metropolitana.
In questi casi si parla di microcriminalità, ma ormai c’è da chiedersi cosa ci sia di “micro” nel quotidiano scempio della vita civica in un giardino (destinato soprattutto ai bambini) nella città capoluogo del Piemonte. Gli abitanti della zona segnalano da tempo il ripetersi di zuffe, atti vandalici e spaccio alla luce del sole (e della luna).
I giardini Madre Teresa di Calcutta, tra l’altro, avevano beneficiato a inizio anno di una sensibile opera di riqualificazione da 460.000 euro (con inaugurazione a marzo). Peccato che la fontana e la pavimentazione dell’area giochi siano state danneggiate due volte fra fine agosto e inizio settembre, costringendo il Comune a spendere altro denaro pubblico per risistemare le cose.
Nella recentissima rissa, invece, sono stati divelti e usati come oggetti contundenti alcuni dei nuovi cestini per i rifiuti. Altri soldi sottratti alla vita civile da bande di disgraziati, spesso in preda a crack e a caccia di cittadini da molestare o derubare.
I giardini sono monitorati da sei telecamere. Si riuscirà a individuare qualcuno di questi facinorosi dediti al cosiddetto "microcrimine"? Ci appelliamo a tutti i Santi che si celebrano il primo novembre. Amen.

Ladri d'auto in azione beccati dai vigili
28.10.24 - Due topi d’auto sono stati pizzicati mentre stavano cercando di aprire un veicolo parcheggiato in via Gottardo. Succede oggi tra le 10,30 e le 11. Succede a pochi isolati dall’incrocio con via Martorelli dove si è appena consumato l’incidente (di cui vi abbiamo dato notizia) tra una Jeep Compass e una Fiat Punto. La segnalazione ci è stata fatta da un nostro lettore.
La Polizia municipale è ancora impegnata a effettuare i rilievi quando all’improvviso arriva un uomo visibilmente trafelato che chiede aiuto agli agenti: “In via Gottardo 73 ci sono due ladri che mi stanno forzando l’auto. Fate qualcosa, per favore!”. I vigili chiamano i rinforzi e intervengono senza esitazione. Sul posto sopraggiungono in tutto cinque pattuglie che beccano sul fatto i due malviventi. Si tratta di un italiano e di un nordafricano, per i quali scattano subito le manette.
L’auto nel mirino è un’Audi A3 che appartiene a un dipendente della carrozzeria situata poco lontano dal civico 73 di via Gottardo.
La Polizia municipale è ancora impegnata a effettuare i rilievi quando all’improvviso arriva un uomo visibilmente trafelato che chiede aiuto agli agenti: “In via Gottardo 73 ci sono due ladri che mi stanno forzando l’auto. Fate qualcosa, per favore!”. I vigili chiamano i rinforzi e intervengono senza esitazione. Sul posto sopraggiungono in tutto cinque pattuglie che beccano sul fatto i due malviventi. Si tratta di un italiano e di un nordafricano, per i quali scattano subito le manette.
L’auto nel mirino è un’Audi A3 che appartiene a un dipendente della carrozzeria situata poco lontano dal civico 73 di via Gottardo.

Scontro all'incrocio
28.10.24 - Comincia male la settimana per i conducenti dei due veicoli che si sono scontrati nella mattinata tra le vie Gottardo e Martorelli. A causare l’incidente almeno un paio di comportamenti scorretti: sicuramente da una parte non è stata data una precedenza forse per colpa di una distrazione o della scarsa visibilità, ma forse dall'altra anche la velocità, non proprio moderata, ha giocato un ruolo determinante.
Intorno alle 10 del mattino, una Punto blu mentre sta percorrendo via Gottardo non si ferma all’incrocio con via Martorelli. L’auto che la precede, svoltando a destra, riduce notevolmente il campo visivo al conducente che quindi si convince di poter passare perché la strada sembrerebbe libera. In realtà, secondo le prime ricostruzioni, proprio da destra sta arrivando, non esattamente a velocità di crociera, una Jeep Compass rossa che pertanto compare all’improvviso. Tra i due veicoli l’impatto è violento, come dimostrano i danni riportati. Il Suv finisce sul marciapiedi che sovrasta il trincerone e abbatte un palo. Nessuno si fa particolarmente male, ma lo choc per tutti è molto forte.
Sul posto sopraggiungono per i primi i Vigili del Fuoco e poi la Polizia municipale per effettuare le rilevazioni.
Intorno alle 10 del mattino, una Punto blu mentre sta percorrendo via Gottardo non si ferma all’incrocio con via Martorelli. L’auto che la precede, svoltando a destra, riduce notevolmente il campo visivo al conducente che quindi si convince di poter passare perché la strada sembrerebbe libera. In realtà, secondo le prime ricostruzioni, proprio da destra sta arrivando, non esattamente a velocità di crociera, una Jeep Compass rossa che pertanto compare all’improvviso. Tra i due veicoli l’impatto è violento, come dimostrano i danni riportati. Il Suv finisce sul marciapiedi che sovrasta il trincerone e abbatte un palo. Nessuno si fa particolarmente male, ma lo choc per tutti è molto forte.
Sul posto sopraggiungono per i primi i Vigili del Fuoco e poi la Polizia municipale per effettuare le rilevazioni.

Rapina in pieno giorno alla farmacia Sempione
21.10.24 Entra in farmacia con un taglierino in pugno, raggiunge senza esitazione il dottore dietro il bancone e gli intima di consegnargli l'incasso. In tutto riesce a rimediare qualche centinaio di euro. La rapina si consuma intorno alle 11,30, in una manciata di minuti appena, un lasso di tempo senza fine per chi subisce la minaccia e per le persone presenti. Teatro della rapina, la farmacia Sempione di corso Giulio Cesare all'angolo con via Cherubini.
Il malvivente sarebbe, a quanto pare, un tossico che bazzica in zona, con alle spalle un passato non proprio limpido. Trattandosi di persona nota alle forze dell'ordine è probabile che per gli inquirenti abbia già un volto e un nome. Il che favorirà la caccia all'uomo.
Non è la prima rapina ai danni di questa farmacia. Nel 2021 il negozio ne subì addirittura tre.
Il malvivente sarebbe, a quanto pare, un tossico che bazzica in zona, con alle spalle un passato non proprio limpido. Trattandosi di persona nota alle forze dell'ordine è probabile che per gli inquirenti abbia già un volto e un nome. Il che favorirà la caccia all'uomo.
Non è la prima rapina ai danni di questa farmacia. Nel 2021 il negozio ne subì addirittura tre.

Nuova violenza al San Giovanni Bosco
12.10.24 - Le aggressioni al personale medico e infermieristico sono ormai all’ordine (anzi “al disordine) del giorno. In tutta Italia si susseguono atti di intemperanza, di vandalismo e di plateale violenza. Al punto che il personale sanitario di pronto soccorso (il più esposto) chiede il trasferimento ad altri reparti oppure si dimette.
Naturalmente in Barriera di Milano non ci facciamo mancare una casistica di questo genere. L’ultimo episodio si verifica nella notte dell’11 ottobre all’ospedale San Giovanni Bosco. E’ già tardi quando un ventisettenne arriva al pronto soccorso lamentandosi di alcuni problemi. Di che pasta sia fatto questo signore lo si comincia già a comprendere per l’incivile atteggiamento che tiene in sala d’attesa, dove si trastulla ascoltando musica a tutto volume con il telefonino. A parte la solenne maleducazione che dimostra, egli fa sorgere pure qualche dubbio sulla veridicità delle lamentele con cui si è presentato. Una persona che sta male non ha la tendenza a sollazzarsi con musica e video. Comunque, una infermiera si becca brutte minacce solo perché gli chiede di abbassare il volume, in quanto sta disturbando altre persone in autentica sofferenza (eppure silenziose, pazienti e diligenti).
Naturalmente il gentiluomo viene dimesso perché i sanitari non riscontrano alcun malessere. L’esemplare umano non accetta la mancata diagnosi e si scaglia contro la porta dell’ufficio sanitario colpendola rabbiosamente con pugni e calci. Il personale richiede allora l’immediato intervento dei Carabinieri. Il Nucleo radiomobile reagisce tempestivamente e arriva in pochi minuti sul posto dove blocca l’esagitato e lo arresta per “danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale”. Successivamente, l’autorità giudiziaria dispone per lui gli arresti domiciliari.
Dispiace dirlo, ma le sanzioni dovrebbero essere assolutamente maggiori. Il problema resta quello di una eccessiva tenuità dei provvedimenti dinanzi a comportamenti che, invece, sono gravi perché turbano la civile convivenza e scuotono nervi già abbastanza scossi. Per ora accontentiamoci che non ci siano stati troppi danni.
Naturalmente in Barriera di Milano non ci facciamo mancare una casistica di questo genere. L’ultimo episodio si verifica nella notte dell’11 ottobre all’ospedale San Giovanni Bosco. E’ già tardi quando un ventisettenne arriva al pronto soccorso lamentandosi di alcuni problemi. Di che pasta sia fatto questo signore lo si comincia già a comprendere per l’incivile atteggiamento che tiene in sala d’attesa, dove si trastulla ascoltando musica a tutto volume con il telefonino. A parte la solenne maleducazione che dimostra, egli fa sorgere pure qualche dubbio sulla veridicità delle lamentele con cui si è presentato. Una persona che sta male non ha la tendenza a sollazzarsi con musica e video. Comunque, una infermiera si becca brutte minacce solo perché gli chiede di abbassare il volume, in quanto sta disturbando altre persone in autentica sofferenza (eppure silenziose, pazienti e diligenti).
Naturalmente il gentiluomo viene dimesso perché i sanitari non riscontrano alcun malessere. L’esemplare umano non accetta la mancata diagnosi e si scaglia contro la porta dell’ufficio sanitario colpendola rabbiosamente con pugni e calci. Il personale richiede allora l’immediato intervento dei Carabinieri. Il Nucleo radiomobile reagisce tempestivamente e arriva in pochi minuti sul posto dove blocca l’esagitato e lo arresta per “danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale”. Successivamente, l’autorità giudiziaria dispone per lui gli arresti domiciliari.
Dispiace dirlo, ma le sanzioni dovrebbero essere assolutamente maggiori. Il problema resta quello di una eccessiva tenuità dei provvedimenti dinanzi a comportamenti che, invece, sono gravi perché turbano la civile convivenza e scuotono nervi già abbastanza scossi. Per ora accontentiamoci che non ci siano stati troppi danni.

Lo scempio di via Bologna 267
12.10.24 - Oggi pubblichiamo il racconto inviatoci da un lettore. E' uno sconsolato e indignato cittadino di Barriera. Conosce bene la barbarie che quotidianamente si consuma in via Bologna 267, città di Torino, nel terzo millennio dell’era cristiana. Noi non aggiungiamo nulla. Non c’è bisogno di commenti.
“Cari amici di Facciamo Barriera, voglio raccontarvi cosa è successo ieri sera (11 ottobre 2024, ndr) quando alcuni zingari hanno tentato di forzare la serratura di un appartamento Atc in via Bologna 267, presumibilmente per entrare e occuparlo, come lì accade ormai con impressionante frequenza. La signora che abita nell’alloggio di fronte ha 94 anni, ma li ha comunque affrontati animatamente, senza timori, rientrando un attimo dopo dentro la propria abitazione per chiamare al telefono i Carabinieri. I militari, ascoltando l’accorata richiesta dell’anziana cittadina, sono giunti prontamente sul posto, ma i malintenzionati, nel frattempo, se l’erano data a gambe levate ancor più velocemente di loro. Gli stessi Carabinieri hanno provato ad allertare Atc, ma pare non siano riusciti ad avere risposta nemmeno chiamando il numero verde. Insomma, ieri sera la faccenda è finita così, nel nulla.
Stamattina (sabato 12 ottobre, ndr), una signora stava uscendo da quello stesso stabile per le faccende quotidiane quando alcuni “personaggi” – della medesima pasta di quelli che ieri volevano occupare l’appartamento (e non fatemi usare altri aggettivi) – le hanno lanciato contro, dal piano terra in cui "vivono", un oggetto abbastanza grosso e pesante, colpendola al petto (dove peraltro ha i postumi di un intervento chirurgico). Solo per caso le conseguenze di questo gesto aggressivo e insultante non sono state devastanti.
Insomma, cari amici, è un casino totale. Lì fuori vivacchia una marea di persone di dubbia provenienza. Sempre lì fuori ci sono furgoni, furgoncini, camper e di tutto di più. Proprio oggi, in via Bologna 267, si è recata di nuovo una troupe di Mediaset perché la faccenda sta diventando nota a livello nazionale. A proposito, i Carabinieri intervenuti ieri sera sono rimasti esterrefatti per la situazione in cui si vive in quella terra di nessuno, ma non hanno potuto fare niente. I residenti li hanno anche informati del fatto che nei furgoni parcheggiati in cortile, presumibilmente, c'è della refurtiva. Niente.
Tutte le parole, tutte le segnalazioni, tutte le denunce finiscono come il fumo che sale in cielo e si disperde nel vento. I poveretti che hanno la sfortuna di abitare in quell’inferno non sanno più cosa fare, a chi rivolgersi e a quale santo mandare le loro preghiere. Io la mia preghiera la faccio a voi, di pubblicare per favore questo piccolo racconto di strazio ordinario e straordinario. Grazie”.
“Cari amici di Facciamo Barriera, voglio raccontarvi cosa è successo ieri sera (11 ottobre 2024, ndr) quando alcuni zingari hanno tentato di forzare la serratura di un appartamento Atc in via Bologna 267, presumibilmente per entrare e occuparlo, come lì accade ormai con impressionante frequenza. La signora che abita nell’alloggio di fronte ha 94 anni, ma li ha comunque affrontati animatamente, senza timori, rientrando un attimo dopo dentro la propria abitazione per chiamare al telefono i Carabinieri. I militari, ascoltando l’accorata richiesta dell’anziana cittadina, sono giunti prontamente sul posto, ma i malintenzionati, nel frattempo, se l’erano data a gambe levate ancor più velocemente di loro. Gli stessi Carabinieri hanno provato ad allertare Atc, ma pare non siano riusciti ad avere risposta nemmeno chiamando il numero verde. Insomma, ieri sera la faccenda è finita così, nel nulla.
Stamattina (sabato 12 ottobre, ndr), una signora stava uscendo da quello stesso stabile per le faccende quotidiane quando alcuni “personaggi” – della medesima pasta di quelli che ieri volevano occupare l’appartamento (e non fatemi usare altri aggettivi) – le hanno lanciato contro, dal piano terra in cui "vivono", un oggetto abbastanza grosso e pesante, colpendola al petto (dove peraltro ha i postumi di un intervento chirurgico). Solo per caso le conseguenze di questo gesto aggressivo e insultante non sono state devastanti.
Insomma, cari amici, è un casino totale. Lì fuori vivacchia una marea di persone di dubbia provenienza. Sempre lì fuori ci sono furgoni, furgoncini, camper e di tutto di più. Proprio oggi, in via Bologna 267, si è recata di nuovo una troupe di Mediaset perché la faccenda sta diventando nota a livello nazionale. A proposito, i Carabinieri intervenuti ieri sera sono rimasti esterrefatti per la situazione in cui si vive in quella terra di nessuno, ma non hanno potuto fare niente. I residenti li hanno anche informati del fatto che nei furgoni parcheggiati in cortile, presumibilmente, c'è della refurtiva. Niente.
Tutte le parole, tutte le segnalazioni, tutte le denunce finiscono come il fumo che sale in cielo e si disperde nel vento. I poveretti che hanno la sfortuna di abitare in quell’inferno non sanno più cosa fare, a chi rivolgersi e a quale santo mandare le loro preghiere. Io la mia preghiera la faccio a voi, di pubblicare per favore questo piccolo racconto di strazio ordinario e straordinario. Grazie”.

Il prefetto: "Avanti nel recupero case occupate"
12.10.24 - Un anno dopo il suo insediamento come rappresentante del Governo a Torino, il prefetto Donato Cafagna propone un bilancio della situazione nel capoluogo piemontese, concentrandosi soprattutto sul fronte caldo dell’ordine pubblico e del contrasto alla delinquenza. Per evitare esercizi retorici fatti solo di opinioni e intendimenti, il prefetto fornisce una serie di cifre significative (fatti concreti e non racconti).
Per noi di Barriera, è importante la problematica delle occupazioni abusive, soprattutto degli alloggi Atc: «Nel corso del 2024 – precisa Cafagna – in città sono stati recuperati 76 alloggi. In una trentina di occasioni si è dovuto fare ricorso all'ausilio delle forze dell'ordine. Certamente andremo avanti su questa strada adoperandoci anche per evitare nuove occupazioni abusive».
Poi, la dura quotidiana lotta alla delinquenza: «considerando i primi nove mesi del 2024 – dice il prefetto – sono stati effettuati in città 143 servizi cosiddetti “ad alto impatto” con l’impiego di 4.000 uomini e donne delle forze dell'ordine, unitamente a 400 agenti di polizia locale. Gli interventi sono stati eseguiti, in particolare, su aree cittadine ritenute “critiche” per fenomeni di spaccio e movida, ma anche altrove, per esempio nelle stazioni ferroviarie. In totale, sono 15.000 le persone controllate, 1.840 i veicoli sottoposti ad accertamenti, 711 gli esercizi pubblici verificati».
Cafagna si è sempre dimostrato sensibile nei confronti della questione mafiosa e delle infiltrazioni della ‘ndrangheta in ambito torinese: «a partire dal 2022 – comunica il rappresentante territoriale del Ministero dell'Interno – sono state emesse 90 interdittive. Esse hanno interessato ditte e società che operano nel campo delle costruzioni edili, ma anche nei settori delle carrozzerie e della ristorazione. Sul problema delle infiltrazioni c'è la massima attenzione da parte nostra perché il fenomeno mafioso può arrivare a smantellare un tessuto economico sano».
Infine, l’invito rivolto a tutti i cittadini affinché, in presenza di reati, non si girino dall’altra parte, ma denuncino e informino: «solo in questo modo la collaborazione fra cittadinanza e istituzioni diventa fruttuosa e virtuosa».
Per noi di Barriera, è importante la problematica delle occupazioni abusive, soprattutto degli alloggi Atc: «Nel corso del 2024 – precisa Cafagna – in città sono stati recuperati 76 alloggi. In una trentina di occasioni si è dovuto fare ricorso all'ausilio delle forze dell'ordine. Certamente andremo avanti su questa strada adoperandoci anche per evitare nuove occupazioni abusive».
Poi, la dura quotidiana lotta alla delinquenza: «considerando i primi nove mesi del 2024 – dice il prefetto – sono stati effettuati in città 143 servizi cosiddetti “ad alto impatto” con l’impiego di 4.000 uomini e donne delle forze dell'ordine, unitamente a 400 agenti di polizia locale. Gli interventi sono stati eseguiti, in particolare, su aree cittadine ritenute “critiche” per fenomeni di spaccio e movida, ma anche altrove, per esempio nelle stazioni ferroviarie. In totale, sono 15.000 le persone controllate, 1.840 i veicoli sottoposti ad accertamenti, 711 gli esercizi pubblici verificati».
Cafagna si è sempre dimostrato sensibile nei confronti della questione mafiosa e delle infiltrazioni della ‘ndrangheta in ambito torinese: «a partire dal 2022 – comunica il rappresentante territoriale del Ministero dell'Interno – sono state emesse 90 interdittive. Esse hanno interessato ditte e società che operano nel campo delle costruzioni edili, ma anche nei settori delle carrozzerie e della ristorazione. Sul problema delle infiltrazioni c'è la massima attenzione da parte nostra perché il fenomeno mafioso può arrivare a smantellare un tessuto economico sano».
Infine, l’invito rivolto a tutti i cittadini affinché, in presenza di reati, non si girino dall’altra parte, ma denuncino e informino: «solo in questo modo la collaborazione fra cittadinanza e istituzioni diventa fruttuosa e virtuosa».

Rom in agitazione dopo lo sgombero in via Cimarosa
05.10.24 - C’è fermento nel complesso Atc di via Bologna 267 in cui i rom hanno occupato da tempo alcuni appartamenti vuoti. E forse non è un caso. Le “grandi manovre” nel cortile degli orrori sono iniziate nel pomeriggio di venerdì 4 ottobre, mentre in via Cimarosa era in corso l’operazione di sgombero dell’alloggio al civico 30 interno 11, dove si era sistemata, senza averne diritto, la cinquantenne rom Italia S., sottoposta peraltro a una misura alternativa alla detenzione.
“È da ieri che sono in movimento – ci raccontano i residenti -. Hanno svuotato le cantine e il furgone parcheggiato in cortile. E poi li abbiamo visti sistemare tutto quanto sui camper fermi vicino al capolinea del 18, in piazza Sofia. Probabilmente hanno portato via dagli appartamenti e dagli spazi occupati le refurtive, temendo che le forze dell’ordine facessero un blitz anche qui. Infatti, tra i rifiuti oggi c’erano alcuni passaporti svizzeri appartenenti senza alcun dubbio a persone derubate dei loro averi”.
La notte gli abusivi l’hanno passata sui tanti furgoni parcheggiati sotto finestre e balconi dei residenti. I bambini hanno giocato e urlato fino a tardi. Poi c’è stato il solito lancio di petardi, forse per rendere ancora più difficile la convivenza, se ce ne fosse bisogno, con chi abita qui ed è stanco di sentirsi ostaggio di questi perdigiorno. Solite scene anche al risveglio: cassonetti stracolmi di schifezze, monnezza ovunque, il cortile invaso da auto e camper e scambiato per una latrina a cielo aperto.
“È da ieri che sono in movimento – ci raccontano i residenti -. Hanno svuotato le cantine e il furgone parcheggiato in cortile. E poi li abbiamo visti sistemare tutto quanto sui camper fermi vicino al capolinea del 18, in piazza Sofia. Probabilmente hanno portato via dagli appartamenti e dagli spazi occupati le refurtive, temendo che le forze dell’ordine facessero un blitz anche qui. Infatti, tra i rifiuti oggi c’erano alcuni passaporti svizzeri appartenenti senza alcun dubbio a persone derubate dei loro averi”.
La notte gli abusivi l’hanno passata sui tanti furgoni parcheggiati sotto finestre e balconi dei residenti. I bambini hanno giocato e urlato fino a tardi. Poi c’è stato il solito lancio di petardi, forse per rendere ancora più difficile la convivenza, se ce ne fosse bisogno, con chi abita qui ed è stanco di sentirsi ostaggio di questi perdigiorno. Solite scene anche al risveglio: cassonetti stracolmi di schifezze, monnezza ovunque, il cortile invaso da auto e camper e scambiato per una latrina a cielo aperto.

Via Cimaorsa 30, alloggio occupato torna ad Atc
05.10.24 - Finalmente l’appartamento di via Cimarosa 30, interno 11, è rientrato nella disponibilità di Atc. Era stato occupato abusivamente da Italia S. una rom di 50 anni sottoposta a una misura alternativa alla detenzione. Grazie a un'operazione congiunta della Polizia d’intesa con il Risi (ex Nucleo Nomadi) della Polizia locale di Torino e con la collaborazione dei tecnici dell'Agenzia territoriale per la casa del Piemonte centrale che gestisce lo stabile di edilizia sociale, l’alloggio è stato sgomberato e messo in sicurezza. Al posto della vecchia porta ora ce n’è una allarmata e le finestre sono sprangate.
In passato già si erano effettuati altri interventi per allontanare gli anziani genitori della rom che si erano impossessati dell’appartamento. Al posto della famiglia più di recente è poi arrivata lei, Italia. Nei mesi scorsi i residenti varie volte hanno segnalato alle forze dell’ordine problemi di convivenza con la donna e con le persone che le gravitavano intorno. “Questa signora – ci riferiscono - riceveva continue visite da figli e nipoti, non proprio raccomandabili e spesso nell’alloggio si fermavano anche in venti”.
Nei suoi confronti era stata disposta una misura alternativa alla detenzione e lei all’autorità giudiziaria aveva dichiarato che il proprio domicilio era lì, in via Cimarosa 30, nell’alloggio occupato abusivamente. Per questo è dovuto intervenire il presidente del Tribunale in questi giorni. Venerdì 4 ottobre la polizia l’ha cercata per notificarle un atto. Niente da fare. Italia non è rincasata, ma intanto l’appartamento da lei occupato è stato recuperato e ora potrà essere assegnato a una famiglia veramente bisognosa con i requisiti per accedervi.
“Questo intervento, come diversi altri compiuti negli ultimi due mesi, è stato possibile solamente grazie a un importante lavoro coordinato tra i vari reparti della Polizia municipale, i servizi sociali della Città, l’Autorità giudiziaria e le altre Forze dell’ordine – ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza Marco Porcedda, che molto si è prodigato per riportare al serenità nel condominio Atc di via Cimarosa -. Come Città di Torino abbiamo più volte sottolineato che il maggior coinvolgimento di tutte le istituzioni può contribuire a determinare risposte concrete e durature a situazioni critiche per garantire un maggior senso di sicurezza e di legalità ai residenti, senza interventi isolati e muscolari, ma con una visione più integrata e a lungo termine”.
In passato già si erano effettuati altri interventi per allontanare gli anziani genitori della rom che si erano impossessati dell’appartamento. Al posto della famiglia più di recente è poi arrivata lei, Italia. Nei mesi scorsi i residenti varie volte hanno segnalato alle forze dell’ordine problemi di convivenza con la donna e con le persone che le gravitavano intorno. “Questa signora – ci riferiscono - riceveva continue visite da figli e nipoti, non proprio raccomandabili e spesso nell’alloggio si fermavano anche in venti”.
Nei suoi confronti era stata disposta una misura alternativa alla detenzione e lei all’autorità giudiziaria aveva dichiarato che il proprio domicilio era lì, in via Cimarosa 30, nell’alloggio occupato abusivamente. Per questo è dovuto intervenire il presidente del Tribunale in questi giorni. Venerdì 4 ottobre la polizia l’ha cercata per notificarle un atto. Niente da fare. Italia non è rincasata, ma intanto l’appartamento da lei occupato è stato recuperato e ora potrà essere assegnato a una famiglia veramente bisognosa con i requisiti per accedervi.
“Questo intervento, come diversi altri compiuti negli ultimi due mesi, è stato possibile solamente grazie a un importante lavoro coordinato tra i vari reparti della Polizia municipale, i servizi sociali della Città, l’Autorità giudiziaria e le altre Forze dell’ordine – ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza Marco Porcedda, che molto si è prodigato per riportare al serenità nel condominio Atc di via Cimarosa -. Come Città di Torino abbiamo più volte sottolineato che il maggior coinvolgimento di tutte le istituzioni può contribuire a determinare risposte concrete e durature a situazioni critiche per garantire un maggior senso di sicurezza e di legalità ai residenti, senza interventi isolati e muscolari, ma con una visione più integrata e a lungo termine”.

Scene di ordinaria follia
03.10.24 - Barriera, negli spazi dove il degrado e la delinquenza la fanno da padroni come, per esempio, nel famoso triangolo del crack, è sempre meno un luogo adatto ai bambini. Lo sa bene chi è genitore e per motivi svariati non può permettersi di lasciare il quartiere. E’ il caso di Stefania, una nostra lettrice, che vive in Barriera con la sua figlioletta di undici anni e che per ora non ha la possibilità di trasferirsi altrove.
“Alle 7,15 quando usciamo dal portone di via Elvo, per strada già troviamo gente che fuma crack di prima mattina e altri zombie con la siringa in mano pronti a iniettarsi una dose di veleno – ci scrive Stefania -. A tutte le ore del giorno l’aria è inquinata dal fumo che sale ai primi piani e raggiunge le abitazioni. I nostri figli sono costretti a respirare quella porcheria, sempre. Per non parlare dello spettacolo a cui dobbiamo assistere da balconi e finestre. Ieri, per esempio, c’era la drogata brasiliana, purtroppo ben nota qui, che si è messa a litigare con altre donne del suo calibro per poi arrivare alle mani”.
Criminalità, spaccio e consumo di droga, violenza e massimo degrado sotto il cielo di Barriera, che ormai è come il Bronx. I cittadini hanno paura di uscire di casa. Tutti, non solo gli anziani, anche i più giovani, le donne, chi si sente particolarmente indifeso. “Subiamo minacce ogni giorno – continua Stefania -. Oggi, poco prima delle 14, ho parcheggiato l’auto in via Elvo. I bambini con i loro zaini pesanti, al ritorno da scuola, non riuscivano a passare perché c’era il solito bivacco. La famosa drogata con i capelli neri che gira per il quartiere mezza nuda, se ne stava rantolante in mezzo alla spazzatura. Aveva buttato le sue cose per terra. Così ha iniziato a insultarci. Ci ha detto che dobbiamo andarcene da qui perché quest’area appartiene a loro”.
Pazienza gli insulti, anche se non fanno piacere. Ma altrettanto non si può dire delle minacce soprattutto quando arrivano da una persona priva di lucidità, conosciuta per le sue esplosioni di aggressività che spesso la portano a fare a botte anche con gli spacciatori. “Mi sono spaventata – conclude la lettrice -. Ho chiamato la polizia perché quella sbandata ci ha seguiti fin sotto casa, senza risparmiarci le intimidazioni del tipo ‘ora so dove trovarti’, ‘prima o poi ti faccio fuori’. Ovviamente le forze dell’ordine non hanno potuto fare nulla e mi hanno suggerito di presentare un esposto”. Già, l'ennesimo esposto, come sottolinea Stefania, che molto probabilmente ancora una volta non servirebbe a cambiare qualcosa.
“Alle 7,15 quando usciamo dal portone di via Elvo, per strada già troviamo gente che fuma crack di prima mattina e altri zombie con la siringa in mano pronti a iniettarsi una dose di veleno – ci scrive Stefania -. A tutte le ore del giorno l’aria è inquinata dal fumo che sale ai primi piani e raggiunge le abitazioni. I nostri figli sono costretti a respirare quella porcheria, sempre. Per non parlare dello spettacolo a cui dobbiamo assistere da balconi e finestre. Ieri, per esempio, c’era la drogata brasiliana, purtroppo ben nota qui, che si è messa a litigare con altre donne del suo calibro per poi arrivare alle mani”.
Criminalità, spaccio e consumo di droga, violenza e massimo degrado sotto il cielo di Barriera, che ormai è come il Bronx. I cittadini hanno paura di uscire di casa. Tutti, non solo gli anziani, anche i più giovani, le donne, chi si sente particolarmente indifeso. “Subiamo minacce ogni giorno – continua Stefania -. Oggi, poco prima delle 14, ho parcheggiato l’auto in via Elvo. I bambini con i loro zaini pesanti, al ritorno da scuola, non riuscivano a passare perché c’era il solito bivacco. La famosa drogata con i capelli neri che gira per il quartiere mezza nuda, se ne stava rantolante in mezzo alla spazzatura. Aveva buttato le sue cose per terra. Così ha iniziato a insultarci. Ci ha detto che dobbiamo andarcene da qui perché quest’area appartiene a loro”.
Pazienza gli insulti, anche se non fanno piacere. Ma altrettanto non si può dire delle minacce soprattutto quando arrivano da una persona priva di lucidità, conosciuta per le sue esplosioni di aggressività che spesso la portano a fare a botte anche con gli spacciatori. “Mi sono spaventata – conclude la lettrice -. Ho chiamato la polizia perché quella sbandata ci ha seguiti fin sotto casa, senza risparmiarci le intimidazioni del tipo ‘ora so dove trovarti’, ‘prima o poi ti faccio fuori’. Ovviamente le forze dell’ordine non hanno potuto fare nulla e mi hanno suggerito di presentare un esposto”. Già, l'ennesimo esposto, come sottolinea Stefania, che molto probabilmente ancora una volta non servirebbe a cambiare qualcosa.
Settembre 2024

Piazza Crispi, aggressione con sparatoria
30.09.24 - Che cosa è accaduto nella notte, in piazza Crispi, resta ancora da chiarire. Unica cosa certa al momento è che un 25enne di origini marocchine è stato massacrato di botte e ferito a una gamba da un proiettile. La Squadra mobile della Questura sta indagando per individuare lo sparatore che dovrà rispondere dell’accusa di tentato omicidio.
Nel cuore della notte il giovane arriva al pronto soccorso dell’ospedale Martini accompagnato da un amico. Ha il volto tumefatto e una ferita da arma da fuoco. I medici allertano la polizia. Agli investigatori il 25enne racconta la sua verità, a tratti lacunosa e pertanto da verificare. A conciarlo così sarebbe stato l’uomo che poco prima gli aveva sottratto il cellulare. Con l’intenzione di farselo restituire lui avrebbe deciso di affrontare il malintenzionato e l’incontro sarebbe appunto avvenuto in piazza Crispi dove ha avuto luogo il pestaggio. La vittima a quel punto sarebbe scappata in lungo Dora Napoli dove avrebbe chiesto aiuto all’amico che poi lo ha portato all’ospedale.
Tanta la paura tra i residenti che al risveglio lunedì si sono trovati la Polizia sotto casa, come ci è stato riferito da alcuni nostri lettori. Nel quartiere girava voce che ci fosse stato un accoltellamento. Mentre invece si è trattato di un’aggressione con sparatoria. Dal momento che il marocchino ha precedenti penali non si esclude la pista del regolamento di conti tra bande rivali.
Nel cuore della notte il giovane arriva al pronto soccorso dell’ospedale Martini accompagnato da un amico. Ha il volto tumefatto e una ferita da arma da fuoco. I medici allertano la polizia. Agli investigatori il 25enne racconta la sua verità, a tratti lacunosa e pertanto da verificare. A conciarlo così sarebbe stato l’uomo che poco prima gli aveva sottratto il cellulare. Con l’intenzione di farselo restituire lui avrebbe deciso di affrontare il malintenzionato e l’incontro sarebbe appunto avvenuto in piazza Crispi dove ha avuto luogo il pestaggio. La vittima a quel punto sarebbe scappata in lungo Dora Napoli dove avrebbe chiesto aiuto all’amico che poi lo ha portato all’ospedale.
Tanta la paura tra i residenti che al risveglio lunedì si sono trovati la Polizia sotto casa, come ci è stato riferito da alcuni nostri lettori. Nel quartiere girava voce che ci fosse stato un accoltellamento. Mentre invece si è trattato di un’aggressione con sparatoria. Dal momento che il marocchino ha precedenti penali non si esclude la pista del regolamento di conti tra bande rivali.

Uccisa dall'ex con il braccialetto elettronico
23.09.24 - Il 48enne di origini tunisine, accusato di aver accoltellato a morte l’ex moglie, davanti ai figli minori, aveva il braccialetto elettronico. Indossava il dispositivo dall’estate, quando il giudice aveva disposto il divieto di avvicinamento alla donna, una 35enne anche lei di origini tunisine, per episodi di violenza. Sono pertanto in corso accertamenti per capire cosa non abbia funzionato nel braccialetto.
L'uomo è stato arrestato dai carabinieri per strada mentre, inseguito dal figlio tredicenne, stava cercando di fuggire, dopo aver colpito con una coltellata al torace la ex moglie, che poi è morta in ospedale. Il delitto si è consumato lunedì 23 settembre, poco prima di mezzanotte, in un appartamento in via Cigna 66 dove la donna viveva con i due figli.
Il 48enne, che ora si trova in una cella del carcere Lorusso e Cutugno, sarà interrogato dal pm Giuseppe Drammis.
Leggi anche "Omicidio in via Cigna".
L'uomo è stato arrestato dai carabinieri per strada mentre, inseguito dal figlio tredicenne, stava cercando di fuggire, dopo aver colpito con una coltellata al torace la ex moglie, che poi è morta in ospedale. Il delitto si è consumato lunedì 23 settembre, poco prima di mezzanotte, in un appartamento in via Cigna 66 dove la donna viveva con i due figli.
Il 48enne, che ora si trova in una cella del carcere Lorusso e Cutugno, sarà interrogato dal pm Giuseppe Drammis.
Leggi anche "Omicidio in via Cigna".

Omicidio in via Cigna
22.09.24 - Accoltella a morte la ex moglie davanti ai figli, poi cerca di fuggire, ma i Carabinieri del Nucleo Radiomobile riescono a rintracciarlo e ad arrestarlo. L’ennesimo femminicidio si è consumato in via Cigna 66 tra i quartieri Barriera di Milano e Aurora, poco prima di mezzanotte.
L’uomo, un tunisino di 48 anni, si trova a casa della ex coniuge, una 35enne anche lei di origini tunisine. Tra i due scoppia una violenta lite per cause da accertare. Assistono alla scena i figli minori.
All’improvviso, secondo le prime ricostruzioni, lui, in preda a una furia omicida, afferra un coltello e colpisce al torace la donna. La figlia, una ragazzina di 12 anni, corre dai vicini per chiedere aiuto. A dare l’allarme sarebbero stati proprio loro.
A questo punto, il tunisino scappa di corsa in strada, inseguito dal figlio 13enne che si rivolge ai passanti affinché lo aiutino a fermare il padre. I carabinieri, giunti sul posto, riescono a bloccarlo ad alcune centinaia di metri dalla scena del crimine.
La donna viene soccorsa dalla Croce verde di Villastellone. Le sue condizioni sono disperate. I sanitari la trasportano all’ospedale San Giovanni Bosco, dove muore poco dopo.
Il 48enne ora si trova al carcere Lorusso e Cutugno.
L’uomo, un tunisino di 48 anni, si trova a casa della ex coniuge, una 35enne anche lei di origini tunisine. Tra i due scoppia una violenta lite per cause da accertare. Assistono alla scena i figli minori.
All’improvviso, secondo le prime ricostruzioni, lui, in preda a una furia omicida, afferra un coltello e colpisce al torace la donna. La figlia, una ragazzina di 12 anni, corre dai vicini per chiedere aiuto. A dare l’allarme sarebbero stati proprio loro.
A questo punto, il tunisino scappa di corsa in strada, inseguito dal figlio 13enne che si rivolge ai passanti affinché lo aiutino a fermare il padre. I carabinieri, giunti sul posto, riescono a bloccarlo ad alcune centinaia di metri dalla scena del crimine.
La donna viene soccorsa dalla Croce verde di Villastellone. Le sue condizioni sono disperate. I sanitari la trasportano all’ospedale San Giovanni Bosco, dove muore poco dopo.
Il 48enne ora si trova al carcere Lorusso e Cutugno.

Sequestrati studi dentistici gestiti da falsi medici
21.09.24 - Gestivano quattro studi odontoiatrici in Barriera di Milano e a Porta Palazzo senza avere la laurea in Odontoiatria e l’autorizzazione per l’esercizio della professione medica. Il loro giro di affari era di un milione di euro a partire dal 2023. Non a caso, dal momento che offrivano prestazioni a prezzi convenienti, grazie ai quali erano riusciti ad assicurarsi una bella clientela. Con l’operazione “Sorriso amaro” la Guardia di Finanza di Torino, coordinata dalla Procura, ha posto fine alle loro truffe.
Tre studi dentistici, aperti in diversi quartieri del capoluogo piemontese dagli stessi falsi professionisti, già erano stati individuati e fatti chiudere nel mese di aprile. Nonostante il primo sequestro, uno degli indagati aveva mantenuto i suoi clienti e riorganizzato l’attività sotto forma di società di capitali a lui intestata. Si trattava di una sorta di clinica poliambulatoriale dotata di un direttore sanitario all’interno della quale il finto medico, di fatto e in maniera autonoma, ha continuato a esercitare abusivamente la professione odontoiatrica.
L'inchiesta ha consentito di appurare che le prestazioni odontoiatriche svolte erano avvallate dal rilascio di certificati medici recanti prescrizioni terapeutiche e di medicinali, corredate del timbro di un inconsapevole professionista iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Torino, totalmente estraneo ai fatti.
Tre studi dentistici, aperti in diversi quartieri del capoluogo piemontese dagli stessi falsi professionisti, già erano stati individuati e fatti chiudere nel mese di aprile. Nonostante il primo sequestro, uno degli indagati aveva mantenuto i suoi clienti e riorganizzato l’attività sotto forma di società di capitali a lui intestata. Si trattava di una sorta di clinica poliambulatoriale dotata di un direttore sanitario all’interno della quale il finto medico, di fatto e in maniera autonoma, ha continuato a esercitare abusivamente la professione odontoiatrica.
L'inchiesta ha consentito di appurare che le prestazioni odontoiatriche svolte erano avvallate dal rilascio di certificati medici recanti prescrizioni terapeutiche e di medicinali, corredate del timbro di un inconsapevole professionista iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Torino, totalmente estraneo ai fatti.

Scontro tra auto e monopattino
17.09.24 - E’ successo per l’ennesima volta che un monopattino è stato coinvolto in un incidente sotto il cielo di Barriera. Nella mattina una Punto grigia sta percorrendo il controviale di corso Vigevano quando all’improvviso si trova davanti uno di quei mezzi a due ruote, all’altezza di via Banfo. Non riesce a evitarlo. La botta è violenta. Il conducente finisce a terra davanti a un furgone di un’azienda di traslochi, parcheggiato vicino alla banchina. Si capisce fin da subito che se l’è vista brutta.
Sul posto arriva la Croce verde di Villastellone. Il ferito, un 35enne, viene trasportato in codice rosso all’Ospedale San Giovanni Bosco. Forse ha riportato un trauma cranico mentre l’automobilista è rimasto illeso.
La dinamica dell’incidente ancora non è stata chiarita, ma la Polizia locale, intervenuta con tre pattuglie, sta raccogliendo tutti gli elementi utili per la ricostruzione dell’accaduto. Una delle ipotesi è che l’uomo in monopattino si sia immesso da via Banfo nel controviale di corso Vigevano senza dare la precedenza alla Punto grigia.
Sul posto arriva la Croce verde di Villastellone. Il ferito, un 35enne, viene trasportato in codice rosso all’Ospedale San Giovanni Bosco. Forse ha riportato un trauma cranico mentre l’automobilista è rimasto illeso.
La dinamica dell’incidente ancora non è stata chiarita, ma la Polizia locale, intervenuta con tre pattuglie, sta raccogliendo tutti gli elementi utili per la ricostruzione dell’accaduto. Una delle ipotesi è che l’uomo in monopattino si sia immesso da via Banfo nel controviale di corso Vigevano senza dare la precedenza alla Punto grigia.

Inchiodato l'aggressore della dottoressa
12.09.24 - E’ durata poche ore la caccia all’uomo che lunedì 9 settembre, intorno alle 7,40, davanti all’ospedale San Giovanni Bosco, ha aggredito, come se fosse stato in preda a una furia omicida, una dottoressa mentre stava andando al lavoro. Si tratta di un nigeriano di 28 anni che è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Gli uomini del Commissariato Barriera di Milano sono riusciti a inchiodarlo nel primo pomeriggio, in via Palestrina, grazie alla descrizione fornita dalla vittima.
Resta da capire il movente che lo ha spinto a compiere un gesto così efferato. A quanto pare non avrebbe avanzato alcuna richiesta di denaro. Avrebbe aggredito la donna, tentando più volte di accoltellarla, senza poi cercare di impossessarsi della borsetta quando è finita al suolo.
La violenza si è consumata in pochi minuti. La donna sta per entrare al San Giovanni Bosco dove lavora. Il giovane si avvicina, senza dire una sola parola, tira fuori un coltello dal borsello e inizia a sferrarle fendenti. Cerca di colpirla all’addome, ma lei riesce a schermirsi con la borsetta. Per evitare le coltellate cade per terra e lo tiene lontano scalciando. Poi se la dà a gambe, correndo tra le auto, inseguita da lui, finché non trova riparo all’interno dell’ospedale.
A quel punto il malintenzionato si dà alla fuga, facendo perdere le tracce. La dottoressa, che ha riportato alcune escoriazioni a una gamba e all’addome e lesioni a una mano, viene medicata al Pronto Soccorso. Agli inquirenti fornisce un identikit del suo aggressore molto dettagliato. Partono subito le ricerche. Poco dopo le 14,30 una pattuglia della Polizia, di servizio nel quartiere al fianco dell’Esercito, lo vede in via Palestrina e lo riconosce perché indossa ancora gli abiti del mattino.
Sul posto arrivano gli uomini del Commissariato Barriera di Milano che lo fermano per sottoporlo a perquisizione. Lui reagisce, ingaggia una colluttazione nel corso della quale un poliziotto riporta un’abrasione a una mano. Tutto inutile. Per il malvivente scattano le manette.
Resta da capire il movente che lo ha spinto a compiere un gesto così efferato. A quanto pare non avrebbe avanzato alcuna richiesta di denaro. Avrebbe aggredito la donna, tentando più volte di accoltellarla, senza poi cercare di impossessarsi della borsetta quando è finita al suolo.
La violenza si è consumata in pochi minuti. La donna sta per entrare al San Giovanni Bosco dove lavora. Il giovane si avvicina, senza dire una sola parola, tira fuori un coltello dal borsello e inizia a sferrarle fendenti. Cerca di colpirla all’addome, ma lei riesce a schermirsi con la borsetta. Per evitare le coltellate cade per terra e lo tiene lontano scalciando. Poi se la dà a gambe, correndo tra le auto, inseguita da lui, finché non trova riparo all’interno dell’ospedale.
A quel punto il malintenzionato si dà alla fuga, facendo perdere le tracce. La dottoressa, che ha riportato alcune escoriazioni a una gamba e all’addome e lesioni a una mano, viene medicata al Pronto Soccorso. Agli inquirenti fornisce un identikit del suo aggressore molto dettagliato. Partono subito le ricerche. Poco dopo le 14,30 una pattuglia della Polizia, di servizio nel quartiere al fianco dell’Esercito, lo vede in via Palestrina e lo riconosce perché indossa ancora gli abiti del mattino.
Sul posto arrivano gli uomini del Commissariato Barriera di Milano che lo fermano per sottoporlo a perquisizione. Lui reagisce, ingaggia una colluttazione nel corso della quale un poliziotto riporta un’abrasione a una mano. Tutto inutile. Per il malvivente scattano le manette.

Un monopattino li investe sul marciapiedi
12.09.24 - Sfrecciano sui marciapiedi a gran velocità, non si fermano con il semaforo rosso e nemmeno rallentano in prossimità delle strisce pedonali, zigzagano tra le auto e spesso non rispettano i diritti di precedenza. Perlopiù i conducenti di monopattino sono senza regole, basta farsi un giro per strada per rendersene conto. Quasi ogni giorno in Barriera sono causa di incidenti. L’ultimo si è consumato oggi.
Intorno alle 12, c’è una mamma che con il suo bambino sta passando davanti all’Ekom di corso Giulio Cesare. Sono sul marciapiedi dove teoricamente i pedoni non dovrebbero correre alcun rischio di essere investiti da mezzi con le ruote. Invece no, non è così. All’improvviso arriva il solito sconsiderato in monopattino che del Codice della strada se ne fa un baffo. Neanche il tempo di vederlo che già la giovane donna centroafricana, per mano al figlioletto, se lo trova addosso. Il colpo la fa cadere per terra, battendo una forte sederata.
Viene soccorsa da alcuni cittadini. Niente di grave, per fortuna. Non si rende nemmeno necessario chiamare l’ambulanza perché la donna non ha riportato ferite. A farci la segnalazione la capogruppo di FdI in Circoscrizione 6 Verangela Marino che commenta: “L'individuo a bordo del monopattino si è immediatamente dileguato, senza nemmeno fermarsi per soccorrere la donna. Gli incidenti di questo tipo avvengono ormai ogni giorno e sotto gli occhi tutti. E nessuno dice niente. Per questo chiedo alla Città di Torino di intervenire subito al fine di evitare che prima o poi ci scappi il morto”.
Intorno alle 12, c’è una mamma che con il suo bambino sta passando davanti all’Ekom di corso Giulio Cesare. Sono sul marciapiedi dove teoricamente i pedoni non dovrebbero correre alcun rischio di essere investiti da mezzi con le ruote. Invece no, non è così. All’improvviso arriva il solito sconsiderato in monopattino che del Codice della strada se ne fa un baffo. Neanche il tempo di vederlo che già la giovane donna centroafricana, per mano al figlioletto, se lo trova addosso. Il colpo la fa cadere per terra, battendo una forte sederata.
Viene soccorsa da alcuni cittadini. Niente di grave, per fortuna. Non si rende nemmeno necessario chiamare l’ambulanza perché la donna non ha riportato ferite. A farci la segnalazione la capogruppo di FdI in Circoscrizione 6 Verangela Marino che commenta: “L'individuo a bordo del monopattino si è immediatamente dileguato, senza nemmeno fermarsi per soccorrere la donna. Gli incidenti di questo tipo avvengono ormai ogni giorno e sotto gli occhi tutti. E nessuno dice niente. Per questo chiedo alla Città di Torino di intervenire subito al fine di evitare che prima o poi ci scappi il morto”.

Ritrovate bici rubate
11.09.24 - Un uomo ferma una volante del Commissariato Barriera di Milano, chiedendo agli agenti di aiutarlo a recuperare due biciclette che gli sono state rubate giorni prima in corso Traiano. Su una aveva installato un dispositivo air-tag con il quale è riuscito a geolocalizzarla in corso Vercelli.
Seguendo le indicazioni del localizzatore, i poliziotti in compagnia del derubato raggiungono l’indirizzo suggerito. Il sonoro del dispositivo li porta davanti a una cantina che, da una ricerca, risulta di proprietà di una persona deceduta. Gli agenti scoprono però che l’immobile viene utilizzato da un marocchino di 42 anni.
Nella cantina sono nascoste nove biciclette per un valore complessivo di 25mila euro. Delle due rubate in corso Traiano ne viene trovata una soltanto, subito restituita alla vittima del furto che, grazie all’air-tag, ha permesso il recupero del bottino. Una seconda bicicletta da 7mila euro viene successivamente riconsegnata al proprietario e, poi, nei giorni successivi, altre quattro tornano alle persone a cui erano state sottratte.
“Si invitano, pertanto, coloro che riconoscano la proprietà delle tre biciclette in foto, delle quali non è ancora stata individuata la titolarità, a contattare il Commissariato di Polizia Barriera Milano (011 2404411) – spiega un comunicato della Questura -. Le foto sono anche state inserite per la consultazione nella bacheca degli oggetti ritrovati, nella sezione oggetti recuperati: https://questure.poliziadistato.it/it/servizio/oggettirubati”.
Seguendo le indicazioni del localizzatore, i poliziotti in compagnia del derubato raggiungono l’indirizzo suggerito. Il sonoro del dispositivo li porta davanti a una cantina che, da una ricerca, risulta di proprietà di una persona deceduta. Gli agenti scoprono però che l’immobile viene utilizzato da un marocchino di 42 anni.
Nella cantina sono nascoste nove biciclette per un valore complessivo di 25mila euro. Delle due rubate in corso Traiano ne viene trovata una soltanto, subito restituita alla vittima del furto che, grazie all’air-tag, ha permesso il recupero del bottino. Una seconda bicicletta da 7mila euro viene successivamente riconsegnata al proprietario e, poi, nei giorni successivi, altre quattro tornano alle persone a cui erano state sottratte.
“Si invitano, pertanto, coloro che riconoscano la proprietà delle tre biciclette in foto, delle quali non è ancora stata individuata la titolarità, a contattare il Commissariato di Polizia Barriera Milano (011 2404411) – spiega un comunicato della Questura -. Le foto sono anche state inserite per la consultazione nella bacheca degli oggetti ritrovati, nella sezione oggetti recuperati: https://questure.poliziadistato.it/it/servizio/oggettirubati”.

Foglio di via per organizzatore ronde
11.09.24 - Per un anno il tiktoker ed ex pugile Franco Masciandaro, noto come Frank Mascia, non potrà entrare nel capoluogo piemontese. Nei suoi confronti è stato emesso dalla Questura di Torino un foglio di via, riguardante il territorio della città, perché, secondo gli inquirenti, sarebbe colpevole, di avere organizzato le ronde che durante l’estate hanno avuto come teatro alcuni quartieri in cui lo spaccio la fa da padrone, tra cui Barriera di Milano.
Indagato insieme ad altre due persone, Mascia, che risiede in un comune dell’hinterland torinese, per la durata del provvedimento, potrà ritornare a Torino soltanto con preventiva autorizzazione.
Il protagonista di numerosi video su TikTok è stato raggiunto dal divieto proprio pochi giorni dopo aver promosso sui social la manifestazione “Stop degrado” che dovrebbe tenersi il 13 settembre in piazza Castello.
Il provvedimento si inserisce nell’ambito dell’indagine che ha portato Polizia e Digos a eseguire perquisizioni nelle abitazioni dei tre indagati. In quell’occasione furono sequestrati un tirapugni, una pistola a salve con relative munizioni, un distintivo simile a quello utilizzato dalle forze di polizia oltre all’abbigliamento che potrebbe essere stato utilizzato nel corso delle attività illecite per cui si sta procedendo.
Indagato insieme ad altre due persone, Mascia, che risiede in un comune dell’hinterland torinese, per la durata del provvedimento, potrà ritornare a Torino soltanto con preventiva autorizzazione.
Il protagonista di numerosi video su TikTok è stato raggiunto dal divieto proprio pochi giorni dopo aver promosso sui social la manifestazione “Stop degrado” che dovrebbe tenersi il 13 settembre in piazza Castello.
Il provvedimento si inserisce nell’ambito dell’indagine che ha portato Polizia e Digos a eseguire perquisizioni nelle abitazioni dei tre indagati. In quell’occasione furono sequestrati un tirapugni, una pistola a salve con relative munizioni, un distintivo simile a quello utilizzato dalle forze di polizia oltre all’abbigliamento che potrebbe essere stato utilizzato nel corso delle attività illecite per cui si sta procedendo.

Maxi rissa per strada, l'ira di Petrarulo
11.09.24 - Ennesima rissa tra nordafricani sotto il cielo di Barriera di Milano e Aurora. Solite scene che ormai sono all’ordine del giorno, soprattutto nelle ore serali o di notte, e che i residenti sono stanchi di vedere e anche di subire perché il rischio è di esserne coinvolti accidentalmente, mentre si cammina per strada, a pochi passi dalla propria abitazione. La segnalazione ci arriva dal responsabile Sicurezza di Forza Italia Torino Raffaele Petrarulo, già consigliere comunale, che inoltre ci ha inviato la documentazione fotografica.
Il fatto accade alle 19 di martedì 10 settembre. Teatro del litigio violento è ancora una volta la zona sul confine tra Barriera e Aurora. I protagonisti sono almeno sette uomini che si accapigliano nel dehors di un bar di corso Novara, poco lontano da corso Giulio Cesare. Si sferrano pugni, fanno volare in aria le sedie, mettendo in pericolo l’incolumità di chi sta passando per caso da quelli parti.
“Sono stati cinque minuti di intensa guerriglia – racconta Petrarulo -. Abbiamo chiamato il 112, ma per lungo tempo non si è vista nessuna pattuglia. La Polizia è poi arrivata dopo l’ambulanza, almeno venti minuti dopo l’accaduto”. L’intervento del 118 si è reso necessario perché i facinorosi si sono letteralmente picchiati a sangue, senza alcuna pietà, proprio per farsi del male.
Il dirigente forzista non ha dubbi: ci sono leggi troppo blande che premiano chi delinque e non lo puniscono seriamente. “Con le attuali leggi i recidivi e gli irregolari, che commettono e reiterano gli stessi reati, sono lasciati liberi di tornare immediatamente in azione sul territorio” afferma.
Chi vive, lavora o frequenta Barriera e Aurora da troppo tempo si sente ostaggio del degrado e della criminalità e invoca l’aiuto delle istituzioni. Per Petrarulo il quadro non potrà che peggiorare. “Occorrono mezzi adeguati e proporzionati alla situazione che sta diventando sempre più emergenziale – conclude -. L'Esercito, le forze dell’ordine e la polizia locale insieme comincino a pattugliare a piedi e a verificare le attività commerciali presenti nelle zone a rischio. Devono essere controllate le autorizzazioni, le licenze in generale e le Utif per chi vende alcolici. I controlli vanno estesi a chi frequenta i bar e gli esercizi commerciali che sono aperti fino alle 24. Le multe non bastano, anche perché sono pochi quelli che le pagano. Occorre procedere con le chiusure temporanee nei confronti di chi non è in regola e soprattutto di quegli esercizi già oggetto di richiami o che in passato hanno commesso gravi manchevolezze”.
Il fatto accade alle 19 di martedì 10 settembre. Teatro del litigio violento è ancora una volta la zona sul confine tra Barriera e Aurora. I protagonisti sono almeno sette uomini che si accapigliano nel dehors di un bar di corso Novara, poco lontano da corso Giulio Cesare. Si sferrano pugni, fanno volare in aria le sedie, mettendo in pericolo l’incolumità di chi sta passando per caso da quelli parti.
“Sono stati cinque minuti di intensa guerriglia – racconta Petrarulo -. Abbiamo chiamato il 112, ma per lungo tempo non si è vista nessuna pattuglia. La Polizia è poi arrivata dopo l’ambulanza, almeno venti minuti dopo l’accaduto”. L’intervento del 118 si è reso necessario perché i facinorosi si sono letteralmente picchiati a sangue, senza alcuna pietà, proprio per farsi del male.
Il dirigente forzista non ha dubbi: ci sono leggi troppo blande che premiano chi delinque e non lo puniscono seriamente. “Con le attuali leggi i recidivi e gli irregolari, che commettono e reiterano gli stessi reati, sono lasciati liberi di tornare immediatamente in azione sul territorio” afferma.
Chi vive, lavora o frequenta Barriera e Aurora da troppo tempo si sente ostaggio del degrado e della criminalità e invoca l’aiuto delle istituzioni. Per Petrarulo il quadro non potrà che peggiorare. “Occorrono mezzi adeguati e proporzionati alla situazione che sta diventando sempre più emergenziale – conclude -. L'Esercito, le forze dell’ordine e la polizia locale insieme comincino a pattugliare a piedi e a verificare le attività commerciali presenti nelle zone a rischio. Devono essere controllate le autorizzazioni, le licenze in generale e le Utif per chi vende alcolici. I controlli vanno estesi a chi frequenta i bar e gli esercizi commerciali che sono aperti fino alle 24. Le multe non bastano, anche perché sono pochi quelli che le pagano. Occorre procedere con le chiusure temporanee nei confronti di chi non è in regola e soprattutto di quegli esercizi già oggetto di richiami o che in passato hanno commesso gravi manchevolezze”.

Ancora violenze davanti al San Giovanni Bosco
09.09.24 - Tenta di accoltellarla davanti all’ospedale San Giovanni Bosco ma la donna reagisce e riesce a mettersi in salvo. Dell’assalitore poi si perdono le tracce. Cosa lo abbia spinto a compiere un gesto così efferato, come se fosse stato in preda a una furia omicida, resta per ora ignoto. Perché a quanto pare non avrebbe avanzato richiesta di denaro né cercato di impossessarsi della borsetta quando è finita al suolo.
l fatto è avvenuto intorno alle 7,40. A quell’ora la donna, una dottoressa di trent’anni, sta andando al lavoro. Il giovane si avvicina, tira fuori un coltello e inizia a sferrarle fendenti. Cerca di colpirla all’addome, ma lei riesce a schermirsi con la borsetta. Per evitare le coltellate cade per terra e scalciando lo tiene lontano per poi darsela a gambe tra le auto, inseguita da lui, finché non trova riparo all’interno del Pronto soccorso.
Un collega assiste alla scena e chiama il 112. Ma intanto il malintenzionato si dà alla fuga e quando la polizia giunge sul posto è troppo tardi per individuarlo benché sia scappato a piedi. A restituire la sua immagine agli inquirenti saranno le telecamere di videosorveglianza, oltre alla descrizione fornita dalla dottoressa. Soltanto i frame raccolti dall’occhio elettronico potranno permettere alle forze dell’ordine di trovarlo e inchiodarlo.
La dottoressa, poi medicata al Pronto Soccorso, ha riportato alcune escoriazioni a una gamba e all’addome e lesioni a una mano. Inutile dire che lo spavento è stato enorme. A salvarla senza alcun dubbio la sua prontezza di riflessi.
l fatto è avvenuto intorno alle 7,40. A quell’ora la donna, una dottoressa di trent’anni, sta andando al lavoro. Il giovane si avvicina, tira fuori un coltello e inizia a sferrarle fendenti. Cerca di colpirla all’addome, ma lei riesce a schermirsi con la borsetta. Per evitare le coltellate cade per terra e scalciando lo tiene lontano per poi darsela a gambe tra le auto, inseguita da lui, finché non trova riparo all’interno del Pronto soccorso.
Un collega assiste alla scena e chiama il 112. Ma intanto il malintenzionato si dà alla fuga e quando la polizia giunge sul posto è troppo tardi per individuarlo benché sia scappato a piedi. A restituire la sua immagine agli inquirenti saranno le telecamere di videosorveglianza, oltre alla descrizione fornita dalla dottoressa. Soltanto i frame raccolti dall’occhio elettronico potranno permettere alle forze dell’ordine di trovarlo e inchiodarlo.
La dottoressa, poi medicata al Pronto Soccorso, ha riportato alcune escoriazioni a una gamba e all’addome e lesioni a una mano. Inutile dire che lo spavento è stato enorme. A salvarla senza alcun dubbio la sua prontezza di riflessi.

Spari nella notte contro un barber shop
07.09.24 - Quando hanno sentito il rumore degli spari, poco dopo le 21,30 di venerdì 6 settembre, i residenti si sono spaventati non poco. Subito hanno pensato che in strada qualcuno fosse stato ferito o anche peggio, magari in seguito a un litigio o per un regolamento di conti. D’altra parte le risse sotto il cielo di Barriera sono piuttosto frequenti.
E invece no. I proiettili, sette in tutto, sono stati esplosi contro la serranda abbassata, data l’ora, del negozio "Barber Shop Andrea" di via Paisiello, poco lontano da piazza Respighi. L’hanno perforata e sono riusciti a raggiungere la vetrina e a danneggiarla.
In base alle prime ricostruzioni gli sparatori sarebbero almeno due perché pare che per effettuare il raid siano state utilizzate armi diverse. Secondo alcuni testimoni, si sarebbero poi dileguati in sella a una moto.
Come spiega la capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino, che ha fatto la segnalazione e raccolto le immagini, Andrea, il titolare, si è accorto del fattaccio nella mattinata di sabato 7. al momento dell’apertura, e ha chiamato subito la Polizia. Che ora sta indagando sull’accaduto grazie anche ai rilievi effettuati dalla Scientifica.
“Andrea è una persona perbene che manda avanti l’attività da circa trent’anni. Sia lui che i suoi dipendenti sono stati sempre molto benvoluti e stimati da chiunque in Barriera, dai residenti come dai commercianti – spiega Marino -. Tutto quel che chiedono adesso è che vengano effettuati più controlli in modo da garantire più sicurezza ai cittadini. Atti criminali come questo mettono in serio pericolo l’incolumità di chiunque viva o lavori nel quartiere. Nessuno si è fatto male, ma poteva andare molto peggio”.
E invece no. I proiettili, sette in tutto, sono stati esplosi contro la serranda abbassata, data l’ora, del negozio "Barber Shop Andrea" di via Paisiello, poco lontano da piazza Respighi. L’hanno perforata e sono riusciti a raggiungere la vetrina e a danneggiarla.
In base alle prime ricostruzioni gli sparatori sarebbero almeno due perché pare che per effettuare il raid siano state utilizzate armi diverse. Secondo alcuni testimoni, si sarebbero poi dileguati in sella a una moto.
Come spiega la capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino, che ha fatto la segnalazione e raccolto le immagini, Andrea, il titolare, si è accorto del fattaccio nella mattinata di sabato 7. al momento dell’apertura, e ha chiamato subito la Polizia. Che ora sta indagando sull’accaduto grazie anche ai rilievi effettuati dalla Scientifica.
“Andrea è una persona perbene che manda avanti l’attività da circa trent’anni. Sia lui che i suoi dipendenti sono stati sempre molto benvoluti e stimati da chiunque in Barriera, dai residenti come dai commercianti – spiega Marino -. Tutto quel che chiedono adesso è che vengano effettuati più controlli in modo da garantire più sicurezza ai cittadini. Atti criminali come questo mettono in serio pericolo l’incolumità di chiunque viva o lavori nel quartiere. Nessuno si è fatto male, ma poteva andare molto peggio”.

Controlli straordinari del territorio, due arresti
04.09.24 - Due uomini sono finiti in manette nel corso di un controllo straordinario del territorio ad alto impatto, effettuato da Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia municipale con il coordinamento del Commissariato Barriera di Milano.
Uno dei due è stato fermato dai poliziotti in via Spontini angolo via Montanaro. Aveva con sé una sessantina di grammi tra hashish, marijuana e crack. Dovrà rispondere dell’accusa di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. L’altro uomo invece, già sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, è finito in carcere per inasprimento della misura cautelare.
Vicino ai Giardini Sempione a una persona trovata alla guida di un veicolo non assicurato e senza patente è stata inflitta una contravvenzione per violazione del Codice della Strada. Le forze dell’ordine hanno inoltre provveduto a sequestrare l’auto.
Dal canto loro i Carabinieri si sono concentrati sui controlli di tre esercizi commerciali, due sono stati sanzionati per violazioni amministrative e dovranno pagare 3000 euro ciascuno. Non solo. In uno dei due locali pubblici, sono stati anche sequestrati 260 chili di alimenti mal conservati.
Infine, sono 28 le persone identificate durante l’operazione a cui hanno pure preso parte il Reparto Prevenzione Crimine “Piemonte” e le unità cinofile.
Uno dei due è stato fermato dai poliziotti in via Spontini angolo via Montanaro. Aveva con sé una sessantina di grammi tra hashish, marijuana e crack. Dovrà rispondere dell’accusa di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. L’altro uomo invece, già sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, è finito in carcere per inasprimento della misura cautelare.
Vicino ai Giardini Sempione a una persona trovata alla guida di un veicolo non assicurato e senza patente è stata inflitta una contravvenzione per violazione del Codice della Strada. Le forze dell’ordine hanno inoltre provveduto a sequestrare l’auto.
Dal canto loro i Carabinieri si sono concentrati sui controlli di tre esercizi commerciali, due sono stati sanzionati per violazioni amministrative e dovranno pagare 3000 euro ciascuno. Non solo. In uno dei due locali pubblici, sono stati anche sequestrati 260 chili di alimenti mal conservati.
Infine, sono 28 le persone identificate durante l’operazione a cui hanno pure preso parte il Reparto Prevenzione Crimine “Piemonte” e le unità cinofile.

Pusher pizzicato dalla Polizia in corso Taranto
04.09.24 - La volante del Commissariato Barriera di Milano, di passaggio in corso Taranto, nota lungo la strada un uomo con fare sospetto e per questo deicide di sottoporlo a un controllo. È evidentemente nervoso e insiste gli agenti affinché lo lascino andare via. C’è un motivo preciso. Sta nascondendo negli slip un panetto di hashish del peso di 100 grammi.
I poliziotti, dubitando che possa trattarsi di un pusher, decidono di perquisire anche la casa del giovane, un marocchino di 22 anni. Occultati nell’armadio trovano altri 9 panetti di hashish, per un peso superiore agli 860 grammi. Su una mensola, invece, rinvengono due involucri termosaldati contenenti cocaina. Oltre allo stupefacente, gli agenti sequestrano anche un bilancino di precisione.
Per il 22enne scattano le manette con l’accusa di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
I poliziotti, dubitando che possa trattarsi di un pusher, decidono di perquisire anche la casa del giovane, un marocchino di 22 anni. Occultati nell’armadio trovano altri 9 panetti di hashish, per un peso superiore agli 860 grammi. Su una mensola, invece, rinvengono due involucri termosaldati contenenti cocaina. Oltre allo stupefacente, gli agenti sequestrano anche un bilancino di precisione.
Per il 22enne scattano le manette con l’accusa di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

Arresto per tentato furto in centro anziani
04.09.24 - Poco dopo le tre di notte, un residente in via Pertengo viene svegliato da rumori metallici provenienti dalla strada. Dalla finestra di casa vede un uomo intento a scavalcare la recinzione del centro anziani. Non c’è dubbio che si tratta di un intruso perché si avvicina a una finestra e la forza.
Il cittadino chiama il 112. Sul posto arriva una volante. Agli agenti il malintenzionato racconta di essere in cerca di un posto dove dormire. Ma è chiaro che sta mentendo perché nello zaino nasconde numerosi arnesi da scasso. Non solo. Nel corso dell’ispezione della struttura gli agenti trovano serrature forzate, porte danneggiate e telai divelti e, in un locale utilizzato come deposito, gli armadietti sono stati scassinati e aperti.
L’uomo è un marocchino di 28 anni che finisce in manette con l’accusa di tentato furto.
Il cittadino chiama il 112. Sul posto arriva una volante. Agli agenti il malintenzionato racconta di essere in cerca di un posto dove dormire. Ma è chiaro che sta mentendo perché nello zaino nasconde numerosi arnesi da scasso. Non solo. Nel corso dell’ispezione della struttura gli agenti trovano serrature forzate, porte danneggiate e telai divelti e, in un locale utilizzato come deposito, gli armadietti sono stati scassinati e aperti.
L’uomo è un marocchino di 28 anni che finisce in manette con l’accusa di tentato furto.

Tentata estorsione al ristorante cinese
02.09.24 - Un uomo entra in un ristorante cinese nel pomeriggio e minaccia il titolare per estorcergli soldi. “Dammi 3mila euro, altrimenti ti spacco tutto e domani poi me ne darai altri 5mila”, le sue parole, pronunciate con tono intimidatorio. Il locale preso di mira si trova sul confine tra i quartieri Aurora e Barriera.
Di fronte al rifiuto del gestore, l’uomo in preda all’ira scaglia in aria tavoli e sedie, causando seri danni agli arredi. Senza perdere tempo, la vittima chiama il 112. Sul posto giunge la pattuglia della Radiomobile dei Carabinieri. I militari trovano il malintenzionato riverso a suolo, apparentemente privo di sensi. È anche lui di origini cinesi, ha 49 anni.
Sopposto ad accertamenti dai sanitari, risulta in buone condizioni di salute. Secondo gli inquirenti si sarebbe buttato sul pavimento per inscenare un’aggressione da parte del titolare del ristorante. Per lui sono scattate le manette con l’accusa di tentata estorsione e danneggiamento.
Di fronte al rifiuto del gestore, l’uomo in preda all’ira scaglia in aria tavoli e sedie, causando seri danni agli arredi. Senza perdere tempo, la vittima chiama il 112. Sul posto giunge la pattuglia della Radiomobile dei Carabinieri. I militari trovano il malintenzionato riverso a suolo, apparentemente privo di sensi. È anche lui di origini cinesi, ha 49 anni.
Sopposto ad accertamenti dai sanitari, risulta in buone condizioni di salute. Secondo gli inquirenti si sarebbe buttato sul pavimento per inscenare un’aggressione da parte del titolare del ristorante. Per lui sono scattate le manette con l’accusa di tentata estorsione e danneggiamento.
Agosto 2024

Individuati gli autori del raid punitivo
30.08.24 - Tre militanti di estrema destra sono stati sottoposti a perquisizioni personali e domiciliari, nella mattinata di venerdì 30 agosto. Le ha disposte la Procura della Repubblica di Torino nell’ambito dell’indagine in corso per individuare gli autori delle ronde che durante l’estate hanno avuto come teatro alcuni quartieri della città in cui lo spaccio la fa da padrone, tra cui Barriera di Milano.
I tre indagati sono stati trovati in possesso di un tirapugni, una pistola a salve con relative munizioni, un distintivo simile a quello utilizzato dalle forze di polizia. Non solo. Gli agenti hanno anche sequestrato diversi computer e smartphone che presto saranno analizzati e inoltre l’abbigliamento che potrebbe essere stato utilizzato nel corso delle attività illecite su cui si sta indagando.
Al momento le tre persone perquisite sono soltanto indagate. L’accusa, fa sapere una nota della Questura, è di “usurpazione di funzioni pubbliche per aver effettuato ronde in quartieri periferici al fine di allontanare soggetti asseritamente dediti allo spaccio, pubblicizzandole sul web”.
L’indagine fa riferimento anche ai fatti accaduti nella notte di lunedì 29 luglio quando un nigeriano di 29 anni e un marocchino furono aggrediti al parco Sempione da un commando composto da una decina di uomini vestiti di nero e a volto coperto, armati di manganelli. Il pestaggio ha avuto luogo circa un’ora e mezza dopo il termine della camminata di quartiere “Stop degrado”, partita da piazza Rebaudengo alle 9. Fin da subito gli inquirenti hanno seguito la "pista nera", in cerca di prove che potessero correlare i due eventi. A destare sospetto il fatto che sia per gli organizzatori della manifestazione che per gli autori delle ronde l’obiettivo era quello di liberare il quartiere dallo spaccio.
Intanto, l’ultimo giorno di agosto gli stessi manifestanti scenderanno di nuovo in strada “per mettere ordine”. L’incontro è previsto per le 22, davanti al palazzo degli orrori di corso Vigevano, dove una ragazza di 25 anni è stata recentemente violentata. “Saremo un esercito” annuncia la locandina su cui si legge anche “Per noi qui è il Bronx”.
I tre indagati sono stati trovati in possesso di un tirapugni, una pistola a salve con relative munizioni, un distintivo simile a quello utilizzato dalle forze di polizia. Non solo. Gli agenti hanno anche sequestrato diversi computer e smartphone che presto saranno analizzati e inoltre l’abbigliamento che potrebbe essere stato utilizzato nel corso delle attività illecite su cui si sta indagando.
Al momento le tre persone perquisite sono soltanto indagate. L’accusa, fa sapere una nota della Questura, è di “usurpazione di funzioni pubbliche per aver effettuato ronde in quartieri periferici al fine di allontanare soggetti asseritamente dediti allo spaccio, pubblicizzandole sul web”.
L’indagine fa riferimento anche ai fatti accaduti nella notte di lunedì 29 luglio quando un nigeriano di 29 anni e un marocchino furono aggrediti al parco Sempione da un commando composto da una decina di uomini vestiti di nero e a volto coperto, armati di manganelli. Il pestaggio ha avuto luogo circa un’ora e mezza dopo il termine della camminata di quartiere “Stop degrado”, partita da piazza Rebaudengo alle 9. Fin da subito gli inquirenti hanno seguito la "pista nera", in cerca di prove che potessero correlare i due eventi. A destare sospetto il fatto che sia per gli organizzatori della manifestazione che per gli autori delle ronde l’obiettivo era quello di liberare il quartiere dallo spaccio.
Intanto, l’ultimo giorno di agosto gli stessi manifestanti scenderanno di nuovo in strada “per mettere ordine”. L’incontro è previsto per le 22, davanti al palazzo degli orrori di corso Vigevano, dove una ragazza di 25 anni è stata recentemente violentata. “Saremo un esercito” annuncia la locandina su cui si legge anche “Per noi qui è il Bronx”.

Violenta una ragazza in corso Vigevano, arrestato
28.08.24 - Con la scusa di cederle dosi di crack, un 32enne originario del Mali, senza fissa dimora, attira una 25enne all’interno di un palazzo in corso Vigevano e la violenta. La ragazza chiede aiuto al 112 e viene trasportata all’ospedale Sant’Anna dove i medici confermano la violenza.
Nel frattempo, i Carabinieri rintracciano l’uomo dentro l’edificio in corso Vigevano, dove vive una quarantina di persone. E' a questo punto che i militari lo trovano in possesso di alcuni grammi di droga, di ben sedici telefoni cellulari e di due tablet.
Pertanto, lo arrestano con una lunga sfilza di capi d’imputazione di cui egli dovrà rispondere dinanzi alla legge.
Nel frattempo, i Carabinieri rintracciano l’uomo dentro l’edificio in corso Vigevano, dove vive una quarantina di persone. E' a questo punto che i militari lo trovano in possesso di alcuni grammi di droga, di ben sedici telefoni cellulari e di due tablet.
Pertanto, lo arrestano con una lunga sfilza di capi d’imputazione di cui egli dovrà rispondere dinanzi alla legge.

Auto a fuoco in via Martorelli
18.08.24 - Una nube di fumo nella mattina si alza nel cielo di Barriera. Poi si sente un rumore forte, inquietante, quello di un’esplosione, ripetuta due volte. C’è un terribile odore di bruciato. Si spaventano i residenti che in un primo momento faticano a capire che cosa sia accaduto. Giusto un attimo per guardarsi intorno e poi notano che la fumata si eleva dal motore di un’auto grigia, un’utilitaria che ha preso fuoco all’improvviso mentre stava percorrendo via Martorelli verso via Palestrina.
Sul posto arrivano subito la Polizia e i Vigili del fuoco. La strada viene temporaneamente chiusa al traffico per motivi di sicurezza. Intanto il rapido intervento dei pompieri riesce a evitare che le fiamme avvolgano l’intero veicolo. Una domenica partita molto male per il proprietario dell’auto.
La segnalazione e le immagini ci sono state inviate dalla capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino.
Sul posto arrivano subito la Polizia e i Vigili del fuoco. La strada viene temporaneamente chiusa al traffico per motivi di sicurezza. Intanto il rapido intervento dei pompieri riesce a evitare che le fiamme avvolgano l’intero veicolo. Una domenica partita molto male per il proprietario dell’auto.
La segnalazione e le immagini ci sono state inviate dalla capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino.

Piscine a ingresso gratuito con crack a pagamento
16.08.24 - Ancora una volta le Piscine Sempione sono teatro di spaccio, incuria e criminalità. Il personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza Madonna di Campagna effettua un controllo e arresta due uomini, un cittadino del Gambia e uno del Senegal, di 29 e 26 anni, gravemente indiziati di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio in concorso.
I due poliziotti, insospettiti dalle manovre ambigue dei due, procedono a perquisizione personale, rinvenendo addosso al cittadino gambiano un pacchetto vuoto di fazzolettini di carta al cui interno sono presenti 65 dosi di crack già pronte allo smercio. Addosso al cittadino senegalese, invece, ritrovano alcuni grammi di hashish. Per i due scatta l’arresto in concorso per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Come è noto, l’area dove è avvenuto il controllo è abbandonata a sé stessa e, dunque, è il luogo ideale per ogni tipo di traffico illecito, ulteriormente incentivato dalla stagione estiva, allorquando non fa freddo nemmeno di notte.
I due poliziotti, insospettiti dalle manovre ambigue dei due, procedono a perquisizione personale, rinvenendo addosso al cittadino gambiano un pacchetto vuoto di fazzolettini di carta al cui interno sono presenti 65 dosi di crack già pronte allo smercio. Addosso al cittadino senegalese, invece, ritrovano alcuni grammi di hashish. Per i due scatta l’arresto in concorso per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Come è noto, l’area dove è avvenuto il controllo è abbandonata a sé stessa e, dunque, è il luogo ideale per ogni tipo di traffico illecito, ulteriormente incentivato dalla stagione estiva, allorquando non fa freddo nemmeno di notte.

Bimba rom investita, la verità nelle telecamere
15.08.24 - Saranno le immagini raccolte dagli occhi elettronici che sorvegliano giorno e notte il parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco a raccontare cosa è realmente accaduto prima, durante e dopo l'investimento di Esmeralda Morgana Salkanovic, la bambina rom di due anni, poi deceduta al Regina Margherita in seguito alle gravi lesioni riportate.
Occorre innanzitutto stabilire a chi vadano attribuite precise responsabilità. Per esempio, i fotogrammi dovranno chiarire se la piccola Mimì (così la chiamavano tutti ) fosse sola negli attimi prima di essere investita e, nel caso in cui si trovasse in compagnia di qualche adulto, come abbia fatto a sfuggire al controllo.
Attualmente sono due le persone iscritte nel registro degli indagati: la oss di 59 anni, che era alla guida dell’auto, per "omicidio stradale" (un atto dovuto, secondo quanto prevede il codice penale) e la mamma 21enne della bimba, Cristina Salkanovic, che dovrà rispondere dell’accusa di "cooperazione colposa in omicidio stradale e abbandono di minore".
Tra i testimoni il barista del chiosco-caffetteria davanti al polo sanitario che racconta l’accaduto ai giornali. “A un certo punto l’auto dell’infermiera si è immessa nella corsia che porta verso l’uscita di via Gottardo – spiega -. Andava piano. Ha fatto cenno a chi c’era di spostarsi. Quasi tutti sono andati via, tranne la povera Esmeralda, che è stata centrata dalla macchina".
Diversa la versione dei fatti fornita da un parente della bimba morta. “Mimì giocava ed è spuntata davanti alla macchina. La donna l'ha presa in pieno. Ha accelerato o così ci è sembrato – ha detto ai giornalisti -. Siamo entrati tutti nell’abitacolo e le abbiamo tolto le chiavi dal quadro perché abbiamo pensato che volesse scappare”.
I fotogrammi aiuteranno gli inquirenti a fare luce anche su quanto accaduto nei momenti subito dopo l’incidente quando si è scatenato un gran parapiglia e per sedare gli animi dei rom imbestialiti è dovuto intervenire un battaglione dei Carabinieri insieme con diverse pattuglie della Polizia. A quanto pare la stessa operatrice socio-sanitaria avrebbe riportato ferite non troppo gravi, poi medicate al pronto soccorso delle Molinette. E non è da escludere che nei prossimi giorni presenterà denuncia nei confronti di chi la ha aggredita e strattonata con violenza.
Che i rom accorsi nel piazzale del San Giovanni Bosco per poi spostarsi davanti al Regina Margherita, dove la piccola è deceduta nella mattinata di martedì 13 agosto, fossero particolarmente su di giri lo conferma infine il pestaggio che ha subito un fotoreporter della Stampa. “Ero andato da quel papà senza macchina fotografica, per fargli le condoglianze. La morte della bimba mi aveva toccato profondamente. Mai avrei pensato di essere aggredito e preso a pugni. Umanamente sono rimasto molto deluso, amareggiato” racconta Maurizio Bosio che per le botte prese ora ha un occhio gonfio e il naso fratturato.
Occorre innanzitutto stabilire a chi vadano attribuite precise responsabilità. Per esempio, i fotogrammi dovranno chiarire se la piccola Mimì (così la chiamavano tutti ) fosse sola negli attimi prima di essere investita e, nel caso in cui si trovasse in compagnia di qualche adulto, come abbia fatto a sfuggire al controllo.
Attualmente sono due le persone iscritte nel registro degli indagati: la oss di 59 anni, che era alla guida dell’auto, per "omicidio stradale" (un atto dovuto, secondo quanto prevede il codice penale) e la mamma 21enne della bimba, Cristina Salkanovic, che dovrà rispondere dell’accusa di "cooperazione colposa in omicidio stradale e abbandono di minore".
Tra i testimoni il barista del chiosco-caffetteria davanti al polo sanitario che racconta l’accaduto ai giornali. “A un certo punto l’auto dell’infermiera si è immessa nella corsia che porta verso l’uscita di via Gottardo – spiega -. Andava piano. Ha fatto cenno a chi c’era di spostarsi. Quasi tutti sono andati via, tranne la povera Esmeralda, che è stata centrata dalla macchina".
Diversa la versione dei fatti fornita da un parente della bimba morta. “Mimì giocava ed è spuntata davanti alla macchina. La donna l'ha presa in pieno. Ha accelerato o così ci è sembrato – ha detto ai giornalisti -. Siamo entrati tutti nell’abitacolo e le abbiamo tolto le chiavi dal quadro perché abbiamo pensato che volesse scappare”.
I fotogrammi aiuteranno gli inquirenti a fare luce anche su quanto accaduto nei momenti subito dopo l’incidente quando si è scatenato un gran parapiglia e per sedare gli animi dei rom imbestialiti è dovuto intervenire un battaglione dei Carabinieri insieme con diverse pattuglie della Polizia. A quanto pare la stessa operatrice socio-sanitaria avrebbe riportato ferite non troppo gravi, poi medicate al pronto soccorso delle Molinette. E non è da escludere che nei prossimi giorni presenterà denuncia nei confronti di chi la ha aggredita e strattonata con violenza.
Che i rom accorsi nel piazzale del San Giovanni Bosco per poi spostarsi davanti al Regina Margherita, dove la piccola è deceduta nella mattinata di martedì 13 agosto, fossero particolarmente su di giri lo conferma infine il pestaggio che ha subito un fotoreporter della Stampa. “Ero andato da quel papà senza macchina fotografica, per fargli le condoglianze. La morte della bimba mi aveva toccato profondamente. Mai avrei pensato di essere aggredito e preso a pugni. Umanamente sono rimasto molto deluso, amareggiato” racconta Maurizio Bosio che per le botte prese ora ha un occhio gonfio e il naso fratturato.

Il crimine non va in vacanza idem la polizia
14.08.24 - Le notti estive in città possono sembrare territorio di conquista da parte dei malviventi. Ma le forze dell’ordine vigilano proprio per questo. Ed eccoci a registrare due arresti effettuati dalla Polizia di Stato, unitamente a personale dell’Esercito Italiano: si tratta di due uomini italiani di trentasette e trentatré anni, entrambi gravemente indiziati di furto in abitazione in concorso.
È quasi l’una di notte quando i poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza Barriera Milano, durante il servizio “Strade sicure”, svolto in collaborazione con l’Esercito Italiano, in Corso Palermo notano due soggetti a bordo di una bicicletta elettrica dirigersi verso Corso Novara e, al contempo, un uomo che li indica quali autori di un furto.
Gli agenti invertono immediatamente il senso di marcia ponendosi all’inseguimento dei due, i quali, incuranti della propria e dell’altrui sicurezza, nel tentativo di sfuggire al controllo, imboccano ripetutamente strade in senso opposto a quello di marcia, ma vengono definitivamente bloccati in via Novi.
I due, poco prima di essere notati in strada, erano entrati all’interno di uno stabile seguendo un rider. Mentre uno dei due bloccava con un piede il portone, l’altro saliva portando via la bicicletta elettrica - che il rider aveva lasciato temporaneamente sul pianerottolo - per poi fuggire su di essa. Entrambi sono stati arrestati per furto in abitazione in concorso; il trentasettenne è accusato anche di minacce a pubblico ufficiale, mentre il trentatreenne per dichiarazioni di false generalità. La bicicletta oggetto di furto, del valore di circa 1000 euro, è stata immediatamente riconsegnata al proprietario.
È quasi l’una di notte quando i poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza Barriera Milano, durante il servizio “Strade sicure”, svolto in collaborazione con l’Esercito Italiano, in Corso Palermo notano due soggetti a bordo di una bicicletta elettrica dirigersi verso Corso Novara e, al contempo, un uomo che li indica quali autori di un furto.
Gli agenti invertono immediatamente il senso di marcia ponendosi all’inseguimento dei due, i quali, incuranti della propria e dell’altrui sicurezza, nel tentativo di sfuggire al controllo, imboccano ripetutamente strade in senso opposto a quello di marcia, ma vengono definitivamente bloccati in via Novi.
I due, poco prima di essere notati in strada, erano entrati all’interno di uno stabile seguendo un rider. Mentre uno dei due bloccava con un piede il portone, l’altro saliva portando via la bicicletta elettrica - che il rider aveva lasciato temporaneamente sul pianerottolo - per poi fuggire su di essa. Entrambi sono stati arrestati per furto in abitazione in concorso; il trentasettenne è accusato anche di minacce a pubblico ufficiale, mentre il trentatreenne per dichiarazioni di false generalità. La bicicletta oggetto di furto, del valore di circa 1000 euro, è stata immediatamente riconsegnata al proprietario.

Muore bimba rom investita, disordini
13.08.24 - Interviene un battaglione dei Carabinieri e accorrono anche diverse pattuglie della Polizia per sedare gli animi di una folla di rom radunatasi in strada dopo la notizia della morte di una bimba di due anni. I problemi di odine pubblico sono stati segnalati sia nei pressi del San Giovanni Bosco sia davanti al Regina Margherita nella mattinata di martedì 13 agosto.
L’assembramento di rom in evidente stato di agitazione è stato innescato dalle tragiche conseguenze di un incidente avvenuto il giorno precedente, quando un’auto, in manovra nel parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco, ha travolto inavvertitamente una bimba di due anni sfuggita alla madre, di etnia rom, intenta a chiedere l’elemosina. La piccola è morta il giorno dopo all’ospedale Regina Margherita, dove era stata trasportata immediatamente dopo l’incidente a causa della gravità delle lesioni riportate.
Ricoverata, a sua volta, in stato di choc, la donna di 57 anni che era alla guida dell’auto. La situazione è monitorata con attenzione dalle forze dell’ordine.
L’assembramento di rom in evidente stato di agitazione è stato innescato dalle tragiche conseguenze di un incidente avvenuto il giorno precedente, quando un’auto, in manovra nel parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco, ha travolto inavvertitamente una bimba di due anni sfuggita alla madre, di etnia rom, intenta a chiedere l’elemosina. La piccola è morta il giorno dopo all’ospedale Regina Margherita, dove era stata trasportata immediatamente dopo l’incidente a causa della gravità delle lesioni riportate.
Ricoverata, a sua volta, in stato di choc, la donna di 57 anni che era alla guida dell’auto. La situazione è monitorata con attenzione dalle forze dell’ordine.

Ladro in manette, refurtiva restituita
12.08.24 - Prima lo prende a schiaffi sul volto e poi gli ruba un paio di cuffie bluetooth. La vittima è un ragazzo italiano di 23 anni che si trova in piazza Foroni all’angolo con via Montanaro quando nella serata subisce l’aggressione. Ma, grazie all’intervento dei Carabinieri della Stazione Regio Parco, il colpevole non la fa franca.
I militari, impegnati nell’Operazione Strade sicure, infatti, sono riusciti ad assicurarlo alla giustizia e inoltre hanno recuperato la refurtiva per poi restituirla al proprietario. Per l’uomo, un senegalese di 48 anni, si sono aperte le porte del carcere Lorusso e Cutugno. Dovrà rispondere dell’accusa di rapina.
Come sottolinea una nota del Comando provinciale di Torino, in questo mese di agosto continua senza sosta l’attività dell’Arma nei servizi di prevenzione e repressione dei reati contro la persona e il patrimonio.
I militari, impegnati nell’Operazione Strade sicure, infatti, sono riusciti ad assicurarlo alla giustizia e inoltre hanno recuperato la refurtiva per poi restituirla al proprietario. Per l’uomo, un senegalese di 48 anni, si sono aperte le porte del carcere Lorusso e Cutugno. Dovrà rispondere dell’accusa di rapina.
Come sottolinea una nota del Comando provinciale di Torino, in questo mese di agosto continua senza sosta l’attività dell’Arma nei servizi di prevenzione e repressione dei reati contro la persona e il patrimonio.

Nel week end controlli dei Carabinieri
11.08.24 - Il secondo fine settimana di agosto ha visto i Carabinieri della Stazione di Torino Falchera impegnati con uomini del Nas e del Nucleo Cinofili di Volpiano effettuare controlli a tappeto nell’ambito di un servizio straordinario del territorio, cosiddetto “ad alto impatto”.
I militari hanno individuato un’auto rubata, a bordo della quale c’erano 20 grammi di hashish. Il mezzo è stato sottoposto a sequestro a carico di ignoti.
Inoltre, nel corso delle verifiche negli esercizi commerciali, si sono riscontrate alcune irregolarità in un ristorante situato in corso Giulio Cesare all’angolo con via Pinerolo, proprio al confine con il quartiere Barriera di Milano. Al titolare, un marocchino, è stata inflitta una sanzione amministrativa di 3mila euro per carenze igienico-sanitarie e assenza del piano di autocontrollo ovvero dell’Haacp che costituisce il documento più importante per un’azienda alimentare. Lì, infatti, sono contenute le procedure che assicurano l’idoneità dell’ambiente alla produzione di alimenti sani e consentono di eliminare i batteri patogeni pericolosi per la salute umana.
I militari hanno individuato un’auto rubata, a bordo della quale c’erano 20 grammi di hashish. Il mezzo è stato sottoposto a sequestro a carico di ignoti.
Inoltre, nel corso delle verifiche negli esercizi commerciali, si sono riscontrate alcune irregolarità in un ristorante situato in corso Giulio Cesare all’angolo con via Pinerolo, proprio al confine con il quartiere Barriera di Milano. Al titolare, un marocchino, è stata inflitta una sanzione amministrativa di 3mila euro per carenze igienico-sanitarie e assenza del piano di autocontrollo ovvero dell’Haacp che costituisce il documento più importante per un’azienda alimentare. Lì, infatti, sono contenute le procedure che assicurano l’idoneità dell’ambiente alla produzione di alimenti sani e consentono di eliminare i batteri patogeni pericolosi per la salute umana.

Tre acciuffati grazie ai cittadini
10.08.24 - Mai farsi vincere da scoraggiamento o pigrizia. Avvertire le forze dell’ordine di un reato in corso può fare la differenza. Infatti, grazie alla segnalazione di due cittadini, è stato possibile recuperare 3 pc e 2 notebook trafugati di notte da un negozio di computer di via Botticelli.
Ad avvertire la Polizia, sono due amici che si trovano a fare due chiacchiere all’interno dei Giardini Jaquerin quando si accorgono di un giovane che, sfondando con un tombino le vetrine di un negozio di articoli da computer, ne esce un paio di minuti dopo con diverso materiale elettronico fra le mani. Si tratta di un 24enne, il quale prontamente fugge in direzione di corso Taranto, in compagnia di due complici, di 26 e 30 anni, rimasti in disparte con funzioni di “copertura”.
Una pattuglia del Commissariato di Barriera Milano e una dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso pubblico riescono a bloccare il trio, proprio mentre inizia la spartizione della refurtiva. Per i tre, scatta l’arresto per furto aggravato in concorso.
Il senso civico di due persone stavolta è stato determinante per sventare un furto collaborando con le forze dell'ordine.
Ad avvertire la Polizia, sono due amici che si trovano a fare due chiacchiere all’interno dei Giardini Jaquerin quando si accorgono di un giovane che, sfondando con un tombino le vetrine di un negozio di articoli da computer, ne esce un paio di minuti dopo con diverso materiale elettronico fra le mani. Si tratta di un 24enne, il quale prontamente fugge in direzione di corso Taranto, in compagnia di due complici, di 26 e 30 anni, rimasti in disparte con funzioni di “copertura”.
Una pattuglia del Commissariato di Barriera Milano e una dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso pubblico riescono a bloccare il trio, proprio mentre inizia la spartizione della refurtiva. Per i tre, scatta l’arresto per furto aggravato in concorso.
Il senso civico di due persone stavolta è stato determinante per sventare un furto collaborando con le forze dell'ordine.

Capitolo 5 in via Bologna 267, minacce all'Atc
08.08.24 - Una pattuglia del Commissariato di Barriera Milano e una dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso pubblico riescono a bloccare il trio, proprio mentre inizia la spartizione della refurtiva. Per i tre, scatta l’arresto per furto aggravato in concorso.
Il senso civico di due persone stavolta è stato determinante per sventare un furto collaborando con le forze dell'ordine.
È una guerra di logoramento ormai. Mandati via dall’alloggio al piano terra dell’interno sei, i nomadi hanno invaso il cortile con le loro auto e i furgoni e occupato tutti gli spazi all’aperto. Nemmeno la pioggia e la grandine di mercoledì 7 agosto sono riuscite a scoraggiarli. Una resa diventa impensabile. C’è un clima di tensione. Basta uno sguardo di troppo da parte di chi abita nel complesso per renderli aggressivi. “Con le buone maniere le istituzioni non possono ottenere nulla – affermano i residenti -. Le forze dell’ordine se davvero vogliono mandarli via devono usare il pugno di ferro. Se non lo faranno, per noi la convivenza sarà non soltanto impossibile, anche molto pericolosa”.
Di sicuro la funzionaria minacciata segnalerà l’episodio all’Ufficio legale di Atc. Ma quale sarà la prossima mossa da parte delle istituzioni resta un’incognita, dal momento che nemmeno l’intervento effettuato martedì mattina dalla Polizia in forze è servito a scoraggiarli. “Non hanno niente da perdere – commentano ancora i residenti -. Uno di loro è un ex galeotto, di certo non si spaventa facilmente. E poi sono convinti di avere ragione. Da Atc pretendono che nero su bianco l’Agenzia dichiari di assumersi la responsabilità nel caso in cui capiti qualcosa ai loro bambini. È tutta una follia”.
Il senso civico di due persone stavolta è stato determinante per sventare un furto collaborando con le forze dell'ordine.
È una guerra di logoramento ormai. Mandati via dall’alloggio al piano terra dell’interno sei, i nomadi hanno invaso il cortile con le loro auto e i furgoni e occupato tutti gli spazi all’aperto. Nemmeno la pioggia e la grandine di mercoledì 7 agosto sono riuscite a scoraggiarli. Una resa diventa impensabile. C’è un clima di tensione. Basta uno sguardo di troppo da parte di chi abita nel complesso per renderli aggressivi. “Con le buone maniere le istituzioni non possono ottenere nulla – affermano i residenti -. Le forze dell’ordine se davvero vogliono mandarli via devono usare il pugno di ferro. Se non lo faranno, per noi la convivenza sarà non soltanto impossibile, anche molto pericolosa”.
Di sicuro la funzionaria minacciata segnalerà l’episodio all’Ufficio legale di Atc. Ma quale sarà la prossima mossa da parte delle istituzioni resta un’incognita, dal momento che nemmeno l’intervento effettuato martedì mattina dalla Polizia in forze è servito a scoraggiarli. “Non hanno niente da perdere – commentano ancora i residenti -. Uno di loro è un ex galeotto, di certo non si spaventa facilmente. E poi sono convinti di avere ragione. Da Atc pretendono che nero su bianco l’Agenzia dichiari di assumersi la responsabilità nel caso in cui capiti qualcosa ai loro bambini. È tutta una follia”.

Bimba abbandonata, mamma in manette
08.08.24 - Una bimba di circa tre anni d’età lasciata sola in casa in una strada di Barriera di Torino. La piccola si affaccia verso le ore 20 dal balconcino del pian terreno e piange disperatamente. Dopo un po’ si forma un capannello di passanti inteneriti dalle lamentele della bimba. Qualcuno suggerisce di allertare il 112 perché i genitori potrebbero essersi sentiti male o chissà che altro. L’auto dei militari sopraggiunge rapidamente.
Mentre il trambusto aumenta, torna a casa la madre della bambina, estremamente contrariata da tutta quella gente e dalla presenza dei Carabinieri. Afferma di essere andata a fare una commissione urgente all’ufficio postale, ma questa circostanza dovrà essere accertata (vista l’ora tarda). Per la signora scatta il provvedimento di arresto per “abbandono di minore”.
Mentre il trambusto aumenta, torna a casa la madre della bambina, estremamente contrariata da tutta quella gente e dalla presenza dei Carabinieri. Afferma di essere andata a fare una commissione urgente all’ufficio postale, ma questa circostanza dovrà essere accertata (vista l’ora tarda). Per la signora scatta il provvedimento di arresto per “abbandono di minore”.

Non c'è due senza tre in via Bologna 267
06.08.24 - E’ una storia infinita il braccio di ferro tra i rom e la Città al civico 267 di via Bologna. Anche il secondo intervento da parte delle forze dell’ordine, di lunedì 5 agosto sera, non è stato risolutivo. Ce n’è voluto un terzo il 6 mattina, questa volta effettuato dalla Polizia, manchevolmente non coinvolta dal Nucleo Nomadi dei Vigili nell’operazione di interdizione dell'accesso all’alloggio, situato al pian terreno dell’interno sei, con cui si è aperta la vicenda.
Partiamo dall’inizio. Gli abusivi sono al mare, in ferie da qualche giorno quando l’appartamento viene sigillato. Qualcuno probabilmente li avvisa del fatto. Così loro rientrano in fretta e furia dalla Liguria e nel primo pomeriggio di lunedì se ne rimpossessano come se nulla fosse accaduto. La sera si svolge il secondo sopralluogo a cui prendono parte anche i poliziotti. Tra i rom e gli agenti c’è qualche attrito perché di andarsene la famiglia occupante non ne vuole proprio sapere.
Niente da fare, il secondo round lo vincono di nuovo i rom. Dopo aver trascorso la notte nell’appartamento, sicuri di averla ancora sfangata, alle 9 del mattino invece si trovano di fronte la Polizia in forze. Non scherzano affatto le forze dell’ordine. Li cacciano. E quelli sono costretti a raccogliere le loro cose e ad andarsene.
Resta però che anche questo terzo intervento potrebbe non essere definitivo perché i rom hanno riposto valigie e oggetti vari in un furgone parcheggiato nel cortile, un furgone che non può mettersi in marcia perché ha le gomme bloccate nell’asfalto. Quindi tutto lascia pensare che i nomadi abbiano già previsto di occupare un altro alloggio nello stesso complesso Atc. E allora potrebbe davvero essere infinita questa storia.
Partiamo dall’inizio. Gli abusivi sono al mare, in ferie da qualche giorno quando l’appartamento viene sigillato. Qualcuno probabilmente li avvisa del fatto. Così loro rientrano in fretta e furia dalla Liguria e nel primo pomeriggio di lunedì se ne rimpossessano come se nulla fosse accaduto. La sera si svolge il secondo sopralluogo a cui prendono parte anche i poliziotti. Tra i rom e gli agenti c’è qualche attrito perché di andarsene la famiglia occupante non ne vuole proprio sapere.
Niente da fare, il secondo round lo vincono di nuovo i rom. Dopo aver trascorso la notte nell’appartamento, sicuri di averla ancora sfangata, alle 9 del mattino invece si trovano di fronte la Polizia in forze. Non scherzano affatto le forze dell’ordine. Li cacciano. E quelli sono costretti a raccogliere le loro cose e ad andarsene.
Resta però che anche questo terzo intervento potrebbe non essere definitivo perché i rom hanno riposto valigie e oggetti vari in un furgone parcheggiato nel cortile, un furgone che non può mettersi in marcia perché ha le gomme bloccate nell’asfalto. Quindi tutto lascia pensare che i nomadi abbiano già previsto di occupare un altro alloggio nello stesso complesso Atc. E allora potrebbe davvero essere infinita questa storia.

La risposta della città alla beffa di via Bologna 267
05.08.24 - Il braccio di ferro tra i rom e la Città va avanti. Dopo le 17 del 5 agosto le istituzioni tornano in via Bologna 267 e ristabiliscono il primato della legge. Questa volta c’è anche la Polizia. Il secondo intervento si rende necessario dopo il ritorno dei rom nell’appartamento che in mattinata era stato sigillato dal Nucleo Nomadi della Polizia locale.
Neanche in questa occasione c’è stato lo sgombero. Si è ricorsi all’intervento di un fabbro per impedire definitivamente (si spera) l’accesso in quell’alloggio, rimasto per lungo tempo ostaggio degli abusivi. Atc ha forse riconsiderato la protesta dei residenti che grazie alla foto sono riusciti a dimostrare di non aver preso un abbaglio.
“Abbiamo visto una coppia di rom allontanarsi con alcuni borsoni in mano – racconta chi vive nel palazzo -. L’uomo, un ex galeotto tra l’altro, ha detto a un agente che erano proprio contenti di andarsene a occupare un appartamento da un’altra parte perché qui, in questo condominio, si sta davvero male”. Parole che se da un lato fanno trasalire, dall’altro inducono a ben sperare gli abitanti, molto contenti di non avere più come vicini di casa persone così moleste.
Neanche in questa occasione c’è stato lo sgombero. Si è ricorsi all’intervento di un fabbro per impedire definitivamente (si spera) l’accesso in quell’alloggio, rimasto per lungo tempo ostaggio degli abusivi. Atc ha forse riconsiderato la protesta dei residenti che grazie alla foto sono riusciti a dimostrare di non aver preso un abbaglio.
“Abbiamo visto una coppia di rom allontanarsi con alcuni borsoni in mano – racconta chi vive nel palazzo -. L’uomo, un ex galeotto tra l’altro, ha detto a un agente che erano proprio contenti di andarsene a occupare un appartamento da un’altra parte perché qui, in questo condominio, si sta davvero male”. Parole che se da un lato fanno trasalire, dall’altro inducono a ben sperare gli abitanti, molto contenti di non avere più come vicini di casa persone così moleste.

La beffa di via Bologna 267
05.08.24 - Mattinata di grandi manovre in via Bologna 267 per restituire all’ Agenzia territoriale per la casa del Piemonte Centrale uno dei tre appartamenti da troppo tempo occupati abusivamente dai rom. All’’operazione di interdizione dell’accesso all’alloggio, situato al pian terreno dell’interno sei, hanno preso parte gli uomini del Nucleo Nomadi della Polizia locale e i tecnici Atc. L’intervento dura alcune ore. Vengono sigillate porte e finestre. Non c’è sgombero, come raccontano i residenti. I contatori erano già stati chiusi in passato.
Giusto il tempo di cantare vittoria da parte delle istituzioni ed ecco che tutto torna come prima. Intorno alle 15,30 gli abusivi riprendono possesso dell’appartamento come se niente fosse. Ce lo comunicano alcune persone che abitano in quel palazzo e la foto raccolta parla chiaro: le tapparelle sono su e le finestre spalancate.
I residenti in quel complesso residenziale sono in subbuglio perché si sentono beffati nel profondo. Uno di loro contatta subito Atc. Secondo l’Agenzia è impossibile che i sigilli siano stati rimossi. “Li abbiamo visti arrivare con le borse della spesa e infilarsi nel portone. Mica sogniamo. E poi le finestre sono tornate aperte – raccontano indignati gli abitanti ai nostri microfoni -. Erano spariti da circa un mese, come accade ogni estate quando vanno a farsi le vacanze da qualche altra parte a bordo dei loro camper. Qualcuno deve averli avvisati e loro senza perdere tempo sono tornati”.
Giusto il tempo di cantare vittoria da parte delle istituzioni ed ecco che tutto torna come prima. Intorno alle 15,30 gli abusivi riprendono possesso dell’appartamento come se niente fosse. Ce lo comunicano alcune persone che abitano in quel palazzo e la foto raccolta parla chiaro: le tapparelle sono su e le finestre spalancate.
I residenti in quel complesso residenziale sono in subbuglio perché si sentono beffati nel profondo. Uno di loro contatta subito Atc. Secondo l’Agenzia è impossibile che i sigilli siano stati rimossi. “Li abbiamo visti arrivare con le borse della spesa e infilarsi nel portone. Mica sogniamo. E poi le finestre sono tornate aperte – raccontano indignati gli abitanti ai nostri microfoni -. Erano spariti da circa un mese, come accade ogni estate quando vanno a farsi le vacanze da qualche altra parte a bordo dei loro camper. Qualcuno deve averli avvisati e loro senza perdere tempo sono tornati”.

I Carabinieri acciuffano due malviventi
05.08.24 - Un nordafricano di 33 anni è stato denunciato dai Carabinieri di Torino Borgo Dora per lesioni aggravate e rapine. A determinare l’intervento dei militari in piazza Sofia una lite per futili motivi nel corso della notte. Il giovane avrebbe aggredito con un coccio di bottiglia di vetro un altro connazionale, ferendolo non gravemente. La vittima, un uomo di 44 anni, è stata trasportata all’ospedale San Giovanni Bosco con prognosi di dieci giorni. Il fatto, reso noto da un comunicato del Comando provinciale dell'Arma, risale ad alcuni giorni fa.
Sempre un nordafricano, di 25 anni, è invece stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile per rapina impropria. Il giovane prima si è impossessato di alcuni prodotti esposti sugli scaffali di un noto supermercato di via Cigna e poi ha aggredito il personale di vigilanza intervenuto per impedirgli di fuggire. In seguito a una segnalazione al 112, i militari sono arrivati subito sul posto e lo hanno bloccato. Per lui si sono aperte le porte del carcere Lorusso e Cutugno. Anche questo episodio è avvenuto nei giorni scorsi, come spiega la stessa nota dell'Arma.
Sempre un nordafricano, di 25 anni, è invece stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile per rapina impropria. Il giovane prima si è impossessato di alcuni prodotti esposti sugli scaffali di un noto supermercato di via Cigna e poi ha aggredito il personale di vigilanza intervenuto per impedirgli di fuggire. In seguito a una segnalazione al 112, i militari sono arrivati subito sul posto e lo hanno bloccato. Per lui si sono aperte le porte del carcere Lorusso e Cutugno. Anche questo episodio è avvenuto nei giorni scorsi, come spiega la stessa nota dell'Arma.

La rissa del sabato sera
04.08.24 - È impossibile, da tempo ormai, per i residenti di via Valprato, nel tratto tra corso Vercelli e via Fossata, dormire sonni tranquilli. Al numero 6 c’è un negozio multietnico che va avanti per tutta la notte a rifornire di alcolici i soliti sbandati amanti del buio e della birra. Sono perlopiù stranieri. Cominciano a bere nella tarda serata fino a ubriacarsi, diventando particolarmente litigiosi. Come è accaduto nella notte fino all'alba di domenica, ma questa è soltanto l’ultima volta.
A farci la segnalazione è un nostro lettore che abita in zona, abituato a vedere sempre le stesse scene, non di certo edificanti. Per mostrarci cosa succede quando cala il buio in quell’angolo di Barriera, ma d’altra parte (si sa) non soltanto lì, ha girato un breve video che racconta alcuni momenti della rissa scoppiata intorno alle 10 di sera per poi proseguire fino alle 2 del mattino. Il residente ci spiega che per paura di essere scoperto dai facinorosi si è dovuto limitare a raccogliere poche immagini, nemmeno le più significative, dell’ennesima nottata di tensioni, botte e urla.
“Si rincorrevano e si lanciavano addosso con violenza le bottiglie, senza curarsi di non colpire le auto parcheggiate lungo la via o eventualmente chi stava rincasando o andando a fare il turno di notte al lavoro – ci racconta il lettore -. Il rumore era infernale. I residenti urlavano dalle finestre di smetterla. Niente da fare. E poi, la strada si è trasformata rapidamente in un orinatoio, visto l’effetto diuretico che ha la birra”. Alle 5, quando tutto è tornato alla normalità, sono arrivati i Carabinieri, che probabilmente qualcuno aveva chiamato ore prima. Troppo tardi.
A farci la segnalazione è un nostro lettore che abita in zona, abituato a vedere sempre le stesse scene, non di certo edificanti. Per mostrarci cosa succede quando cala il buio in quell’angolo di Barriera, ma d’altra parte (si sa) non soltanto lì, ha girato un breve video che racconta alcuni momenti della rissa scoppiata intorno alle 10 di sera per poi proseguire fino alle 2 del mattino. Il residente ci spiega che per paura di essere scoperto dai facinorosi si è dovuto limitare a raccogliere poche immagini, nemmeno le più significative, dell’ennesima nottata di tensioni, botte e urla.
“Si rincorrevano e si lanciavano addosso con violenza le bottiglie, senza curarsi di non colpire le auto parcheggiate lungo la via o eventualmente chi stava rincasando o andando a fare il turno di notte al lavoro – ci racconta il lettore -. Il rumore era infernale. I residenti urlavano dalle finestre di smetterla. Niente da fare. E poi, la strada si è trasformata rapidamente in un orinatoio, visto l’effetto diuretico che ha la birra”. Alle 5, quando tutto è tornato alla normalità, sono arrivati i Carabinieri, che probabilmente qualcuno aveva chiamato ore prima. Troppo tardi.

Ennesimo sgombero di case occupate
01.08.24 - Sembra davvero che questo scorcio d’estate sia caratterizzato da una intensificazione delle attività volte a ripristinare la legalità in Barriera di Torino. Agosto 2024 comincia subito con lo sgombero di due alloggi di edilizia sociale occupati abusivamente nel complesso dell'ex Villaggio Snia, in corso Vercelli.
L'attività di recupero viene condotta dalla Polizia con la collaborazione degli agenti della Municipale di Torino e dei tecnici dell'Agenzia territoriale per la casa del Piemonte Centrale. L’iniziativa consente “di restituire questi alloggi alla loro destinazione" riferisce Atc. Gli appartamenti, che verranno immediatamente messi in lavorazione proprio da Atc, "saranno presto consegnati alla Città di Torino per nuove assegnazioni, contribuendo a rispondere alle esigenze abitative di chi ne ha titolo".
"Voglio ringraziare le forze dell'ordine per il loro prezioso contributo volto al ripristino della legalità nelle nostre case. Questi interventi - ha dichiarato il presidente dell'Agenzia territoriale per la casa del Piemonte Centrale Emilio Bolla - sono cruciali per proteggere i diritti di coloro che attendono legittimamente l'assegnazione di un alloggio popolare. Mantenere l'ordine e la sicurezza non è solo una questione di rispetto delle regole, ma anche di tutela della dignità e dei diritti dei nostri cittadini, in particolare di quelli che vivono nelle case popolari".
Inoltre, durante lo sgombero, la Polizia ha denunciato 5 persone per furto di corrente elettrica. Questo reato non deve essere superficialmente considerato “minore” perché può mettere a repentaglio la fornitura di energia a chi ha tutto il diritto di riceverla, causando quindi notevoli disagi a molti cittadini. L’operazione si è svolta in presenza di personale Ireti che ha provveduto alla piombatura dei contatori interessati.
Passo dopo passo si comincia a vedere “la luce” (è proprio il caso di dire) in fondo al tunnel (del degrado).
L'attività di recupero viene condotta dalla Polizia con la collaborazione degli agenti della Municipale di Torino e dei tecnici dell'Agenzia territoriale per la casa del Piemonte Centrale. L’iniziativa consente “di restituire questi alloggi alla loro destinazione" riferisce Atc. Gli appartamenti, che verranno immediatamente messi in lavorazione proprio da Atc, "saranno presto consegnati alla Città di Torino per nuove assegnazioni, contribuendo a rispondere alle esigenze abitative di chi ne ha titolo".
"Voglio ringraziare le forze dell'ordine per il loro prezioso contributo volto al ripristino della legalità nelle nostre case. Questi interventi - ha dichiarato il presidente dell'Agenzia territoriale per la casa del Piemonte Centrale Emilio Bolla - sono cruciali per proteggere i diritti di coloro che attendono legittimamente l'assegnazione di un alloggio popolare. Mantenere l'ordine e la sicurezza non è solo una questione di rispetto delle regole, ma anche di tutela della dignità e dei diritti dei nostri cittadini, in particolare di quelli che vivono nelle case popolari".
Inoltre, durante lo sgombero, la Polizia ha denunciato 5 persone per furto di corrente elettrica. Questo reato non deve essere superficialmente considerato “minore” perché può mettere a repentaglio la fornitura di energia a chi ha tutto il diritto di riceverla, causando quindi notevoli disagi a molti cittadini. L’operazione si è svolta in presenza di personale Ireti che ha provveduto alla piombatura dei contatori interessati.
Passo dopo passo si comincia a vedere “la luce” (è proprio il caso di dire) in fondo al tunnel (del degrado).
Luglio 2024

Rissa tra due donne in via Cimarosa
09.07.24 - Se le sono date di santa ragione sotto gli occhi increduli dei residenti. È successo in mattinata in via Cimarosa davanti al civico 30, intorno alle dieci e mezza, l’ora in cui per strada si incontrano perlopiù pensionati e signore in giro per fare la spesa. La cosa curiosa è che i protagonisti della rissa non erano uomini, bensì due donne sui cinquant’anni. Dalla ricostruzione dei fatti fornita dai testimoni il litigio sarebbe avvenuto senza alcun motivo apparente. Fatto sta che sono dovuti intervenire il 118 e la Polizia.
Secondo chi ha assistito alla scena la vittima dell’aggressione è una donna residente in via Ghedini. Sarebbe stata percossa, minacciata e offesa da un’altra donna che abita nel complesso Atc di via Cimarosa. “Da quel che mi è stato raccontato si tratta di una persona nota in zona per i suoi problemi di dipendenza da alcol e sostanze stupefacenti – spiega la capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino che ci ha fatto la segnalazione -: A quanto pare frequenta il Sert. I residenti mi hanno riferito che ha l’abitudine di attaccare briga per indurre a reagire le persone contro cui si scaglia. Cerca di ottenere risarcimenti? Forse”.
Sono finite tutte e due al pronto soccorso. La vittima è stata raggiunta al volto e a un braccio da alcuni spruzzi di spray al peperoncino che le hanno causato un’irritazione cutanea. “Il problema è che, in un primo momento, qualcuno si è divertito a diffondere una versione dei fatti sbagliata, trasformando in ‘carnefice’ la povera signora che è stata aggredita – ci tiene a sottolineare Marino -. Poi, ascoltando i testimoni, nell’arco di poche ore, sono riuscita a ricomporre il puzzle di una storia molto probabilmente montata a regola d'arte contro la residente di via Ghedini e così è stata fatta chiarezza”.
Secondo chi ha assistito alla scena la vittima dell’aggressione è una donna residente in via Ghedini. Sarebbe stata percossa, minacciata e offesa da un’altra donna che abita nel complesso Atc di via Cimarosa. “Da quel che mi è stato raccontato si tratta di una persona nota in zona per i suoi problemi di dipendenza da alcol e sostanze stupefacenti – spiega la capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino che ci ha fatto la segnalazione -: A quanto pare frequenta il Sert. I residenti mi hanno riferito che ha l’abitudine di attaccare briga per indurre a reagire le persone contro cui si scaglia. Cerca di ottenere risarcimenti? Forse”.
Sono finite tutte e due al pronto soccorso. La vittima è stata raggiunta al volto e a un braccio da alcuni spruzzi di spray al peperoncino che le hanno causato un’irritazione cutanea. “Il problema è che, in un primo momento, qualcuno si è divertito a diffondere una versione dei fatti sbagliata, trasformando in ‘carnefice’ la povera signora che è stata aggredita – ci tiene a sottolineare Marino -. Poi, ascoltando i testimoni, nell’arco di poche ore, sono riuscita a ricomporre il puzzle di una storia molto probabilmente montata a regola d'arte contro la residente di via Ghedini e così è stata fatta chiarezza”.

Furto di ombrelloni sotto gli occhi di tutti
04.07.24 - Sembra di essere nel Far west. Ormai in Barriera i balordi se ne fanno un baffo delle leggi come pure degli occhi elettronici pronti a immortalare le loro malefatte e delle persone che potrebbero vederli in azione e poi identificarli. Così capita anche che qualcuno in pieno giorno, sotto la luce del sole, davanti a negozianti, residenti e cittadini di passaggio compia un furto.
Intorno alle 17,30 una vecchia Golf nera si ferma in via Roppolo, all’altezza del civico 1. Chi ci fa la segnalazione, un residente, pensa che si tratti del solito incivile il quale, non avendo trovato parcheggio, lascerà l’auto in sosta davanti al passo carraio. E invece no. Il guidatore affianca il furgone bianco posteggiato accanto al marciapiede e in un attimo dal veicolo scendono tre persone. Senza esitazione raggiungono il camioncino e si arrampicano sul tetto.
“Sono saliti su come scoiattoli. In un battibaleno. Poi hanno tagliato le corde che tenevano legati tre ombrelloni da mercato e se li sono portati via con i piedistalli. Come se niente fosse li hanno caricati sull’auto, lasciandoli in parte fuori dal baule - racconta il testimone che ha raccolto le immagini -. Il terzo uomo, che indossava una maglietta bianca e un paio di jeans, nel video non si vede perché era ancora sul tetto del veicolo. Dall’aspetto mi sono sembrati di origini marocchine”.
Chi ha visto la scena non ha assolutamente immaginato che i tre fossero dei balordi all'opera. Per questo non ha chiamato i soccorsi. Ci vuole tanto, troppo coraggio per compiere un furto così sotto gli occhi di tutti. Poco dopo sono arrivati i proprietari del furgone, una coppia di ambulanti residenti in zona, per i quali la sorpresa è stata amara. Soltanto qualche mese fa i due sventurati già erano stati vittime di un episodio analogo. I ladri quella volta gli avevano portato via il registratore di cassa.
Intorno alle 17,30 una vecchia Golf nera si ferma in via Roppolo, all’altezza del civico 1. Chi ci fa la segnalazione, un residente, pensa che si tratti del solito incivile il quale, non avendo trovato parcheggio, lascerà l’auto in sosta davanti al passo carraio. E invece no. Il guidatore affianca il furgone bianco posteggiato accanto al marciapiede e in un attimo dal veicolo scendono tre persone. Senza esitazione raggiungono il camioncino e si arrampicano sul tetto.
“Sono saliti su come scoiattoli. In un battibaleno. Poi hanno tagliato le corde che tenevano legati tre ombrelloni da mercato e se li sono portati via con i piedistalli. Come se niente fosse li hanno caricati sull’auto, lasciandoli in parte fuori dal baule - racconta il testimone che ha raccolto le immagini -. Il terzo uomo, che indossava una maglietta bianca e un paio di jeans, nel video non si vede perché era ancora sul tetto del veicolo. Dall’aspetto mi sono sembrati di origini marocchine”.
Chi ha visto la scena non ha assolutamente immaginato che i tre fossero dei balordi all'opera. Per questo non ha chiamato i soccorsi. Ci vuole tanto, troppo coraggio per compiere un furto così sotto gli occhi di tutti. Poco dopo sono arrivati i proprietari del furgone, una coppia di ambulanti residenti in zona, per i quali la sorpresa è stata amara. Soltanto qualche mese fa i due sventurati già erano stati vittime di un episodio analogo. I ladri quella volta gli avevano portato via il registratore di cassa.

Vuole chiudere il tabaccaio rapinato 6 volte
04.07.24 - “Voglio lasciare l’attività. Dopo quello che mi è accaduto sono costretto a farlo per motivi di salute”. Per il tabaccaio di Strada Settimo, rapinato sei volte dallo stesso uomo nel maggio scorso, non c’è pace. Stare dietro il bancone è diventato un incubo. “Ogni volta che vedo entrare uno sconosciuto sobbalzo. Ormai vivo con il terrore che da quella porta s’introduca di nuovo qualche malintenzionato” racconta ai nostri microfoni.
Quel balordo, un ventinovenne italiano con problemi di dipendenza da droghe, già finito in galera per tentato omicidio, lo aveva preso di mira. Si infilava rapidamente con aria spavalda nel negozio e sotto minaccia si faceva consegnare stecche di sigarette e soldi. Gli diceva di essere armato e che non avrebbe esitato a fargli del male. Le prime tre rapine le aveva messe a segno addirittura nell’arco di 24 ore.
Il 5 giugno, al sesto colpo, è stato inchiodato dai poliziotti del Commissariato Barriera di Milano. Ora è in carcere. Ma il tabaccaio ancora non si sente tranquillo. “Impossibile dimenticare. In quel periodo avevo pure perso mia mamma – ci dice -. Non riuscivo più a mangiare. Scelsi di chiudere per due settimane con la speranza che non tornasse più. Tutto inutile perché poi si è ripresentato. Una volta ha tirato giù la serranda e mi ha chiuso dentro mentre lui stava facendo man bassa di stecche di sigarette”.
A inquietare il negoziante il pensiero di essere stato per lungo tempo tenuto d’occhio dal malfattore che aveva studiato accuratamente le sue abitudini prima di entrare in azione. Si erano, infatti, conosciuti almeno un anno prima quando il giovane lavorava come muratore nel cantiere del supermercato Aldi (ai tempi in costruzione). “Veniva ad acquistare le sigarette con i colleghi. Ha avuto buon gioco perché si è reso conto che non avrei reagito” commenta il tabaccaio, una persona molto gentile e perbene, al punto che lo stesso prefetto Cafagna lo ha ringraziato per la collaborazione e il senso civico.
“Al prefetto avevo scritto io per primo per complimentarmi con gli investigatori e gli agenti del Commissariato Barriera di Milano. Dopo giorni e giorni di indagini e appostamenti sono riusciti a individuarlo e incastrarlo in flagranza. Sono stati bravissimi, mi hanno offerto supporto, anche psicologico in un momento di grande difficoltà” ci racconta mettendo da parte per un attimo le sue sofferenze.
Alla domanda se è proprio sicuro di voler gettare la spugna, il negoziante risponde: “Avevo già pensato di vendere in passato. Ora ne sono convinto perché con quello che mi è accaduto non sto bene. Ho perso la serenità e mi sono ammalato. Così potrò dedicarmi al mio anziano papà”. E poi conclude: “Per quel giovane provo dispiacere, anche perché so che ha due figli. Non nutro assolutamente odio nei suoi confronti”.
Quel balordo, un ventinovenne italiano con problemi di dipendenza da droghe, già finito in galera per tentato omicidio, lo aveva preso di mira. Si infilava rapidamente con aria spavalda nel negozio e sotto minaccia si faceva consegnare stecche di sigarette e soldi. Gli diceva di essere armato e che non avrebbe esitato a fargli del male. Le prime tre rapine le aveva messe a segno addirittura nell’arco di 24 ore.
Il 5 giugno, al sesto colpo, è stato inchiodato dai poliziotti del Commissariato Barriera di Milano. Ora è in carcere. Ma il tabaccaio ancora non si sente tranquillo. “Impossibile dimenticare. In quel periodo avevo pure perso mia mamma – ci dice -. Non riuscivo più a mangiare. Scelsi di chiudere per due settimane con la speranza che non tornasse più. Tutto inutile perché poi si è ripresentato. Una volta ha tirato giù la serranda e mi ha chiuso dentro mentre lui stava facendo man bassa di stecche di sigarette”.
A inquietare il negoziante il pensiero di essere stato per lungo tempo tenuto d’occhio dal malfattore che aveva studiato accuratamente le sue abitudini prima di entrare in azione. Si erano, infatti, conosciuti almeno un anno prima quando il giovane lavorava come muratore nel cantiere del supermercato Aldi (ai tempi in costruzione). “Veniva ad acquistare le sigarette con i colleghi. Ha avuto buon gioco perché si è reso conto che non avrei reagito” commenta il tabaccaio, una persona molto gentile e perbene, al punto che lo stesso prefetto Cafagna lo ha ringraziato per la collaborazione e il senso civico.
“Al prefetto avevo scritto io per primo per complimentarmi con gli investigatori e gli agenti del Commissariato Barriera di Milano. Dopo giorni e giorni di indagini e appostamenti sono riusciti a individuarlo e incastrarlo in flagranza. Sono stati bravissimi, mi hanno offerto supporto, anche psicologico in un momento di grande difficoltà” ci racconta mettendo da parte per un attimo le sue sofferenze.
Alla domanda se è proprio sicuro di voler gettare la spugna, il negoziante risponde: “Avevo già pensato di vendere in passato. Ora ne sono convinto perché con quello che mi è accaduto non sto bene. Ho perso la serenità e mi sono ammalato. Così potrò dedicarmi al mio anziano papà”. E poi conclude: “Per quel giovane provo dispiacere, anche perché so che ha due figli. Non nutro assolutamente odio nei suoi confronti”.

Guida contromano forse in cerca di droga
03.07.24 - A bordo di una Twingo rossa svolta a gran velocità da via Sempione in via Trino senza curarsi di essere contromano. Percorre un isolato e poi, sempre contromano, imbocca via Sandigliano. Una telecamera lo riprende mentre sta passando come una saetta. Arrivato in corso Giulio Cesare si ferma, proprio all’incrocio tra le due strade. Dove ogni giorno si consumano le solite scene di spaccio.
È ovvio che ha fretta. Fretta di raggiungere quel gruppo di disonesti. Con loro resta poco. Fa quello che deve fare e poi riparte con la sua utilitaria scattante, ma questa volta viaggia nel senso di marcia corretto. Si tratta di un trentenne, apparentemente italiano, racconta chi lo ha visto.
“Molto probabilmente aveva l’urgenza di recuperare lo stupefacente al solito angolo, dai soliti noti, mi riferisco ai pusher senegalesi che si sono impossessati di quel tratto di strada – commenta la capogruppo di FdI in Circoscrizione 6 Verangela Marino che ci ha fatto la segnalazione e inviato le immagini -. C’era il rischio che investisse un pedone o facesse un frontale”.
Chi abita qui è abituato a vedere auto che sfrecciano contromano nel dedalo di vie interne e pusher a ogni angolo. “Mi chiedo perché – aggiunge Marino - l'amministrazione comunale non installi due telecamere, una tra Giulio Cesare e via Sandigliano che riprenda lo spaccio di droga e l’altra tra le vie Sempione e Trino per cogliere in fallo gli automobilisti che viaggiano a forte velocità, rischiando di causare gravi incidenti. Sarebbe un modo per fare cassa, visto che i conti della Città sono sempre in rosso”.
È ovvio che ha fretta. Fretta di raggiungere quel gruppo di disonesti. Con loro resta poco. Fa quello che deve fare e poi riparte con la sua utilitaria scattante, ma questa volta viaggia nel senso di marcia corretto. Si tratta di un trentenne, apparentemente italiano, racconta chi lo ha visto.
“Molto probabilmente aveva l’urgenza di recuperare lo stupefacente al solito angolo, dai soliti noti, mi riferisco ai pusher senegalesi che si sono impossessati di quel tratto di strada – commenta la capogruppo di FdI in Circoscrizione 6 Verangela Marino che ci ha fatto la segnalazione e inviato le immagini -. C’era il rischio che investisse un pedone o facesse un frontale”.
Chi abita qui è abituato a vedere auto che sfrecciano contromano nel dedalo di vie interne e pusher a ogni angolo. “Mi chiedo perché – aggiunge Marino - l'amministrazione comunale non installi due telecamere, una tra Giulio Cesare e via Sandigliano che riprenda lo spaccio di droga e l’altra tra le vie Sempione e Trino per cogliere in fallo gli automobilisti che viaggiano a forte velocità, rischiando di causare gravi incidenti. Sarebbe un modo per fare cassa, visto che i conti della Città sono sempre in rosso”.

Imbrattano i muri, una telecamera le riprende
01.07.24 - Armate di bombolette spray arrivano in via Cavaglià all’incrocio con via Salassa, poco dopo le 23. Sono tutte donne. Una telecamera le riprende mentre stanno imbrattando i muri dei palazzi. Sghignazzano in mezzo a un gruppo di persone. Tra gli spettatori spicca qualche indifferente in sella alla propria bici. È un silenzio assenso quello dei presenti, considerato che nessuno tenta di fermarle. Ma non c’è da stupirsi perché questa è zona di spaccio a tutte le ore. All’angolo si vede sempre qualche pusher di colore e i clienti, molti italiani, fanno capolino anche in auto per un acquisto di droga rapido. Insomma, non si tratta dei soliti “zombie strafatti di crack” a cui Barriera ci ha abituati.
Neanche le imbrattatrici sono le classiche tossiche anoressiche che ciondolano nel quartiere, pronte a tutto pur di ottenere una dose di crack. Sul muro, vicino al civico uno, scrivono “Molestatore stai attento non sono sola siamo in cento”. Poi attraversano la strada e vanno a sporcare di vernice anche l'edificio di fronte. Uno dei residenti si infuria e chiama il numero unico. La risposta dell’operatore è che non possono farci nulla.
“E’ probabile che siano venute qui a cercarsi la droga, ma non avessero i soldi per pagarla. Forse il pusher le ha molestate e loro hanno pensato bene di lasciargli quel messaggio sul muro” racconta il cittadino ai nostri microfoni e poi aggiunge: “Chi abita in questa zona, come me, non ha dubbi. Sono squatter che vanno in giro a rompere le scatole alle persone perbene. Ora ci tocca pure pagare l’imbianchino per cancellare le scritte”.
Il gruppo poi si sposta in via Salassa per lasciare il segno anche lì. Su un palazzo all’angolo con via Trino dispensa un’altra delle sue “perle di saggezza” con la vernice rossa: “Uomo morto non stupra!”. Inutile indugiare ancora sulla rabbia dei residenti che sono stanchi di dover fare i conti con il degrado. Inutile pure aggiungere che le colpevoli resteranno impunite nonostante l’occhio elettronico le abbia riprese all’opera. “Beh, se non altro sono state delicate nella scelta dei colori. Hanno usato il bianco sul muro bordò e l’oro su quello grigio” conclude con ironia il lettore rassegnato che ci ha fatto la segnalazione.
Neanche le imbrattatrici sono le classiche tossiche anoressiche che ciondolano nel quartiere, pronte a tutto pur di ottenere una dose di crack. Sul muro, vicino al civico uno, scrivono “Molestatore stai attento non sono sola siamo in cento”. Poi attraversano la strada e vanno a sporcare di vernice anche l'edificio di fronte. Uno dei residenti si infuria e chiama il numero unico. La risposta dell’operatore è che non possono farci nulla.
“E’ probabile che siano venute qui a cercarsi la droga, ma non avessero i soldi per pagarla. Forse il pusher le ha molestate e loro hanno pensato bene di lasciargli quel messaggio sul muro” racconta il cittadino ai nostri microfoni e poi aggiunge: “Chi abita in questa zona, come me, non ha dubbi. Sono squatter che vanno in giro a rompere le scatole alle persone perbene. Ora ci tocca pure pagare l’imbianchino per cancellare le scritte”.
Il gruppo poi si sposta in via Salassa per lasciare il segno anche lì. Su un palazzo all’angolo con via Trino dispensa un’altra delle sue “perle di saggezza” con la vernice rossa: “Uomo morto non stupra!”. Inutile indugiare ancora sulla rabbia dei residenti che sono stanchi di dover fare i conti con il degrado. Inutile pure aggiungere che le colpevoli resteranno impunite nonostante l’occhio elettronico le abbia riprese all’opera. “Beh, se non altro sono state delicate nella scelta dei colori. Hanno usato il bianco sul muro bordò e l’oro su quello grigio” conclude con ironia il lettore rassegnato che ci ha fatto la segnalazione.
Giugno 2024

Furto con spaccata in un bar pasticceria
26.06.24 - "Quando sono arrivata stamattina alle 6,15 in negozio per aprirlo mi sono trovata davanti la lieta sorpresa: la saracinesca forzata, un vetro rotto e tutto sottosopra". È disperata Gabriella Paparini, la titolare del bar pasticceria di piazza Rebaudengo 8. Nella notte i ladri le hanno fatto visita. "La piazza fino a ieri è stata un'isola felice. Ora non più. Chissà che dobbiamo aspettarci noi commercianti di zona nei prossimi mesi, adesso che conoscono bene il nostro indirizzo - racconta scoraggiata ai nostri microfoni -. Tutti noi negozianti dobbiamo trovare il modo di proteggere le nostre attività dai malintenzionati".
Già, fino a qui i balordi ancora non si erano spinti. In inverno un furto c'era stato, ma in via Porpora, in una macelleria. Per il resto i colpi messi a segno si erano concentrati tutti lungo il corso Vercelli e le traverse. In piazza nulla prima d’ora.
Hanno sollevato la serranda elettrica con un pezzo di legno, poi con un tombino sono riusciti a spaccare il vetro che, essendo antisfondamento, non è andato in mille pezzi. Per entrare hanno buttato per terra tutto ciò che c'era in vetrina sugli scaffali.
"Si sono portati via il fondo cassa di un centinaio di euro in monete. Il danno grande è quello che hanno fatto al vetro. Per ripararlo ci vorranno più o meno mille euro" spiega la titolare che non ha copertura assicurativa. E poi c'è lo spavento che non ha prezzo.
Per passare attraverso il buco fatto bisogna essere di piccole dimensioni. Sul marciapiede c’è qualche macchia di sangue, forse si sono feriti con i vetri mentre stavano uscendo. Dovevano essere almeno in due perché la serranda elettrica è piuttosto pesante da sollevare. Nella fuga hanno perso qualche spicciolo, monetine da pochi centesimi. In base ai primi accertamenti, si ipotizza che gli autori del crimine siano i soliti tossici in arrivo dal parco Sempione, diventato da tempo il ricovero dei disperati strafatti di crack. Anche se il parco, in verità, è stato ripulito proprio nelle ore precedenti il furto.
Già, fino a qui i balordi ancora non si erano spinti. In inverno un furto c'era stato, ma in via Porpora, in una macelleria. Per il resto i colpi messi a segno si erano concentrati tutti lungo il corso Vercelli e le traverse. In piazza nulla prima d’ora.
Hanno sollevato la serranda elettrica con un pezzo di legno, poi con un tombino sono riusciti a spaccare il vetro che, essendo antisfondamento, non è andato in mille pezzi. Per entrare hanno buttato per terra tutto ciò che c'era in vetrina sugli scaffali.
"Si sono portati via il fondo cassa di un centinaio di euro in monete. Il danno grande è quello che hanno fatto al vetro. Per ripararlo ci vorranno più o meno mille euro" spiega la titolare che non ha copertura assicurativa. E poi c'è lo spavento che non ha prezzo.
Per passare attraverso il buco fatto bisogna essere di piccole dimensioni. Sul marciapiede c’è qualche macchia di sangue, forse si sono feriti con i vetri mentre stavano uscendo. Dovevano essere almeno in due perché la serranda elettrica è piuttosto pesante da sollevare. Nella fuga hanno perso qualche spicciolo, monetine da pochi centesimi. In base ai primi accertamenti, si ipotizza che gli autori del crimine siano i soliti tossici in arrivo dal parco Sempione, diventato da tempo il ricovero dei disperati strafatti di crack. Anche se il parco, in verità, è stato ripulito proprio nelle ore precedenti il furto.

Occupano un appartamento, li arrestano
26.06.24 - Entrano in un appartamento in via Cervino, forzando la serratura della porta e lo occupano. Non solo. Per usufruire dell’energia elettrica si allacciano abusivamente al contatore condominiale. E poi si mettono comodi. Stavano cercando casa gratis e l’hanno trovata appropriandosi di un alloggio vuoto nel cuore del quartiere.
Il fatto risale alla seconda metà del mese. Quando il proprietario se ne accorge fa la segnalazione al 112. Nel pomeriggio di martedì 25 giugno i Carabinieri della Stazione di Barriera di Milano intervengono. I due occupanti sono nordafricani di 25 e di 26 anni. Per loro si aprono subito le porte del carcere Lorusso e Cutugno. Dovranno rispondere delle accuse di furto aggravato, invasione di terreni e danneggiamento.
Il fatto risale alla seconda metà del mese. Quando il proprietario se ne accorge fa la segnalazione al 112. Nel pomeriggio di martedì 25 giugno i Carabinieri della Stazione di Barriera di Milano intervengono. I due occupanti sono nordafricani di 25 e di 26 anni. Per loro si aprono subito le porte del carcere Lorusso e Cutugno. Dovranno rispondere delle accuse di furto aggravato, invasione di terreni e danneggiamento.

Le piscine Sempione al setaccio
25.06.24 - Atmosfere surreali evocanti quelle del noto film “Trainspotting” al parco Sempione, dove ci sono le piscine, nel primo pomeriggio di martedì 25 giugno. Intorno alle 14,30 si incontra poca gente a passeggio con il cane, a far da colonna sonora il rumore di una falciatrice, le nubi grigie e spesse incombono sul verde. In mezzo all’erba alta, vicino ai condomini di via Boccherini, un accampato con in mano le sue poche cose cerca di nascondersi. Mentre tutto intorno c’è un grande dispiegamento di forze dell’ordine.
È in corso un intervento congiunto. Ci sono gli uomini del Commissariato Barriera di Milano, quattro equipaggi del Reparto prevenzione crimine, due della Polizia locale e uno della Guardia di Finanza, oltre all’Unità cinofila. Tutto a pochi giorni dal sopralluogo effettuato in zona dal neoassessore comunale alla Sicurezza Marco Porcedda il quale, parlando con i giornalisti, aveva garantito che si sarebbe subito preso a cuore il problema dello spaccio e del degrado in Barriera.
L’operazione inizia intorno alle 13 per poi andare avanti per l’intero pomeriggio. Verso le 16 arriva ad assistere ai lavori il presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto. D’altra parte la macchina trinciatrice, utilizzata dagli operatori per fare piazza pulita di erbe ed erbacce, è stata messa a disposizione proprio dalla Circoscrizione. Finalmente per gli sbandati non sarà più possibile nascondersi o mimetizzarsi in mezzo alla vegetazione selvaggia. Ora è tutto bene in vista.
Tante le persone identificate, almeno una decina, altre invece sono state denunciate (i dati ufficiali li fornirà prossimamente una nota della Questura). Possibile che sia anche stato effettuato qualche arresto. Tutti stranieri, presenti all’interno degli spazi della piscina all’aperto. Mentre in quella coperta non è stato trovato nessuno, ma in ogni caso si è provveduto a chiuderla con un’opera di saldatura.
I controlli si sono poi spostati in corso Venezia, nel sottopasso accanto alla superstrada che porta a Caselle. In gergo lo chiamano “il buco”. Le forze dell’ordine lì dentro hanno trovato di tutto: sedie, stuoie, giacigli improvvisati, stracci, oltre a un occupante con la sua bicicletta. Si è proceduto con lo sgombero. Inquietanti i murales, realizzati sulle pareti, con tanto di presagio finale: “Fentanyl, eroin, crack, shaboo… 2027: the end”.
È in corso un intervento congiunto. Ci sono gli uomini del Commissariato Barriera di Milano, quattro equipaggi del Reparto prevenzione crimine, due della Polizia locale e uno della Guardia di Finanza, oltre all’Unità cinofila. Tutto a pochi giorni dal sopralluogo effettuato in zona dal neoassessore comunale alla Sicurezza Marco Porcedda il quale, parlando con i giornalisti, aveva garantito che si sarebbe subito preso a cuore il problema dello spaccio e del degrado in Barriera.
L’operazione inizia intorno alle 13 per poi andare avanti per l’intero pomeriggio. Verso le 16 arriva ad assistere ai lavori il presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto. D’altra parte la macchina trinciatrice, utilizzata dagli operatori per fare piazza pulita di erbe ed erbacce, è stata messa a disposizione proprio dalla Circoscrizione. Finalmente per gli sbandati non sarà più possibile nascondersi o mimetizzarsi in mezzo alla vegetazione selvaggia. Ora è tutto bene in vista.
Tante le persone identificate, almeno una decina, altre invece sono state denunciate (i dati ufficiali li fornirà prossimamente una nota della Questura). Possibile che sia anche stato effettuato qualche arresto. Tutti stranieri, presenti all’interno degli spazi della piscina all’aperto. Mentre in quella coperta non è stato trovato nessuno, ma in ogni caso si è provveduto a chiuderla con un’opera di saldatura.
I controlli si sono poi spostati in corso Venezia, nel sottopasso accanto alla superstrada che porta a Caselle. In gergo lo chiamano “il buco”. Le forze dell’ordine lì dentro hanno trovato di tutto: sedie, stuoie, giacigli improvvisati, stracci, oltre a un occupante con la sua bicicletta. Si è proceduto con lo sgombero. Inquietanti i murales, realizzati sulle pareti, con tanto di presagio finale: “Fentanyl, eroin, crack, shaboo… 2027: the end”.

Lo trovano con mezzo chilo di cocaina, arrestato
25.06.24 - Gli agenti delle volanti non possono fare a meno di notarlo perché sta camminando con fare piuttosto sospetto in via Monte Rosa. In mano stringe un sacchetto nero di plastica che fa scivolare sotto un’auto parcheggiata, appena si accorge della loro presenza. Poi cerca di allontanarsi come se niente fosse accaduto.
I poliziotti lo fermano. Dentro al marsupio trovano 5800 euro in contanti, una bella cifra il cui possesso l’uomo non riesce a giustificare. Nella busta di plastica buttata sotto l’auto invece ci sono in un panno in microfibra appallottolato, 36 ovuli termosaldati di cocaina per un peso di circa 400 grammi, e un sacchettino trasparente contenente altri 100 grammi di cocaina.
Durante la perquisizione dell’appartamento del presunto pusher, situato nei paraggi, viene inoltre rinvenuto materiale utile al confezionamento dello stupefacente, tra cui bilancini di precisione e sostanze da taglio. Per l'uomo, un nigeriano di 37 anni, sono scattate le manette con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
I poliziotti lo fermano. Dentro al marsupio trovano 5800 euro in contanti, una bella cifra il cui possesso l’uomo non riesce a giustificare. Nella busta di plastica buttata sotto l’auto invece ci sono in un panno in microfibra appallottolato, 36 ovuli termosaldati di cocaina per un peso di circa 400 grammi, e un sacchettino trasparente contenente altri 100 grammi di cocaina.
Durante la perquisizione dell’appartamento del presunto pusher, situato nei paraggi, viene inoltre rinvenuto materiale utile al confezionamento dello stupefacente, tra cui bilancini di precisione e sostanze da taglio. Per l'uomo, un nigeriano di 37 anni, sono scattate le manette con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Volante della Polizia va a fuoco
23.06.24 - All’improvviso gli agenti di pattuglia vedono il fumo che si alza dal cofano dell’auto. Si fermano, scendono subito dal veicolo e chiamano i pompieri. Giusto in tempo perché in un attimo la pantera bianca e blu viene avvolta dal rogo.
L’episodio si consuma al confine con Barriera, tra via Alimonda e via Varese, poco lontano dai giardini troppe volte balzati agli onori della cronaca perché ricettacolo di delinquenza e spaccio. Sono le 23,30 di sabato e la volante si trova in zona per i controlli di routine.
Grazie all’intervento dei Vigili del fuoco del Comando provinciale di Torino le fiamme vengono sedate prima che riescano ad ardere l’intero veicolo. Secondo le prime ricostruzioni, l’incendio sarebbero da far risalire a un guasto al motore. I poliziotti sono rimasti illesi.
L’episodio si consuma al confine con Barriera, tra via Alimonda e via Varese, poco lontano dai giardini troppe volte balzati agli onori della cronaca perché ricettacolo di delinquenza e spaccio. Sono le 23,30 di sabato e la volante si trova in zona per i controlli di routine.
Grazie all’intervento dei Vigili del fuoco del Comando provinciale di Torino le fiamme vengono sedate prima che riescano ad ardere l’intero veicolo. Secondo le prime ricostruzioni, l’incendio sarebbero da far risalire a un guasto al motore. I poliziotti sono rimasti illesi.

Le forze dell'ordine in azione
21.06.24 - Una giornata di controlli a tappeto in Barriera di Milano, concentrati nei luoghi dove bivaccano pusher e tossici e lungo le vie su cui si affacciano esercizi commerciali spesso non a norma.
Nel pomeriggio è stata fatta pulizia totale al parco Sempione dove da mesi si sono attendati gli sbandati, cacciati dalla ex Gondrand. Spacciatori e “zombie strafatti di crack”, come li hanno soprannominati i residenti, ormai hanno preso ampio possesso dell’area verde e di andarsene non ne vogliono proprio sapere. Qui, infatti, sorge la loro tendopoli improvvisata. Inutili i molteplici interventi delle forze dell’ordine per allontanarli perché alla fine tornano sempre. Chi (genitori con bambini, anziani, persone con cani) vorrebbe fare un buon uso del parco, quello per cui è stato concepito, resta così fuori dai giochi perché la convivenza con questa gente è difficile se non impossibile. La Polizia, aiutata da Amiat, ha bonificato per l’ennesima volta la zona e i soliti noti sono stati fatti sgomberare.
In serata invece i Carabinieri insieme con i Nas hanno effettuato un servizio alto impatto in un’altra porzione di Barriera. I controlli si sono concentrati su due esercizi commerciali, gestiti da cittadini stranieri, un minimarket in corso Novara e un negozio di kebab in corso Giulio Cesare. Tra dipendenti e avventori sono state identificate nove persone, tutte non italiane, mentre le sanzioni inflitte ammontano a 3500 euro. I militari hanno inoltre denunciato un 47enne per violazione di ordine di espulsione.
Nel pomeriggio è stata fatta pulizia totale al parco Sempione dove da mesi si sono attendati gli sbandati, cacciati dalla ex Gondrand. Spacciatori e “zombie strafatti di crack”, come li hanno soprannominati i residenti, ormai hanno preso ampio possesso dell’area verde e di andarsene non ne vogliono proprio sapere. Qui, infatti, sorge la loro tendopoli improvvisata. Inutili i molteplici interventi delle forze dell’ordine per allontanarli perché alla fine tornano sempre. Chi (genitori con bambini, anziani, persone con cani) vorrebbe fare un buon uso del parco, quello per cui è stato concepito, resta così fuori dai giochi perché la convivenza con questa gente è difficile se non impossibile. La Polizia, aiutata da Amiat, ha bonificato per l’ennesima volta la zona e i soliti noti sono stati fatti sgomberare.
In serata invece i Carabinieri insieme con i Nas hanno effettuato un servizio alto impatto in un’altra porzione di Barriera. I controlli si sono concentrati su due esercizi commerciali, gestiti da cittadini stranieri, un minimarket in corso Novara e un negozio di kebab in corso Giulio Cesare. Tra dipendenti e avventori sono state identificate nove persone, tutte non italiane, mentre le sanzioni inflitte ammontano a 3500 euro. I militari hanno inoltre denunciato un 47enne per violazione di ordine di espulsione.

L'inutile fuga sui tetti della scuola
22.06.24 - Prima si è introdotto furtivamente nei locali dell’istituto scolastico e poi ha tentato la fuga. Una fuga rocambolesca sui tetti dell’edificio. La scena da film si è consumata nella notte. Nel mirino del ladro avventuroso l’Ipsia Birago di corso Novara 65.
Tutto comincia con una chiamata al 112. Un cittadino fa una segnalazione al numero unico perché c’è un uomo che è penetrato nell’edificio scolastico, dopo aver divelto una parete in cartongesso. Raccolgono l’sos della Centrale operativa i Carabinieri del Nucleo Radiomobile. All’arrivo della pattuglia il balordo sceglie la strada dei tetti. I militari riescono però a fermarlo.
Si tratta di un 44enne che è stato arrestato con l’accusa di tentato furto aggravato. Su disposizione dell’autorità giudiziaria è stato rinchiuso nella camera di sicurezza della caserma.
Tutto comincia con una chiamata al 112. Un cittadino fa una segnalazione al numero unico perché c’è un uomo che è penetrato nell’edificio scolastico, dopo aver divelto una parete in cartongesso. Raccolgono l’sos della Centrale operativa i Carabinieri del Nucleo Radiomobile. All’arrivo della pattuglia il balordo sceglie la strada dei tetti. I militari riescono però a fermarlo.
Si tratta di un 44enne che è stato arrestato con l’accusa di tentato furto aggravato. Su disposizione dell’autorità giudiziaria è stato rinchiuso nella camera di sicurezza della caserma.

Arrestato per sei rapine nella stessa tabaccheria
22.06.24 - Entrava con aria spavalda nel negozio, a viso scoperto, indossando immancabilmente un paio di occhiali da sole, senza alcun timore di poter essere riconosciuto e poi minacciava il proprietario per farsi consegnare l’incasso. È tutto raccontato nei filmati ripresi dalle telecamere del locale. Il giovane è un ventisettenne italiano che la squadra di Polizia giudiziaria del Commissariato Barriera di Milano è riuscita a incastrare, analizzando a fondo le immagini raccolte dall’occhio elettronico e grazie a un prezioso lavoro svolto dagli investigatori.
È successo nel mese di maggio. Il balordo aveva preso di mira una tabaccheria del quartiere Barca. Sei, infatti, sono le rapine messe a segno sempre ai danni della stessa attività commerciale, le prime tre concentrate addirittura in 24 ore, con una rapidità e sistematicità che hanno indotto il tabaccaio a chiudere il negozio per due settimane. Inutilmente però. Perché alla riapertura tutto è tornato come prima fino a quando i poliziotti non sono riusciti ad arrestare il colpevole in flagranza.
Come mostrano i video, il ventisettenne si infilava furtivamente nel locale, faceva credere al titolare di essere armato e poi lo minacciava affinché gli consegnasse l’incasso. “Ti ridurrò in sedia a rotelle”, “Se non mi dai i soldi ti sfregio con l’acido”, “Guarda che ti incendio il negozio”, pronunciando di volta in volta queste intimidazioni è riuscito a sottrarre alla vittima 2000 euro e numerose stecche di sigarette.
Per il ventisettenne si sono aperte le porte del Lorusso e Cutugno su decisione del Gip che ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere.
È successo nel mese di maggio. Il balordo aveva preso di mira una tabaccheria del quartiere Barca. Sei, infatti, sono le rapine messe a segno sempre ai danni della stessa attività commerciale, le prime tre concentrate addirittura in 24 ore, con una rapidità e sistematicità che hanno indotto il tabaccaio a chiudere il negozio per due settimane. Inutilmente però. Perché alla riapertura tutto è tornato come prima fino a quando i poliziotti non sono riusciti ad arrestare il colpevole in flagranza.
Come mostrano i video, il ventisettenne si infilava furtivamente nel locale, faceva credere al titolare di essere armato e poi lo minacciava affinché gli consegnasse l’incasso. “Ti ridurrò in sedia a rotelle”, “Se non mi dai i soldi ti sfregio con l’acido”, “Guarda che ti incendio il negozio”, pronunciando di volta in volta queste intimidazioni è riuscito a sottrarre alla vittima 2000 euro e numerose stecche di sigarette.
Per il ventisettenne si sono aperte le porte del Lorusso e Cutugno su decisione del Gip che ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere.

Scontro tra un furgone e un monopattino
17.06.24 - Sono sempre più frequenti gli incidenti per le strade di Barriera che vedono protagonisti i monopattini. L’ultimo risale a oggi. Intorno alle 9,30 il mezzo a due ruote sta percorrendo via Soana, all’incrocio con via Feletto passa scordandosi di dare la precedenza al furgone in arrivo. L’impatto è violento. Il giovane magrebino alla guida del monopattino sbatte contro la fiancata anteriore sinistra del veicolo e viene sbalzato al suolo, senza però riportare ferite gravi. Poteva andare molto peggio. A Roma, poche ore dopo, una 24enne monopattinista perderà la vita in uno scontro con un’auto.
“Ormai questi incidenti sono all'ordine del giorno e il più delle volte i veicoli che rimangono coinvolti, benché abbiano ragione, sono costretti a pagare di tasca propria i danni causati dai conducenti di monopattini e biciclette perché questi sono sprovvisti di assicurazione e di targa” commenta la capogruppo di Fratelli d’Italia Verangela Marino che ci ha inviato la segnalazione e le foto.
A indignare Marino i commenti di alcuni passanti: “Poveretto, è uno che non ha i soldi per comprarsi un’auto” e poi ancora “Chi è alla guida di una macchina deve andare piano”. Commenti che la capogruppo derubrica a chiacchiere da bar. “Prima di mettersi alla guida di monopattini e biciclette elettriche, spesso manomesse per aumentare la velocità, ai conducenti si dovrebbe richiedere di prendere un patentino rilasciato dalla scuola guida. Sarebbe l’unico modo per insegnare a questi incivili il codice della strada” aggiunge.
Sul posto è arrivato il 118 ma il giovane non ha voluto essere accompagnato in ospedale per accertamenti.
“Ormai questi incidenti sono all'ordine del giorno e il più delle volte i veicoli che rimangono coinvolti, benché abbiano ragione, sono costretti a pagare di tasca propria i danni causati dai conducenti di monopattini e biciclette perché questi sono sprovvisti di assicurazione e di targa” commenta la capogruppo di Fratelli d’Italia Verangela Marino che ci ha inviato la segnalazione e le foto.
A indignare Marino i commenti di alcuni passanti: “Poveretto, è uno che non ha i soldi per comprarsi un’auto” e poi ancora “Chi è alla guida di una macchina deve andare piano”. Commenti che la capogruppo derubrica a chiacchiere da bar. “Prima di mettersi alla guida di monopattini e biciclette elettriche, spesso manomesse per aumentare la velocità, ai conducenti si dovrebbe richiedere di prendere un patentino rilasciato dalla scuola guida. Sarebbe l’unico modo per insegnare a questi incivili il codice della strada” aggiunge.
Sul posto è arrivato il 118 ma il giovane non ha voluto essere accompagnato in ospedale per accertamenti.

Anziano ferito al volto da un balordo
17.06.24 - Aggredisce un anziano in piazza Bottesini e lo ferisce al volto, colpendolo con il deambulatore che gli ha strappato di mano. Per futili motivi. Semplicemente perché il signore, un ottantenne molto stimato nel quartiere, si rifiuta di dargli qualche spicciolo, come di solito fa. Succede all’interno del giardinetto, intorno alle 14,30, dove una persona perbene di una certa età, in un paese civile, avrebbe il diritto di starsene seduto tranquillo a godersi una giornata di sole. Ma in Barriera non c’è pace per nessuno ormai.
L’assalitore è un giovane magrebino, a quanto pare un tossicodipendente che già la settimana scorsa, in compagnia di un’amica anche lei con problemi di droga, ha cercato di circuire l’anziano per sottrargli denaro dalle tasche. “Voleva accompagnarlo ai bagni a disposizione degli ambulanti, per derubarlo. Sono intervenuta per evitare che il signore accettasse. Quel disperato mi ha coperta di insulti, dicendomi di non impicciarmi” racconta una testimone.
A farci la segnalazione una residente che ha sentito le urla scomposte del magrebino ed è scesa in strada per capire cosa stesse accadendo. “Senza pietà gli ha scagliato in faccia il deambulatore dopo averglielo tolto di mano. Per fortuna, alcuni clienti del bar sono riusciti a fermarlo prima che lo massacrasse e poi lo hanno consegnato agli agenti” racconta la nostra lettrice.
Sul posto, oltre alle numerose volanti, è intervenuto anche il 118. L’ottantenne è stato accompagnato in ospedale. Per terra, accanto alle panchine, c’era tanto sangue. L’anziano signore potrebbe avere riportato una frattura al setto nasale.
L’assalitore è un giovane magrebino, a quanto pare un tossicodipendente che già la settimana scorsa, in compagnia di un’amica anche lei con problemi di droga, ha cercato di circuire l’anziano per sottrargli denaro dalle tasche. “Voleva accompagnarlo ai bagni a disposizione degli ambulanti, per derubarlo. Sono intervenuta per evitare che il signore accettasse. Quel disperato mi ha coperta di insulti, dicendomi di non impicciarmi” racconta una testimone.
A farci la segnalazione una residente che ha sentito le urla scomposte del magrebino ed è scesa in strada per capire cosa stesse accadendo. “Senza pietà gli ha scagliato in faccia il deambulatore dopo averglielo tolto di mano. Per fortuna, alcuni clienti del bar sono riusciti a fermarlo prima che lo massacrasse e poi lo hanno consegnato agli agenti” racconta la nostra lettrice.
Sul posto, oltre alle numerose volanti, è intervenuto anche il 118. L’ottantenne è stato accompagnato in ospedale. Per terra, accanto alle panchine, c’era tanto sangue. L’anziano signore potrebbe avere riportato una frattura al setto nasale.

Cerca di strangolare la moglie, lo arrestano
17.06.24 - Tenta di strangolare la moglie dopo averla presa a pugni. Ma lei si cala dalla finestra, con la figlia piccola in spalla, e riesce a fuggire grazie all'aiuto di un passante. Quest'ultimo chiama la Polizia che arriva in un baleno e trova, nella casa di Barriera, un cittadino straniero apparentemente ignaro e persino sorpreso: "il resto della mia famiglia è fuori per una passeggiata domenicale", dice l'uomo sorridendo. Mentre ostenta tranquillità, però, rientra proprio la donna, con il volto tumefatto e in evidente stato d'agitazione.
La versione fornita dalla donna agli agenti è ben diversa e parla di percosse, ingiurie nonché di un tentato strangolamento da tergo. A questo punto, lei viene portata in ospedale, dove i sanitari le riscontrano la frattura della laringe, con prognosi superiore ai 40 giorni, conseguenza ipotizzabile della violenta presa al collo. Lui viene arrestato. Le doverose indagini sono appena cominciate. E stavolta è andata pure "bene".
La versione fornita dalla donna agli agenti è ben diversa e parla di percosse, ingiurie nonché di un tentato strangolamento da tergo. A questo punto, lei viene portata in ospedale, dove i sanitari le riscontrano la frattura della laringe, con prognosi superiore ai 40 giorni, conseguenza ipotizzabile della violenta presa al collo. Lui viene arrestato. Le doverose indagini sono appena cominciate. E stavolta è andata pure "bene".

Quattro uomini in manette, tutto in una notte
16.06.24 - Per i Carabinieri del Nucleo Radiomobile la serata è stata particolarmente movimentata sul territorio della Circoscrizione 6.
Intorno alle 20,30 il primo intervento nel quartiere Falchera. Qualcuno chiama il 112 per allertare le forze dell’ordine. Nei locali di un’associazione di via Germagnano ci sono due fratelli romeni, di trentasei e di trentotto anni, residenti a Torino, che stanno litigando. Sono arrivati alle mani. I militari accorrono per sedare la rissa. Ma i due non ne vogliono sapere e invece di calmarsi si scagliano contro di loro. Risultato: finiscono tutti al pronto soccorso per farsi curare le ferite. Per i due si sono aperte le porte della cella di sicurezza in attesa del rito direttissimo. Le accuse sono di resistenza a pubblico ufficiale e di lesioni personali.
Poco dopo, verso le 22,30, un quarantatreenne senegalese viene invece arrestato per rapina in corso Novara da un altro equipaggio del Radiomobile. L’uomo ha appena aggredito un trentacinquenne per portargli vai il cellulare e 40 euro. Il complice è riuscito a fuggire.
Sempre in Barriera di Milano, nella notte, i Carabinieri hanno inoltre sorpreso un trentaduenne romeno, residente a Torino, mentre stava forzando le saracinesche dei garage condominiali in via Viriglio. Tutto grazie a una segnalazione giunta al 112. Per l’uomo sono scattate le manette con l’accusa di tentato furto. Anche lui è stato rinchiuso nella camera di sicurezza in attesa del rito direttissimo.
Intorno alle 20,30 il primo intervento nel quartiere Falchera. Qualcuno chiama il 112 per allertare le forze dell’ordine. Nei locali di un’associazione di via Germagnano ci sono due fratelli romeni, di trentasei e di trentotto anni, residenti a Torino, che stanno litigando. Sono arrivati alle mani. I militari accorrono per sedare la rissa. Ma i due non ne vogliono sapere e invece di calmarsi si scagliano contro di loro. Risultato: finiscono tutti al pronto soccorso per farsi curare le ferite. Per i due si sono aperte le porte della cella di sicurezza in attesa del rito direttissimo. Le accuse sono di resistenza a pubblico ufficiale e di lesioni personali.
Poco dopo, verso le 22,30, un quarantatreenne senegalese viene invece arrestato per rapina in corso Novara da un altro equipaggio del Radiomobile. L’uomo ha appena aggredito un trentacinquenne per portargli vai il cellulare e 40 euro. Il complice è riuscito a fuggire.
Sempre in Barriera di Milano, nella notte, i Carabinieri hanno inoltre sorpreso un trentaduenne romeno, residente a Torino, mentre stava forzando le saracinesche dei garage condominiali in via Viriglio. Tutto grazie a una segnalazione giunta al 112. Per l’uomo sono scattate le manette con l’accusa di tentato furto. Anche lui è stato rinchiuso nella camera di sicurezza in attesa del rito direttissimo.

Poliziotti aggrediti da ladri armati di machete
15.06.24 - Aggrediscono gli agenti con uno scalpello e un machete, ma i poliziotti riescono a disarmarli e ad arrestarli. Accade in Barriera di Milano alle prime luci dell’alba. Un residente sente rumori sospetti provenire dalla strada e, guardando dalla finestra, vede due uomini entrare con fare sospetto nel condominio di fronte. Senza perdere tempo chiama il 112 e fa la segnalazione.
Sul posto arriva subito una pattuglia del Commissariato Barriera di Milano. La porta d’ingresso dell’appartamento indicato è stata forzata e danneggiata da due balordi che vengono così sorpresi sul fatto. Uno di loro, un marocchino di 29 anni, esce di corsa dall’alloggio e minaccia un poliziotto con uno scalpello di ferro dalla punta lunga almeno trenta centimetri. Dopo averlo raggiunto l’agente reagisce alla seconda aggressione (questa volta a mani nude), riuscendo a fermarlo e ad arrestarlo.
Il secondo uomo, un 24enne anche lui marocchino, affronta brandendo un machete l’altro poliziotto che però ce la fa a disarmarlo e a impedirgli di fuggire. Il balordo reagisce sferrando calci e pugni, ma da lì a poco anche per lui scattano le manette.
I due marocchini devono rispondere dell'accusa di tentato furto in abitazione e di resistenza e minaccia a pubblico ufficiale.
Sul posto arriva subito una pattuglia del Commissariato Barriera di Milano. La porta d’ingresso dell’appartamento indicato è stata forzata e danneggiata da due balordi che vengono così sorpresi sul fatto. Uno di loro, un marocchino di 29 anni, esce di corsa dall’alloggio e minaccia un poliziotto con uno scalpello di ferro dalla punta lunga almeno trenta centimetri. Dopo averlo raggiunto l’agente reagisce alla seconda aggressione (questa volta a mani nude), riuscendo a fermarlo e ad arrestarlo.
Il secondo uomo, un 24enne anche lui marocchino, affronta brandendo un machete l’altro poliziotto che però ce la fa a disarmarlo e a impedirgli di fuggire. Il balordo reagisce sferrando calci e pugni, ma da lì a poco anche per lui scattano le manette.
I due marocchini devono rispondere dell'accusa di tentato furto in abitazione e di resistenza e minaccia a pubblico ufficiale.

Strage di finestrini nelle notti di Barriera
14.06.24 - Un’altra auto parcheggiata in Barriera di Milano è stata presa d’assalto dai soliti ladruncoli da quattro soldi in cerca di pochi spiccioli o di oggetti di un qualche valore da scambiare con una dose di crack. È accaduto nella notte tra il 13 e il 14 giugno, di fronte al civico 67 di via Leinì. I balordi hanno rotto il vetro anteriore sinistro di una Ford per poi rovistare dentro l’abitacolo, buttando tutto all’aria. La segnalazione ci arriva dal Comitato Torino Nord Barriera di Milano.
Stessa scena già raccontata sui social il giorno precedente dal Responsabile cittadino della Sicurezza per Forza Italia Raffaele Petrarulo. “Di nuovo è stato spaccato il vetro di un’auto in sosta, ieri sera o stanotte, in via Petrella verso l'incrocio con via Brandizzo. Ormai va sempre peggio. Esattamente com’è successo domenica, sempre in via Petrella quasi all’angolo con piazza Bottesini” scrive il forzista. Se fosse possibile raccogliere tutti i casi di veicoli che nelle notti di Barriera subiscono attacchi da parte dei topi d’auto, probabilmente emergerebbe che i balordi fanno strage di finestrini tutti i giorni senza tregua non appena calano le tenebre.
AI nostri microfoni Petrarulo chiede più attenzione da parte delle istituzioni. “Il Parlamento, dal canto suo, deve intervenire con una legge precisa in base alla quale chi commette reati finisce in galera se non la prima volta, almeno la seconda – afferma -. Altrimenti non se ne esce più se chi delinque continua a godere della tenuità del fatto. A livello territoriale, invece, il compito del sindaco e del prefetto è quello di disporre maggiori controlli nelle aree cittadine dove c’è più criminalità”.
Stessa scena già raccontata sui social il giorno precedente dal Responsabile cittadino della Sicurezza per Forza Italia Raffaele Petrarulo. “Di nuovo è stato spaccato il vetro di un’auto in sosta, ieri sera o stanotte, in via Petrella verso l'incrocio con via Brandizzo. Ormai va sempre peggio. Esattamente com’è successo domenica, sempre in via Petrella quasi all’angolo con piazza Bottesini” scrive il forzista. Se fosse possibile raccogliere tutti i casi di veicoli che nelle notti di Barriera subiscono attacchi da parte dei topi d’auto, probabilmente emergerebbe che i balordi fanno strage di finestrini tutti i giorni senza tregua non appena calano le tenebre.
AI nostri microfoni Petrarulo chiede più attenzione da parte delle istituzioni. “Il Parlamento, dal canto suo, deve intervenire con una legge precisa in base alla quale chi commette reati finisce in galera se non la prima volta, almeno la seconda – afferma -. Altrimenti non se ne esce più se chi delinque continua a godere della tenuità del fatto. A livello territoriale, invece, il compito del sindaco e del prefetto è quello di disporre maggiori controlli nelle aree cittadine dove c’è più criminalità”.

19enne tunisino in manette per rapina
13.06.24 - Un 19enne di origini tunisine è stato arrestato per rapina dagli agenti del Commissariato Barriera di Milano.
Succede alcuni giorni fa, intorno alla mezzanotte mentre la pattuglia sta rientrando dal servizio in corso Regio Parco. Due ragazzi, inseguiti da una coppia di uomini, chiedono aiuto ai poliziotti. I malintenzionati, che hanno appena tentato di rapinare i giovani, vedendo la volante, scappano verso via Gottardo.
Scatta l’inseguimento. Durante la fuga uno dei due getta a terra un coltello e poi continua a scappare con il complice in via Bologna. A un certo punto i balordi si separano. Uno, il 19enne tunisino, pochi istanti dopo viene raggiunto dagli agenti.
Succede alcuni giorni fa, intorno alla mezzanotte mentre la pattuglia sta rientrando dal servizio in corso Regio Parco. Due ragazzi, inseguiti da una coppia di uomini, chiedono aiuto ai poliziotti. I malintenzionati, che hanno appena tentato di rapinare i giovani, vedendo la volante, scappano verso via Gottardo.
Scatta l’inseguimento. Durante la fuga uno dei due getta a terra un coltello e poi continua a scappare con il complice in via Bologna. A un certo punto i balordi si separano. Uno, il 19enne tunisino, pochi istanti dopo viene raggiunto dagli agenti.

Arrestato pusher senegalese itinerante
12.06.24 - Un senegalese di quarantanove anni, residente in Barriera di Milano, è stato arrestato dalla Polizia per detenzione di sostanza stupefacente e spaccio. L’uomo si spostava in auto per consegnare la droga in diversi quartieri della città.
Tutto inizia con una segnalazione. Qualcuno informa il Commissariato Mirafiori che in corso Caio Plinio, ai giardini Maiocco, si smerciano stupefacenti. Gli agenti effettuano un intervento, ma sul posto non trovano alcun pusher. Riescono però a ottenere il numero di targa di un veicolo presumibilmente coinvolto nell’attività di spaccio.
Facendo una serie di accertamenti, risalgono al proprietario dell’auto. Lo tengono d’occhio per alcuni giorni. Durante un servizio di osservazione l’uomo viene visto aggirarsi con fare sospetto nel quartiere Aurora. A un certo punto il 49enne senegalese entra in uno stabile per poi uscire da lì a poco con una busta in mano. Gli agenti lo seguono fino in via Saorgio angolo via Bibiana dove decidono di fermarlo per sottoporlo a perquisizione.
Sul sedile posteriore i poliziotti trovano un sacchetto contenente un chilo di cocaina mentre sotto lo stesso sedile, incastrato nella carrozzeria dell’auto, rinvengono 276 dosi di cocaina e crack per un peso complessivo di 250 grammi.
Tutto inizia con una segnalazione. Qualcuno informa il Commissariato Mirafiori che in corso Caio Plinio, ai giardini Maiocco, si smerciano stupefacenti. Gli agenti effettuano un intervento, ma sul posto non trovano alcun pusher. Riescono però a ottenere il numero di targa di un veicolo presumibilmente coinvolto nell’attività di spaccio.
Facendo una serie di accertamenti, risalgono al proprietario dell’auto. Lo tengono d’occhio per alcuni giorni. Durante un servizio di osservazione l’uomo viene visto aggirarsi con fare sospetto nel quartiere Aurora. A un certo punto il 49enne senegalese entra in uno stabile per poi uscire da lì a poco con una busta in mano. Gli agenti lo seguono fino in via Saorgio angolo via Bibiana dove decidono di fermarlo per sottoporlo a perquisizione.
Sul sedile posteriore i poliziotti trovano un sacchetto contenente un chilo di cocaina mentre sotto lo stesso sedile, incastrato nella carrozzeria dell’auto, rinvengono 276 dosi di cocaina e crack per un peso complessivo di 250 grammi.

19enne in sedia a rotelle travolto in piazza Derna
11.06.24 - Piazza Derna è pericolosa, non c’è sicurezza per i pedoni. È da tempo che i residenti lo ripetono. Martedì 11 giugno, l’ennesimo incidente. Un’auto ha travolto un diciannovenne disabile in sedia a rotelle mentre stava attraversando la strada sulle strisce pedonali. È successo verso mezzogiorno, all’incrocio tra corso Giulio Cesare e via Botticelli. L’investitore era a bordo di una Mercedes. Superando un furgone, fermo per far passare il ragazzo all’altezza delle zebre, non lo avrebbe visto così “coperto” dal veicolo.
In base alle prime ricostruzioni della Polizia municipale, il giovane sarebbe stato sbalzato alcuni metri più in là, sbattendo la testa sull’asfalto. Sul posto è intervenuto il 118 che lo ha trasportato al pronto soccorso del San Giovanni Bosco. Poteva andare molto peggio. La carrozzina è andata distrutta, mentre il diciannovenne ha riportato diverse escoriazioni, ma nessuna frattura. Da accertare la dinamica dell’incidente e la responsabilità dell’automobilista che si è fermato per soccorrere l’investito.
Il ragazzo stava rincasando dopo aver studiato con alcuni compagni di classe per prepararsi in vista dell’esame di Maturità ormai imminente. Era sulle strisce di via Botticelli, lato Hotel Miramonti, procedeva sulla sedia a rotelle in direzione Falchera.
È da tempo che i residenti chiedono a Palazzo civico di mettere in sicurezza piazza Derna. Il tram sfreccia a tutta velocità sul binario senza nemmeno aspettare che il semaforo gli dia la priorità. Gli automobilisti hanno tutti fretta di superare la rotatoria a gran velocità, mettendo a rischio l’incolumità dei passanti. E poi, non ultimo, gli attraversamenti pedonali sono in parte cancellati e quindi poco visibili.
In base alle prime ricostruzioni della Polizia municipale, il giovane sarebbe stato sbalzato alcuni metri più in là, sbattendo la testa sull’asfalto. Sul posto è intervenuto il 118 che lo ha trasportato al pronto soccorso del San Giovanni Bosco. Poteva andare molto peggio. La carrozzina è andata distrutta, mentre il diciannovenne ha riportato diverse escoriazioni, ma nessuna frattura. Da accertare la dinamica dell’incidente e la responsabilità dell’automobilista che si è fermato per soccorrere l’investito.
Il ragazzo stava rincasando dopo aver studiato con alcuni compagni di classe per prepararsi in vista dell’esame di Maturità ormai imminente. Era sulle strisce di via Botticelli, lato Hotel Miramonti, procedeva sulla sedia a rotelle in direzione Falchera.
È da tempo che i residenti chiedono a Palazzo civico di mettere in sicurezza piazza Derna. Il tram sfreccia a tutta velocità sul binario senza nemmeno aspettare che il semaforo gli dia la priorità. Gli automobilisti hanno tutti fretta di superare la rotatoria a gran velocità, mettendo a rischio l’incolumità dei passanti. E poi, non ultimo, gli attraversamenti pedonali sono in parte cancellati e quindi poco visibili.

Incendio in un garage in via Crescentino
10.06.24 Colonne di fumo nero nel cielo di Barriera, odore acre, i Vigili del fuoco che arrivano a sirene spiegate. Un lunedì sera dalle tinte fosche, quello del 10 giugno, quando verso le 19 un garage va a fuoco in via Crescentino. Si allarmano i residenti che, in un primo momento, non riescono a capire che cosa stia bruciando in zona e, in cerca di risposte, si scatenano sui social.
Qualcuno, lavorando di fantasia, addirittura sostiene che un incendio avrebbe avvolto una fabbrica di plastica. Dai balconi di via Mercadante, dei corsi Vercelli e Giulio Cesare e delle vie limitrofe si vedono nuvole scure che non lasciano ben sperare.
Finalmente sopraggiungono tre squadre dei Vigili del fuoco che nel giro di qualche ora riescono a domare le fiamme. Sul posto intervengono anche la Polizia, i Carabinieri e i Vigili che bloccano il tratto di strada su cui si affaccia il garage. Per motivi di sicurezza i residenti vengono fatti allontanare. Le cause del rogo restano ancora da accertare.
Qualcuno, lavorando di fantasia, addirittura sostiene che un incendio avrebbe avvolto una fabbrica di plastica. Dai balconi di via Mercadante, dei corsi Vercelli e Giulio Cesare e delle vie limitrofe si vedono nuvole scure che non lasciano ben sperare.
Finalmente sopraggiungono tre squadre dei Vigili del fuoco che nel giro di qualche ora riescono a domare le fiamme. Sul posto intervengono anche la Polizia, i Carabinieri e i Vigili che bloccano il tratto di strada su cui si affaccia il garage. Per motivi di sicurezza i residenti vengono fatti allontanare. Le cause del rogo restano ancora da accertare.

Scooter contro furgone, un ferito in corso Vercelli
06.06.24 - Un ragazzo in monopattino centra in pieno una vettura Dacia Dokker e si ritrova catapultato sul parabrezza di quest’ultima. Risultato: il conducente del monopattino ha importanti problemi alla clavicola e viene portato in ospedale con un’ambulanza. Per la vettura a quattro ruote il danno principale è lo sfondamento del parabrezza.
E’ successo giovedì 6 giugno fra corso Vercelli e via Feletto. Ennesimo impatto in Barriera con protagonista un monopattino, mezzo che per la sua natura agile e leggera induce facilmente a ignorare le regole e che, quindi, patisce una questione di difficile compatibilità con il traffico automobilistico.
Non è noto se all’origine dello scontro ci sia un’infrazione da parte del giovane conducente del monopattino, poiché all’attribuzione delle responsabilità si giunge solo dopo tutti gli accertamenti e le valutazioni del caso. Fatto sta che maggiori controlli e una auspicabile severità (anche nei confronti di automobilisti, ciclisti e altri guidatori) si rendono necessari in presenza di una viabilità complessa e resa maggiormente insidiosa dalla promiscuità fra le varie tipologie di mezzi.
E’ successo giovedì 6 giugno fra corso Vercelli e via Feletto. Ennesimo impatto in Barriera con protagonista un monopattino, mezzo che per la sua natura agile e leggera induce facilmente a ignorare le regole e che, quindi, patisce una questione di difficile compatibilità con il traffico automobilistico.
Non è noto se all’origine dello scontro ci sia un’infrazione da parte del giovane conducente del monopattino, poiché all’attribuzione delle responsabilità si giunge solo dopo tutti gli accertamenti e le valutazioni del caso. Fatto sta che maggiori controlli e una auspicabile severità (anche nei confronti di automobilisti, ciclisti e altri guidatori) si rendono necessari in presenza di una viabilità complessa e resa maggiormente insidiosa dalla promiscuità fra le varie tipologie di mezzi.

Arrestato topo d'auto in via Pergolesi
05.06.24 - Prima spaccano il deflettore sinistro di un Suv parcheggiato in via Gottardo, poi cercano di smontare l’autoradio con navigatore per portarsela via, ma sul più bello il proprietario li scopre riuscendo così a fare arrestare uno dei due malintenzionati.
L’uomo, appena uscito da una palestra, si avvicina alla propria auto e attiva il telecomando per aprirla. Ed ecco che dall’abitacolo vede saltare fuori un balordo che con un cenno della mano invita il complice, impegnato a fare il palo poco più in là, a fuggire.
La vittima del tentato furto non si dà per vinto. Si mette a inseguirli lungo corso Giulio Cesare fino a quando una pattuglia della Polizia non interviene, fermando uno dei due in via Pergolesi. Per il malintenzionato, un 43enne, scattano subito le manette con l’accusa di tentato furto aggravato in concorso con persona rimasta ignota.
L’uomo, appena uscito da una palestra, si avvicina alla propria auto e attiva il telecomando per aprirla. Ed ecco che dall’abitacolo vede saltare fuori un balordo che con un cenno della mano invita il complice, impegnato a fare il palo poco più in là, a fuggire.
La vittima del tentato furto non si dà per vinto. Si mette a inseguirli lungo corso Giulio Cesare fino a quando una pattuglia della Polizia non interviene, fermando uno dei due in via Pergolesi. Per il malintenzionato, un 43enne, scattano subito le manette con l’accusa di tentato furto aggravato in concorso con persona rimasta ignota.

Quel pomeriggio di un giorno da cani
04.06.24 - Tanto per non farsi mancare nulla, Barriera ha vissuto un nuovo pomeriggio di tensione, blocco stradale, forze dell’ordine in assetto operativo con giubbotti antiproiettile e sirene spiegate. E’ successo dalle 16 circa del 4 giugno in Corso Vercelli a causa delle violente intemperanze di un uomo che ha dato in escandescenze, barricandosi in casa, lanciando minacce a destra e a manca e agitando un’arma rivelatasi poi finta. Il protagonista è un italiano non nuovo a sceneggiate di questo tipo. Stavolta ha litigato con un barista divenuto il bersaglio delle sue invettive e della sua rabbia.
La causa scatenante è futile e resta circondata dai fumi che avvolgono gran parte della vita di questo individuo. Per lungo tempo un buon numero di personale specializzato, medico e paramedico, è rimasto impegnato nell’opera di contenimento e di convincimento per indurre lo scalmanato a più miti consigli.
Naturalmente tutto è finito con il ricovero del fumantino soggetto al San Giovanni Bosco. Resta lo sconcerto per altri cento chili di ansia, tensione, frastuono e inutile trambusto. Resta l’amarezza per tanti uomini e donne dei reparti di pronto intervento, i quali hanno profuso energie e attenzioni verso l’ennesima balordaggine di un quartiere dove tutto ciò sembra ormai normale. Ma normale non è.
La causa scatenante è futile e resta circondata dai fumi che avvolgono gran parte della vita di questo individuo. Per lungo tempo un buon numero di personale specializzato, medico e paramedico, è rimasto impegnato nell’opera di contenimento e di convincimento per indurre lo scalmanato a più miti consigli.
Naturalmente tutto è finito con il ricovero del fumantino soggetto al San Giovanni Bosco. Resta lo sconcerto per altri cento chili di ansia, tensione, frastuono e inutile trambusto. Resta l’amarezza per tanti uomini e donne dei reparti di pronto intervento, i quali hanno profuso energie e attenzioni verso l’ennesima balordaggine di un quartiere dove tutto ciò sembra ormai normale. Ma normale non è.
Maggio 2024

Furti in box di via Malone, due arresti
30.05.24 - Due uomini, un italiano di 48 anni e un marocchino di 40 sono stati arrestati, dopo che si erano introdotti in alcuni garage per arraffare quanto contenuto all’interno. A individuarli gli agenti di Polizia in servizio al fianco dei militari nell’ambito dell’Operazione Strade sicure con presidio fisso in largo Palermo.
Tutto comincia con la chiamata di un residente al numero unico di emergenza 112. Si tratta di una richiesta di intervento per un presunto furto in alcuni box situati in via Malone. La pattuglia interforze sente la segnalazione diramata dalla centrale operativa e non perde tempo. Trovandosi a pochi isolati interviene rapidamente e riesce a rintracciare la coppia di balordi.
Sottoposti a perquisizione personale, i due vengono trovati in possesso di materiale sottratto da un garage di via Malone a cui è stata forzata la porta basculante, come risulterà poi da successivi accertamenti. Addosso al marocchino gli agenti rinvengono inoltre un taglierino con una lama di 22 centimetri di cui l’uomo aveva tentato invano di liberarsi durante il controllo.
Tutto comincia con la chiamata di un residente al numero unico di emergenza 112. Si tratta di una richiesta di intervento per un presunto furto in alcuni box situati in via Malone. La pattuglia interforze sente la segnalazione diramata dalla centrale operativa e non perde tempo. Trovandosi a pochi isolati interviene rapidamente e riesce a rintracciare la coppia di balordi.
Sottoposti a perquisizione personale, i due vengono trovati in possesso di materiale sottratto da un garage di via Malone a cui è stata forzata la porta basculante, come risulterà poi da successivi accertamenti. Addosso al marocchino gli agenti rinvengono inoltre un taglierino con una lama di 22 centimetri di cui l’uomo aveva tentato invano di liberarsi durante il controllo.

Ore 5, la presa del tombino in corso Vercelli
29.05.24 - Dopo aver attraversato il corso Vercelli sulle strisce pedonali con passo lento, i due si fermano davanti alla Sala giochi all’angolo con via Lauro Rossi. Sono le cinque e sei minuti del mattino di mercoledì 29 maggio. La telecamera li ritrae in volto. Uno di loro, quello con barba e baffi e un cappello ben calcato in testa, si siede sul gradino del negozio. L’altro invece cammina su e giù con andatura un po' ciondolante, guardandosi intorno. Nelle mani stringe qualcosa, forse un maglioncino, che fa roteare nervosamente. Si parlano.
A un tratto l’uomo in piedi rompe gli indugi. Si avvicina al tombino in ghisa poco distante da loro e con le dita protette dal tessuto prova a estrarlo. Inutilmente. Allora ritenta, mettendoci più forza, questa volta a mani nude. Tutto mentre l’amico con il cappello, ora in piedi, si sincera che non stia arrivando nessuno. Operazione riuscita. A tal punto avvolge l’oggetto piuttosto ingombrante nel panno per poi allontanarsi con passo spedito verso le strisce pedonali di via Lauro Rossi.
Il video non aggiunge altro, perché nel frattempo i due uomini sono usciti dal raggio d’azione della telecamera. Difficile pensare che il tombino se lo siano portato via per divertimento o per aggiungerlo a una collezione di chiusini in ghisa. Chissà!
A un tratto l’uomo in piedi rompe gli indugi. Si avvicina al tombino in ghisa poco distante da loro e con le dita protette dal tessuto prova a estrarlo. Inutilmente. Allora ritenta, mettendoci più forza, questa volta a mani nude. Tutto mentre l’amico con il cappello, ora in piedi, si sincera che non stia arrivando nessuno. Operazione riuscita. A tal punto avvolge l’oggetto piuttosto ingombrante nel panno per poi allontanarsi con passo spedito verso le strisce pedonali di via Lauro Rossi.
Il video non aggiunge altro, perché nel frattempo i due uomini sono usciti dal raggio d’azione della telecamera. Difficile pensare che il tombino se lo siano portato via per divertimento o per aggiungerlo a una collezione di chiusini in ghisa. Chissà!

Furti e degrado, la faccia triste di Barriera
27.05.24 - Ennesimo furto a bordo di un’auto in sosta, nella notte tra domenica 26 maggio e lunedì 27. La Chevrolet Spark nera, a cui qualche balordo ha rotto sia il deflettore che il vetro lato passeggero per poi rovistare nell’abitacolo, era parcheggiata in largo Giulio Cesare 100, tra le vie Scarlatti e Feletto. Amaro risveglio, dunque, per il proprietario del veicolo, un ragazzo pachistano non nuovo a questa esperienza. Soltanto due mesi fa, infatti, sempre nei paraggi, già era stato vittima di un episodio analogo ai danni del suo furgone.
A farci la segnalazione e inviarci le foto Stefania, una nostra lettrice che abita in zona. “Purtroppo non basta tenere le auto al riparo nei garage per evitare che tutto ciò accada. A me di recente hanno forzato la saracinesca del box, sono entrati e poi hanno spaccato i cristalli delle auto all’interno, sperando di trovare soldi e oggetti anche di poco valore - racconta ai nostri microfoni -. Non c’è mai pace qui. Siamo esausti”.
Inutile dire che questo non sarà l’unico caso di auto saccheggiata nella notte in questa porzione di Barriera, tristemente conosciuta come il triangolo del crack. Inutile anche ripetere che gli autori dei furti sono i soliti noti ovvero tossici a caccia di pochi spiccioli per acquistare una dose di veleno. Tra le 2 e le 7 del mattino il presidio dell’Esercito non c’è e così l’area diventa ancora più vulnerabile.
I problemi di degrado qui sono sotto gli occhi di tutti. Domenica mattina intorno alle 11, c'è un senza fissa dimora che dorme su un giaciglio improvvisato al giardinetto di corso Giulio Cesare angolo via Palestrina mentre sulle panchine qualcuno sta consumando una colazione a base di birra. Circa un paio d’ore più tardi, sul marciapiedi di via Montanaro, davanti al civico 42, un drogato, non sconosciuto alle forze dell’ordine, giace accasciato al suolo, privo di forze.
Ancora nella tarda mattinata di domenica, un uomo di origine centroafricana, in evidente stato di alterazione da stupefacenti, si denuda davanti a tutti all’interno dell’Ekom di corso Giulio Cesare. A interrompere lo striptease i Carabinieri chiamati dal gestore del negozio. I militari lo portano via per accertamenti ma, poche ore dopo, la capogruppo di Fdi in Circoscrizione 6 Verangela Marino scrive sui social: “È già di nuovo in circolazione libero di causare problemi di ordine e di sicurezza pubblica. Cammina in mezzo alla strada a petto nudo e sfida i conducenti delle auto che passano, rischiando anche di essere travolto. Non bastasse continua a rifornirsi di bottiglie di birra nei minimarket di via Feletto e Corso Giulio Cesare per poi scolarsele. Tutto quell’alcol non potrà che peggiorare il suo stato di alterazione, rendendolo pericoloso e aggressivo”.
"Fino a quando dovremo sopportare tutto questo?" si chiedono disperati i residenti.
A farci la segnalazione e inviarci le foto Stefania, una nostra lettrice che abita in zona. “Purtroppo non basta tenere le auto al riparo nei garage per evitare che tutto ciò accada. A me di recente hanno forzato la saracinesca del box, sono entrati e poi hanno spaccato i cristalli delle auto all’interno, sperando di trovare soldi e oggetti anche di poco valore - racconta ai nostri microfoni -. Non c’è mai pace qui. Siamo esausti”.
Inutile dire che questo non sarà l’unico caso di auto saccheggiata nella notte in questa porzione di Barriera, tristemente conosciuta come il triangolo del crack. Inutile anche ripetere che gli autori dei furti sono i soliti noti ovvero tossici a caccia di pochi spiccioli per acquistare una dose di veleno. Tra le 2 e le 7 del mattino il presidio dell’Esercito non c’è e così l’area diventa ancora più vulnerabile.
I problemi di degrado qui sono sotto gli occhi di tutti. Domenica mattina intorno alle 11, c'è un senza fissa dimora che dorme su un giaciglio improvvisato al giardinetto di corso Giulio Cesare angolo via Palestrina mentre sulle panchine qualcuno sta consumando una colazione a base di birra. Circa un paio d’ore più tardi, sul marciapiedi di via Montanaro, davanti al civico 42, un drogato, non sconosciuto alle forze dell’ordine, giace accasciato al suolo, privo di forze.
Ancora nella tarda mattinata di domenica, un uomo di origine centroafricana, in evidente stato di alterazione da stupefacenti, si denuda davanti a tutti all’interno dell’Ekom di corso Giulio Cesare. A interrompere lo striptease i Carabinieri chiamati dal gestore del negozio. I militari lo portano via per accertamenti ma, poche ore dopo, la capogruppo di Fdi in Circoscrizione 6 Verangela Marino scrive sui social: “È già di nuovo in circolazione libero di causare problemi di ordine e di sicurezza pubblica. Cammina in mezzo alla strada a petto nudo e sfida i conducenti delle auto che passano, rischiando anche di essere travolto. Non bastasse continua a rifornirsi di bottiglie di birra nei minimarket di via Feletto e Corso Giulio Cesare per poi scolarsele. Tutto quell’alcol non potrà che peggiorare il suo stato di alterazione, rendendolo pericoloso e aggressivo”.
"Fino a quando dovremo sopportare tutto questo?" si chiedono disperati i residenti.

Rapinatrice seriale finisce in carcere
23.05.24 - Compie due rapine in meno di mezz’ora, ma non la fa franca. I poliziotti del Commissariato Barriera di Milano, infatti, riescono a individuarla e per lei, una trentaduenne di origini marocchine, si aprono le porte della prigione in applicazione di una misura di custodia cautelare in carcere per rapina aggravata.
I fatti risalgono a venerdì 17 maggio. La balorda, intorno alle 19, entra in un supermercato e dagli scaffali arraffa una bottiglia di liquore e un set di due coltelli da cucina che utilizza nell’immediato per minacciare il direttore e alcuni clienti. Vuole soldi. Poi se ne scappa con la refurtiva.
A pochi isolati dal negozio, nei pressi di una fermata dell’autobus, la trentaduenne sottrae il cellulare a una ragazza. Per farselo consegnare le mostra i due coltelli da cucina. Gli agenti giunti sul posto, dopo aver sentito il direttore del supermarket e la seconda vittima di rapina, non hanno dubbi che si tratta di una rapinatrice “seriale” e, in seguito a una serie di accertamenti investigativi, riescono a individuarla. Già nei giorni precedenti, era, infatti, stata sottoposta a controlli.
I fatti risalgono a venerdì 17 maggio. La balorda, intorno alle 19, entra in un supermercato e dagli scaffali arraffa una bottiglia di liquore e un set di due coltelli da cucina che utilizza nell’immediato per minacciare il direttore e alcuni clienti. Vuole soldi. Poi se ne scappa con la refurtiva.
A pochi isolati dal negozio, nei pressi di una fermata dell’autobus, la trentaduenne sottrae il cellulare a una ragazza. Per farselo consegnare le mostra i due coltelli da cucina. Gli agenti giunti sul posto, dopo aver sentito il direttore del supermarket e la seconda vittima di rapina, non hanno dubbi che si tratta di una rapinatrice “seriale” e, in seguito a una serie di accertamenti investigativi, riescono a individuarla. Già nei giorni precedenti, era, infatti, stata sottoposta a controlli.

Arrestati quattro topi d'auto
22.05.24 - Un ventiseienne romeno è finito in manette dopo aver depredato un furgone in sosta in via Quittengo. A lanciare l’allarme il proprietario del veicolo, un ambulante, che al momento del furto si stava concedendo una pausa sigaretta nei dintorni, prima di scaricare tutto ciò che aveva a bordo. Il ladro si avvicina al camioncino, spacca un vetro e in pochi minuti porta via due registratori di cassa, un dispositivo per il Pos e un salvadanaio contenente cinquanta euro. E poi si dà alla fuga.
Quando l’uomo si accorge dell’accaduto, chiama il 112, ma intanto si mette all’inseguimento del furfante che viene bloccato dagli agenti delle volanti arrivati sul posto. Si tratta di un tossico in cerca di soldi per acquistare dosi di crack, di cui non può fare a meno.
Nel quartiere Rebaudengo, lunedì 20 maggio, una trentottenne di origine nordafricana, irregolare e senza fissa dimora, è stata arrestata da una pattuglia del Nucleo Radiomobile mentre stava rovistando all’interno di una Fiat 500 di una società di autonoleggio. La donna è anche accusata di resistenza a pubblico ufficiale per aver aggredito i Carabinieri che l'hanno sorpresa in azione.
Altri due predoni di auto sono finiti in manette in questi giorni: un tunisino irregolare di trentasei anni che metteva a segno i suoi colpi a San Salvario e un quarantenne italiano colto in flagranza in lungo Po Antonelli. Tutti casi isolati, non connessi tra di loro. Gli autori dei furti sono derelitti, perlopiù drogati, che non appartengono a bande e nemmeno si conoscono.
Agiscono in modo seriale, depredando un’auto dopo l’altra per fare bottino. Cercano anche soltanto pochi spiccioli lasciati a bordo, magari nei vani tra i sedili o nel cassetto sul lato passeggero e oggetti di un qualche valore dimenticati nell’abitacolo da proprietari sbadati, come occhiali da sole, caricabatterie, chiavette Usb, cellulari. Alcuni di loro girano a caccia di auto da cannibalizzare con addosso gli attrezzi da lavoro: chiavi inglesi, passe-partout per le serrature delle auto, cric, forbici. A volte per rompere i vetri dei veicoli utilizzano mattoni o tombini trovati sul posto.
In Barriera, come peraltro in quasi tutta la città, il fenomeno è in aumento. Ogni mattina lungo le strade del quartiere si vedono auto e furgoni con vetri rotti e rovistati all’interno. Il numero dei casi sale dove ci sono le principali piazze dello spaccio. Come, ad esempio, nel triangolo del crack ovvero nell’area compresa tra corso Palermo, via Montanaro e largo Giulio Cesare. I balordi riescono ad agire indisturbati nelle ore in cui il presidio dei militari di "Strade sicure" non c’è, dalle 2 alle 7 del mattino. Per questo i cittadini chiedono a gran voce alle istituzioni di assicurare la copertura della zona 24 ore su 24, oltreché di estendere la misura in altre parti del quartiere.
Quando l’uomo si accorge dell’accaduto, chiama il 112, ma intanto si mette all’inseguimento del furfante che viene bloccato dagli agenti delle volanti arrivati sul posto. Si tratta di un tossico in cerca di soldi per acquistare dosi di crack, di cui non può fare a meno.
Nel quartiere Rebaudengo, lunedì 20 maggio, una trentottenne di origine nordafricana, irregolare e senza fissa dimora, è stata arrestata da una pattuglia del Nucleo Radiomobile mentre stava rovistando all’interno di una Fiat 500 di una società di autonoleggio. La donna è anche accusata di resistenza a pubblico ufficiale per aver aggredito i Carabinieri che l'hanno sorpresa in azione.
Altri due predoni di auto sono finiti in manette in questi giorni: un tunisino irregolare di trentasei anni che metteva a segno i suoi colpi a San Salvario e un quarantenne italiano colto in flagranza in lungo Po Antonelli. Tutti casi isolati, non connessi tra di loro. Gli autori dei furti sono derelitti, perlopiù drogati, che non appartengono a bande e nemmeno si conoscono.
Agiscono in modo seriale, depredando un’auto dopo l’altra per fare bottino. Cercano anche soltanto pochi spiccioli lasciati a bordo, magari nei vani tra i sedili o nel cassetto sul lato passeggero e oggetti di un qualche valore dimenticati nell’abitacolo da proprietari sbadati, come occhiali da sole, caricabatterie, chiavette Usb, cellulari. Alcuni di loro girano a caccia di auto da cannibalizzare con addosso gli attrezzi da lavoro: chiavi inglesi, passe-partout per le serrature delle auto, cric, forbici. A volte per rompere i vetri dei veicoli utilizzano mattoni o tombini trovati sul posto.
In Barriera, come peraltro in quasi tutta la città, il fenomeno è in aumento. Ogni mattina lungo le strade del quartiere si vedono auto e furgoni con vetri rotti e rovistati all’interno. Il numero dei casi sale dove ci sono le principali piazze dello spaccio. Come, ad esempio, nel triangolo del crack ovvero nell’area compresa tra corso Palermo, via Montanaro e largo Giulio Cesare. I balordi riescono ad agire indisturbati nelle ore in cui il presidio dei militari di "Strade sicure" non c’è, dalle 2 alle 7 del mattino. Per questo i cittadini chiedono a gran voce alle istituzioni di assicurare la copertura della zona 24 ore su 24, oltreché di estendere la misura in altre parti del quartiere.

Ancora razzie sulle auto in sosta
19.05.24 - Ma come è possibile che nemmeno la presenza dei militari con il presidio fisso e i maggiori controlli delle forze dell’ordine siano riusciti a porre un freno alla delinquenza nel quartiere? Sono tanti i cittadini che ormai hanno perso ogni speranza, esattamente come se fossero sprofondati in una bolgia dantesca dentro alla città dolente. È di nuovo successo che qualche balordo ha rotto il deflettore di un’auto parcheggiata in via Crescentino per rovistare all’interno dell’abitacolo. La notizia è uscita sui social sabato 18 maggio. Chi la pubblica si limita a commentare con un laconico “Sempre meglio”. Ma chissà quanti altri veicoli nella stessa zona e nelle stesse ore hanno subito la medesima sorte.
Per chi abita qui il risveglio è sempre amaro. Nella notte alle auto in sosta può capitare di tutto. Anche che qualche giovane annoiato ci cammini sopra per il gusto di devastarle. Come è accaduto il 3 maggio scorso, intorno alle 3,42, in via Montanaro. Ha fatto il giro del mondo il video pubblicato dal nostro sito in cui si vede chiaramente un vandalo che salta sui veicoli parcheggiati all’altezza del civico 20 per spaccare i parabrezza a calci e ammaccare le carrozzerie a pedate. Una giovane donna, la proprietaria della Punto nera, ci racconta con rassegnazione che neanche lei è assicurata contro gli atti vandalici perché alle auto non troppo recenti le assicurazioni non danno più copertura.
A compiere i furti a bordo sono sempre i soliti noti. Come scrive Ferdinando commentando l’episodio di via Crescentino: “Sono gli zombie che vedi fumare crack all’angolo di via Montanaro e via Feletto. Prima erano tre o quattro, adesso sono aumentati. Sicuramente hanno visto che si trova qualcosa da vendere sulle auto e nelle cantine”. Già, cercano anche solo pochi spiccioli. “Avevo lasciato nulla apposta - spiega l’autore del post chiamato in causa - ma non è servito a niente!”. Alice racconta di aver visto uno spettacolo simile la mattina in corso Giulio Cesare davanti alla Chiesa della Pace. “In Barriera non c'è un’auto sana – aggiunge uno di loro -, non è come nel resto di Torino che sfondano i vetri occasionalmente”.
Qualcuno si sente scoraggiato, altri esprimono il proprio risentimento nei confronti dei politici che non sono in grado di trovare soluzioni per riportare la normalità. “La responsabilità è del Sindaco – sbotta Ivan -. Lui dovrebbe esercitare le sue funzioni in materia di ordine pubblico e fare intervenire le forze dell'ordine, prendendo esempio da Milano”. In risposta a chi propone di organizzare fiaccolate per far allontanare tossici e pusher, Antonino scrive: “Considerando che spacciano davanti alle forze dell'ordine non credo che possano essere disturbati da un po' di musica o da un corteo. Queste persone si sentono ‘in dovere’ di delinquere perché qui non gli puntano il mitra in faccia. Sono parole loro”. Non manca, infine, chi pensa che sia arrivato il momento di reagire.
Per chi abita qui il risveglio è sempre amaro. Nella notte alle auto in sosta può capitare di tutto. Anche che qualche giovane annoiato ci cammini sopra per il gusto di devastarle. Come è accaduto il 3 maggio scorso, intorno alle 3,42, in via Montanaro. Ha fatto il giro del mondo il video pubblicato dal nostro sito in cui si vede chiaramente un vandalo che salta sui veicoli parcheggiati all’altezza del civico 20 per spaccare i parabrezza a calci e ammaccare le carrozzerie a pedate. Una giovane donna, la proprietaria della Punto nera, ci racconta con rassegnazione che neanche lei è assicurata contro gli atti vandalici perché alle auto non troppo recenti le assicurazioni non danno più copertura.
A compiere i furti a bordo sono sempre i soliti noti. Come scrive Ferdinando commentando l’episodio di via Crescentino: “Sono gli zombie che vedi fumare crack all’angolo di via Montanaro e via Feletto. Prima erano tre o quattro, adesso sono aumentati. Sicuramente hanno visto che si trova qualcosa da vendere sulle auto e nelle cantine”. Già, cercano anche solo pochi spiccioli. “Avevo lasciato nulla apposta - spiega l’autore del post chiamato in causa - ma non è servito a niente!”. Alice racconta di aver visto uno spettacolo simile la mattina in corso Giulio Cesare davanti alla Chiesa della Pace. “In Barriera non c'è un’auto sana – aggiunge uno di loro -, non è come nel resto di Torino che sfondano i vetri occasionalmente”.
Qualcuno si sente scoraggiato, altri esprimono il proprio risentimento nei confronti dei politici che non sono in grado di trovare soluzioni per riportare la normalità. “La responsabilità è del Sindaco – sbotta Ivan -. Lui dovrebbe esercitare le sue funzioni in materia di ordine pubblico e fare intervenire le forze dell'ordine, prendendo esempio da Milano”. In risposta a chi propone di organizzare fiaccolate per far allontanare tossici e pusher, Antonino scrive: “Considerando che spacciano davanti alle forze dell'ordine non credo che possano essere disturbati da un po' di musica o da un corteo. Queste persone si sentono ‘in dovere’ di delinquere perché qui non gli puntano il mitra in faccia. Sono parole loro”. Non manca, infine, chi pensa che sia arrivato il momento di reagire.

Negoziante percossa da una balorda
17.05.24 - Pima tenta di rubare alcuni vestiti in un esercizio commerciale di Barriera e poi reagisce con violenza quando i titolari intervengono per fermarla. Succede intorno alle 12 in un negozio di abbigliamento che si trova in corso Vercelli all’angolo con via Belmonte.
Una giovane donna, forse una tossicodipendente nota in zona come sostengono alcuni testimoni, entra con fare minaccioso nel bazar e non perde tempo a insultare le persone presenti. Poi comincia a far man bassa di articoli esposti con l’evidente intenzione di andarsene senza pagare. I proprietari a quel punto cercano di impedirglielo. Lei si infuria e si scaglia addosso a loro e ad alcuni clienti accorsi in aiuto.
Insulta, minaccia tutti, è irrefrenabile. In particolare si avventa su una negoziante, una giovane donna a cui strappa una cioccia di capelli, dopo averla presa a calci e coperta di ingiurie. Qualcuno chiama le forze dell’ordine. Intervengono gli operatori del 118 per soccorrere la commerciante ferita e palesemente sotto choc e i Carabinieri che portano via la malintenzionata.
A diffondere la notizia la capogruppo di FdI in Circoscrizione 6 Verangela Marino che insiste sulla necessità di attuare interventi maggiormente d’urto nel quartiere. “Ormai è diventata impossibile la convivenza con tossicodipendenti, spacciatori e delinquenti vari che hanno trasformato Barriera in una terra di nessuno – commenta -. Qui l'illegalità ha da tempo preso il sopravvento e a farne le spese sono i cittadini onesti e i titolari delle attività commerciali costretti ogni giorno a subire furti e aggressioni”. E poi conclude con un messaggio politico molto forte rivolto a chi amministra: “È arrivato il momento di dire basta all’ipocrisia e al perbenismo di sinistra che stanno distruggendo un’intera città. Questa non è inclusione, non è l’integrazione di cui quei politici si riempiono la bocca. Lo scempio che dobbiamo sopportare come se fossimo cittadini di serie B se lo portino sotto le loro abitazioni, all'interno dei loro lussuosi palazzi e soprattutto vicino alle loro famiglie, ai loro figli”.
Una giovane donna, forse una tossicodipendente nota in zona come sostengono alcuni testimoni, entra con fare minaccioso nel bazar e non perde tempo a insultare le persone presenti. Poi comincia a far man bassa di articoli esposti con l’evidente intenzione di andarsene senza pagare. I proprietari a quel punto cercano di impedirglielo. Lei si infuria e si scaglia addosso a loro e ad alcuni clienti accorsi in aiuto.
Insulta, minaccia tutti, è irrefrenabile. In particolare si avventa su una negoziante, una giovane donna a cui strappa una cioccia di capelli, dopo averla presa a calci e coperta di ingiurie. Qualcuno chiama le forze dell’ordine. Intervengono gli operatori del 118 per soccorrere la commerciante ferita e palesemente sotto choc e i Carabinieri che portano via la malintenzionata.
A diffondere la notizia la capogruppo di FdI in Circoscrizione 6 Verangela Marino che insiste sulla necessità di attuare interventi maggiormente d’urto nel quartiere. “Ormai è diventata impossibile la convivenza con tossicodipendenti, spacciatori e delinquenti vari che hanno trasformato Barriera in una terra di nessuno – commenta -. Qui l'illegalità ha da tempo preso il sopravvento e a farne le spese sono i cittadini onesti e i titolari delle attività commerciali costretti ogni giorno a subire furti e aggressioni”. E poi conclude con un messaggio politico molto forte rivolto a chi amministra: “È arrivato il momento di dire basta all’ipocrisia e al perbenismo di sinistra che stanno distruggendo un’intera città. Questa non è inclusione, non è l’integrazione di cui quei politici si riempiono la bocca. Lo scempio che dobbiamo sopportare come se fossimo cittadini di serie B se lo portino sotto le loro abitazioni, all'interno dei loro lussuosi palazzi e soprattutto vicino alle loro famiglie, ai loro figli”.

Maxi sequestro di abbigliamento contraffatto
15.05.24 - Oltre 7mila capi di abbigliamento tra cui felpe, t-shirt, calzature, borse e imballaggi riportanti marchi falsi di noti brand nazionali e internazionali sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Torino. I militari li hanno scoperti in un deposito situato in Barriera di Milano.
Tutto è cominciato con un incendio. Alcuni equipaggi dei Vigili del Fuoco vengono allertati per sedare le prime fiamme che si stanno sprigionando dal magazzino in questione. All’intervento partecipano anche i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego Torino, in servizio di pubblica utilità 117, che all’interno dei locali notano numerosi scatoloni pieni di capi di abbigliamento apparentemente di famose griffe di moda.
I finanzieri sospettano fin da subito che si tratti di articoli contraffatti. Considerato l’enorme valore di mercato di una così grande quantità di vestiti di marca, sarebbe, infatti, improbabile il loro stoccaggio in un deposito fatiscente. A confermare che i prodotti sono falsi i successivi accertamenti condotti sull’etichettatura e sulla fattura.
L’uomo trovato in possesso della merce è uno straniero, non in regola con il permesso di soggiorno. I finanzieri lo hanno segnalato alla competente Autorità Giudiziaria con le accuse di “introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi” e “ricettazione”.
Tutto è cominciato con un incendio. Alcuni equipaggi dei Vigili del Fuoco vengono allertati per sedare le prime fiamme che si stanno sprigionando dal magazzino in questione. All’intervento partecipano anche i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego Torino, in servizio di pubblica utilità 117, che all’interno dei locali notano numerosi scatoloni pieni di capi di abbigliamento apparentemente di famose griffe di moda.
I finanzieri sospettano fin da subito che si tratti di articoli contraffatti. Considerato l’enorme valore di mercato di una così grande quantità di vestiti di marca, sarebbe, infatti, improbabile il loro stoccaggio in un deposito fatiscente. A confermare che i prodotti sono falsi i successivi accertamenti condotti sull’etichettatura e sulla fattura.
L’uomo trovato in possesso della merce è uno straniero, non in regola con il permesso di soggiorno. I finanzieri lo hanno segnalato alla competente Autorità Giudiziaria con le accuse di “introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi” e “ricettazione”.

Ancora in azione la banda che cannibalizza le Panda
14.05.24 - E’ successo di nuovo che qualcuno nella notte di Barriera ha tolto le portiere del lato conducente a una Fiat Panda in sosta e se le è portate via, senza svegliare nessuno, facendo un lavoro di alta precisione. L’auto era parcheggiata vicino al giardino di piazza Rostagni, dalle parti di via Cruto. Nessuno ha sentito nulla. Chi abita in zona ha notato il veicolo in quelle condizioni intorno alle 7 del mattino. Mentre la proprietaria, una giovane donna residente poco lontano, ha fatto l’amara scoperta molte ore, dopo verso le 13.
“Abbiamo subito chiamato i carabinieri – racconta ai nostri microfoni la capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino -. La signora era visibilmente sconvolta. Non sapeva che fare e ha chiesto consigli ai militari. Non è di certo un bello spettacolo trovarsi l’auto in quello stato. Non bastasse per spostarla è ovvio che occorre chiamare un carroattrezzi. E ciò comporta anche una spesa aggiuntiva per chi già ha subito il danno”.
Nei mesi scorsi, sempre in questa zona, lungo le vie Petrella e Cimarosa in particolare, altre auto sono state cannibalizzate nella notte. Tutte Fiat Panda. Il modus operandi non cambia mai. Chi agisce è un ladro abile, che sa come muoversi per non danneggiare le portiere in fase di smontaggio e senza fare rumore nel cuore della notte quando ogni suono è amplificato dal silenzio più totale.
“A compiere questi lavoretti non sono di sicuro i soliti tossici che spaccano i vetri delle auto per poi rovistare a bordo in cerca di pochi spiccioli o qualche oggetto anche di minimo valore – commenta Marino -. Forse si tratta di una banda di balordi che operano su commissione nel quartiere, essendo in stretto contatto con il mercato clandestino dei pezzi di ricambio”.
“Abbiamo subito chiamato i carabinieri – racconta ai nostri microfoni la capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino -. La signora era visibilmente sconvolta. Non sapeva che fare e ha chiesto consigli ai militari. Non è di certo un bello spettacolo trovarsi l’auto in quello stato. Non bastasse per spostarla è ovvio che occorre chiamare un carroattrezzi. E ciò comporta anche una spesa aggiuntiva per chi già ha subito il danno”.
Nei mesi scorsi, sempre in questa zona, lungo le vie Petrella e Cimarosa in particolare, altre auto sono state cannibalizzate nella notte. Tutte Fiat Panda. Il modus operandi non cambia mai. Chi agisce è un ladro abile, che sa come muoversi per non danneggiare le portiere in fase di smontaggio e senza fare rumore nel cuore della notte quando ogni suono è amplificato dal silenzio più totale.
“A compiere questi lavoretti non sono di sicuro i soliti tossici che spaccano i vetri delle auto per poi rovistare a bordo in cerca di pochi spiccioli o qualche oggetto anche di minimo valore – commenta Marino -. Forse si tratta di una banda di balordi che operano su commissione nel quartiere, essendo in stretto contatto con il mercato clandestino dei pezzi di ricambio”.

Rapina due minimarket e finisce in manette
09.05.24 - Mette a segno due rapine nel giro di pochi minuti ai danni di un paio di minimarket gestiti da cittadini del Bangladesh, ma i carabinieri del Nucleo Operativo del Comando Compagnia Oltre Dora, grazie a un’indagine lampo, riescono a fermarlo. Succede mercoledì 8 maggio per le strade di Barriera.
L’uomo, un ventiseienne italiano, entra in un negozio, minaccia con un coltello da cucina il commerciante e si fa consegnare 50 euro in contanti. Appena concluso il primo colpo, raggiunge un altro esercizio pubblico poco distante e ripete la stessa scena sempre armato di coltello. Questa volta però fa il giro del bancone, preleva il registratore di cassa e fugge a piedi per le strade limitrofe.
Qualcuno chiama il 112. La Centrale operativa allerta i carabinieri che, giunti sul posto, riescono a recuperare, poco lontano dai minimarket rapinati, il registratore di cassa aperto e danneggiato con ancora al suo interno parte del contante e il coltello utilizzato per commettere i reati. Nella fuga il balordo li ha abbandonati sull’asfalto.
I militari, dopo aver visionato le telecamere di videosorveglianza e raccolto le testimonianze delle vittime, in poco tempo individuano il colpevole, un volto già noto alle forze dell’ordine. Per lui scattano le manette con l’accusa di rapina aggravata e porto d’armi e in un attimo si aprono le porte del carcere Lorusso e Cutugno.
L’uomo, un ventiseienne italiano, entra in un negozio, minaccia con un coltello da cucina il commerciante e si fa consegnare 50 euro in contanti. Appena concluso il primo colpo, raggiunge un altro esercizio pubblico poco distante e ripete la stessa scena sempre armato di coltello. Questa volta però fa il giro del bancone, preleva il registratore di cassa e fugge a piedi per le strade limitrofe.
Qualcuno chiama il 112. La Centrale operativa allerta i carabinieri che, giunti sul posto, riescono a recuperare, poco lontano dai minimarket rapinati, il registratore di cassa aperto e danneggiato con ancora al suo interno parte del contante e il coltello utilizzato per commettere i reati. Nella fuga il balordo li ha abbandonati sull’asfalto.
I militari, dopo aver visionato le telecamere di videosorveglianza e raccolto le testimonianze delle vittime, in poco tempo individuano il colpevole, un volto già noto alle forze dell’ordine. Per lui scattano le manette con l’accusa di rapina aggravata e porto d’armi e in un attimo si aprono le porte del carcere Lorusso e Cutugno.

Carabinieri aggrediti da nordafricano ubriaco
06.05.24 - Nel corso della notte, in largo Giulio Cesare, sono scattate le manette per un ventunenne di origine nordafricana, senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale. L’uomo, ubriaco fradicio, stava litigando con un connazionale. Appena ha visto arrivare i Carabinieri del Nucleo Radiomobile si è avventato contro di loro e li ha colpiti con calci e pugni.
Il giovane è stato trattenuto in camera di sicurezza in attesa del rito direttissimo. Le accuse nei suoi confronti sono di violenza, resistenza, lesioni personali aggravate.
Il giovane è stato trattenuto in camera di sicurezza in attesa del rito direttissimo. Le accuse nei suoi confronti sono di violenza, resistenza, lesioni personali aggravate.

"Così mi hanno sfregiato l'auto!"
05.05.24 - Parla ai nostri microfoni Angela G. proprietaria di una delle auto selvaggiamente vandalizzate in via Montanaro all’altezza del civico 20, venerdì 3 maggio intorno alle 3,42 del mattino. È sfiduciata perché ormai la vita nel quartiere è diventata impossibile. Furti, spaccio, rapine, risse, degrado assoluto sono ormai normalità in un quartiere dove l’ordinario è scomparso. Ma a quanto pare tutto questo ancora non basta perché in più bisogna fare i conti con il vandalismo e l’aggressività di alcuni balordi probabilmente fuori di testa per via della droga o dell’alcol, in cerca di qualcosa da distruggere per puro divertimento.
“Quando un vicino di casa ci ha comunicato che la nostra auto era stata danneggiata, abbiamo pensato ai soliti ladri a caccia di qualche oggetto o pochi spiccioli a bordo dei veicoli – ci racconta Angela -. Invece no. E’ stata soltanto un’inutile barbarie. Erano stranieri, a quanto pare marocchini. Io penso che si sia trattato di un atto di spregio nei confronti degli italiani, compiuto insomma per danneggiare ciò che è di nostra proprietà”.
A vandalizzare le auto è stato un uomo arrivato in compagnia di altre tre persone, come si vede dalle immagini raccolte da una telecamera. Prima si sentono soltanto le loro voci concitate, parlano in arabo. Poi uno di loro balza su un mini suv parcheggiato, gli cammina sopra e gli spacca a pedate il parabrezza. Salta sulla Fiat Punto dietro e replica la scena. Alla Ford station wagon posteggiata quasi all’angolo con via Scarlatti, quella che appartiene ad Angela, rompe soltanto il parabrezza. “Farlo sostituire ci costerà 500 euro più il costo del carroattrezzi per portarla a riparare – ci spiega -. Non siamo assicurati contro gli atti vandalici perché l’auto è ferma in attesa di essere venduta entro fine mese”.
I residenti in zona hanno sentito gli schiamazzi e i soliti rumori per strada a cui ormai sono abituati. “Nessuno di noi si affaccia più alle finestre per cercare di capire cosa stia capitando perché ogni notte la storia si ripete uguale. Finiremmo per non dormire – afferma -. Chi può se ne va via da questo quartiere. Chi è obbligato a restare, dopo una certa ora non esce più, come se scattasse il coprifuoco. Gli anziani appena finisce il mercato si rintanano in casa”.
Sembra persino impossibile che con il presidio fisso dell’Esercito non sia cambiato nulla. “Servire serve – risponde Angela -. Quando vado al mercato, per esempio, io mi sento più protetta. Di certo la presenza dei militari e degli agenti non è risolutiva. Chi vuole spacciare si sposta soltanto più in là per non essere visto da loro mentre prima gli scambi avvenivano ovunque si voltassero gli occhi, esattamente a cielo aperto. Bisognava intervenire prima. Ormai è troppo tardi per porre rimedio a una situazione che da tempo si è incancrenita. Purtroppo il problema sono le leggi che non funzionano come dovrebbero”.
“Quando un vicino di casa ci ha comunicato che la nostra auto era stata danneggiata, abbiamo pensato ai soliti ladri a caccia di qualche oggetto o pochi spiccioli a bordo dei veicoli – ci racconta Angela -. Invece no. E’ stata soltanto un’inutile barbarie. Erano stranieri, a quanto pare marocchini. Io penso che si sia trattato di un atto di spregio nei confronti degli italiani, compiuto insomma per danneggiare ciò che è di nostra proprietà”.
A vandalizzare le auto è stato un uomo arrivato in compagnia di altre tre persone, come si vede dalle immagini raccolte da una telecamera. Prima si sentono soltanto le loro voci concitate, parlano in arabo. Poi uno di loro balza su un mini suv parcheggiato, gli cammina sopra e gli spacca a pedate il parabrezza. Salta sulla Fiat Punto dietro e replica la scena. Alla Ford station wagon posteggiata quasi all’angolo con via Scarlatti, quella che appartiene ad Angela, rompe soltanto il parabrezza. “Farlo sostituire ci costerà 500 euro più il costo del carroattrezzi per portarla a riparare – ci spiega -. Non siamo assicurati contro gli atti vandalici perché l’auto è ferma in attesa di essere venduta entro fine mese”.
I residenti in zona hanno sentito gli schiamazzi e i soliti rumori per strada a cui ormai sono abituati. “Nessuno di noi si affaccia più alle finestre per cercare di capire cosa stia capitando perché ogni notte la storia si ripete uguale. Finiremmo per non dormire – afferma -. Chi può se ne va via da questo quartiere. Chi è obbligato a restare, dopo una certa ora non esce più, come se scattasse il coprifuoco. Gli anziani appena finisce il mercato si rintanano in casa”.
Sembra persino impossibile che con il presidio fisso dell’Esercito non sia cambiato nulla. “Servire serve – risponde Angela -. Quando vado al mercato, per esempio, io mi sento più protetta. Di certo la presenza dei militari e degli agenti non è risolutiva. Chi vuole spacciare si sposta soltanto più in là per non essere visto da loro mentre prima gli scambi avvenivano ovunque si voltassero gli occhi, esattamente a cielo aperto. Bisognava intervenire prima. Ormai è troppo tardi per porre rimedio a una situazione che da tempo si è incancrenita. Purtroppo il problema sono le leggi che non funzionano come dovrebbero”.

Auto selvaggiamente vandalizzate nella notte
03.05.24 - Amaro risveglio per alcuni cittadini di Barriera che nella notte tra giovedì 2 maggio e venerdì 3 hanno lasciato le auto parcheggiate in via Montanaro all’altezza del civico 20. Qualcuno gliele ha barbaramente vandalizzate intorno alle 3,42. La scena è stata ripresa da una telecamera installata sul lato opposto della strada.
Prima si sentono le voci di alcuni uomini, forse magrebini, che si stanno avvicinando. Parlano in tono concitato tra di loro. Finalmente la telecamera li inquadra. Sono in quattro. All’improvviso uno di loro balza sul cofano di un mini suv, raggiunge il parabrezza e lo prende a pedate fino a romperlo, poi cammina sul tettuccio e salta sull’auto posteggiata dietro. Come un pazzo furioso replica la scena. E poi ancora danneggia una terza vettura ferma quasi all’angolo con via Scarlatti.
Impossibile risalire ai colpevoli, ripresi di schiena e a distanza dall’occhio elettronico. Non restano che il video sconcertante e la conta dei danni per gli sventurati proprietari dei veicoli.
Prima si sentono le voci di alcuni uomini, forse magrebini, che si stanno avvicinando. Parlano in tono concitato tra di loro. Finalmente la telecamera li inquadra. Sono in quattro. All’improvviso uno di loro balza sul cofano di un mini suv, raggiunge il parabrezza e lo prende a pedate fino a romperlo, poi cammina sul tettuccio e salta sull’auto posteggiata dietro. Come un pazzo furioso replica la scena. E poi ancora danneggia una terza vettura ferma quasi all’angolo con via Scarlatti.
Impossibile risalire ai colpevoli, ripresi di schiena e a distanza dall’occhio elettronico. Non restano che il video sconcertante e la conta dei danni per gli sventurati proprietari dei veicoli.
Aprile 2024

Un martedì di ordinaria follia
30.04.24 - Ormai le risse violente in Barriera sono quasi all’ordine del giorno. Una delle più cruente risale a oltre una settimana fa quando in via Cigna alcuni neri le hanno suonate di santa ragione a un romeno per questioni di crack. L’ultima si è consumata martedì 30 aprile in largo Giulio Cesare, dopo che un pusher è stato arrestato dalla polizia. Zona di spaccio, inutile ripeterlo. Benché si trovi a pochi passi dal presidio fisso dei militari dell’operazione Strade sicure.
Nella tarda mattinata pusher e tossici si incontrano al solito posto, al giardinetto che una volta era un apprezzato luogo di ritrovo per gli anziani del quartiere. Anche oggi, come da prassi ben consolidata, lo scambio droga-soldi avviene alla luce del sole, davanti ai cittadini costretti ad assistere a spettacoli non di certo edificanti. Niente di nuovo, insomma, sotto il cielo di Barriera.
A farci la segnalazione la capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino che ci ha anche inviato il video da noi pubblicato qui di seguito. Marino si trovava in zona perché aveva appena incontrato alcuni residenti, guarda caso, esasperati dal degrado e dalle solite scene da far west.
“Al parchetto abbiamo visto un uomo di colore impegnato a vendere sostanze stupefacenti – racconta la capogruppo ai nostri microfoni -. All’improvviso mi sono accorta che, dopo aver passato alcune dosi agli acquirenti, lo spacciatore ha nascosto la droga all’interno del giardino. Per questo ho chiamato la polizia. Gli agenti lo hanno portato via in manette. Non appena il luogo è stato ripulito da Amiat e le forze dell’ordine se ne sono andate, ecco che è scoppiata la rissa tra un gruppetto di neri seduti sulle panchine”.
Qualcuno tra i residenti commenta che questa è ordinaria amministrazione. Ci sarebbe più da stupirsi se anche oggi non fosse arrivata la solita volante a sirene spiegate. Una vera follia per chi vive qui.
Nella tarda mattinata pusher e tossici si incontrano al solito posto, al giardinetto che una volta era un apprezzato luogo di ritrovo per gli anziani del quartiere. Anche oggi, come da prassi ben consolidata, lo scambio droga-soldi avviene alla luce del sole, davanti ai cittadini costretti ad assistere a spettacoli non di certo edificanti. Niente di nuovo, insomma, sotto il cielo di Barriera.
A farci la segnalazione la capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino che ci ha anche inviato il video da noi pubblicato qui di seguito. Marino si trovava in zona perché aveva appena incontrato alcuni residenti, guarda caso, esasperati dal degrado e dalle solite scene da far west.
“Al parchetto abbiamo visto un uomo di colore impegnato a vendere sostanze stupefacenti – racconta la capogruppo ai nostri microfoni -. All’improvviso mi sono accorta che, dopo aver passato alcune dosi agli acquirenti, lo spacciatore ha nascosto la droga all’interno del giardino. Per questo ho chiamato la polizia. Gli agenti lo hanno portato via in manette. Non appena il luogo è stato ripulito da Amiat e le forze dell’ordine se ne sono andate, ecco che è scoppiata la rissa tra un gruppetto di neri seduti sulle panchine”.
Qualcuno tra i residenti commenta che questa è ordinaria amministrazione. Ci sarebbe più da stupirsi se anche oggi non fosse arrivata la solita volante a sirene spiegate. Una vera follia per chi vive qui.

Due irregolari arrestati
28.04.24 - Durante un servizio di controllo del territorio gli agenti del Commissariato Madonna di Campagna entrano in un edificio abbandonato in corso Venezia e vedono due uomini di colore che al loro arrivo scappano di corsa verso una tendopoli. Non appena li raggiungono, i due si scambiano qualcosa di bianco e poi cercano di fuggire.
I poliziotti li bloccano. Sono un trentenne e un venticinquenne del Gambia. Il più giovane ha addosso 40 grammi di crack che non è riuscito a nascondere nonostante gli insistenti tentativi. Nella tasca del giubbotto del trentenne gli agenti trovano invece 230 euro e un telefono cellulare che continua a squillare senza sosta.
Entrambi sono irregolari sul territorio nazionale. Entrambi vengono arrestati con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio in concorso.
I poliziotti li bloccano. Sono un trentenne e un venticinquenne del Gambia. Il più giovane ha addosso 40 grammi di crack che non è riuscito a nascondere nonostante gli insistenti tentativi. Nella tasca del giubbotto del trentenne gli agenti trovano invece 230 euro e un telefono cellulare che continua a squillare senza sosta.
Entrambi sono irregolari sul territorio nazionale. Entrambi vengono arrestati con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio in concorso.

Faida rom a Milano, una pista porta in Barriera
28.04.24 - Potrebbe essere da ricollegare alla rissa tra famiglie rom rivali avvenuta il 7 aprile in via Cimarosa l’esecuzione del diciottenne bosniaco Jhonny Sulejmanovic freddato con tre colpi di pistola venerdì scorso vicino all’Ortomercato di via Varsavia a Milano. Il movente ancora non è chiaro agli inquirenti. Ma quasi sicuramente si tratta di un regolamento di conti.
La storia potrebbe essere iniziata proprio a Torino, in Barriera di Milano. I rapporti tra i Sulejmanovic e i Salkanovic erano tesi da tempo. Forse in seguito a incomprensioni maturate al Balon, da entrambe le famiglie frequentato per racimolare quattro soldi, rivendendo cianfrusaglie. O forse per qualche questione legata all’occupazione di un appartamento. Domenica 7 aprile tra i due clan rivali scoppia una rissa in via Bologna prima all’angolo con via Cimarosa e poi nelle ore successive all’incrocio con via Pergolesi. Volano insulti, oggetti contundenti e coltelli. A dividerli intervengono le forze dell’ordine.
Un Salkanovic resta ferito a un braccio e una donna incinta, probabilmente la moglie, si sente male e viene portata al Maria Vittoria dove poche ore dopo perde il bambino. Nel parcheggio dell’ospedale i rom si scambiano promesse di vendette incrociate. Tra di loro le tensioni sono ormai arrivate al culmine.
Il giorno dopo i Sulejmanovic prendono armi e bagagli e se ne vanno a Milano a bordo di un furgone, lasciandosi Torino e via Cimarosa alle spalle. Ma non sono in fuga perché tutta la comunità rom, come raccontano tra l’altro alcuni video postati su TikTok, conosce la loro destinazione. Che la famiglia faccia la spola tra il capoluogo piemontese e quello lombardo non è un mistero. Per quanto riguarda Jhonny invece, lui doveva aver lasciato Torino già da tempo.
Nelle prossime ore saranno riascoltati i parenti della vittima. Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire che cosa sia accaduto nei giorni successivi all’8 aprile fino alla notte di venerdì 26, in cui Jhonny è stato ammazzato. La scena dell’esecuzione, durata una manciata di minuti, è stata ripresa dalle telecamere. Jhonny sta dormendo con la moglie incinta a bordo del suo furgone. I sicari sono in cinque. Prima sfondano i vetri del van con le mazze e poi prendono il giovane e gli sparano. Successivamente fuggono su una Seat, forse all’estero, verso l’Europa dell’est secondo alcune fonti o, per altre, in Spagna. Le indagini proseguono per dare un nome a tutti i membri del commando, incrociando i dati raccolti tra cui filmati, foto d’archivio e profili social dei sospettati.
La storia potrebbe essere iniziata proprio a Torino, in Barriera di Milano. I rapporti tra i Sulejmanovic e i Salkanovic erano tesi da tempo. Forse in seguito a incomprensioni maturate al Balon, da entrambe le famiglie frequentato per racimolare quattro soldi, rivendendo cianfrusaglie. O forse per qualche questione legata all’occupazione di un appartamento. Domenica 7 aprile tra i due clan rivali scoppia una rissa in via Bologna prima all’angolo con via Cimarosa e poi nelle ore successive all’incrocio con via Pergolesi. Volano insulti, oggetti contundenti e coltelli. A dividerli intervengono le forze dell’ordine.
Un Salkanovic resta ferito a un braccio e una donna incinta, probabilmente la moglie, si sente male e viene portata al Maria Vittoria dove poche ore dopo perde il bambino. Nel parcheggio dell’ospedale i rom si scambiano promesse di vendette incrociate. Tra di loro le tensioni sono ormai arrivate al culmine.
Il giorno dopo i Sulejmanovic prendono armi e bagagli e se ne vanno a Milano a bordo di un furgone, lasciandosi Torino e via Cimarosa alle spalle. Ma non sono in fuga perché tutta la comunità rom, come raccontano tra l’altro alcuni video postati su TikTok, conosce la loro destinazione. Che la famiglia faccia la spola tra il capoluogo piemontese e quello lombardo non è un mistero. Per quanto riguarda Jhonny invece, lui doveva aver lasciato Torino già da tempo.
Nelle prossime ore saranno riascoltati i parenti della vittima. Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire che cosa sia accaduto nei giorni successivi all’8 aprile fino alla notte di venerdì 26, in cui Jhonny è stato ammazzato. La scena dell’esecuzione, durata una manciata di minuti, è stata ripresa dalle telecamere. Jhonny sta dormendo con la moglie incinta a bordo del suo furgone. I sicari sono in cinque. Prima sfondano i vetri del van con le mazze e poi prendono il giovane e gli sparano. Successivamente fuggono su una Seat, forse all’estero, verso l’Europa dell’est secondo alcune fonti o, per altre, in Spagna. Le indagini proseguono per dare un nome a tutti i membri del commando, incrociando i dati raccolti tra cui filmati, foto d’archivio e profili social dei sospettati.

Due uomini in manette
23.04.24 - Nei giorni scorsi due uomini sorpresi in flagranza di reato sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Torino, nella zona Nord della città in due episodi diversi.
Nel primo caso un uomo, con uno zaino in spalla opportunamente “schermato” per bypassare le barriere antitaccheggio, ha fatto man bassa di profumi e cosmetici all’interno dell’area commerciale “To Dream” a “Falchera. Scoperto dagli addetti alla vigilanza, prima li ha minacciati con un coltello a serramanico poi ha ingaggiato con loro una violenta colluttazione nel tentativo di darsi alla fuga. Sul posto sono arrivati i Carabinieri che lo hanno arrestato per tentata rapina aggravata e furto aggravato. La merce, tra cui anche un paio di occhiali da sole, è stata restituita ai proprietari dei negozi. Per l’uomo, un trentottenne romeno senza fissa dimora, si sono aperte le porte del carcere Lorusso e Cutugno.
Il secondo episodio è invece avvenuto in corso Giulio Cesare nelle ore notturne. Un giovane ha danneggiato a più riprese le vetrine di una famosa catena di fast food. Gli addetti alla vigilanza sono intervenuti per fermarlo e lui ha reagito armato di una chiave inglese. Uno dei vigilanti, colpito con forza, ha riportato lesioni a una spalla. Il balordo, un trentenne nordafricano, noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dai Carabinieri con l’accusa di danneggiamento aggravato.
Nel primo caso un uomo, con uno zaino in spalla opportunamente “schermato” per bypassare le barriere antitaccheggio, ha fatto man bassa di profumi e cosmetici all’interno dell’area commerciale “To Dream” a “Falchera. Scoperto dagli addetti alla vigilanza, prima li ha minacciati con un coltello a serramanico poi ha ingaggiato con loro una violenta colluttazione nel tentativo di darsi alla fuga. Sul posto sono arrivati i Carabinieri che lo hanno arrestato per tentata rapina aggravata e furto aggravato. La merce, tra cui anche un paio di occhiali da sole, è stata restituita ai proprietari dei negozi. Per l’uomo, un trentottenne romeno senza fissa dimora, si sono aperte le porte del carcere Lorusso e Cutugno.
Il secondo episodio è invece avvenuto in corso Giulio Cesare nelle ore notturne. Un giovane ha danneggiato a più riprese le vetrine di una famosa catena di fast food. Gli addetti alla vigilanza sono intervenuti per fermarlo e lui ha reagito armato di una chiave inglese. Uno dei vigilanti, colpito con forza, ha riportato lesioni a una spalla. Il balordo, un trentenne nordafricano, noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dai Carabinieri con l’accusa di danneggiamento aggravato.

Scene da far west in via Cigna
20.04.24 - Chi abita in via Cigna ormai lo sa bene da tempo che anche quando tutto sembra tranquillo e sotto controllo in una giornata di pieno sole come questa di sabato 20 aprile, bisogna comunque essere pronti al peggio. Durante il pomeriggio, nel tratto di strada che dalla Gondrand porta in via Toscanini, si assiste al solito andirivieni di sbandati. Tossici e pusher qui sono di casa perché all’interno del parco Sempione hanno montato tende, canadesi e rifugi di fortuna, nonostante vengano fatti sgomberare di continuo dalle forze dell’ordine.
Intorno alle 17,30, proprio davanti a Spazio 211, alcuni residenti, che stanno portando i loro amici a quattro zampe nella vicina area cani, sentono grida concitate. In mezzo alla strada c’è un bianco a torso nudo che sta litigando furiosamente con un paio di uomini di colore. In mano stringe un’asta di ferro, simile a quella degli ombrelloni. Cerca di difendersi dagli altri che si avvicinano con fare minaccioso. Il bianco a un certo punto, messo in difficoltà, scappa via. I neri in un attimo lo raggiungono e riescono a disarmarlo. È una lotta impari dal punto di vista numerico ma non solo. Ad aiutare i picchiatori arrivano i rinforzi: altri due uomini di colore di cui uno in bici e l'altro sul monopattino. Si unisce al gruppo anche un bianco in pantaloni corti, particolarmente agguerrito. L’uomo finito a terra viene colpito selvaggiamente con calci e pugni e con la mazza che gli è stata sottratta.
Intanto qualcuno ha chiamato il 112. Non appena si sentono le sirene delle gazzelle, in arrivo sul posto, picchiatori e picchiato si dileguano nel nulla e in via Cigna torna la pace almeno per qualche ora. La rissa deve essere scoppiata per questioni di crack. Chi ha assistito alla scena è rimasto fortemente scosso dalla brutalità degli aggressori. “Potevano ammazzarlo. L’asta di ferro si è addirittura piegata tanta era la forza con cui lo hanno percosso” raccontano alcuni testimoni.
Intorno alle 17,30, proprio davanti a Spazio 211, alcuni residenti, che stanno portando i loro amici a quattro zampe nella vicina area cani, sentono grida concitate. In mezzo alla strada c’è un bianco a torso nudo che sta litigando furiosamente con un paio di uomini di colore. In mano stringe un’asta di ferro, simile a quella degli ombrelloni. Cerca di difendersi dagli altri che si avvicinano con fare minaccioso. Il bianco a un certo punto, messo in difficoltà, scappa via. I neri in un attimo lo raggiungono e riescono a disarmarlo. È una lotta impari dal punto di vista numerico ma non solo. Ad aiutare i picchiatori arrivano i rinforzi: altri due uomini di colore di cui uno in bici e l'altro sul monopattino. Si unisce al gruppo anche un bianco in pantaloni corti, particolarmente agguerrito. L’uomo finito a terra viene colpito selvaggiamente con calci e pugni e con la mazza che gli è stata sottratta.
Intanto qualcuno ha chiamato il 112. Non appena si sentono le sirene delle gazzelle, in arrivo sul posto, picchiatori e picchiato si dileguano nel nulla e in via Cigna torna la pace almeno per qualche ora. La rissa deve essere scoppiata per questioni di crack. Chi ha assistito alla scena è rimasto fortemente scosso dalla brutalità degli aggressori. “Potevano ammazzarlo. L’asta di ferro si è addirittura piegata tanta era la forza con cui lo hanno percosso” raccontano alcuni testimoni.

Ripulito il covo dei disperati in via Fossata
19.04.24 - C’è di tutto nell’ex deposito ferroviario di via Fossata angolo corso Venezia: giacigli di fortuna, il salottino improvvisato, pentole, stracci e vestiti, bici e monopattini e anche tanti rifiuti di ogni genere. Ovviamente la toilette è all’aperto e quindi non mancano nemmeno i cattivi odori. Questo è da anni un noto simbolo del degrado e della desolazione, lo sa bene chi abita in zona. Le forze dell’ordine intervengono di frequente per fare sgomberare gli accampati nell’area e per ripulirla, ma nel giro di poche ore torna tutto come prima.
Il controllo straordinario del territorio ad “alto impatto”, effettuato giovedì 18 aprile con il coordinamento del Commissariato Barriera di Milano, si è concentrato soprattutto qui. Al servizio hanno anche partecipato la Guardia di Finanza e la Polizia Locale, oltre che l’unità cinofila della Polizia e gli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine.
All’arrivo delle pattuglie gli sbandati, perlopiù giovani del Senegal, della Guinea e del Marocco e con loro i cosiddetti "zombie italiani strafatti di crack" cominciano a ciondolare di qua e di là e chi è in possesso di droga si dà da fare per nasconderla in mezzo al verde o dove capita. Insomma, solita scena già vista infinite volte qui all’ex scalo Rfi, ma anche alla Gondrand e al parco Sempione.
Un uomo di colore, noto in zona per la sua statura elevatissima (senz’altro intorno ai due metri), viene fermato dagli agenti e portato via in manette. Chi ha assistito alla scena sostiene che è stato trovato in possesso di un dischetto di crack di notevoli dimensioni. Poi i poliziotti hanno fatto sgombrare alcuni abusivi trovati all’interno dello stabile di Rfi che dal canto suo in passato ha presentato querela per occupazione dell’edificio di sua proprietà. Infine altri controlli si sono svolti in corso Giulio Cesare dove gi agenti hanno rinvenuto alcune dosi di hashish grazie al grande fiuto di Iron, il cane antidroga.
Il controllo straordinario del territorio ad “alto impatto”, effettuato giovedì 18 aprile con il coordinamento del Commissariato Barriera di Milano, si è concentrato soprattutto qui. Al servizio hanno anche partecipato la Guardia di Finanza e la Polizia Locale, oltre che l’unità cinofila della Polizia e gli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine.
All’arrivo delle pattuglie gli sbandati, perlopiù giovani del Senegal, della Guinea e del Marocco e con loro i cosiddetti "zombie italiani strafatti di crack" cominciano a ciondolare di qua e di là e chi è in possesso di droga si dà da fare per nasconderla in mezzo al verde o dove capita. Insomma, solita scena già vista infinite volte qui all’ex scalo Rfi, ma anche alla Gondrand e al parco Sempione.
Un uomo di colore, noto in zona per la sua statura elevatissima (senz’altro intorno ai due metri), viene fermato dagli agenti e portato via in manette. Chi ha assistito alla scena sostiene che è stato trovato in possesso di un dischetto di crack di notevoli dimensioni. Poi i poliziotti hanno fatto sgombrare alcuni abusivi trovati all’interno dello stabile di Rfi che dal canto suo in passato ha presentato querela per occupazione dell’edificio di sua proprietà. Infine altri controlli si sono svolti in corso Giulio Cesare dove gi agenti hanno rinvenuto alcune dosi di hashish grazie al grande fiuto di Iron, il cane antidroga.

Derubato e poi picchiato in via Feletto
18.04.24 - Le persone per strada li sentono urlare come pazzi e allora si fermano per cercare di capire che cosa stia accadendo. Davanti al civico 23 di via Feletto, due uomini, uno bianco e l’altro di colore, stanno litigando tra di loro. Sono all’incirca le 12,45 di giovedì 18 aprile. Se le danno di santa ragione fino a cadere per terra, come due lottatori durante un combattimento al suolo. A dividerli intervengono i militari dell’Esercito, appostati come ogni giorno a pochi isolati da lì, per presidiare la zona.
L’uomo dalla pelle scura è un nordafricano che qualche istante prima ha sottratto il cellulare a un cinquantenne italiano e poi lo ha picchiato a sangue quando questo ha cercato di farselo restituire. “Lo ha colpito con violenza ripetutamente al volto mentre lui gli urlava di ridargli il cellulare – raccontano alcune persone che non si sono perse un solo attimo della scena. Sul posto è intervenuto il 118. La vittima ha riportato una tumefazione a un’arcata sopraccigliare e diverse abrasioni a un orecchio e a una mano. Il nordafricano è stato arrestato dalla Polizia in flagranza con l'accusa di rapina impropria.
Secondo i testimoni tutto sarebbe cominciato almeno una decina di minuti prima, quindi per ricostruire la vicenda è necessario l’intervento del Var. Tra corso Giulio Cesare e via Feletto, poco dopo la mezza, l’italiano ha da dire con un tizio di colore. Dalla tasca dei pantaloni gli cade a terra il cellulare. Approfittando della situazione, il nordafricano finito poi in manette lo raccoglie e si dà alla fuga verso via Leinì. La lite all’altezza di via Feletto 23 scoppia quando il cinquantenne derubato lo raggiunge e lo blocca. A quel punto il malfattore reagisce con forza sperando di riuscire ad andarsene impunito e intanto lancia il cellulare all’interno del parcheggio del supermercato Mercatò. Ma davanti agli occhi si trova i militari e gli agenti pronti a mettergli le manette ai polsi.
L’uomo dalla pelle scura è un nordafricano che qualche istante prima ha sottratto il cellulare a un cinquantenne italiano e poi lo ha picchiato a sangue quando questo ha cercato di farselo restituire. “Lo ha colpito con violenza ripetutamente al volto mentre lui gli urlava di ridargli il cellulare – raccontano alcune persone che non si sono perse un solo attimo della scena. Sul posto è intervenuto il 118. La vittima ha riportato una tumefazione a un’arcata sopraccigliare e diverse abrasioni a un orecchio e a una mano. Il nordafricano è stato arrestato dalla Polizia in flagranza con l'accusa di rapina impropria.
Secondo i testimoni tutto sarebbe cominciato almeno una decina di minuti prima, quindi per ricostruire la vicenda è necessario l’intervento del Var. Tra corso Giulio Cesare e via Feletto, poco dopo la mezza, l’italiano ha da dire con un tizio di colore. Dalla tasca dei pantaloni gli cade a terra il cellulare. Approfittando della situazione, il nordafricano finito poi in manette lo raccoglie e si dà alla fuga verso via Leinì. La lite all’altezza di via Feletto 23 scoppia quando il cinquantenne derubato lo raggiunge e lo blocca. A quel punto il malfattore reagisce con forza sperando di riuscire ad andarsene impunito e intanto lancia il cellulare all’interno del parcheggio del supermercato Mercatò. Ma davanti agli occhi si trova i militari e gli agenti pronti a mettergli le manette ai polsi.

Due arrestati durante i controlli in Barriera
16.05.24 - Due persone arrestate, una denunciata e 172 identificate, 50 veicoli e 19 locali pubblici controllati e 640 euro in contanti sequestrati. È il bilancio di due controlli straordinari del territorio, di cui uno ad “alto impatto”, coordinati dal Commissariato Barriera di Milano nei giorni scorsi. Lo rende noto l’Ufficio stampa della Questura. Ai servizi hanno anche partecipato il Reparto Mobile, la Polizia locale, la Guardia di Finanza e l’Asl, oltre che l’unità cinofila della Polizia e gli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte.
Le operazioni si sono concentrate nelle aree più problematiche del quartiere in largo Giulio Cesare, nei corsi Vercelli e Palermo, in via Martorelli, ai giardini Sempione, nelle piazze Bottesini e Derna dove è molto diffuso il fenomeno dello spaccio. Al contempo sono stati anche passati al setaccio numerosi esercizi pubblici per individuare eventuali irregolarità o carenze igienico-sanitarie.
Nel corso del primo servizio, durante il controllo di alcuni stabili in via Fossata e corso Venezia, gli agenti hanno notato un ventisettenne di origini africane impegnato a nascondere denaro e droga. Per lui sono scattate le manette con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Con sé aveva 6 grammi di crack e 425 euro in contanti che gli sono stati sequestrati.
Durante la seconda operazione invece è stato arrestato un senegalese colto in flagranza mentre stava vendendo alcuni grammi di crack a un italiano. Gli agenti hanno provveduto al sequestro dei 215 euro in contanti che gli sono stati trovati addosso.
Le operazioni si sono concentrate nelle aree più problematiche del quartiere in largo Giulio Cesare, nei corsi Vercelli e Palermo, in via Martorelli, ai giardini Sempione, nelle piazze Bottesini e Derna dove è molto diffuso il fenomeno dello spaccio. Al contempo sono stati anche passati al setaccio numerosi esercizi pubblici per individuare eventuali irregolarità o carenze igienico-sanitarie.
Nel corso del primo servizio, durante il controllo di alcuni stabili in via Fossata e corso Venezia, gli agenti hanno notato un ventisettenne di origini africane impegnato a nascondere denaro e droga. Per lui sono scattate le manette con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Con sé aveva 6 grammi di crack e 425 euro in contanti che gli sono stati sequestrati.
Durante la seconda operazione invece è stato arrestato un senegalese colto in flagranza mentre stava vendendo alcuni grammi di crack a un italiano. Gli agenti hanno provveduto al sequestro dei 215 euro in contanti che gli sono stati trovati addosso.

Delitto Halloween, ergastolo per Oste
16.04.24 - Diventa definitiva la condanna all'ergastolo per Luigi Oste, il barista dell’Angelo azzurro di corso Vercelli processato a Torino con l'accusa di avere ucciso la sera di Halloween del 2021 l'autista della Croce verde Massimo Melis, con un colpo di pistola alla tempia. La Cassazione ha respinto il ricorso della difesa contro la sentenza pronunciata dalla corte di assise d'Appello subalpina. Secondo quanto ricostruito dalle carte processuali Oste uccise Melis per gelosia, considerandolo un rivale in amore, dal momento che il barelliere era amico della donna di cui lui si era invaghito.
L’uomo, un 65enne con diversi precedenti penali alle spalle, aveva frequentato per un po’ di tempo Patrizia, anche lei barista nel locale dei genitori a un isolato dall’Angelo azzurro, e poi non si era mai arreso di fronte al suo rifiuto. Per questo aveva iniziato a pedinarla. Le inviava messaggi a raffica, a ogni ora del giorno e anche della notte, a volte pure minacciosi. Lei aveva preferito evitarlo, non accettando le avances, piuttosto che rivolgersi alle forze dell’ordine e denunciarlo per stalking.
Di indole altruista, sempre disponibile con tutti, Melis era considerato un punto di riferimento da tante persone del quartiere e anche dalla stessa Patrizia, che aveva, infatti, riallacciato il legame di amicizia con lui perché in sua compagnia si sentiva protetta e al sicuro. Il 31 ottobre del 2021 i due amici trascorrono il pomeriggio insieme a fare shopping. Alle 20 Melis accompagna la donna a casa in via Gottardo e la scorta fino davanti all’uscio dell’appartamento. Poi torna in auto da solo. Oste, che dal suo bar in corso Vercelli, li ha visti passare, a quel punto raggiunge Melis, apre la portiera del veicolo e gli spara un colpo alla testa. A riprendere l’andare e venire del barista in quel tratto di strada, proprio nei minuti precedenti e subito dopo il delitto, sono le telecamere dei palazzi. Il corpo della vittima viene poi ritrovato il giorno dopo, dalla stessa Patrizia.
Oste ha mai ammesso la propria colpevolezza. Ha sempre fornito una versione dei fatti volta a giustificare gli indizi raccolti contro di lui dalle celle telefoniche, dalle telecamere di videosorveglianza che quella notte l’hanno ripreso e dalle intercettazioni telefoniche e ambientali grazie alle quali gli investigatori della squadra mobile sono riusciti a captare alcune frasi da lui pronunciate. In più a inchiodarlo sono stati i comportamenti anomali dopo il delitto e le testimonianze di persone a lui vicine.
L’uomo, un 65enne con diversi precedenti penali alle spalle, aveva frequentato per un po’ di tempo Patrizia, anche lei barista nel locale dei genitori a un isolato dall’Angelo azzurro, e poi non si era mai arreso di fronte al suo rifiuto. Per questo aveva iniziato a pedinarla. Le inviava messaggi a raffica, a ogni ora del giorno e anche della notte, a volte pure minacciosi. Lei aveva preferito evitarlo, non accettando le avances, piuttosto che rivolgersi alle forze dell’ordine e denunciarlo per stalking.
Di indole altruista, sempre disponibile con tutti, Melis era considerato un punto di riferimento da tante persone del quartiere e anche dalla stessa Patrizia, che aveva, infatti, riallacciato il legame di amicizia con lui perché in sua compagnia si sentiva protetta e al sicuro. Il 31 ottobre del 2021 i due amici trascorrono il pomeriggio insieme a fare shopping. Alle 20 Melis accompagna la donna a casa in via Gottardo e la scorta fino davanti all’uscio dell’appartamento. Poi torna in auto da solo. Oste, che dal suo bar in corso Vercelli, li ha visti passare, a quel punto raggiunge Melis, apre la portiera del veicolo e gli spara un colpo alla testa. A riprendere l’andare e venire del barista in quel tratto di strada, proprio nei minuti precedenti e subito dopo il delitto, sono le telecamere dei palazzi. Il corpo della vittima viene poi ritrovato il giorno dopo, dalla stessa Patrizia.
Oste ha mai ammesso la propria colpevolezza. Ha sempre fornito una versione dei fatti volta a giustificare gli indizi raccolti contro di lui dalle celle telefoniche, dalle telecamere di videosorveglianza che quella notte l’hanno ripreso e dalle intercettazioni telefoniche e ambientali grazie alle quali gli investigatori della squadra mobile sono riusciti a captare alcune frasi da lui pronunciate. In più a inchiodarlo sono stati i comportamenti anomali dopo il delitto e le testimonianze di persone a lui vicine.

Rissa in largo Giulio Cesare
15.04.24 . Una nostra lettrice ci segnala una rissa che si è consumata nel pomeriggio di domenica 14 aprile nel parchetto di largo Giulio Cesare, sotto gli occhi di residenti e passanti, ormai abituati ad assistere a scene simili, ma stanchi di essere ostaggi del degrado, della sporcizia e della mancanza di sicurezza. “Non se ne curano affatto della presenza delle forze dell’ordine – racconta chi ci scrive -. Si riempiono di alcolici fino a perdere il controllo di sé e poi si azzuffano tra di loro. Il litigio è scoppiato intorno alle 16,30. Ad affrontarsi due fazioni opposte: da una parte i romeni, pieni di birra, e dall’altra alcuni ragazzi di colore”.
Alla fermata del 4 le persone in attesa del tram guardano spaventate. Ad avere paura sono soprattutto i bambini. Per loro lo spettacolo non è edificante e i genitori non sanno come fare per sottrarli alla visione. Volano parolacce, calci, pugni e bottigliate. “Credo che a iniziare siano stati i romeni - spiega la lettrice -. Sbevazzano, urlano, ridono sguaiatamente e scherzano con le loro donne. Capita tutti i giorni, nonostante lì vicino ci sia il presidio dell’Esercito. La notte a peggiorare il quadro ci pensano i sudamericani. Mia figlia e la sua amica di dieci anni, vedendo la scena dal balcone di casa, hanno commentato che questo è uno scontro tra razze diverse. Insomma, lo abbiamo capito tutti”.
Così il parchetto, in passato punto di ritrovo per anziani ma anche frequentato da famiglie con bambini, adesso è diventato impraticabile a ogni ora del giorno, peggio ancora quando scende il buio. È sporco, non sicuro, invaso dai rifiuti. Ormai sulle panchine si vedono solo spacciatori, loro clienti e ubriaconi. “Bevono come spugne e poi urinano dove capita – conclude l'autrice della segnalazione -. A un certo punto un romeno è stato colpito in testa da una bottigliata. Sanguinava e si è messo a barcollare fino all’altezza del semaforo. Sono intervenuti i carabinieri che hanno interrogato i giovani di colore, i quali francamente non avevano grandi responsabilità di quanto accaduto. E, intanto, i romeni sono andati a comprare altre birre al minimarket”. Sul posto è arrivato il 118. Tutte scene di ordinaria amministrazione per chi abita in zona.
Alla fermata del 4 le persone in attesa del tram guardano spaventate. Ad avere paura sono soprattutto i bambini. Per loro lo spettacolo non è edificante e i genitori non sanno come fare per sottrarli alla visione. Volano parolacce, calci, pugni e bottigliate. “Credo che a iniziare siano stati i romeni - spiega la lettrice -. Sbevazzano, urlano, ridono sguaiatamente e scherzano con le loro donne. Capita tutti i giorni, nonostante lì vicino ci sia il presidio dell’Esercito. La notte a peggiorare il quadro ci pensano i sudamericani. Mia figlia e la sua amica di dieci anni, vedendo la scena dal balcone di casa, hanno commentato che questo è uno scontro tra razze diverse. Insomma, lo abbiamo capito tutti”.
Così il parchetto, in passato punto di ritrovo per anziani ma anche frequentato da famiglie con bambini, adesso è diventato impraticabile a ogni ora del giorno, peggio ancora quando scende il buio. È sporco, non sicuro, invaso dai rifiuti. Ormai sulle panchine si vedono solo spacciatori, loro clienti e ubriaconi. “Bevono come spugne e poi urinano dove capita – conclude l'autrice della segnalazione -. A un certo punto un romeno è stato colpito in testa da una bottigliata. Sanguinava e si è messo a barcollare fino all’altezza del semaforo. Sono intervenuti i carabinieri che hanno interrogato i giovani di colore, i quali francamente non avevano grandi responsabilità di quanto accaduto. E, intanto, i romeni sono andati a comprare altre birre al minimarket”. Sul posto è arrivato il 118. Tutte scene di ordinaria amministrazione per chi abita in zona.

Gravi carenze igienico sanitarie in noto bar
11.04.24 - Ancora una volta sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine le zone più critiche del quartiere. Nel pomeriggio di giovedì 11 aprile è stato effettuato un controllo straordinario del territorio ad "alto impatto" con il coordinamento del Commissariato Barriera di Milano per contrastare in particolare lo smercio di droga e identificare i clienti dei pusher, ma anche per individuare eventuali irregolarità o carenze igienico-sanitarie negli esercizi commerciali sottoposti a verifiche.
Al fianco dei poliziotti c’erano il Reparto Prevenzione Crimine, l’Unità cinofila, la Guardia di Finanza e la Polizia Locale. Gli sforzi si sono concentrati nei corsi Giulio Cesare, Palermo e Vercelli e al parco Sempione dove da tempo si annidano pusher e tossici sgomberati dalla ex Gondrand.
Nel corso dell’attività di controllo, a un noto bar di piazza Derna, frequentato non soltanto da chi abita in Barriera, ma anche da persone di passaggio vista la posizione favorevole, è stata sospesa temporaneamente la licenza per gravi carenze igienico-sanitarie. Nelle cucine gli ispettori Asl hanno, infatti, trovato blatte e altri insetti infestanti nei contenitori per le focacce, le pizze e il pane. Il locale potrà riaprire quando si accerterà con sopralluogo che il titolare ha provveduto al ripristino delle idonee condizioni igienico-sanitarie.
Inoltre sono stati sequestrati 200 grammi di hashish in corso Palermo. Qualcuno, forse appartenente alle gang marocchine che detengono il monopolio dello spaccio di hashish in quell’area, li aveva occultati nei soliti nascondigli: sui passaruota delle auto, all’interno degli sportelli per il carburante o nelle nicchie dei tergicristalli. Gli agenti li hanno scovati grazie al fiuto infallibile di Iron, il cane antidroga della Polizia.
Infine sono stati sottoposti a controlli alcuni esercizi pubblici, tra cui due bar, di cui uno in corso Palermo all’angolo con corso Novara e l’altro situato in via Cena verso il corso Vercelli. La Polizia locale ha anche effettuato verifiche in un minimarket di via Scarlatti.
Al fianco dei poliziotti c’erano il Reparto Prevenzione Crimine, l’Unità cinofila, la Guardia di Finanza e la Polizia Locale. Gli sforzi si sono concentrati nei corsi Giulio Cesare, Palermo e Vercelli e al parco Sempione dove da tempo si annidano pusher e tossici sgomberati dalla ex Gondrand.
Nel corso dell’attività di controllo, a un noto bar di piazza Derna, frequentato non soltanto da chi abita in Barriera, ma anche da persone di passaggio vista la posizione favorevole, è stata sospesa temporaneamente la licenza per gravi carenze igienico-sanitarie. Nelle cucine gli ispettori Asl hanno, infatti, trovato blatte e altri insetti infestanti nei contenitori per le focacce, le pizze e il pane. Il locale potrà riaprire quando si accerterà con sopralluogo che il titolare ha provveduto al ripristino delle idonee condizioni igienico-sanitarie.
Inoltre sono stati sequestrati 200 grammi di hashish in corso Palermo. Qualcuno, forse appartenente alle gang marocchine che detengono il monopolio dello spaccio di hashish in quell’area, li aveva occultati nei soliti nascondigli: sui passaruota delle auto, all’interno degli sportelli per il carburante o nelle nicchie dei tergicristalli. Gli agenti li hanno scovati grazie al fiuto infallibile di Iron, il cane antidroga della Polizia.
Infine sono stati sottoposti a controlli alcuni esercizi pubblici, tra cui due bar, di cui uno in corso Palermo all’angolo con corso Novara e l’altro situato in via Cena verso il corso Vercelli. La Polizia locale ha anche effettuato verifiche in un minimarket di via Scarlatti.

Ruba un'auto, arrestato in piazza Bottesini
11.04.24 - Lo hanno sorpreso in piazza Bottesini, nella notte di martedì 9 aprile, mentre stava rubando un’auto, dopo aver rovistato all'interno di un'altra parcheggiata. A coglierlo in flagranza di reato i Carabinieri del Nucleo Radiomobile nel corso di un servizio preventivo e di contrasto alla microcriminalità urbana disposto dal Comando Provinciale di Torino.
Si tratta di un quarantenne di origini nordafricane. I militari sono intervenuti prima che potesse darsi alla fuga. Lo hanno fermato a bordo dell'auto da lui appena rubata, utilizzando le chiavi che poco prima era riuscito a sottrarre al proprietario. Il balordo le aveva trovate, insieme con altri oggetti personali, all’interno di un veicolo rovistato in precedenza.
Sprovvisto dei documenti al seguito e poco collaborativo durante le fasi di controllo e identificazione da parte dei carabinieri, l’uomo è stato arrestato con l’accusa di furto aggravato. Per lui si sono aperte le porte del carcere Lorusso-Cutugno.
Si tratta di un quarantenne di origini nordafricane. I militari sono intervenuti prima che potesse darsi alla fuga. Lo hanno fermato a bordo dell'auto da lui appena rubata, utilizzando le chiavi che poco prima era riuscito a sottrarre al proprietario. Il balordo le aveva trovate, insieme con altri oggetti personali, all’interno di un veicolo rovistato in precedenza.
Sprovvisto dei documenti al seguito e poco collaborativo durante le fasi di controllo e identificazione da parte dei carabinieri, l’uomo è stato arrestato con l’accusa di furto aggravato. Per lui si sono aperte le porte del carcere Lorusso-Cutugno.

Schianto in via Paisiello, scooterista grave
09.04.24 - Grave incidente, poco dopo le 21 di lunedì 8 aprile, all’incrocio tra via Paisiello e via Scarlatti. Una Fiat Panda si è scontrata con uno scooter. La dinamica è ancora al vaglio dei vigili che dovranno accertare di chi sia la responsabilità. Alla guida dell’auto una donna che è rimasta sotto shock e ha riportato lievi ferite. Il conducente dello scooter è stato invece trasportato d’urgenza in codice rosso all’ospedale San Giovanni Bosco.
Sul posto sono arrivate la Croce Verde di Villastellone, la Croce Reale Venaria e la Polizia locale. Ma è stato anche necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco. Lo scooterista, infatti, sbalzato dalla sella a causa del forte impatto, era finito sotto un’auto parcheggiata che i pompieri hanno dovuto spostare per permettere ai sanitari del 118 di estrarlo.
Sul posto sono arrivate la Croce Verde di Villastellone, la Croce Reale Venaria e la Polizia locale. Ma è stato anche necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco. Lo scooterista, infatti, sbalzato dalla sella a causa del forte impatto, era finito sotto un’auto parcheggiata che i pompieri hanno dovuto spostare per permettere ai sanitari del 118 di estrarlo.

Rissa in strada tra rom
07.04. 24 - La prima volta si sono azzuffati intorno alle 13, in via Bologna all’altezza di via Cimarosa. A scontrarsi tra di loro alcuni rom appartenenti a gruppi diversi. Nelle mani stringevano armi improprie. Urlavano come forsennati in mezzo alla strada tra i cittadini sgomenti. Sul posto sono intervenute le volanti della Polizia, la Municipale e il 118. Uno di loro è rimasto ferito a un braccio, forse colpito da una coltellata. La moglie all’ottavo mese di gravidanza ha accusato un malore. Portata in ambulanza al Maria Vittoria, la donna ha poi perso il bambino.
La calma sembrava tornata. Invece, verso le 15, si sono sfidati di nuovo, a qualche isolato di distanza, dove c’è via Pergolesi. “Erano più di cinquanta, armati di spranghe, coltelli, mazze e martelli. Le donne brandivano cocci di bottiglie recuperati dai cassonetti – raccontano ai nostri microfoni alcuni residenti del complesso Atc situato in quel tratto di via Bologna -. Correvano e gridavano come indemoniati. Poi si sono avventati contro un furgone diretto verso via Cravero”.
Non è la prima volta che i rom di via Cimarosa si scontrano con quelli di via Cravero. Chi abita in zona ormai è abituato ad assistere a scene simili. “Gli uomini si sono lanciati all’inseguimento del furgone e qui sono rimaste soltanto le donne con i bambini e alcuni ragazzi. All’arrivo delle forze dell’ordine li abbiamo visti nascondere in mezzo al verde le armi improprie utilizzate prima” afferma un signore che, chiuso in casa con la famiglia, ha assistito all’accaduto dalla finestra. Come lui tanti altri cittadini hanno preferito evitare di uscire per il timore di essere aggrediti o coinvolti nella rissa.
Gli agenti sono rimasti a presidiare la zona fino alle 23. Un’auto scura, parcheggiata sul marciapiedi di via Pergolesi, è stata sottoposta a un controllo accurato e poi portata via con il carroattrezzi. A bordo sarebbero state trovate tracce di sangue.
La calma sembrava tornata. Invece, verso le 15, si sono sfidati di nuovo, a qualche isolato di distanza, dove c’è via Pergolesi. “Erano più di cinquanta, armati di spranghe, coltelli, mazze e martelli. Le donne brandivano cocci di bottiglie recuperati dai cassonetti – raccontano ai nostri microfoni alcuni residenti del complesso Atc situato in quel tratto di via Bologna -. Correvano e gridavano come indemoniati. Poi si sono avventati contro un furgone diretto verso via Cravero”.
Non è la prima volta che i rom di via Cimarosa si scontrano con quelli di via Cravero. Chi abita in zona ormai è abituato ad assistere a scene simili. “Gli uomini si sono lanciati all’inseguimento del furgone e qui sono rimaste soltanto le donne con i bambini e alcuni ragazzi. All’arrivo delle forze dell’ordine li abbiamo visti nascondere in mezzo al verde le armi improprie utilizzate prima” afferma un signore che, chiuso in casa con la famiglia, ha assistito all’accaduto dalla finestra. Come lui tanti altri cittadini hanno preferito evitare di uscire per il timore di essere aggrediti o coinvolti nella rissa.
Gli agenti sono rimasti a presidiare la zona fino alle 23. Un’auto scura, parcheggiata sul marciapiedi di via Pergolesi, è stata sottoposta a un controllo accurato e poi portata via con il carroattrezzi. A bordo sarebbero state trovate tracce di sangue.

Sventato un colpo in un asilo di Barriera
07.04.24 - Di nuovo furti (solo tentati) nelle scuole cittadine nella notte tra venerdì e sabato. I ladri si sono introdotti nella primaria Margherita di Savoia di via Thouar, vicino al parco Dora e al nido d’infanzia Il Pulcino di via Tronzano nella zona nord di Torino, ma in entrambi i casi sono stati fermati dalla Polizia locale. Il suono dell’antifurto e l’immediato arrivo degli agenti della Municipale di pattuglia sul posto li ha messi in fuga mentre stavano cercando di entrare nella scuola elementare di Lucento dopo l’effrazione di un vetro. Al Pulcino invece un uomo ha tentato di forzare la porta d’ingresso, intorno alle quattro del mattino, ma ha trovato ad attenderlo gli agenti che stavano facendo un sopralluogo nell’istituto.
“È il primo esito positivo del rafforzamento dell’attività di controllo del territorio da parte della Polizia locale a seguito del preoccupante incremento dei furti nelle scuole torinesi, segnalato il 27 marzo scorso dal sindaco al prefetto con una lettera”, spiega Palazzo Civico in una nota. Il potenziamento è scattato nel week end di Pasqua. Non soltanto è stata intensificata l’attività investigativa, per contrastare duramente il fenomeno ora il monitoraggio delle scuole viene effettuato da dieci pattuglie e una ventina di agenti che operano sul posto e vigilano nelle aree dove ci sono gli istituti maggiormente presi di mira nell’ultimo periodo. Sia il nido che l’elementare in questione avevano già subito effrazioni all’inizio dell’anno.
“È il primo esito positivo del rafforzamento dell’attività di controllo del territorio da parte della Polizia locale a seguito del preoccupante incremento dei furti nelle scuole torinesi, segnalato il 27 marzo scorso dal sindaco al prefetto con una lettera”, spiega Palazzo Civico in una nota. Il potenziamento è scattato nel week end di Pasqua. Non soltanto è stata intensificata l’attività investigativa, per contrastare duramente il fenomeno ora il monitoraggio delle scuole viene effettuato da dieci pattuglie e una ventina di agenti che operano sul posto e vigilano nelle aree dove ci sono gli istituti maggiormente presi di mira nell’ultimo periodo. Sia il nido che l’elementare in questione avevano già subito effrazioni all’inizio dell’anno.

Proseguono a ritmo serrato i controlli
04.04.24 - Giornata di controlli straordinari del territorio, concentrati nelle zone più problematiche di Barriera, dove ci sono le principali piazze di spaccio e lungo le vie su cui si affacciano numerosi esercizi pubblici spesso non a norma. All’operazione ad “alto impatto”, coordinata dal commissariato Barriera di Milano per contrastare in particolare lo smercio di droga e identificare i clienti dei pusher, hanno partecipato la Guardia di Finanza, i Carabinieri e la Polizia locale. Per rendere ancora più efficace l’attività di controllo e presidio le forze di polizia sono state affiancate inoltre dal Reparto Prevenzione Crimine, il Reparto Mobile e l’Unità cinofila.
In totale 120 le persone identificate. Due cittadini di origine subsahariana invece sono stati trovati in largo Corso Giulio Cesare con alcune dosi di crack e circa 300 euro in banconote. Entrambi, dopo alcuni accertamenti, sono risultati maggiorenni benché avessero dichiarato di essere ancora minori. Pertanto le forze dell'ordine li hanno denunciati in stato di libertà per falsa dichiarazione a Pubblico Ufficiale e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Nella stessa zona la Polizia locale ha elevato sanzioni amministrative per una cifra pari a 8mila euro nei confronti di un minimarket dove sono stati rinvenuti e sequestrati 24 chili di pesce mal conservato e non tracciabile. In una traversa di corso Giulio Cesare è stato anche sanzionato per un totale di 5mila euro un negozio ortofrutticolo per la vendita di alcolici senza alcuna licenza e per carenza di condizioni igienico-sanitarie.
La Guardia di Finanza e la Polizia locale, sempre nelle vicinanze, hanno riscontrato la presenza di un lavoratore irregolare in un minimarket. Per questo il titolare dovrà pagare una sanzione di 6100 euro.
In totale 120 le persone identificate. Due cittadini di origine subsahariana invece sono stati trovati in largo Corso Giulio Cesare con alcune dosi di crack e circa 300 euro in banconote. Entrambi, dopo alcuni accertamenti, sono risultati maggiorenni benché avessero dichiarato di essere ancora minori. Pertanto le forze dell'ordine li hanno denunciati in stato di libertà per falsa dichiarazione a Pubblico Ufficiale e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Nella stessa zona la Polizia locale ha elevato sanzioni amministrative per una cifra pari a 8mila euro nei confronti di un minimarket dove sono stati rinvenuti e sequestrati 24 chili di pesce mal conservato e non tracciabile. In una traversa di corso Giulio Cesare è stato anche sanzionato per un totale di 5mila euro un negozio ortofrutticolo per la vendita di alcolici senza alcuna licenza e per carenza di condizioni igienico-sanitarie.
La Guardia di Finanza e la Polizia locale, sempre nelle vicinanze, hanno riscontrato la presenza di un lavoratore irregolare in un minimarket. Per questo il titolare dovrà pagare una sanzione di 6100 euro.

Baby rapinatore arrestato in via Monte Rosa
03.04.24 - In pieno pomeriggio, due adolescenti, entrambi minori, mentre stanno passeggiando in via Monte Rosa, vengono avvicinati da una coppia di giovani malintenzionati. Vogliono il marsupio e li minacciano. Uno dei due, un ragazzino, impugna una semiautomatica che scarrella per incutere timore alle vittime. Il minore derubato chiama subito la Polizia. Sul posto arrivano gli agenti del Commissariato Madonna di Campagna che iniziano le ricerche per individuare gli autori della rapina.
I due vengono raggiunti in corso Giulio Cesare angolo via Palermo. Si tratta di un 15enne straniero e una ragazza di 19 anni. Lui ha con sé il marsupio appena sottratto. Lei fa in tempo a salire sull’auto della madre, passata a prenderli e all’oscuro di tutto, e a nascondere sotto il sedile anteriore l’arma, priva del caricatore.
Vengono arrestati per rapina aggravata dall’uso di armi in concorso. La pistola è una scacciacani. Per il presunto baby rapinatore è stato spiccato un ordine di custodia cautelare in carcere, perché sospettato di altri episodi analoghi. Mentre la complice è stata sottoposta all'obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia giudiziaria.
I due vengono raggiunti in corso Giulio Cesare angolo via Palermo. Si tratta di un 15enne straniero e una ragazza di 19 anni. Lui ha con sé il marsupio appena sottratto. Lei fa in tempo a salire sull’auto della madre, passata a prenderli e all’oscuro di tutto, e a nascondere sotto il sedile anteriore l’arma, priva del caricatore.
Vengono arrestati per rapina aggravata dall’uso di armi in concorso. La pistola è una scacciacani. Per il presunto baby rapinatore è stato spiccato un ordine di custodia cautelare in carcere, perché sospettato di altri episodi analoghi. Mentre la complice è stata sottoposta all'obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia giudiziaria.

Un'altra Panda sventrata in Barriera
03.04.24 - Nella notte qualcuno ha di nuovo smontato e portato via le portiere a un’auto in Barriera di Milano. Esattamente come è capitato circa 24 ore prima tra il lunedì dell’Angelo e martedì 2 aprile in via Brandizzo. Nel mirino dei ladri di nuovo una Fiat Panda a cui sono riusciti a sottrarre gli sportelli del lato passeggero. Il veicolo era parcheggiato in via Feletto 16, a trovarlo sventrato i residenti al risveglio.
Stesso modus operandi, stessa zona. Forse si tratta di una banda attiva da tempo nel quartiere che sa bene come muoversi e che è in stretto contatto con il mercato clandestino dei pezzi di ricambio. Ogni volta fanno un lavoro pulito, di precisione, così protetti dal buio, senza spaccare nulla e soprattutto con l’accortezza di non fare rumore.
Accanto alla Panda è stato ritrovato un kit medico, probabilmente preso a bordo del veicolo dai banditi (o da qualcun altro di passaggio) per poi rovistarci dentro in cerca di chissà che cosa. Quel che è certo è che le auto maggiormente prese di mira in questo periodo in zona sono le Fiat Panda. Nei giorni scorsi una di colore nero è stata rubata in via Campobasso, poco lontano dal corso Vercelli. Gli inquirenti ancora non l'hanno ritrovata.
Stesso modus operandi, stessa zona. Forse si tratta di una banda attiva da tempo nel quartiere che sa bene come muoversi e che è in stretto contatto con il mercato clandestino dei pezzi di ricambio. Ogni volta fanno un lavoro pulito, di precisione, così protetti dal buio, senza spaccare nulla e soprattutto con l’accortezza di non fare rumore.
Accanto alla Panda è stato ritrovato un kit medico, probabilmente preso a bordo del veicolo dai banditi (o da qualcun altro di passaggio) per poi rovistarci dentro in cerca di chissà che cosa. Quel che è certo è che le auto maggiormente prese di mira in questo periodo in zona sono le Fiat Panda. Nei giorni scorsi una di colore nero è stata rubata in via Campobasso, poco lontano dal corso Vercelli. Gli inquirenti ancora non l'hanno ritrovata.

Auto vandalizzata nella notte in via Brandizzo
02.04.24 - Hanno fatto un lavoro pulito. Di precisione. Tutto lascia pensare che fossero ladri esperti, quelli che nella notte tra il lunedì dell’Angelo e martedì 2 aprile sono riusciti a smontare le due portiere di sinistra di una Fiat Panda nera parcheggiata in via Brandizzo 96 per poi portarsele via, senza spaccare nulla e soprattutto non svegliando i residenti.
Secondo chi abita nei paraggi l’auto potrebbe essere stata rubata e poi portata lì con il buio perché è comparsa in quelle condizioni la mattina presto, non appena la città si è svegliata dopo due giorni di festa. Gli autori del furto forse sono ladri che operano nel mercato clandestino dei pezzi di ricambio.
Non è la prima volta che si verifica un caso simile. Spesso vengono sottratti anche vari componenti all’interno dell’abitacolo, dal volante alla leva del cambio fino alla plancia del navigatore con tutta la strumentazione varia, lasciando le macchine letteralmente sventrate. A bordo del veicolo in questione invece non hanno rovistato. Sul tappetino, sono rimasti alcuni bulloni, poche viti, una brugola, stracci forse utilizzati per facilitare le operazioni di rimozione degli sportelli.
Secondo chi abita nei paraggi l’auto potrebbe essere stata rubata e poi portata lì con il buio perché è comparsa in quelle condizioni la mattina presto, non appena la città si è svegliata dopo due giorni di festa. Gli autori del furto forse sono ladri che operano nel mercato clandestino dei pezzi di ricambio.
Non è la prima volta che si verifica un caso simile. Spesso vengono sottratti anche vari componenti all’interno dell’abitacolo, dal volante alla leva del cambio fino alla plancia del navigatore con tutta la strumentazione varia, lasciando le macchine letteralmente sventrate. A bordo del veicolo in questione invece non hanno rovistato. Sul tappetino, sono rimasti alcuni bulloni, poche viti, una brugola, stracci forse utilizzati per facilitare le operazioni di rimozione degli sportelli.

Quei bravi ragazzi sempre all'opera
01.04.24 - La criminalità non va mai in vacanza. Il giorno di Pasqua due uomini tentano di entrare nella scuola Sabin ex Marchesa di corso Vercelli per fare man bassa di tutto ciò che è custodito all’interno (materiale didattico ed elettronico, attrezzi da cucina e magari anche piccole somme di denaro), ma non ci riescono.
Poco prima delle 19, i due scavalcano la recinzione e si avvicinano all’edificio. Poi cercano di forzare alcune porte di ingresso. Uno di loro solleva un tavolo, rimediato nei dintorni, con l’intenzione forse di scaraventarlo contro le vetrate per infrangerle. Alcuni residenti si accorgono di ciò che sta accadendo. Con un telefonino girano un video e subito allertano le forze dell’ordine. I due malintenzionati a quel punto intuiscono di non avere scampo e si danno alla fuga.
Sul posto arriva la volante. Gli agenti analizzano le immagini del video. Si tratta di due centroafricani, uno dei quali viene fermato in via Cigna vicino al parco. Tutto accade a pochi giorni dall’annuncio fatto dal sindaco Lo Russo di aver scritto al prefetto Cafagna “per poter individuare, insieme a lui e alle forze dell'ordine al tavolo per l'ordine e la sicurezza pubblica, una strategia per limitare gli odiosi furti nelle scuole”.
Poco prima delle 19, i due scavalcano la recinzione e si avvicinano all’edificio. Poi cercano di forzare alcune porte di ingresso. Uno di loro solleva un tavolo, rimediato nei dintorni, con l’intenzione forse di scaraventarlo contro le vetrate per infrangerle. Alcuni residenti si accorgono di ciò che sta accadendo. Con un telefonino girano un video e subito allertano le forze dell’ordine. I due malintenzionati a quel punto intuiscono di non avere scampo e si danno alla fuga.
Sul posto arriva la volante. Gli agenti analizzano le immagini del video. Si tratta di due centroafricani, uno dei quali viene fermato in via Cigna vicino al parco. Tutto accade a pochi giorni dall’annuncio fatto dal sindaco Lo Russo di aver scritto al prefetto Cafagna “per poter individuare, insieme a lui e alle forze dell'ordine al tavolo per l'ordine e la sicurezza pubblica, una strategia per limitare gli odiosi furti nelle scuole”.
Marzo 2024

Il quarto uomo a processo
31.03.24 - Con le accuse di rapina aggravata e tentato omicidio in concorso è iniziato il processo in contumacia per il quarto uomo coinvolto, secondo l’accusa, nella rapina all’area di servizio Dis-car di corso Taranto, durante la quale il benzinaio rimase gravemente ferito da un colpo di pistola. Quarantasei anni, originario di Cuneo, Davide Bonfardini Fissolo si trova in Messico dove era fuggito. A rappresentarlo il difensore nominato d’ufficio poiché il Messico ha negato l’estradizione.
I tre complici Roberto Cozzupoli, Mohamed Kahilia e Amin Moutafakkir, arrestati dal Nucleo investigativo dei Carabinieri del comando provinciale nel 2017, pochi mesi dopo il fattaccio, già erano finiti a processo. Secondo la ricostruzione degli investigatori Bonfardini Fissolo noleggiò l’auto su cui arrivarono due dei rapinatori, mentre il terzo Kahilia avrebbe fatto da palo poco lontano dall’area di servizio.
A ideare il blitz sarebbe stato lo stesso Kahilia il quale, avendo lavorato per anni come operaio nei dintorni, conosceva bene le abitudini del benzinaio. E in particolare quella di mettere le banconote incassate durante la notte dai distributori automatici nei sacchi del bucato per poi portarli in banca. Ironia della sorte, la mattina del 6 maggio 2017 nei sacchi Paolo Sarra, il titolare della Dis Car, ripone normalmente la biancheria sporca. E i banditi cascano nell’inganno, vedendo le buste rigonfie.
Il colpo di pistola parte da una semiautomatica 7,65. È Amin Moutafakkir a sparare, secondo l’accusa, quando Sarra si rifiuta di consegnargli il denaro e cerca di colpirlo con una manata. Il benzinaio resta ferito alla gamba sinistra: il proiettile causa un traumatismo superficiale dell’arteria femorale ma medici e infermieri riescono a fermare in tempo l’emorragia. I rapinatori prendono dalla cassa il poco denaro che trovano e poi si danno alla fuga, esplodendo a vuoto altri due colpi.
Impossibile non immaginare l’espressione di sgomento stampata sui loro volti dopo aver aperto i sacchi del bucato.
I tre complici Roberto Cozzupoli, Mohamed Kahilia e Amin Moutafakkir, arrestati dal Nucleo investigativo dei Carabinieri del comando provinciale nel 2017, pochi mesi dopo il fattaccio, già erano finiti a processo. Secondo la ricostruzione degli investigatori Bonfardini Fissolo noleggiò l’auto su cui arrivarono due dei rapinatori, mentre il terzo Kahilia avrebbe fatto da palo poco lontano dall’area di servizio.
A ideare il blitz sarebbe stato lo stesso Kahilia il quale, avendo lavorato per anni come operaio nei dintorni, conosceva bene le abitudini del benzinaio. E in particolare quella di mettere le banconote incassate durante la notte dai distributori automatici nei sacchi del bucato per poi portarli in banca. Ironia della sorte, la mattina del 6 maggio 2017 nei sacchi Paolo Sarra, il titolare della Dis Car, ripone normalmente la biancheria sporca. E i banditi cascano nell’inganno, vedendo le buste rigonfie.
Il colpo di pistola parte da una semiautomatica 7,65. È Amin Moutafakkir a sparare, secondo l’accusa, quando Sarra si rifiuta di consegnargli il denaro e cerca di colpirlo con una manata. Il benzinaio resta ferito alla gamba sinistra: il proiettile causa un traumatismo superficiale dell’arteria femorale ma medici e infermieri riescono a fermare in tempo l’emorragia. I rapinatori prendono dalla cassa il poco denaro che trovano e poi si danno alla fuga, esplodendo a vuoto altri due colpi.
Impossibile non immaginare l’espressione di sgomento stampata sui loro volti dopo aver aperto i sacchi del bucato.

Causa un incidente e poi prende a calci i carabinieri
27.03.24 - Alla guida di una Honda civic provoca un incidente in via Aosta e poi scappa via a piedi. I carabinieri lo raggiungono e lui reagisce con violenza, prendendoli a calci. Succede intorno alle 18. L’uomo è un moldavo di 45 anni, risultato poi positivo all’alcol test. La dinamica dell’incidente è stata raccontata dai militari dell’Arma, intervenuti dopo la chiamata effettuata da alcuni testimoni al 112.
In preda ai fumi dell’alcol, verosimilmente il 45enne ha perso il controllo del mezzo, andando così a scontrarsi con un’altra auto, a bordo della quale c’era una donna, rimasta ferita non gravemente nell’impatto mentre lui ne è uscito indenne.
All’arrivo delle pattuglie dei Carabinieri ha quindi tentato la fuga. Ma i militari sono subito riusciti a raggiungerlo. L’uomo, che di finire in carcere non voleva proprio saperne, si è messo a scalciare come un forsennato.
Uno dei carabinieri ha riportato lievi ferite a un polso, presto curate in ospedale. Per il 45enne moldavo sono così scattate le manette con l'accusa di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
In preda ai fumi dell’alcol, verosimilmente il 45enne ha perso il controllo del mezzo, andando così a scontrarsi con un’altra auto, a bordo della quale c’era una donna, rimasta ferita non gravemente nell’impatto mentre lui ne è uscito indenne.
All’arrivo delle pattuglie dei Carabinieri ha quindi tentato la fuga. Ma i militari sono subito riusciti a raggiungerlo. L’uomo, che di finire in carcere non voleva proprio saperne, si è messo a scalciare come un forsennato.
Uno dei carabinieri ha riportato lievi ferite a un polso, presto curate in ospedale. Per il 45enne moldavo sono così scattate le manette con l'accusa di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Identificati 15 minori rom presunti autori di reati
26.03.24 - Alle prime luci dell’alba sono scattati controlli e perquisizioni in alcuni alloggi facenti parte del complesso Atc compreso tra le vie Cimarosa, Ghedini e Maddalene. Nel mirino delle forze dell’ordine gli appartamenti occupati nei mesi scorsi da famiglie di etnia rom.
L’operazione è stata svolta dal Nucleo Nomadi della Polizia locale, affiancato dal Commissariato Barriera di Milano da cui è partita l’iniziativa di censire e identificare i minori che possano essersi resi responsabili di reati compiuti in zona.
Nei mesi scorsi, infatti, sono state raccolte parecchie denunce di furti perlopiù commessi a bordo di auto parcheggiate nel quadrilatero dove c’è la struttura della Croce Rossa tra le vie Bologna, Moncrivello e Ghedini. Molti dipendenti, all’uscita dal lavoro si sono trovati le macchine danneggiate oppure trafugate. In più, sempre nei dintorni, alcune persone hanno subito borseggi sul pullman o alla fermata, mentre dalle giovani studentesse che frequentano il liceo Einstein o gli altri istituti scolastici di via Ponchielli sono stati segnalati episodi di molestie. Secondo alcuni testimoni e sulla base delle indagini svolte, gli autori sarebbero bambini e ragazzi in età compresa tra gli 8 e i 13 anni che quindi non sono imputabili, ovvero non possono essere puniti.
Censire e identificare i minori all’interno delle famiglie rom è sempre un’operazione complessa che richiede molto tempo. Anche questa volta gli agenti hanno faticato a lungo per riuscire a individuare il nucleo familiare di appartenenza dei ragazzini e anche per stabilire con chi vivono e dove dormono. Alla fine dei controlli, durati quasi tre ore, quindici minori, presunti colpevoli di reati, sono stati accompagnati con i genitori negli uffici della Polizia locale in via Bologna 74, a cui il Nucleo nomadi si appoggia, per i rilievi fotodattiloscopici.
L’operazione è stata svolta dal Nucleo Nomadi della Polizia locale, affiancato dal Commissariato Barriera di Milano da cui è partita l’iniziativa di censire e identificare i minori che possano essersi resi responsabili di reati compiuti in zona.
Nei mesi scorsi, infatti, sono state raccolte parecchie denunce di furti perlopiù commessi a bordo di auto parcheggiate nel quadrilatero dove c’è la struttura della Croce Rossa tra le vie Bologna, Moncrivello e Ghedini. Molti dipendenti, all’uscita dal lavoro si sono trovati le macchine danneggiate oppure trafugate. In più, sempre nei dintorni, alcune persone hanno subito borseggi sul pullman o alla fermata, mentre dalle giovani studentesse che frequentano il liceo Einstein o gli altri istituti scolastici di via Ponchielli sono stati segnalati episodi di molestie. Secondo alcuni testimoni e sulla base delle indagini svolte, gli autori sarebbero bambini e ragazzi in età compresa tra gli 8 e i 13 anni che quindi non sono imputabili, ovvero non possono essere puniti.
Censire e identificare i minori all’interno delle famiglie rom è sempre un’operazione complessa che richiede molto tempo. Anche questa volta gli agenti hanno faticato a lungo per riuscire a individuare il nucleo familiare di appartenenza dei ragazzini e anche per stabilire con chi vivono e dove dormono. Alla fine dei controlli, durati quasi tre ore, quindici minori, presunti colpevoli di reati, sono stati accompagnati con i genitori negli uffici della Polizia locale in via Bologna 74, a cui il Nucleo nomadi si appoggia, per i rilievi fotodattiloscopici.

Dà in escandescenze e vandalizza due auto
22.03.24 - Prima si mette a urlare come un forsennato mentre due uomini in sua compagnia cercano di calmarlo, poi quando sembrerebbe essere tornato in sé raggiunge un paio di auto parcheggiate e le vandalizza. Succede in piazza Foroni, negli istanti precedenti l’esibizione della Filarmonica Trt. La gente assiste intimorita alla scena.
L’uomo, dalla pelle scura, dà in escandescenze senza alcun motivo. Ce l’ha con gli italiani nei confronti dei quali manifesta il desiderio di sfogare la propria rabbia. I due amici provano a fermarlo. Intervengono anche i militari. L’allarme pare rientrato. A quel punto, l’individuo abbandona il mercato per dirigersi verso via Montanaro e via Feletto e scagliarsi contro due auto in sosta.
Un testimone lo vede e raccogliere alcune immagini da noi pubblicate. AI nostri microfoni racconta: “I suoi amici tentavano di tranquillizzarlo. Lui sembrava uscito di senno. Gridava forte. Ha raggiunto una Fiat Bravo e una Dacia Sandero parcheggiate in via Feletto la prima e in via Montanaro l’altra e le ha vandalizzate”. L’uomo è vestito di nero. Potrebbe trattarsi di un tossico in crisi di astinenza. Sicuramente ha l’intenzione di distruggere qualsiasi cosa gli capiti a tiro per il solo gusto di farlo. Pare un indemoniato.
“Indossava i guanti per non ferirsi le mani e in mano stringeva qualche oggetto con cui ha rotto i cristalli delle due auto - spiega il testimone -. È chiaro che aveva pianificato tutto. È anche salito a bordo della Dacia e si è messo a rovistare come se cercasse qualcosa. I due con lui non sono riusciti a bloccarlo”.
Le forze dell’ordine arrivano pochi minuti dopo aver ricevuto la chiamata. L’uomo insieme con i suoi compari viene fermato in via Verres, mentre sta cercando di andarsene come se nulla fosse accaduto. Il danno peggiore lo ha subito la Dacia: due cristalli (il vetro posteriore e il lunotto) sono andati in mille pezzi. Scoppia in lacrime la proprietaria dell’auto, è confusa e spaventata. Gli agenti del Commissariato Barriera di Milano raccolgono la denuncia e la rassicurano e fanno il possibile per aiutarla e tranquillizzarla. La signora non ha la polizza di copertura contro gli atti vandalici, le toccherà pagare di tasca propria la riparazione.
L’uomo, dalla pelle scura, dà in escandescenze senza alcun motivo. Ce l’ha con gli italiani nei confronti dei quali manifesta il desiderio di sfogare la propria rabbia. I due amici provano a fermarlo. Intervengono anche i militari. L’allarme pare rientrato. A quel punto, l’individuo abbandona il mercato per dirigersi verso via Montanaro e via Feletto e scagliarsi contro due auto in sosta.
Un testimone lo vede e raccogliere alcune immagini da noi pubblicate. AI nostri microfoni racconta: “I suoi amici tentavano di tranquillizzarlo. Lui sembrava uscito di senno. Gridava forte. Ha raggiunto una Fiat Bravo e una Dacia Sandero parcheggiate in via Feletto la prima e in via Montanaro l’altra e le ha vandalizzate”. L’uomo è vestito di nero. Potrebbe trattarsi di un tossico in crisi di astinenza. Sicuramente ha l’intenzione di distruggere qualsiasi cosa gli capiti a tiro per il solo gusto di farlo. Pare un indemoniato.
“Indossava i guanti per non ferirsi le mani e in mano stringeva qualche oggetto con cui ha rotto i cristalli delle due auto - spiega il testimone -. È chiaro che aveva pianificato tutto. È anche salito a bordo della Dacia e si è messo a rovistare come se cercasse qualcosa. I due con lui non sono riusciti a bloccarlo”.
Le forze dell’ordine arrivano pochi minuti dopo aver ricevuto la chiamata. L’uomo insieme con i suoi compari viene fermato in via Verres, mentre sta cercando di andarsene come se nulla fosse accaduto. Il danno peggiore lo ha subito la Dacia: due cristalli (il vetro posteriore e il lunotto) sono andati in mille pezzi. Scoppia in lacrime la proprietaria dell’auto, è confusa e spaventata. Gli agenti del Commissariato Barriera di Milano raccolgono la denuncia e la rassicurano e fanno il possibile per aiutarla e tranquillizzarla. La signora non ha la polizza di copertura contro gli atti vandalici, le toccherà pagare di tasca propria la riparazione.

Il corso Giulio Cesare passato al setaccio
20.03.24 - Pomeriggio di controlli a tappeto nelle principali piazze di spaccio del quartiere. All’operazione ad “alto impatto”, coordinata dal commissariato Barriera di Milano per contrastare lo spaccio e identificare i clienti dei pusher, hanno partecipato inoltre il Reparto Prevenzione Crimine, la Polizia locale, l’Unità cinofila e la Guardia di Finanza. L’attività delle forze dell’ordine si è concentrata al parco Sempione dove si accampano da tempo pusher, tossici e sbandati e in corso Giulio Cesare.
In particolare è stato passato al setaccio quel tratto di corso all’incrocio con via Sandigliano. All’altezza del civico 171 gli agenti hanno controllato e fermato alcuni individui e, al momento, le loro posizioni sono al vaglio della Questura.
In questa zona è da tempo che i residenti denunciano il degrado e la mancanza di sicurezza. L’anno scorso a luglio c’era stato un blitz antidroga della polizia nel cosiddetto “palazzo dello spaccio” al 169 di Corso Giulio Cesare. All’operazione aveva partecipato anche il sindaco Lo Russo al quale, già in un precedente sopralluogo, i cittadini avevano chiesto interventi seri per contrastare lo smercio di sostanze stupefacenti e la criminalità in quella porzione di quartiere.
In particolare è stato passato al setaccio quel tratto di corso all’incrocio con via Sandigliano. All’altezza del civico 171 gli agenti hanno controllato e fermato alcuni individui e, al momento, le loro posizioni sono al vaglio della Questura.
In questa zona è da tempo che i residenti denunciano il degrado e la mancanza di sicurezza. L’anno scorso a luglio c’era stato un blitz antidroga della polizia nel cosiddetto “palazzo dello spaccio” al 169 di Corso Giulio Cesare. All’operazione aveva partecipato anche il sindaco Lo Russo al quale, già in un precedente sopralluogo, i cittadini avevano chiesto interventi seri per contrastare lo smercio di sostanze stupefacenti e la criminalità in quella porzione di quartiere.

Cade un pezzo d'intonaco in un alloggio Atc
19.03.24 - All’improvviso dal soffitto della cucina si distacca una porzione d’intonaco e colpisce gli inquilini, ferendoli leggermente. L’alloggio fa parte di un condominio dell’Agenzia territoriale per la Casa di Torino e si trova in via Cravero 45 al primo piano. Lì ci abita una famiglia che nella mattinata è stata vittima dell’incidente, causato dalla mancanza di manutenzione dello stabile.
Ora l’appartamento è stato dichiarato inagibile dal Comune e gli inquilini coinvolti saranno ospitati per alcuni giorni provvisoriamente in un altro locale individuato dalla stessa Atc.
"Il patrimonio edilizio della nostra Agenzia - dichiara il presidente dell'Atc Piemonte centrale Emilio Bolla - è in larga parte vetusto e necessita di importanti manutenzioni. Con gli interventi resi possibili dai contributi pubblici dell'ultimo periodo siamo intervenuti nei casi più urgenti". E poi conclude: "Per quanto riguarda le numerose esigenze che ancora si registrano cercheremo di intervenire nei casi più urgenti, confidando che si possano presto rendere disponibili fondi straordinari per rispondere in modo adeguato alle esigenze dei nostri assegnatari”.
Ora l’appartamento è stato dichiarato inagibile dal Comune e gli inquilini coinvolti saranno ospitati per alcuni giorni provvisoriamente in un altro locale individuato dalla stessa Atc.
"Il patrimonio edilizio della nostra Agenzia - dichiara il presidente dell'Atc Piemonte centrale Emilio Bolla - è in larga parte vetusto e necessita di importanti manutenzioni. Con gli interventi resi possibili dai contributi pubblici dell'ultimo periodo siamo intervenuti nei casi più urgenti". E poi conclude: "Per quanto riguarda le numerose esigenze che ancora si registrano cercheremo di intervenire nei casi più urgenti, confidando che si possano presto rendere disponibili fondi straordinari per rispondere in modo adeguato alle esigenze dei nostri assegnatari”.

Controlli a raffica in corso Giulio Cesare
17.03.24 - Un cittadino senegalese di 29 anni è finito in manette per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nella tasca destra del giubbotto teneva nascoste diverse dosi di crack cocaina ed eroina. Mentre in casa aveva altri 200 grammi tra crack e cocaina, oltre a materiale da taglio e per il confezionamento.
L’arresto è stato effettuato dagli agenti del commissariato Barriera di Milano nel corso di una mirata attività di contrasto del fenomeno dello spaccio di stupefacenti in strada e del degrado urbano nel quartiere. Al servizio hanno preso parte anche il Reparto Prevenzione Crimine Piemonte e l’unità cinofila della Polizia.
L’operazione ha portato inoltre all’identificazione e al controllo di diverse persone. Gli agenti hanno passato al setaccio corso Giulio Cesare, considerato una delle principali piazze di spaccio della zona.
L’arresto è stato effettuato dagli agenti del commissariato Barriera di Milano nel corso di una mirata attività di contrasto del fenomeno dello spaccio di stupefacenti in strada e del degrado urbano nel quartiere. Al servizio hanno preso parte anche il Reparto Prevenzione Crimine Piemonte e l’unità cinofila della Polizia.
L’operazione ha portato inoltre all’identificazione e al controllo di diverse persone. Gli agenti hanno passato al setaccio corso Giulio Cesare, considerato una delle principali piazze di spaccio della zona.

Sorpresi a rubare all'Eurospin
15.03.24 - Nel tardo pomeriggio due uomini e una donna entrano al supermercato Eurospin di via Cigna con l’intenzione di fare la “spesa” senza pagarla. Riempiono gli zaini di alimenti e bottiglie, pensando di farla franca.
Tra gli scaffali gli addetti alla sicurezza li notano e chiamano subito il 112. Nel frattempo i tre ladri cercano di scappare e, quando i vigilanti si avvicinano per fermarli, reagiscono aggredendoli.
Sotto gli occhi di clienti e dipendenti ne nasce una colluttazione che viene interrotta dai carabinieri, nel frattempo giunti sul posto. Per i tre (una donna 38enne e due giovani di 23 e 29 anni, tutti italiani) scattano le manette con l’accusa di rapina impropria. I vigilanti hanno riportato ferite lievi e sono portati in ospedale per accertamenti.
Tra gli scaffali gli addetti alla sicurezza li notano e chiamano subito il 112. Nel frattempo i tre ladri cercano di scappare e, quando i vigilanti si avvicinano per fermarli, reagiscono aggredendoli.
Sotto gli occhi di clienti e dipendenti ne nasce una colluttazione che viene interrotta dai carabinieri, nel frattempo giunti sul posto. Per i tre (una donna 38enne e due giovani di 23 e 29 anni, tutti italiani) scattano le manette con l’accusa di rapina impropria. I vigilanti hanno riportato ferite lievi e sono portati in ospedale per accertamenti.

Due arresti per tentato furto d'auto
14.03.24 - Uno sta forzando la portiera di un’auto parcheggiata in via Leoncavallo mentre l’altro è già salito a bordo di un altro veicolo. In quel momento sta passando una pattuglia del Reparto Informativo Sicurezza Integrazione della Polizia Locale per un controllo ordinario del territorio in serata. Gli agenti notano da lontano i due individui che si sono accostati alle auto in sosta con fare sospetto. Si avvicinano e a quel punto non hanno più alcun dubbio: sono due balordi in azione.
Quello a bordo del veicolo viene subito fermato mentre l’altro tenta di darsi alla fuga ma, la polizia riesce a raggiungerlo dopo un breve inseguimento.
Vengono portati al Comando di via Bologna per gli accertamenti di rito. Si tratta di due uomini di origine nordafricana con a carico numerosi precedenti penali. Su disposizione del Pubblico Ministero di turno gli agenti li arrestano per furto aggravato e successivamente li trasferiscono nella Casa Circondariale Lorusso e Cutugno.
Quello a bordo del veicolo viene subito fermato mentre l’altro tenta di darsi alla fuga ma, la polizia riesce a raggiungerlo dopo un breve inseguimento.
Vengono portati al Comando di via Bologna per gli accertamenti di rito. Si tratta di due uomini di origine nordafricana con a carico numerosi precedenti penali. Su disposizione del Pubblico Ministero di turno gli agenti li arrestano per furto aggravato e successivamente li trasferiscono nella Casa Circondariale Lorusso e Cutugno.

Il preside minacciato e la solidarietà politica
13.03.24 - "Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno manifestato la loro solidarietà a fronte dei vergognosi attacchi personali che subisco da quasi due anni da parte di vari gruppi di fascistelli rossi". Così esprime gratitudine sui social a chi gli dimostra vicinanza Marco Chiauzza, il dirigente scolastico del liceo Einstein di Torino che martedì 12 marzo aveva trovato su un muro del complesso scolastico la scritta 'Chiauzza morto'.
Sempre sui social aveva segnalato lui stesso l’accaduto, pubblicando un post che raccoglieva l’immagine della frase minacciosa nei suoi confronti e il commento: "Questi sono quelli bravi, figuriamoci quelli cattivi".
Chiauzza, circa un mese, fa aveva annunciato la volontà di denunciare gli allievi del collettivo studentesco vicini al centro sociale Askatasuna (circa una ventina) per l'occupazione nella succursale della sua scuola.
Già nell’ottobre scorso aveva pubblicato un post contro gli antagonisti, all’indomani dei disordini scoppiati nel corso di una manifestazione di protesta. "I fascisti rossi di Askatasuna sono rimasti coraggiosamente nelle retrovie, pensando bene di mandare allo sbaraglio a prendersi le manganellate quattro ragazzetti sprovveduti, dopo averne opportunamente farcito le teste della loro ideologia tanto demenziale quanto stantia, non senza l'ausilio di qualche insegnante che si guadagna lo stipendio vomitando comizi durante le ore che dovrebbero essere di lezione" erano state le sue parole allora.
La solidarietà è arrivata da tutti gli schieramenti: dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta, dai socialisti, il Pd e Fratelli d’Italia. “Ora attendo le scuse di Potere al popolo, che da due anni non perde occasione di aizzare le masse (che non ha) contro di me” aggiunge poi il dirigente sui social.
Sempre sui social aveva segnalato lui stesso l’accaduto, pubblicando un post che raccoglieva l’immagine della frase minacciosa nei suoi confronti e il commento: "Questi sono quelli bravi, figuriamoci quelli cattivi".
Chiauzza, circa un mese, fa aveva annunciato la volontà di denunciare gli allievi del collettivo studentesco vicini al centro sociale Askatasuna (circa una ventina) per l'occupazione nella succursale della sua scuola.
Già nell’ottobre scorso aveva pubblicato un post contro gli antagonisti, all’indomani dei disordini scoppiati nel corso di una manifestazione di protesta. "I fascisti rossi di Askatasuna sono rimasti coraggiosamente nelle retrovie, pensando bene di mandare allo sbaraglio a prendersi le manganellate quattro ragazzetti sprovveduti, dopo averne opportunamente farcito le teste della loro ideologia tanto demenziale quanto stantia, non senza l'ausilio di qualche insegnante che si guadagna lo stipendio vomitando comizi durante le ore che dovrebbero essere di lezione" erano state le sue parole allora.
La solidarietà è arrivata da tutti gli schieramenti: dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta, dai socialisti, il Pd e Fratelli d’Italia. “Ora attendo le scuse di Potere al popolo, che da due anni non perde occasione di aizzare le masse (che non ha) contro di me” aggiunge poi il dirigente sui social.

Rogo nelle cantine di un palazzo Atc
11.03. 24 - Quando sentono l’odore acre di bruciato e vedono il fumo salire dal vano delle scale si allarmano subito i residenti della palazzina popolare di via Pacini 1. E non tardano a chiamare i soccorsi. Sono circa le 22,30.
Sul posto intervengono diverse squadre dei Vigili del fuoco, le forze dell’ordine e il 118. L’incendio si è innescato nelle cantine dello stabile di nove piani che fa parte di un complesso residenziale Atc. In una manciata di minuti il fumo, nero e denso, invade la tromba delle scale arrivando fino ai piani più alti.
Nel corso delle operazioni per spegnere le fiamme e mettere in sicurezza l’edificio, vengono fatte evacuare 15 persone che sono poi potute rientrare nei loro alloggi, appena concluso l’intervento. Qualcuno avverte bruciori agli occhi e alla gola e viene sottoposto al controllo dei medici e del personale infermieristico del 118.
Le cause dell’incendio restano da accertare. Durante il sopralluogo di Atc, nella mattina di martedì, si riscontrano danni all'impianto elettrico e di illuminazione dei locali. "I tecnici - spiegano dall’Agenzia territoriale per la casa del Piemonte Centrale - hanno già provveduto a ripristinare tutti i servizi danneggiati dall'incendio (luci scale, antenna tv, ascensore) con l'eccezione dell'area dove si è sviluppato il rogo, al momento inagibile. Gli interventi necessari saranno ultimati con urgenza”.
Sul posto intervengono diverse squadre dei Vigili del fuoco, le forze dell’ordine e il 118. L’incendio si è innescato nelle cantine dello stabile di nove piani che fa parte di un complesso residenziale Atc. In una manciata di minuti il fumo, nero e denso, invade la tromba delle scale arrivando fino ai piani più alti.
Nel corso delle operazioni per spegnere le fiamme e mettere in sicurezza l’edificio, vengono fatte evacuare 15 persone che sono poi potute rientrare nei loro alloggi, appena concluso l’intervento. Qualcuno avverte bruciori agli occhi e alla gola e viene sottoposto al controllo dei medici e del personale infermieristico del 118.
Le cause dell’incendio restano da accertare. Durante il sopralluogo di Atc, nella mattina di martedì, si riscontrano danni all'impianto elettrico e di illuminazione dei locali. "I tecnici - spiegano dall’Agenzia territoriale per la casa del Piemonte Centrale - hanno già provveduto a ripristinare tutti i servizi danneggiati dall'incendio (luci scale, antenna tv, ascensore) con l'eccezione dell'area dove si è sviluppato il rogo, al momento inagibile. Gli interventi necessari saranno ultimati con urgenza”.

Negozio abusivo in casa, un denunciato
10.03. 24 - Era da tempo che i residenti di un palazzo in corso Vercelli notavano un continuo via vai di persone in un appartamento, tutti i giorni a tutte le ore. Per questo qualcuno ha deciso di fare la segnalazione alle forze dell’ordine. Così scatta il controllo. A intervenire sono gli agenti del Commissariato Madonna di Campagna. Il sospetto è che l’alloggio, abitato da un senegalese di 38 anni, sia un luogo di compravendita di sostanze stupefacenti.
I poliziotti procedono con l’accertamento. Quando aprono la porta di una delle stanze, ecco la sorpresa. L’uomo non è uno spacciatore, è il “titolare” di una specie di negozio abusivo di vestiti e accessori, allestito in casa. Tutta merce contraffatta che, da qualche mese, lui compra per poi rivenderla a gente del circondario.
Gli agenti hanno denunciato il 38enne in stato di libertà per ricettazione, introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi. In casa sono stati trovati e sequestrati 729 capi di abbigliamento e accessori contraffatti (cinture, borse, portafogli e cappelli), realizzati a imitazione del le più rinomate griffe.
I poliziotti procedono con l’accertamento. Quando aprono la porta di una delle stanze, ecco la sorpresa. L’uomo non è uno spacciatore, è il “titolare” di una specie di negozio abusivo di vestiti e accessori, allestito in casa. Tutta merce contraffatta che, da qualche mese, lui compra per poi rivenderla a gente del circondario.
Gli agenti hanno denunciato il 38enne in stato di libertà per ricettazione, introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi. In casa sono stati trovati e sequestrati 729 capi di abbigliamento e accessori contraffatti (cinture, borse, portafogli e cappelli), realizzati a imitazione del le più rinomate griffe.

Sequestro di Amnèsia, la droga che fa dimenticare
10.03.24 - Scovato, nella notte, dai Carabinieri della Compagnia Oltre Dora, durante un servizio coordinato ad “alto impatto”, un nascondiglio utilizzato dagli spacciatori per custodire la droga, all’interno delle cantine di un condominio in corso Giulio Cesare, grazie anche al fiuto infallibile dei cani del Nucleo cinofili. Ben occultati all’interno di un’intercapedine del muro, c’erano 227,21 grammi (circa 200 dosi) di una pericolosa sostanza stupefacente, nota con il nome di Amnèsia che i militari dell’Arma hanno provveduto a sequestrare.
Derivata dalla marijuana e dall’hashish, l’Amnèsia” è una droga molto insidiosa che viene
prodotta spruzzando metadone, eroina e altre sostanze chimiche sulla marijuana (spesso di pessima qualità) amplificandone l’effetto psicotropo e provocando momentanee e pericolose perdite di memoria (da qui il nome “Amnèsia”) e di lucidità, oltre a disturbi cognitivi e difficoltà nella deambulazione.
L’Amnèsia già era stata al centro delle indagini del reparto provinciale dell’Arma a cavallo fra il 2020 e il 2022, periodo in cui si era registrato il picco di sequestri penali della sostanza. “A quanto pare – commentano dal comando provinciale dei Carabinieri -sta ricomparendo sul mercato illecito delle sostanze stupefacenti insieme ai sempre più frequenti mix low cost di droghe sintetiche, estremamente pericolose per la salute”.
L'immagine è di repertorio.
Derivata dalla marijuana e dall’hashish, l’Amnèsia” è una droga molto insidiosa che viene
prodotta spruzzando metadone, eroina e altre sostanze chimiche sulla marijuana (spesso di pessima qualità) amplificandone l’effetto psicotropo e provocando momentanee e pericolose perdite di memoria (da qui il nome “Amnèsia”) e di lucidità, oltre a disturbi cognitivi e difficoltà nella deambulazione.
L’Amnèsia già era stata al centro delle indagini del reparto provinciale dell’Arma a cavallo fra il 2020 e il 2022, periodo in cui si era registrato il picco di sequestri penali della sostanza. “A quanto pare – commentano dal comando provinciale dei Carabinieri -sta ricomparendo sul mercato illecito delle sostanze stupefacenti insieme ai sempre più frequenti mix low cost di droghe sintetiche, estremamente pericolose per la salute”.
L'immagine è di repertorio.

Schianto in via Cigna: auto travolge scooter
07.03.24 – Intorno alle 20, all’altezza dell’incrocio tra via Cigna e via Lauro Rossi, una vecchia Fiat Punto grigia svolta a sinistra senza dare la precedenza allo scooter che sta viaggiando sulla corsia opposta, verso corso Vigevano, e lo travolge. L’impatto è molto violento. Il conducente viene sbalzato di sella e finisce rovinosamente al suolo poco lontano dalla motocicletta semidistrutta. Alla guida dell’auto c’è un giovane centroafricano.
Sul posto arrivano i carabinieri, la polizia e il 118. A chiamare i soccorsi la capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino che sta partecipando insieme con l’assessore regionale Maurizio Marrone a un presidio davanti all’ex Gondrand dove i militanti hanno montato il gazebo. “Abbiamo visto perfettamente che la Punto ha tagliato la strada allo scooter – racconta Marino -. Ci siamo spaventati molto anche perché l’uomo, disteso per terra, inizialmente non dava segni di vita. Poi ha cominciato a gridare e a lamentarsi per il dolore al corpo, alle braccia e alle gambe”.
Tra i testimoni nessuno riesce a spiegarsi come sia potuto accadere l’incidente, dal momento che la motocicletta viaggiava con i fari accesi. Impossibile dunque che il conducente della Punto non lo abbia visto. Forse si è trattato di un’imprudenza o di una disattenzione. Dopo i primi soccorsi sul posto, il ferito è stato portato in codice rosso al San Giovanni Bosco.
Sul posto arrivano i carabinieri, la polizia e il 118. A chiamare i soccorsi la capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino che sta partecipando insieme con l’assessore regionale Maurizio Marrone a un presidio davanti all’ex Gondrand dove i militanti hanno montato il gazebo. “Abbiamo visto perfettamente che la Punto ha tagliato la strada allo scooter – racconta Marino -. Ci siamo spaventati molto anche perché l’uomo, disteso per terra, inizialmente non dava segni di vita. Poi ha cominciato a gridare e a lamentarsi per il dolore al corpo, alle braccia e alle gambe”.
Tra i testimoni nessuno riesce a spiegarsi come sia potuto accadere l’incidente, dal momento che la motocicletta viaggiava con i fari accesi. Impossibile dunque che il conducente della Punto non lo abbia visto. Forse si è trattato di un’imprudenza o di una disattenzione. Dopo i primi soccorsi sul posto, il ferito è stato portato in codice rosso al San Giovanni Bosco.

Nella notte furto con spaccata in tabaccheria
06.03.24 - In cinque minuti sono entrati nel negozio, dopo aver forzato la saracinesca con un piede di porco e spaccato il vetro con una spranga di ferro, hanno divelto la cassa per portarsela via con tutto ciò che gli è capitato a tiro e poi sono scappati. È di nuovo successo che i ladri, protetti dalle tenebre, hanno fatto visita al Bar Tabacchi di piazza Respighi 10, poco prima delle 2,30 di martedì 5 marzo. “E’ il terzo furto con scasso nel giro di dieci anni – racconta Francesco De Pace, titolare del negozio insieme con i fratelli Rocco e Michele -. Ma in passato siamo stati anche vittime di rapine a mano armata. Persino la famosa ‘banda del tombino’, anni fa molto attiva in diversi quartieri della città, venne a derubarci nel cuore della notte”.
I malviventi sono arrivati a bordo di un’Alfa Romeo station wagon di colore scuro. In un battibaleno si sono introdotti nel bar tabaccheria e hanno fatto man bassa di stecche di sigarette (per un valore di 16mila euro), Gratta e vinci in abbondanza più la cassa. Poi sono saltati a bordo dell’auto con tutta la refurtiva prima che facesse in tempo ad arrivare la volante. A chiamarla alcuni residenti che, svegliati dal trambusto, hanno subito composto il 112. “Erano tre o quattro - raccontano alcuni testimoni -. “Sono partiti a tutta velocità con il portellone aperto perché la cassa sporgeva fuori dal vano di carico”.
In quei cinque minuti le telecamere stranamente hanno smesso di funzionare. Forse i ladri, veri professionisti del crimine, si sono serviti di un jammer per inibire le comunicazioni. Difficile stabilire a quanto ammontasse l’incasso, trattandosi di una cassa automatica che ha un importo variabile utilizzato per fare i diversi tipi di ricariche. Mentre è noto il valore del fondo cassa, pari a 4mila euro. Secondo Francesco De Pace gli autori del furto sono stranieri perché qualcuno li ha sentiti parlare tra di loro, non in italiano.
I malviventi sono arrivati a bordo di un’Alfa Romeo station wagon di colore scuro. In un battibaleno si sono introdotti nel bar tabaccheria e hanno fatto man bassa di stecche di sigarette (per un valore di 16mila euro), Gratta e vinci in abbondanza più la cassa. Poi sono saltati a bordo dell’auto con tutta la refurtiva prima che facesse in tempo ad arrivare la volante. A chiamarla alcuni residenti che, svegliati dal trambusto, hanno subito composto il 112. “Erano tre o quattro - raccontano alcuni testimoni -. “Sono partiti a tutta velocità con il portellone aperto perché la cassa sporgeva fuori dal vano di carico”.
In quei cinque minuti le telecamere stranamente hanno smesso di funzionare. Forse i ladri, veri professionisti del crimine, si sono serviti di un jammer per inibire le comunicazioni. Difficile stabilire a quanto ammontasse l’incasso, trattandosi di una cassa automatica che ha un importo variabile utilizzato per fare i diversi tipi di ricariche. Mentre è noto il valore del fondo cassa, pari a 4mila euro. Secondo Francesco De Pace gli autori del furto sono stranieri perché qualcuno li ha sentiti parlare tra di loro, non in italiano.

Melassa da narghilé di contrabbando: due arresti
04.03.24 - La Guardia di Finanza di Torino ha sequestrato 228 chili di melassa per narghilé di contrabbando e arrestato in Barriera di Milano due cittadini mediorientali, presenti regolarmente sul territorio, sorpresi mentre la stavano trasportando. La sostanza doveva essere consegnata a numerosi circoli privati presenti in città, i cosiddetti “shisha bar”, frequentati perlopiù da stranieri. Nascosta in numerosi scatoloni provenienti da Paesi del Medio Oriente, era sprovvista delle indicazioni imposte per legge a tutela del consumatore e inoltre del contrassegno dei Monopoli di Stato, obbligatorio per tutti i prodotti assoggettati al regime fiscale delle “accise” (le imposte di consumo previste, tra l’altro, su tutti i prodotti da fumo).
Ai contrabbandieri il prodotto avrebbe fruttato un profitto illecito superiore a 30mila, comprensivo dell’accisa evasa pari a oltre 17mila euro. Sono stati arrestati per violazione del Testo Unico in materia doganale e rischiano la reclusione da 2 a 5 anni.
“Così priva delle indicazioni di legge relative alla nocività per la salute, la melassa sequestrata risultava particolarmente insidiosa: il suo consumo mediante narghilè viene, sovente, percepito come meno pericoloso rispetto ad altri prodotti da fumo, al punto da attrarre anche non fumatori – spiegano i finanzieri -. È composta, infatti, da numerosi ingredienti tendenzialmente a base di frutta trattati con alte quantità di sostanze zuccherine che inducono, inevitabilmente, effetti nocivi per i polmoni”.
Sempre i “Baschi Verdi”, negli ultimi mesi, hanno già rinvenuto 168 chili di melassa per narghilé di contrabbando in diversi interventi effettuati in Barriera di Milano, a Porta Palazzo e al Lingotto.
Inoltre, per aver venduto abusivamente melassa da narghilè, nei confronti di un esercizio di Barriera di Milano è stata applicata la sanzione accessoria della sospensione della licenza, per la durata di ventidue giorni, comminata dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli a seguito della segnalazione, da parte del Corpo.
Ai contrabbandieri il prodotto avrebbe fruttato un profitto illecito superiore a 30mila, comprensivo dell’accisa evasa pari a oltre 17mila euro. Sono stati arrestati per violazione del Testo Unico in materia doganale e rischiano la reclusione da 2 a 5 anni.
“Così priva delle indicazioni di legge relative alla nocività per la salute, la melassa sequestrata risultava particolarmente insidiosa: il suo consumo mediante narghilè viene, sovente, percepito come meno pericoloso rispetto ad altri prodotti da fumo, al punto da attrarre anche non fumatori – spiegano i finanzieri -. È composta, infatti, da numerosi ingredienti tendenzialmente a base di frutta trattati con alte quantità di sostanze zuccherine che inducono, inevitabilmente, effetti nocivi per i polmoni”.
Sempre i “Baschi Verdi”, negli ultimi mesi, hanno già rinvenuto 168 chili di melassa per narghilé di contrabbando in diversi interventi effettuati in Barriera di Milano, a Porta Palazzo e al Lingotto.
Inoltre, per aver venduto abusivamente melassa da narghilè, nei confronti di un esercizio di Barriera di Milano è stata applicata la sanzione accessoria della sospensione della licenza, per la durata di ventidue giorni, comminata dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli a seguito della segnalazione, da parte del Corpo.

Sgominata banda di pusher
02.03.24 - Una maxi operazione della Guardia di finanza di Torino ha sgominato una rete di pusher che operava nelle piazze di spaccio di Barriera di Milano e Madonna di Campagna, nella zona nord, e Mirafiori, in quella sud. Le Fiamme gialle, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura, su ordinanza del Gip hanno eseguito sei arresti per detenzione e traffico di stupefacenti, di cui cinque in carcere e uno ai domiciliari.
Intercettazioni telefoniche e ambientali, estese attività di osservazione e di pedinamento hanno permesso agli investigatori di individuare la banda costituita da italiani e marocchini. Dalle indagini è emerso che gli arrestati avevano creato una consolidata rete di approvvigionamento e di distribuzione dello stupefacente (soprattutto hashish): a partire dall’acquisto passando attraverso lo stoccaggio per arrivare alo spaccio. A Torino la base logistica con ramificazioni in alcuni comuni dell’hinterland come Borgaro, Collegno e Virle Piemonte.
Ingenti quantità di droga venivano acquistate da una organizzazione criminale analoga dell’astigiano, benché altri canali di approvvigionamento fossero stati reperiti all’estero, innanzitutto in Spagna. Uno degli indagati curava invece i collegamenti tra il Piemonte e la Puglia, in particolare con l’area di Cerignola (Foggia) dove confluivano importanti quantitativi di narcotico, in collegamento con l’ndrangheta.
Nonostante tutti i tentati messi in atto dalla banda per evitare di essere scoperta, la Guardia di finanza ha ricostruito movimentazioni di hashish per almeno 150 chilogrammi, per un controvalore di mercato al dettaglio di oltre 1,6 milioni di euro.
Intercettazioni telefoniche e ambientali, estese attività di osservazione e di pedinamento hanno permesso agli investigatori di individuare la banda costituita da italiani e marocchini. Dalle indagini è emerso che gli arrestati avevano creato una consolidata rete di approvvigionamento e di distribuzione dello stupefacente (soprattutto hashish): a partire dall’acquisto passando attraverso lo stoccaggio per arrivare alo spaccio. A Torino la base logistica con ramificazioni in alcuni comuni dell’hinterland come Borgaro, Collegno e Virle Piemonte.
Ingenti quantità di droga venivano acquistate da una organizzazione criminale analoga dell’astigiano, benché altri canali di approvvigionamento fossero stati reperiti all’estero, innanzitutto in Spagna. Uno degli indagati curava invece i collegamenti tra il Piemonte e la Puglia, in particolare con l’area di Cerignola (Foggia) dove confluivano importanti quantitativi di narcotico, in collegamento con l’ndrangheta.
Nonostante tutti i tentati messi in atto dalla banda per evitare di essere scoperta, la Guardia di finanza ha ricostruito movimentazioni di hashish per almeno 150 chilogrammi, per un controvalore di mercato al dettaglio di oltre 1,6 milioni di euro.
Febbraio 2024

Incendio nella palazzina di corso Vigevano 41
29.02.24 - Di nuovo al centro delle cronache lo stabile di corso Vigevano 41. Nella serata di mercoledì 28 febbraio, intorno alle 22, in un appartamento o lungo le scale è scoppiato un incendio forse di natura dolosa, appiccato da qualcuno che aveva l’intenzione di bruciare i rifiuti. La dinamica e le cause restano ancora da chiarire. In passato la polizia è dovuta intervenire più volte qui perché già erano scoppiati altri roghi oppure alla ricerca di pregiudicati o trafficanti di droga e, spesso, contro le occupazioni da parte di abusivi, a tutt’oggi numerosi nella palazzina.
Sul posto sono arrivate diverse squadre dei vigili del fuoco dai distaccamenti cittadini per circoscrivere le fiamme, insieme alle volanti della polizia e al 118. È stata evacuata almeno una ventina di residenti. Mentre circa trenta persone sono scappate quando hanno visto sopraggiungere le forze dell’ordine, per evitare di essere identificate.
Una donna incinta al settimo mese, rimasta lievemente intossicata, è stata trasportata all'ospedale San Giovanni Bosco per precauzione.
Torna così alla ribalta il problema dell’inagibilità di questa palazzina, di proprietà dell’immobiliarista Giorgio Molino, il cosiddetto “ras delle soffitte” al centro di diverse vicende giudiziarie. Ormai questo stabile è da anni terra di nessuno. Più volte le forze dell’ordine sono state costrette a intervenire: nell’ottobre del 2021 anche per un caso di tentato omicidio quando un 26enne romeno colpì un albanese di 32 anni con una serie di calci e pugni, ferendolo gravemente.
Sul posto sono arrivate diverse squadre dei vigili del fuoco dai distaccamenti cittadini per circoscrivere le fiamme, insieme alle volanti della polizia e al 118. È stata evacuata almeno una ventina di residenti. Mentre circa trenta persone sono scappate quando hanno visto sopraggiungere le forze dell’ordine, per evitare di essere identificate.
Una donna incinta al settimo mese, rimasta lievemente intossicata, è stata trasportata all'ospedale San Giovanni Bosco per precauzione.
Torna così alla ribalta il problema dell’inagibilità di questa palazzina, di proprietà dell’immobiliarista Giorgio Molino, il cosiddetto “ras delle soffitte” al centro di diverse vicende giudiziarie. Ormai questo stabile è da anni terra di nessuno. Più volte le forze dell’ordine sono state costrette a intervenire: nell’ottobre del 2021 anche per un caso di tentato omicidio quando un 26enne romeno colpì un albanese di 32 anni con una serie di calci e pugni, ferendolo gravemente.

Rovista su un'auto: lo catturano
27.02.24 - Nel cuore della notte un cittadino vede un uomo intento a spaccare il finestrino di un’auto parcheggiata in via Valprato per poi far man bassa degli oggetti all’interno dell’abitacolo. Contatta il 112 per segnalare l’accaduto. Accorre subito una volante del Commissariato Madonna di Campagna.
Sulla base delle indicazioni fornite da chi ha effettuato la chiamata, gli agenti riescono a individuare il malvivente. Sta cercando di fuggire poco lontano da dove ha messo a segno il colpo. Dopo aver percorso pochi metri di corsa viene fermato dai poliziotti. Per lui scattano le manette con l’accusa di tentato furto aggravato.
Sulla base delle indicazioni fornite da chi ha effettuato la chiamata, gli agenti riescono a individuare il malvivente. Sta cercando di fuggire poco lontano da dove ha messo a segno il colpo. Dopo aver percorso pochi metri di corsa viene fermato dai poliziotti. Per lui scattano le manette con l’accusa di tentato furto aggravato.

Arrestato per rapina mentre cerca gli occhiali
27.02.24 - In pieno giorno entra in una tabaccheria di Barriera di Milano, chiede al negoziante un pacchetto di sigarette e poi se ne va senza pagarlo. Il proprietario lo insegue e tenta di farsi restituire la merce, ma il giovane reagisce con violenza e gli sferra due pugni al volto. La vittima si accascia al suolo e perde alcune monete dalla tasca della giacca. Il malvivente le raccoglie e si dà alla fuga.
Mentre sta scappando si accorge di aver smarrito gli occhiali da sole nel corso della colluttazione e allora torna indietro per recuperarli. Ma ecco che trova gli agenti di Polizia, pronti ad arrestarlo. Il balordo è un cittadino straniero di 19 anni che ora deve rispondere dell’accusa di rapina impropria.
Mentre sta scappando si accorge di aver smarrito gli occhiali da sole nel corso della colluttazione e allora torna indietro per recuperarli. Ma ecco che trova gli agenti di Polizia, pronti ad arrestarlo. Il balordo è un cittadino straniero di 19 anni che ora deve rispondere dell’accusa di rapina impropria.

Inseguimento da guardie e ladri in Barriera
23.02.24 - S’introduce in un furgoncino parcheggiato in via Martorelli, forse con l’intenzione di riposarsi un po’ a bordo, poi decide di rubarlo. Lo mette in moto e si allontana. Lungo il tragitto incontra la volante della Polizia che sta svolgendo il pattugliamento notturno del territorio. Sono le tre del mattino di giovedì 22 febbraio. Il veicolo procede a velocità sostenuta, per questo gli agenti si insospettiscono e decidono di fermarlo per un controllo.
L’uomo al volante non rispetta l’alt dei poliziotti e, al contrario, preme sull’acceleratore. Inizia un inseguimento che si conclude tra via Paisiello e via Scarlatti, dove il furgoncino termina la sua corsa sul marciapiedi, rischiando di schiantarsi contro il muro di un palazzo.
Il malvivente è un cittadino nordafricano, noto alle forze dell’ordine perché sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di firma nel commissariato di zona. È stato fermato e denunciato, mentre il proprietario del furgone, rintracciato dagli agenti, ha dovuto chiamare il carro attrezzi per far rimuovere il mezzo e portarlo a riparare.
L’uomo al volante non rispetta l’alt dei poliziotti e, al contrario, preme sull’acceleratore. Inizia un inseguimento che si conclude tra via Paisiello e via Scarlatti, dove il furgoncino termina la sua corsa sul marciapiedi, rischiando di schiantarsi contro il muro di un palazzo.
Il malvivente è un cittadino nordafricano, noto alle forze dell’ordine perché sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di firma nel commissariato di zona. È stato fermato e denunciato, mentre il proprietario del furgone, rintracciato dagli agenti, ha dovuto chiamare il carro attrezzi per far rimuovere il mezzo e portarlo a riparare.

Ventunenne fermato a bordo di un'auto rubata
22.02.24 - E’ notte. La Centrale operativa della Questura comunica alle volanti impegnate nel controllo del territorio che un’auto rubata, del valore di 30mila euro, è stata individuata da un istituto di vigilanza mentre stava percorrendo corso Regio Parco. Gli agenti del Commissariato Dora Vanchiglia la rintracciano in via Brandizzo. Il conducente si ferma e insieme a un altro uomo scende di corsa dal veicolo. Scappano verso largo Giulio Cesare.
I due vengono raggiunti dai poliziotti e sottoposti a controllo. Si tratta di cittadini marocchini, uno di 21 anni e l’altro di 35. Nelle tasche del 21enne gli agenti trovano le chiavi dell’auto che era stata rubata poche ore prima. Il giovane viene fermato per gravi sospetti di ricettazione in concorso mentre il connazionale viene denunciato per lo stesso reato.
I due vengono raggiunti dai poliziotti e sottoposti a controllo. Si tratta di cittadini marocchini, uno di 21 anni e l’altro di 35. Nelle tasche del 21enne gli agenti trovano le chiavi dell’auto che era stata rubata poche ore prima. Il giovane viene fermato per gravi sospetti di ricettazione in concorso mentre il connazionale viene denunciato per lo stesso reato.

Sotto effetto di droga causa incidente e scappa
22.02.24 - La Opel Corsa grigia sta percorrendo corso Giulio Cesare, lasciandosi Porta Palazzo alle spalle. Viaggia sulla corsia preferenziale. All'improvviso incrocia in senso opposto una volante. Gli agenti intuiscono che alla guida potrebbe esserci qualcuno sotto effetto di sostanze stupefacenti. Invertono il senso di marcia per effettuare un controllo. L'auto accelera e all’incrocio con corso Novara centra una 500 bianca. L’impatto è violento: le due vetture riportano entrambe danni gravi alla parte anteriore.
Sono circa le 22. Qualche residente allarmato dal forte botto scende in strada per vedere cosa è successo. Dalla Corsa grigia esce un uomo che si dà alla fuga a piedi verso via Lombardore. Nel frattempo arrivano gli agenti che, grazie alle indicazioni dei testimoni, si mettono sulle sue tracce. In via Sesia lo raggiungono e lo fermano.
Sul posto arrivano altre volanti, il 118 e la Polizia municipale per i rilievi. A bordo della Opel Corsa, sul tappetino sotto il volante, viene rinvenuta una siringa con cui probabilmente il conducente si è iniettato una dose di stupefacente.
Sono circa le 22. Qualche residente allarmato dal forte botto scende in strada per vedere cosa è successo. Dalla Corsa grigia esce un uomo che si dà alla fuga a piedi verso via Lombardore. Nel frattempo arrivano gli agenti che, grazie alle indicazioni dei testimoni, si mettono sulle sue tracce. In via Sesia lo raggiungono e lo fermano.
Sul posto arrivano altre volanti, il 118 e la Polizia municipale per i rilievi. A bordo della Opel Corsa, sul tappetino sotto il volante, viene rinvenuta una siringa con cui probabilmente il conducente si è iniettato una dose di stupefacente.

Box occupato diventa un nascondiglio di refurtiva
20.02.24 - Intorno alle 17 del pomeriggio di lunedì 19 febbraio telefona al 112 per chiedere l’intervento delle forze dell’ordine in un condominio di via Courmayeur. Qualcuno è entrato nel suo garage e lo ha occupato, trasformandolo in abitazione. Giunti sul posto gli agenti trovano all’interno del box oggetti vari, sulla cui provenienza c’è da dubitare. È probabile che il locale sia stato utilizzato da qualche malvivente come nascondiglio per la refurtiva. I poliziotti sequestrano materassi, cellulari, bilancini, siringhe, orologi, alimenti.
Secondo alcuni residenti l’occupazione risale agli ultimi dieci giorni. Sempre in base alle loro testimonianze, nello stesso periodo altri otto garage sarebbero stati forzati e aperti, forse nelle ore notturne. I condomini, preoccupati da quanto accaduto nell’ultima settimana, si sono pertanto rivolti all’amministratore, chiedendogli di valutare la possibilità di installare un impianto di videosorveglianza nello stabile per tutelare la sicurezza di chi ci abita o che, se non altro, possa svolgere un effetto deterrente.
Secondo alcuni residenti l’occupazione risale agli ultimi dieci giorni. Sempre in base alle loro testimonianze, nello stesso periodo altri otto garage sarebbero stati forzati e aperti, forse nelle ore notturne. I condomini, preoccupati da quanto accaduto nell’ultima settimana, si sono pertanto rivolti all’amministratore, chiedendogli di valutare la possibilità di installare un impianto di videosorveglianza nello stabile per tutelare la sicurezza di chi ci abita o che, se non altro, possa svolgere un effetto deterrente.

Arrestato latitante a bordo del tram 4
18.02.24 - Nel corso dei controlli sul tram 4 un giovane viene trovato senza il biglietto per la corsa e sprovvisto inoltre dei documenti. Agli agenti del Commissariato San Secondo, intervenuti a bordo, fornisce false generalità. Sospettando che abbia qualcosa da nascondere lo conducono in Questura.
Dalla comparazione delle impronte digitali nella banca dati nazionale emerge che si tratta di un 24enne egiziano ricercato per l’espiazione di una pena di oltre due anni di reclusione. A quel punto il giovane spintona un poliziotto e ancora tenta la fuga, ma viene fermato. Per lui scattano immediatamente le manette.
Dalla comparazione delle impronte digitali nella banca dati nazionale emerge che si tratta di un 24enne egiziano ricercato per l’espiazione di una pena di oltre due anni di reclusione. A quel punto il giovane spintona un poliziotto e ancora tenta la fuga, ma viene fermato. Per lui scattano immediatamente le manette.

Poliziotti aggrediti durante un controllo
17.02.24 - Due persone sono finite in manette per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e una anche per resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale e danneggiamento aggravato. Gli arresti, effettuati dal Commissariato Barriera di Milano, sono avvenuti in luoghi e momenti diversi.
Il primo episodio accade in Corso Giulio Cesare, nel corso della mattinata. Gli agenti notano un uomo aggirarsi dalle parti dei giardini “Madre Teresa di Calcutta” e poi all’interno di un esercizio pubblico con fare sospetto. Quando gli chiedono un documento d’identità si mostra nervoso e, per evitare il controllo, colpisce entrambi i poliziotti, cercando di scappare. Ma nonostante la violenta resistenza, riescono a fermarlo. Si tratta di un cittadino senegalese di 58 anni, in possesso di 22 dosi di eroina e cocaina e della somma di denaro di 110 euro in contanti, forse frutto di illecita attività di spaccio. Mentre viene trasportato negli uffici di Polizia ancora cerca di opporsi all’arresto e danneggia una portiera della volante, prendendola a calci. Uno dei due agenti è rimasto ferito con prognosi di 20 giorni.
Anche il secondo arrestato è un senegalese, di 46 anni. I poliziotti della squadra giudiziaria gli hanno trovato in casa crack e cocaina, un bilancino di precisione, materiale vario utile al confezionamento di sostanze stupefacenti e la somma di denaro di 200 euro.
Il primo episodio accade in Corso Giulio Cesare, nel corso della mattinata. Gli agenti notano un uomo aggirarsi dalle parti dei giardini “Madre Teresa di Calcutta” e poi all’interno di un esercizio pubblico con fare sospetto. Quando gli chiedono un documento d’identità si mostra nervoso e, per evitare il controllo, colpisce entrambi i poliziotti, cercando di scappare. Ma nonostante la violenta resistenza, riescono a fermarlo. Si tratta di un cittadino senegalese di 58 anni, in possesso di 22 dosi di eroina e cocaina e della somma di denaro di 110 euro in contanti, forse frutto di illecita attività di spaccio. Mentre viene trasportato negli uffici di Polizia ancora cerca di opporsi all’arresto e danneggia una portiera della volante, prendendola a calci. Uno dei due agenti è rimasto ferito con prognosi di 20 giorni.
Anche il secondo arrestato è un senegalese, di 46 anni. I poliziotti della squadra giudiziaria gli hanno trovato in casa crack e cocaina, un bilancino di precisione, materiale vario utile al confezionamento di sostanze stupefacenti e la somma di denaro di 200 euro.

Tentato furto con scasso in corso Giulio Cesare
17.02.24 - Nel cuore della notte, protetti dal buio, tentano di entrare nello storico negozio “Deagostini biliardi” di corso Giulio Cesare, ma vengono disturbati da qualcuno. E allora si danno alla fuga e non lasciano alcuna traccia dietro di sé, se non i segni dell’effrazione. Amaro risveglio per il proprietario che trova la saracinesca della “Casa del bigliardo” forzata e fortemente danneggiata dai ladri senza sapere a chi dire grazie.
La segnalazione ci arriva dal responsabile della Sicurezza Città di Torino Forza Italia Raffaele Petrarulo che si scaglia contro la politica degli annunci e dei tavoli di lavoro. “Basta con gli incontri pubblici e non in cerca di soluzioni e per fare il punto sulla situazione che è sotto gli occhi di tutti da lungo tempo ormai. Basta riempirsi la bocca di parole inutili sulle politiche di integrazione - si sfoga Petrarulo ai nostri microfoni -. Sono sempre più convinto che in Barriera serva il modello Rudolph Giuliani della ‘Tolleranza zero’. O adesso che c’è il centrodestra al Governo o mai più”.
La segnalazione ci arriva dal responsabile della Sicurezza Città di Torino Forza Italia Raffaele Petrarulo che si scaglia contro la politica degli annunci e dei tavoli di lavoro. “Basta con gli incontri pubblici e non in cerca di soluzioni e per fare il punto sulla situazione che è sotto gli occhi di tutti da lungo tempo ormai. Basta riempirsi la bocca di parole inutili sulle politiche di integrazione - si sfoga Petrarulo ai nostri microfoni -. Sono sempre più convinto che in Barriera serva il modello Rudolph Giuliani della ‘Tolleranza zero’. O adesso che c’è il centrodestra al Governo o mai più”.

In manette coppia intenta a rubare gasolio dai tir
15.02.24 - La donna fa da palo al compagno impegnato a sottrarre con un tubo di plastica bianco il carburante da un tir fermo accanto al marciapiedi. È sera. Una pattuglia del Commissariato Madonna di Campagna imbocca via Toscanini per effettuare un intervento in via Cigna e nota i due tipi sospetti accanto al camion in sosta.
L’uomo, avvisato dalla compagna dell’arrivo della Polizia, si nasconde all’interno della scocca del tir mentre la donna tenta di scappare a piedi. Gli agenti li fermano tutti e due. Prima lei, bloccandole le vie di fuga, poi lui costringendolo a uscire dal nascondiglio.
Sul posto i poliziotti rinvengono due taniche contenenti circa venti litri di gasolio, un tubo di gomma ancora inserito nel serbatoio manomesso e altro materiale utilizzato per il furto. Per i due complici di nazionalità italiana, di 34 anni lui e di 44 lei, scattano le manette per furto aggravato di carburante in concorso.
L’uomo, avvisato dalla compagna dell’arrivo della Polizia, si nasconde all’interno della scocca del tir mentre la donna tenta di scappare a piedi. Gli agenti li fermano tutti e due. Prima lei, bloccandole le vie di fuga, poi lui costringendolo a uscire dal nascondiglio.
Sul posto i poliziotti rinvengono due taniche contenenti circa venti litri di gasolio, un tubo di gomma ancora inserito nel serbatoio manomesso e altro materiale utilizzato per il furto. Per i due complici di nazionalità italiana, di 34 anni lui e di 44 lei, scattano le manette per furto aggravato di carburante in concorso.

Arrestati dopo aver derubato un giovane
14.02.24 - Alle prime luci del sole, tre persone entrano in un circolo dalle parti di via Valprato. Aggrediscono un giovane nordafricano per sottrargli gli effetti personali, rifilandogli calci e pugni. Il malcapitato riesce a divincolarsi. Fugge in strada dove ha la fortuna di incrociare una pattuglia del Nucleo Radiomobile del Comando provinciale dei Carabinieri che transita in zona.
L’uomo chiede aiuto. I militari riescono a rintracciare i tre individui che sono rimasti nel luogo indicato dalla vittima. Li arrestano per rapina aggravata in concorso. Si tratta di una donna e due uomini, anche loro di origine nordafricana. I tre vengono portati alla Casa circondariale “Lorusso e Cutugno” in attesa della convalida.
L’uomo chiede aiuto. I militari riescono a rintracciare i tre individui che sono rimasti nel luogo indicato dalla vittima. Li arrestano per rapina aggravata in concorso. Si tratta di una donna e due uomini, anche loro di origine nordafricana. I tre vengono portati alla Casa circondariale “Lorusso e Cutugno” in attesa della convalida.

Grave incidente in piazza Derna: muore una ragazza
13.02.24 - È quasi l’una di notte. All’improvviso, all’altezza di piazza Derna, una Fiat Tipo scura sbanda, esce di strada e sale sulla rotatoria, dove passa il tram della linea 4, per terminare la sua corsa contro un palo della luce. A bordo ci sono due giovani donne che hanno trascorso la serata insieme, una di 31 anni alla guida e l’amica 29enne dalla parte del passeggero. L’impatto è così violento da distruggere la parte anteriore dell’auto.
Sul posto intervengono i sanitari della Croce Verde di Villastellone. Per Alessandra, la ragazza di 29 anni, non c’è nulla da fare. Inutili i tentativi di rianimarla, forse è morta sul colpo. La conducente invece viene portata al San Giovanni Bosco in codice giallo. Ha un trauma cranico e una gamba fratturata.
Le cause dell’incidente sono ancora da accertare. La donna alla guida potrebbe non avere visto la rotatoria o forse è stata assalita da un colpo di sonno.
Alessandra era nata a Posada, in Sardegna. A Torino aveva frequentato l’istituto Boselli dove si era diplomata. Per molti anni aveva lavorato come commessa alla Dolceria Viziale a Porta Palazzo. Su Facebook gli amici la ricordano con affetto e commozione.
Sul posto intervengono i sanitari della Croce Verde di Villastellone. Per Alessandra, la ragazza di 29 anni, non c’è nulla da fare. Inutili i tentativi di rianimarla, forse è morta sul colpo. La conducente invece viene portata al San Giovanni Bosco in codice giallo. Ha un trauma cranico e una gamba fratturata.
Le cause dell’incidente sono ancora da accertare. La donna alla guida potrebbe non avere visto la rotatoria o forse è stata assalita da un colpo di sonno.
Alessandra era nata a Posada, in Sardegna. A Torino aveva frequentato l’istituto Boselli dove si era diplomata. Per molti anni aveva lavorato come commessa alla Dolceria Viziale a Porta Palazzo. Su Facebook gli amici la ricordano con affetto e commozione.

Piazza Foroni: auto tra i banchi del mercato
12.02.24 - A bordo di un Doblò entra in piazza Foroni mentre si sta svolgendo il mercato, tra lo stupore di clienti e commercianti. Sono passate da poco le 9,30. Percorre il primo tratto di strada, non occupato dagli ambulanti come ogni lunedì, e quando raggiunge i banchi non si ferma, al contrario tenta di svoltare nella corsia in mezzo all’esposizione delle merci. Troppo tardi per evitare l’incidente. Con la fiancata sinistra urta il furgone rosso della Macelleria. Il vetro si spacca e va in mille pezzi sopra le carni. Per il venditore la giornata di lavoro finisce qui perché i prodotti coperti dalle schegge non sono recuperabili.
Sul posto arriva la Polizia municipale. L’uomo si giustifica dicendo che voleva andare a fare la spesa. “Quando i vigili gli hanno domandato se non si era accorto della presenza del mercato, lui ha risposto di non averlo visto – racconta un testimone ai nostri microfoni -. Spero che dopo avergli fatto spostare il veicolo, glielo abbiano sequestrato. Quell’uomo è pericoloso. Come si può pensare di andare al mercato a fare acquisti in auto, slalomando tra i banchi?”. E poi conclude ironicamente: “Noi in Barriera non ci facciamo proprio mancare nulla!”.
Sul posto arriva la Polizia municipale. L’uomo si giustifica dicendo che voleva andare a fare la spesa. “Quando i vigili gli hanno domandato se non si era accorto della presenza del mercato, lui ha risposto di non averlo visto – racconta un testimone ai nostri microfoni -. Spero che dopo avergli fatto spostare il veicolo, glielo abbiano sequestrato. Quell’uomo è pericoloso. Come si può pensare di andare al mercato a fare acquisti in auto, slalomando tra i banchi?”. E poi conclude ironicamente: “Noi in Barriera non ci facciamo proprio mancare nulla!”.

15enne ferito da un branco di cani randagi
09.02.24 - Sta camminando in compagnia della fidanzatina in via Botticelli quando all’improvviso viene aggredito da cinque cani randagi. Uno lo azzanna a un polpaccio, procurandogli alcune ferite. La vittima del violento attacco è un 15enne, poi trattato in ospedale con antibiotici e antirabbica. Ad assalirlo sono stati animali già avvistati al parco dell’Arrivore, come spiega il consigliere comunale di Torino Libero Pensiero Pino Iannò che ha denunciato l’accaduto.
"L'episodio è avvenuto dietro la Coop - racconta Iannò – I cinque cani, probabilmente arrabbiati o forse affamati, hanno iniziato a ringhiare e a rincorrere il ragazzo. Uno di loro lo ha morsicato alla gamba, per fortuna è riuscito a divincolarsi”. Poi il consigliere aggiunge: “Da tempo è stata segnalata la presenza di questo branco di cani randagi. L’ho fatto io l'anno scorso, ottenendo risposte vaghe da parte dell’amministrazione. Si tratta di cani che vagano tra i parchi Arrivore e della Colletta. Potrebbero causare incidenti in mezzo al traffico o aggredite altre persone causando loro ferite ben più serie”.
"L'episodio è avvenuto dietro la Coop - racconta Iannò – I cinque cani, probabilmente arrabbiati o forse affamati, hanno iniziato a ringhiare e a rincorrere il ragazzo. Uno di loro lo ha morsicato alla gamba, per fortuna è riuscito a divincolarsi”. Poi il consigliere aggiunge: “Da tempo è stata segnalata la presenza di questo branco di cani randagi. L’ho fatto io l'anno scorso, ottenendo risposte vaghe da parte dell’amministrazione. Si tratta di cani che vagano tra i parchi Arrivore e della Colletta. Potrebbero causare incidenti in mezzo al traffico o aggredite altre persone causando loro ferite ben più serie”.

Agenti insultati, dopo scontro con una Golf
07.02.24 - Prima il botto forte, poi le urla concitate. Non capendo che cosa è accaduto, alcuni residenti si affacciano ai balconi, altri si riversano in strada. Sono da poco passate le 21,30, in corso Giulio Cesare, più o meno all’altezza di via Scarlatti, una volante si scontra con una Golf grigia. L’impatto è violento: una banchina spartitraffico viene divelta e un segnale finisce al suolo. Il tram della linea 4 resta bloccato a lungo.
Gli agenti scendono dall’auto e vengono accerchiati da numerosi stranieri e italiani - stando ai racconti dei testimoni - che li aggrediscono verbalmente. “Qualcuno ha festeggiato l'incidente e urlava parole come ‘sbirri di merda’, ‘fate schifo’, ‘morite’. A inveire contro i poliziotti erano in tanti” racconta la capogruppo di Fratelli d'Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino.
Nell’arco di pochi minuti arrivano altre volanti della Questura per dare supporto ai colleghi e i vigli urbani per effettuare i rilievi del sinistro. L’uomo alla guida della Golf, rimasto ferito, viene trasportato al San Giovanni Bosco dai sanitari del 118 giunti sul posto.
Gli agenti scendono dall’auto e vengono accerchiati da numerosi stranieri e italiani - stando ai racconti dei testimoni - che li aggrediscono verbalmente. “Qualcuno ha festeggiato l'incidente e urlava parole come ‘sbirri di merda’, ‘fate schifo’, ‘morite’. A inveire contro i poliziotti erano in tanti” racconta la capogruppo di Fratelli d'Italia in Circoscrizione 6 Verangela Marino.
Nell’arco di pochi minuti arrivano altre volanti della Questura per dare supporto ai colleghi e i vigli urbani per effettuare i rilievi del sinistro. L’uomo alla guida della Golf, rimasto ferito, viene trasportato al San Giovanni Bosco dai sanitari del 118 giunti sul posto.

Topo d'auto finisce in manette
03.02.24 – Nella notte rompe un finestrino di un’auto parcheggiata in via Leinì e poi si mette a rovistare nell’abitacolo in cerca di anche solo di pochi spiccioli o di qualche oggetto di valore. L’uomo ha appena finito di frugare a bordo di un’altra vettura, ferma poco distante.
All’improvviso sopraggiunge una pattuglia dei carabinieri della compagnia Oltre Dora che lo coglie in flagranza. Si tratta di un trentunenne di origine marocchina, senza fissa dimora. Per lui scattano subito le manette con le accuse di danneggiamento e tentato furto aggravato.
All’improvviso sopraggiunge una pattuglia dei carabinieri della compagnia Oltre Dora che lo coglie in flagranza. Si tratta di un trentunenne di origine marocchina, senza fissa dimora. Per lui scattano subito le manette con le accuse di danneggiamento e tentato furto aggravato.

4 arresti e quasi 8 chili di cocaina sequestrati
01.02.24 - Quattro persone finiscono in manette per detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio e circa 8 chili di cocaina più rilevanti quantità di hashish e marijuana vengono sequestrate dai Falchi della Squadra Mobile. Da giorni gli agenti erano stati informati dell’esistenza di una fiorente attività di commercio di sostanze stupefacenti in Barriera di Milano. Dopo una serie di servizi mirati sul territorio, finalmente sono riusciti a individuare il centro nevralgico dello smercio del narcotico in una via del quartiere.
Nel pomeriggio i Falchi fermano e controllano tre giovani, poco più che ventenni, mentre stanno per allontanarsi a bordo di un’Alfa Romeo, subito dopo aver ricevuto una busta da un quarto uomo. Nello shopper da supermercato, riposto sul sedile posteriore dell’auto, i poliziotti rinvengono un grosso involucro sottovuoto, con all’interno mille grammi di marijuana ricca di inflorescenze.
Nel corso delle perquisizioni delle abitazioni dei tre giovani, in comuni della prima cintura torinesi, vengono inoltre trovati altri 1.300 grammi di hashish, suddivisi in numerosi panetti di forma cilindrica da circa 50 grammi ciascuno, più facilmente occultabili rispetto a quelli dalla classica forma a “saponetta”. Mentre a casa del quarto uomo ci sono, nascosti all’interno di una grossa scatola riposta nella camera da letto, oltre 7.700 settecento grammi di cocaina, confezionata in sette panetti pressati in confezioni di cellophane, e altri sette involucri più piccoli, contenenti circa 400 grammi di hashish.
L’intera partita di droga sequestrata, una volta “tagliata”, suddivisa e frazionata in singole dosi e poi immessa sulle piazze dello spaccio per la vendita al dettaglio, avrebbe fruttato oltre 600mila euro.
Nel pomeriggio i Falchi fermano e controllano tre giovani, poco più che ventenni, mentre stanno per allontanarsi a bordo di un’Alfa Romeo, subito dopo aver ricevuto una busta da un quarto uomo. Nello shopper da supermercato, riposto sul sedile posteriore dell’auto, i poliziotti rinvengono un grosso involucro sottovuoto, con all’interno mille grammi di marijuana ricca di inflorescenze.
Nel corso delle perquisizioni delle abitazioni dei tre giovani, in comuni della prima cintura torinesi, vengono inoltre trovati altri 1.300 grammi di hashish, suddivisi in numerosi panetti di forma cilindrica da circa 50 grammi ciascuno, più facilmente occultabili rispetto a quelli dalla classica forma a “saponetta”. Mentre a casa del quarto uomo ci sono, nascosti all’interno di una grossa scatola riposta nella camera da letto, oltre 7.700 settecento grammi di cocaina, confezionata in sette panetti pressati in confezioni di cellophane, e altri sette involucri più piccoli, contenenti circa 400 grammi di hashish.
L’intera partita di droga sequestrata, una volta “tagliata”, suddivisa e frazionata in singole dosi e poi immessa sulle piazze dello spaccio per la vendita al dettaglio, avrebbe fruttato oltre 600mila euro.
Gennaio 2024

Bus surfing: la nuova moda anche in Barriera
31 gennaio 2024 - La prima immagine diffusa attraverso i social è quella che ritrae due ragazzi appesi alla parte posteriore di un bus della linea 12 in movimento, con i piedi appoggiati sul paraurti. A fare la segnalazione l’assessore comunale ai Trasporti Chiara Foglietta, che allarmata condivide su Instagram lo scatto realizzato a Santa Rita. Ma ecco che subito un’altra foto comincia a circolare su Instagram e Tik Tok. È stata scattata in via Mercadante. Immortala un ragazzo attaccato alla coda di un bus della linea 75. Che siamo in Barriera di Milano non c’è alcun dubbio: sul lato sinistro dell’immagine si vede l’ospedale San Giovanni Bosco.
Entrambe le istantanee ritraggono le pericolose bravate compiute da giovani per seguire una nuova moda, nata sui social. Si chiama “bus surfing”. È una challenge, diffusa tra i ragazzi. Si tratta di saltare sul retro di un mezzo pubblico in movimento e restare attaccati in piedi sul paraurti posteriore per più tempo possibile senza che il conducente se ne renda conto. La scena intanto viene filmata da amici o semplici passanti che poi pubblicheranno foto o video sui social per lanciare la sfida ad altri utenti. Molto diffusa nella provincia di Lodi, ora è sbarcata anche a Torino.
Entrambe le istantanee ritraggono le pericolose bravate compiute da giovani per seguire una nuova moda, nata sui social. Si chiama “bus surfing”. È una challenge, diffusa tra i ragazzi. Si tratta di saltare sul retro di un mezzo pubblico in movimento e restare attaccati in piedi sul paraurti posteriore per più tempo possibile senza che il conducente se ne renda conto. La scena intanto viene filmata da amici o semplici passanti che poi pubblicheranno foto o video sui social per lanciare la sfida ad altri utenti. Molto diffusa nella provincia di Lodi, ora è sbarcata anche a Torino.

Scoperta farmacia abusiva
31 gennaio 2024 - Vendevano abusivamente farmaci in un minimarket di prodotti per capelli. Nel corso di un controllo la Polizia ha scoperto un commercio illegale di medicinali all’interno di un esercizio, gestito da nigeriani, in Barriera di Milano. Lo rende noto un comunicato stampa della Questura di Torino.
Nel retro del negozio gli agenti hanno trovato e sequestrato una notevole quantità di farmaci e cosmetici dannosi per la salute: oltre trecento confezioni di medicinali contenenti sostanze corticosteroide come principio attivo e una ventina di confezioni di farmaci anticoncezionali, acquistabili soltanto in farmacia, sotto prescrizione medica.
Sono state rinvenute anche sessantacinque confezioni di prodotti cosmetici contenenti idrochinone, sostanza utilizzata come schiarente per la pelle e vietata da un regolamento della Comunità Europea che, in considerazione della sua pericolosità per la salute, ne consente l’utilizzo solo entro concentrazioni ben determinate.
Il titolare del negozio è stato denunciato per aver posto in vendita prodotti farmaceutici senza l’abilitazione e l’iscrizione all’albo dei farmacisti e per aver messo in commercio sul territorio nazionale medicinali senza l’autorizzazione dell’AIFA, nonché per aver messo in vendita cosmetici contenenti sostanze il cui l’uso è vietato sopra certi limiti.
Nel retro del negozio gli agenti hanno trovato e sequestrato una notevole quantità di farmaci e cosmetici dannosi per la salute: oltre trecento confezioni di medicinali contenenti sostanze corticosteroide come principio attivo e una ventina di confezioni di farmaci anticoncezionali, acquistabili soltanto in farmacia, sotto prescrizione medica.
Sono state rinvenute anche sessantacinque confezioni di prodotti cosmetici contenenti idrochinone, sostanza utilizzata come schiarente per la pelle e vietata da un regolamento della Comunità Europea che, in considerazione della sua pericolosità per la salute, ne consente l’utilizzo solo entro concentrazioni ben determinate.
Il titolare del negozio è stato denunciato per aver posto in vendita prodotti farmaceutici senza l’abilitazione e l’iscrizione all’albo dei farmacisti e per aver messo in commercio sul territorio nazionale medicinali senza l’autorizzazione dell’AIFA, nonché per aver messo in vendita cosmetici contenenti sostanze il cui l’uso è vietato sopra certi limiti.

Spaccata notturna: due arresti per furto
29 gennaio 2024 - Nel cuore della notte i proprietari di un negozio di telefonia, situato in Barriera, notano la serranda del loro esercizio commerciale aperta. Senza esitare chiamano il 112. Gli agenti del Commissariato Barriera di Milano accorrono. La vetrina è stata sfondata, probabilmente utilizzando un tombino ce si trova lì vicino all’ingresso.
All’arrivo della volante, due uomini tentano di scappare con la refurtiva, ma vengono subito fermati. Sottoposti a perquisizione risultano in possesso di due smartphone del valore di oltre 2mila euro, due involucri di hashish, quindici pasticche di rivotril e duecentocinquanta euro in contanti.
Gli agenti risalgono poi al domicilio dei due furfanti, dove trovano altri involucri di hashish, materiale da confezionamento, nove pasticche di rivotril e circa cinquecento euro in contanti. Per loro, entrambi stranieri, uno di ventinove anni e l’altro di trentaquattro, scattano le manette per furto aggravato.
All’arrivo della volante, due uomini tentano di scappare con la refurtiva, ma vengono subito fermati. Sottoposti a perquisizione risultano in possesso di due smartphone del valore di oltre 2mila euro, due involucri di hashish, quindici pasticche di rivotril e duecentocinquanta euro in contanti.
Gli agenti risalgono poi al domicilio dei due furfanti, dove trovano altri involucri di hashish, materiale da confezionamento, nove pasticche di rivotril e circa cinquecento euro in contanti. Per loro, entrambi stranieri, uno di ventinove anni e l’altro di trentaquattro, scattano le manette per furto aggravato.

Due arresti per spaccio
24 gennaio 2024 - I regolari controlli straordinari del territorio effettuati dal Commissariato Barriera di Milano si sono conclusi con risultati molto positivi. È quanto si apprende da una nota pubblicata dalla Questura di Torino. All’operazione hanno partecipato anche il Reparto Prevenzione Crimine e l’unità cinofila dell’ufficio Prevenzione Generale.
In tutto sono state identificate 61 persone. Per due uomini, poco più che trentenni, sono scattate le manette per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Gli agenti hanno inoltre denunciato per violazione del codice della strada un individuo a cui è stata anche sequestrata l’auto.
I poliziotti hanno pure effettuato controlli a 30 veicoli e a due locali pubblici. I sequestri compiuti riguardano sostanze stupefacenti (circa 140 grammi) e contanti per una cifra pari a 670 euro.
In tutto sono state identificate 61 persone. Per due uomini, poco più che trentenni, sono scattate le manette per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Gli agenti hanno inoltre denunciato per violazione del codice della strada un individuo a cui è stata anche sequestrata l’auto.
I poliziotti hanno pure effettuato controlli a 30 veicoli e a due locali pubblici. I sequestri compiuti riguardano sostanze stupefacenti (circa 140 grammi) e contanti per una cifra pari a 670 euro.

Fuga di gas in casa: muore una donna
23 gennaio 2024 - Ana Maria Rodriguez, peruviana di 58 anni muore per un’esalazione di monossido di carbonio dovuta a un malfunzionamento dello scarico della caldaia. La trova priva di sensi il marito un operaio di 60 anni, anche lui di origini peruviane, al rientro a casa in via Spontini 26. Chiama subito i soccorsi e riesce ad aprire la porta ai volontari della Croce Verde di Villastellone, poi si accascia al suolo per avere respirato il gas tossico. Inutili i soccorsi per lei, lui invece viene ricoverato al San Giovanni Bosco, ma non è in pericolo di vita.
Era dalla sera prima che Ana Maria non si sentiva bene ma si era illusa che la stanchezza fosse dovuta a un malanno di stagione. Secondo le prime ricostruzioni dei Vigili del fuoco il monossido si sarebbe liberato all’interno dell’appartamento invece di essere convogliato nella canna fumaria in seguito alla rottura del tubo, forse il giorno precedente. Intanto proseguono gli accertamenti da parte della Polizia per risalire a eventuali responsabilità.
Ana Maria è da tutti descritta come una donna di buon cuore, di grande fede. Una vita impegnata nel volontariato la sua. Da alcuni anni era cappellana in carcere dove seguiva almeno una quarantina di detenuti. Nata a Lima, dopo lunghi viaggi si era trasferita in Italia circa vent’anni fa.
Era dalla sera prima che Ana Maria non si sentiva bene ma si era illusa che la stanchezza fosse dovuta a un malanno di stagione. Secondo le prime ricostruzioni dei Vigili del fuoco il monossido si sarebbe liberato all’interno dell’appartamento invece di essere convogliato nella canna fumaria in seguito alla rottura del tubo, forse il giorno precedente. Intanto proseguono gli accertamenti da parte della Polizia per risalire a eventuali responsabilità.
Ana Maria è da tutti descritta come una donna di buon cuore, di grande fede. Una vita impegnata nel volontariato la sua. Da alcuni anni era cappellana in carcere dove seguiva almeno una quarantina di detenuti. Nata a Lima, dopo lunghi viaggi si era trasferita in Italia circa vent’anni fa.

Parte "Strade sicure": un arresto
22 gennaio 2024 - Un marocchino di trent’anni viene arrestato tra corso Palermo e Largo Giulio Cesare. Poco prima di mezzogiorno l’uomo strappa la borsetta alla signora cinese del ristorante al civico 127 di corso Palermo. E in un attimo gli agenti lo bloccano, prima che riesca a fuggire. È la prima uscita della pattuglia interforze con l’impiego di militari dell’Operazione Strade Sicure. Il presidio fisso e i controlli si svolgono proprio in quell’area di Barriera.
In via Sesia, invece, un'altra pattuglia denuncia per resistenza a pubblico ufficiale un giovane ecuadoriano che si oppone al controllo della pattuglia.
In via Sesia, invece, un'altra pattuglia denuncia per resistenza a pubblico ufficiale un giovane ecuadoriano che si oppone al controllo della pattuglia.

Sfratto in via Martorelli
22 gennaio 2024 - Alle 6 del mattino viene eseguito uno sfratto in via Martorelli 22. Intervengono gli agenti di polizia del Commissariato Barriera di Milano. A cercare di impedirlo gli attivisti dello Sportello Prendocasa che poi si riuniscono in presidio sotto il Comune per dire "no agli sfratti" e ribadire "il diritto alla casa per tutti".
"E’ stata sfrattata - spiegano i manifestanti - una famiglia composta da genitori, tre figli minori e la nonna con seri problemi di salute, in un palazzo di proprietà di una società che non fa manutenzione ma ha presentato spese altissime, che la famiglia non è riuscita a sostenere". Lo sfratto era stato rinviato per alcuni mesi "perché non erano state proposte soluzioni abitative alternative” secondo gli attivisti di Prendocasa.
"E’ stata sfrattata - spiegano i manifestanti - una famiglia composta da genitori, tre figli minori e la nonna con seri problemi di salute, in un palazzo di proprietà di una società che non fa manutenzione ma ha presentato spese altissime, che la famiglia non è riuscita a sostenere". Lo sfratto era stato rinviato per alcuni mesi "perché non erano state proposte soluzioni abitative alternative” secondo gli attivisti di Prendocasa.

Controlli a tappeto in Barriera
18 gennaio 2024 - Operazione ad “alto impatto” nelle zone più problematiche di Barriera. I controlli straordinari congiunti di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia municipale si sono concentrati innanzitutto nel ben noto triangolo del crack (corso Palermo, via Scarlatti e via Montanaro), una delle principali piazze di spaccio delle periferie torinese al centro dell’attenzione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si riunisce in prefettura. Verifiche sono state fatte anche in alcuni bangla market.
Agenti e militari si sono poi spostati al parco Sempione dove da giorni la situazione è fuori controllo, come segnalato più volte dai cittadini costretti quotidianamente a fare i conti con tossici e pusher accampati in mezzo al verde da quando è stata sgomberata la ex Gondrand. Uno spacciatore di colore è stato fermato nel parco, poco lontano da corso Venezia.
Agenti e militari si sono poi spostati al parco Sempione dove da giorni la situazione è fuori controllo, come segnalato più volte dai cittadini costretti quotidianamente a fare i conti con tossici e pusher accampati in mezzo al verde da quando è stata sgomberata la ex Gondrand. Uno spacciatore di colore è stato fermato nel parco, poco lontano da corso Venezia.

Alla sbarra per tentato omicidio
16 gennaio 2024 - Finiscono alla sbarra con l’accusa di tentato omicidio due giovani, un 23enne tunisino e un 18enne libico. Per loro il pubblico ministero chiede rispettivamente condanne a 11 anni e 6 mesi e a 10 anni e 8 mesi di carcere. L’accusa è di aver accoltellato due giovani prostitute di origini romene nei loro appartamenti di Barriera di Milano e Mirafiori, il 23 gennaio dell’anno scorso a distanza di poche ore l’una dall’altra.
I due avevano contattato le ragazze sui siti per escort con l’intenzione di derubarle. La prima aggressione aveva avuto luogo in via Trino, in Barriera. La ragazza, una 24enne, era stata colpita alla schiena e a una mano con un coltello da cucina. Urlando forte era riuscita a far scappare l’aggressore (uno dei due). La seconda si era consumata in modo più brutale ai danni di una 28enne in via Biscarra. I due avevano agito in coppia, ferendo gravemente la donna con un fendente all’addome. Per poi darsi alla fuga.
La Squadra Mobile era riuscita a rintracciarli, nei gironi successivi, seguendo le tracce delle utenze telefoniche e grazie anche alle testimonianze e agli identikit forniti dalle vittime. Per la coppia di amici le manette sono scattate alla stazione di Verona il 28 gennaio 2023.
I due avevano contattato le ragazze sui siti per escort con l’intenzione di derubarle. La prima aggressione aveva avuto luogo in via Trino, in Barriera. La ragazza, una 24enne, era stata colpita alla schiena e a una mano con un coltello da cucina. Urlando forte era riuscita a far scappare l’aggressore (uno dei due). La seconda si era consumata in modo più brutale ai danni di una 28enne in via Biscarra. I due avevano agito in coppia, ferendo gravemente la donna con un fendente all’addome. Per poi darsi alla fuga.
La Squadra Mobile era riuscita a rintracciarli, nei gironi successivi, seguendo le tracce delle utenze telefoniche e grazie anche alle testimonianze e agli identikit forniti dalle vittime. Per la coppia di amici le manette sono scattate alla stazione di Verona il 28 gennaio 2023.

Arresto per tentato furto in magazzino
14 gennaio 2024 – Un trentaduenne italiano viene arrestato per tentato furto aggravato. Durante un servizio di controllo, intorno alle due di notte, gli agenti del commissariato Centro intervengono per la segnalazione di un furto in atto in un centro commerciale di Barriera Milano. A dare l'allarme i vigilantes del centro, che hanno visto l’uomo introdursi in un'area delimitata da filo spinato e adibita al carico e scarico delle merci.
Il 32enne, all’arrivo degli agenti, si nasconde tra i bancali pieni di merci. Ha appena rovistato negli armadi e nei cassetti della scrivania, all’interno di un gabbiotto, mettendolo sottosopra. I poliziotti lo fermano e lo perquisiscono. Nascosto nel girovita dei pantaloni gli trovano un coltello da cucina lungo circa 30 cm.
Il 32enne, all’arrivo degli agenti, si nasconde tra i bancali pieni di merci. Ha appena rovistato negli armadi e nei cassetti della scrivania, all’interno di un gabbiotto, mettendolo sottosopra. I poliziotti lo fermano e lo perquisiscono. Nascosto nel girovita dei pantaloni gli trovano un coltello da cucina lungo circa 30 cm.

Rapinatore condannato dal Tribunale di Torino
12 gennaio 2024 - Condannato in primo grado dal Tribunale di Torino a 5 anni e 2 mesi di reclusione e al pagamento di una multa pari a 1200 euro più le spese processuali per rapina, il 57enne colpevole di aver commesso due reati nell’agosto del 2022 in Barriera di Milano. L’uomo attualmente si trova già in carcere dove sta scontando una pena di 3 anni e un mese per maltrattamenti alla ex compagna.
Dagli investigatori del Commissariato Barriera di Milano, che sono riusciti a inchiodarlo, è stato definito “un personaggio incline a delinquere”, “un soggetto estremamente pericoloso”. Uno che nel corso degli anni ha accumulato precedenti penali senza mai farsi scrupoli. A suo carico ci sono due tentati omicidi. Il suo curriculum personale include una miriade di reati tra cui possesso e detenzione di armi e di stupefacenti, maltrattamenti in famiglia.
Per lui le porte del carcere si erano aperte il 21 agosto del 2022. Ed eccolo fin da subito pronto a macchiarsi di nuovi reati. Viola innanzitutto il divieto di ritorno nel comune di Torino: si presenta, infatti, dalla ex convivente in Barriera, facendosene un baffo della misura cautelare di allontanamento dalla casa familiare a suo carico. Poi entra immediatamente in azione. Il 22 in via Crescentino strappa di mano il cellulare e il portafogli a una donna senegalese. Tre giorni dopo rapina una donna 65enne in via Pergolesi. Le porta via la borsa a tracolla, lei oppone resistenza e nella colluttazione la signora riporta una contusione al polso. Con le carte della donna effettua alcuni pagamenti che permettono agli investigatori di risalire a lui, grazie anche alle immagini video raccolte dalle telecamere dell’area di servizio di Rondissone dove il pluripregiudicato ha fatto il rifornimento di benzina e acquistato alcuni prodotti alimentari. La condanna si riferisce soltanto alla rapina commessa in via Pergolesi.
Dagli investigatori del Commissariato Barriera di Milano, che sono riusciti a inchiodarlo, è stato definito “un personaggio incline a delinquere”, “un soggetto estremamente pericoloso”. Uno che nel corso degli anni ha accumulato precedenti penali senza mai farsi scrupoli. A suo carico ci sono due tentati omicidi. Il suo curriculum personale include una miriade di reati tra cui possesso e detenzione di armi e di stupefacenti, maltrattamenti in famiglia.
Per lui le porte del carcere si erano aperte il 21 agosto del 2022. Ed eccolo fin da subito pronto a macchiarsi di nuovi reati. Viola innanzitutto il divieto di ritorno nel comune di Torino: si presenta, infatti, dalla ex convivente in Barriera, facendosene un baffo della misura cautelare di allontanamento dalla casa familiare a suo carico. Poi entra immediatamente in azione. Il 22 in via Crescentino strappa di mano il cellulare e il portafogli a una donna senegalese. Tre giorni dopo rapina una donna 65enne in via Pergolesi. Le porta via la borsa a tracolla, lei oppone resistenza e nella colluttazione la signora riporta una contusione al polso. Con le carte della donna effettua alcuni pagamenti che permettono agli investigatori di risalire a lui, grazie anche alle immagini video raccolte dalle telecamere dell’area di servizio di Rondissone dove il pluripregiudicato ha fatto il rifornimento di benzina e acquistato alcuni prodotti alimentari. La condanna si riferisce soltanto alla rapina commessa in via Pergolesi.

Barriera scende in strada per la legalità
9 gennaio 2024 - Nonostante la pioggia e il freddo numerosi cittadini di Barriera, stanchi di vivere in un quartiere ormai ostaggio della criminalità, prendono parte alla passeggiata per la sicurezza con ritrovo al giardino Peppino Impastato. C’è soddisfazione tra gli organizzatori. “La situazione è drammatica – spiega Michele Izzo del Comitato di resilienza Barriera di Milano -. Con questa manifestazione vogliamo lanciare subito, all’inizio del nuovo anno, un bel messaggio forte per far capire che noi ci siamo e non ci arrendiamo”.
“Basta spaccio”, “Barriera libera”, “Barriera non è un ghetto”, “Mandiamoli a lavorare” sono gli slogan gridati a gran voce dai manifestanti lungo le vie percorse dal corteo. E così la rabbia urlata squarcia il silenzio spettrale della tarda serata in corso Giulio Cesare, poi lungo le vie Sandigliano, Trino, Salassa e Martorelli fino a via Sempione.
“Era necessario lanciare un messaggio subito dopo le feste – racconta Matteo Rossino dei Comitati Torinesi -. Avevamo promesso di scendere in strada ai cittadini ed era doveroso esserci, nonostante il maltempo. Siamo numerosi, saremmo stati di più senza pioggia”.
Tra i manifestanti c’è anche il Comitato Torino Nord Barriera di Milano. “Noi del Comitato non potevamo non partecipare - sottolinea il presidente Angelo Martino -. Ora però da parte delle istituzioni basta parole. Vogliamo i fatti. Dal nuovo prefetto ci aspettiamo segnali positivi”.
Commenta l’assessore regionale alla Sicurezza Fabrizio Ricca presente all’evento: “Siamo accanto ai cittadini che protestano per avere più sicurezza e continuiamo a lavorare perché ogni quartiere di Torino diventi sicuro. Contro la criminalità non possiamo abbassare la guardia ma dobbiamo dimostrare presenza e presidio dei territori”.
“Basta spaccio”, “Barriera libera”, “Barriera non è un ghetto”, “Mandiamoli a lavorare” sono gli slogan gridati a gran voce dai manifestanti lungo le vie percorse dal corteo. E così la rabbia urlata squarcia il silenzio spettrale della tarda serata in corso Giulio Cesare, poi lungo le vie Sandigliano, Trino, Salassa e Martorelli fino a via Sempione.
“Era necessario lanciare un messaggio subito dopo le feste – racconta Matteo Rossino dei Comitati Torinesi -. Avevamo promesso di scendere in strada ai cittadini ed era doveroso esserci, nonostante il maltempo. Siamo numerosi, saremmo stati di più senza pioggia”.
Tra i manifestanti c’è anche il Comitato Torino Nord Barriera di Milano. “Noi del Comitato non potevamo non partecipare - sottolinea il presidente Angelo Martino -. Ora però da parte delle istituzioni basta parole. Vogliamo i fatti. Dal nuovo prefetto ci aspettiamo segnali positivi”.
Commenta l’assessore regionale alla Sicurezza Fabrizio Ricca presente all’evento: “Siamo accanto ai cittadini che protestano per avere più sicurezza e continuiamo a lavorare perché ogni quartiere di Torino diventi sicuro. Contro la criminalità non possiamo abbassare la guardia ma dobbiamo dimostrare presenza e presidio dei territori”.

Rogo in una cantina in via Desana
8 gennaio 2024 – Intorno alle 22, nei sotterranei di un palazzo di via Desana al civico 6, scoppia un incendio. A dare l’allarme i dipendenti del ristorante-pizzeria Zeta situato in corso Vercelli proprio sull’angolo con via Desana. Se ne sono accorti perché dal piano interrato proviene un forte odore di bruciato. Le fiamme, infatti, arrivano dalle cantine dove si trovano tre uomini.
Sul posto intervengono subito i Vigili del Fuoco e gli agenti del Commissariato Barriera di Milano. Il rogo viene domato nell’arco di pochi minuti. Non ci sono feriti perché nel frattempo i tre uomini si sono messi in salvo in strada. Nei sotterranei dello stabile i danni risultano di lieve entità.
In base ai primi riscontri, l’incendio sarebbe scaturito da un mozzicone di sigaretta gettato a terra e non spento, alimentato poi dalle masserizie ammucchiate nel seminterrato. Si lamentano i commercianti della zona: “Di notte quelle cantine si trasformano in un dormitorio per senzatetto”. Due dei presenti nello scantinato sono stati fermati dagli agenti mentre il terzo, da quanto risulta, si è dileguato.
Sul posto intervengono subito i Vigili del Fuoco e gli agenti del Commissariato Barriera di Milano. Il rogo viene domato nell’arco di pochi minuti. Non ci sono feriti perché nel frattempo i tre uomini si sono messi in salvo in strada. Nei sotterranei dello stabile i danni risultano di lieve entità.
In base ai primi riscontri, l’incendio sarebbe scaturito da un mozzicone di sigaretta gettato a terra e non spento, alimentato poi dalle masserizie ammucchiate nel seminterrato. Si lamentano i commercianti della zona: “Di notte quelle cantine si trasformano in un dormitorio per senzatetto”. Due dei presenti nello scantinato sono stati fermati dagli agenti mentre il terzo, da quanto risulta, si è dileguato.

Uomo si ferisce in una caditoia
5 gennaio 2024 – Attorno alle 8 del mattino, in via Monte Nero, un residente 60enne finisce all'interno di una caditoia e si ferisce. Nella notte qualcuno l’ha sollevata, deve essersi trattato di un atto vandalico. Sul posto accorrono la Polizia locale e l’ambulanza.
L’uomo viene estratto dalla fossa e poi accompagnato dal personale sanitario del 118 all’ospedale San Giovanni Bosco per essere sottoposto a controlli e alle cure mediche necessarie. Nella caduta ha riportato la frattura di tre costole, una lesione alla schiena e una microfrattura ad una gamba, oltre alle ferite agli arti inferiori e al naso.
L'area viene subito delimitata e messa in sicurezza dagli agenti della Polizia locale.
L’uomo viene estratto dalla fossa e poi accompagnato dal personale sanitario del 118 all’ospedale San Giovanni Bosco per essere sottoposto a controlli e alle cure mediche necessarie. Nella caduta ha riportato la frattura di tre costole, una lesione alla schiena e una microfrattura ad una gamba, oltre alle ferite agli arti inferiori e al naso.
L'area viene subito delimitata e messa in sicurezza dagli agenti della Polizia locale.

Nuova operazione alto impatto in Barriera
4 gennaio 2024 - 76 persone (di cui 27 non italiane) controllate, 31 mezzi e quattro esercizi commerciali sottoposti a verifiche, un arresto per evasione dai domiciliari, uno per spaccio di sostanze stupefacenti e tre contestazioni di carattere amministrativo e fiscale. È il bilancio dell’operazione ad alto impatto effettuata sul territorio di Barriera di Milano da 35 uomini della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza coadiuvati da alcuni agenti della Polizia Locale.
Gli interventi, decisi e pianificati In Prefettura dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica con l'obiettivo di contrastare la criminalità e il degrado nelle periferie torinesi, si sono concentrati in particolare in Barriera, dove c’è una delle piazze di spaccio più attive della città.
Gli interventi, decisi e pianificati In Prefettura dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica con l'obiettivo di contrastare la criminalità e il degrado nelle periferie torinesi, si sono concentrati in particolare in Barriera, dove c’è una delle piazze di spaccio più attive della città.
Gennaio 2024

Bus surfing: la nuova moda anche in Barriera
31 gennaio 2024 - La prima immagine diffusa attraverso i social è quella che ritrae due ragazzi appesi alla parte posteriore di un bus della linea 12 in movimento, con i piedi appoggiati sul paraurti. A fare la segnalazione l’assessore comunale ai Trasporti Chiara Foglietta, che allarmata condivide su Instagram lo scatto realizzato a Santa Rita. Ma ecco che subito un’altra foto comincia a circolare su Instagram e Tik Tok. È stata scattata in via Mercadante. Immortala un ragazzo attaccato alla coda di un bus della linea 75. Che siamo in Barriera di Milano non c’è alcun dubbio: sul lato sinistro dell’immagine si vede l’ospedale San Giovanni Bosco.
Entrambe le istantanee ritraggono le pericolose bravate compiute da giovani per seguire una nuova moda, nata sui social. Si chiama “bus surfing”. È una challenge, diffusa tra i ragazzi. Si tratta di saltare sul retro di un mezzo pubblico in movimento e restare attaccati in piedi sul paraurti posteriore per più tempo possibile senza che il conducente se ne renda conto. La scena intanto viene filmata da amici o semplici passanti che poi pubblicheranno foto o video sui social per lanciare la sfida ad altri utenti. Molto diffusa nella provincia di Lodi, ora è sbarcata anche a Torino.
Entrambe le istantanee ritraggono le pericolose bravate compiute da giovani per seguire una nuova moda, nata sui social. Si chiama “bus surfing”. È una challenge, diffusa tra i ragazzi. Si tratta di saltare sul retro di un mezzo pubblico in movimento e restare attaccati in piedi sul paraurti posteriore per più tempo possibile senza che il conducente se ne renda conto. La scena intanto viene filmata da amici o semplici passanti che poi pubblicheranno foto o video sui social per lanciare la sfida ad altri utenti. Molto diffusa nella provincia di Lodi, ora è sbarcata anche a Torino.

Scoperta farmacia abusiva
31 gennaio 2024 - Vendevano abusivamente farmaci in un minimarket di prodotti per capelli. Nel corso di un controllo la Polizia ha scoperto un commercio illegale di medicinali all’interno di un esercizio, gestito da nigeriani, in Barriera di Milano. Lo rende noto un comunicato stampa della Questura di Torino.
Nel retro del negozio gli agenti hanno trovato e sequestrato una notevole quantità di farmaci e cosmetici dannosi per la salute: oltre trecento confezioni di medicinali contenenti sostanze corticosteroide come principio attivo e una ventina di confezioni di farmaci anticoncezionali, acquistabili soltanto in farmacia, sotto prescrizione medica.
Sono state rinvenute anche sessantacinque confezioni di prodotti cosmetici contenenti idrochinone, sostanza utilizzata come schiarente per la pelle e vietata da un regolamento della Comunità Europea che, in considerazione della sua pericolosità per la salute, ne consente l’utilizzo solo entro concentrazioni ben determinate.
Il titolare del negozio è stato denunciato per aver posto in vendita prodotti farmaceutici senza l’abilitazione e l’iscrizione all’albo dei farmacisti e per aver messo in commercio sul territorio nazionale medicinali senza l’autorizzazione dell’AIFA, nonché per aver messo in vendita cosmetici contenenti sostanze il cui l’uso è vietato sopra certi limiti.
Nel retro del negozio gli agenti hanno trovato e sequestrato una notevole quantità di farmaci e cosmetici dannosi per la salute: oltre trecento confezioni di medicinali contenenti sostanze corticosteroide come principio attivo e una ventina di confezioni di farmaci anticoncezionali, acquistabili soltanto in farmacia, sotto prescrizione medica.
Sono state rinvenute anche sessantacinque confezioni di prodotti cosmetici contenenti idrochinone, sostanza utilizzata come schiarente per la pelle e vietata da un regolamento della Comunità Europea che, in considerazione della sua pericolosità per la salute, ne consente l’utilizzo solo entro concentrazioni ben determinate.
Il titolare del negozio è stato denunciato per aver posto in vendita prodotti farmaceutici senza l’abilitazione e l’iscrizione all’albo dei farmacisti e per aver messo in commercio sul territorio nazionale medicinali senza l’autorizzazione dell’AIFA, nonché per aver messo in vendita cosmetici contenenti sostanze il cui l’uso è vietato sopra certi limiti.

Spaccata notturna: due arresti per furto
29 gennaio 2024 - Nel cuore della notte i proprietari di un negozio di telefonia, situato in Barriera, notano la serranda del loro esercizio commerciale aperta. Senza esitare chiamano il 112. Gli agenti del Commissariato Barriera di Milano accorrono. La vetrina è stata sfondata, probabilmente utilizzando un tombino ce si trova lì vicino all’ingresso.
All’arrivo della volante, due uomini tentano di scappare con la refurtiva, ma vengono subito fermati. Sottoposti a perquisizione risultano in possesso di due smartphone del valore di oltre 2mila euro, due involucri di hashish, quindici pasticche di rivotril e duecentocinquanta euro in contanti.
Gli agenti risalgono poi al domicilio dei due furfanti, dove trovano altri involucri di hashish, materiale da confezionamento, nove pasticche di rivotril e circa cinquecento euro in contanti. Per loro, entrambi stranieri, uno di ventinove anni e l’altro di trentaquattro, scattano le manette per furto aggravato.
All’arrivo della volante, due uomini tentano di scappare con la refurtiva, ma vengono subito fermati. Sottoposti a perquisizione risultano in possesso di due smartphone del valore di oltre 2mila euro, due involucri di hashish, quindici pasticche di rivotril e duecentocinquanta euro in contanti.
Gli agenti risalgono poi al domicilio dei due furfanti, dove trovano altri involucri di hashish, materiale da confezionamento, nove pasticche di rivotril e circa cinquecento euro in contanti. Per loro, entrambi stranieri, uno di ventinove anni e l’altro di trentaquattro, scattano le manette per furto aggravato.

Due arresti per spaccio
24 gennaio 2024 - I regolari controlli straordinari del territorio effettuati dal Commissariato Barriera di Milano si sono conclusi con risultati molto positivi. È quanto si apprende da una nota pubblicata dalla Questura di Torino. All’operazione hanno partecipato anche il Reparto Prevenzione Crimine e l’unità cinofila dell’ufficio Prevenzione Generale.
In tutto sono state identificate 61 persone. Per due uomini, poco più che trentenni, sono scattate le manette per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Gli agenti hanno inoltre denunciato per violazione del codice della strada un individuo a cui è stata anche sequestrata l’auto.
I poliziotti hanno pure effettuato controlli a 30 veicoli e a due locali pubblici. I sequestri compiuti riguardano sostanze stupefacenti (circa 140 grammi) e contanti per una cifra pari a 670 euro.
In tutto sono state identificate 61 persone. Per due uomini, poco più che trentenni, sono scattate le manette per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Gli agenti hanno inoltre denunciato per violazione del codice della strada un individuo a cui è stata anche sequestrata l’auto.
I poliziotti hanno pure effettuato controlli a 30 veicoli e a due locali pubblici. I sequestri compiuti riguardano sostanze stupefacenti (circa 140 grammi) e contanti per una cifra pari a 670 euro.

Fuga di gas in casa: muore una donna
23 gennaio 2024 - Ana Maria Rodriguez, peruviana di 58 anni muore per un’esalazione di monossido di carbonio dovuta a un malfunzionamento dello scarico della caldaia. La trova priva di sensi il marito un operaio di 60 anni, anche lui di origini peruviane, al rientro a casa in via Spontini 26. Chiama subito i soccorsi e riesce ad aprire la porta ai volontari della Croce Verde di Villastellone, poi si accascia al suolo per avere respirato il gas tossico. Inutili i soccorsi per lei, lui invece viene ricoverato al San Giovanni Bosco, ma non è in pericolo di vita.
Era dalla sera prima che Ana Maria non si sentiva bene ma si era illusa che la stanchezza fosse dovuta a un malanno di stagione. Secondo le prime ricostruzioni dei Vigili del fuoco il monossido si sarebbe liberato all’interno dell’appartamento invece di essere convogliato nella canna fumaria in seguito alla rottura del tubo, forse il giorno precedente. Intanto proseguono gli accertamenti da parte della Polizia per risalire a eventuali responsabilità.
Ana Maria è da tutti descritta come una donna di buon cuore, di grande fede. Una vita impegnata nel volontariato la sua. Da alcuni anni era cappellana in carcere dove seguiva almeno una quarantina di detenuti. Nata a Lima, dopo lunghi viaggi si era trasferita in Italia circa vent’anni fa.
Era dalla sera prima che Ana Maria non si sentiva bene ma si era illusa che la stanchezza fosse dovuta a un malanno di stagione. Secondo le prime ricostruzioni dei Vigili del fuoco il monossido si sarebbe liberato all’interno dell’appartamento invece di essere convogliato nella canna fumaria in seguito alla rottura del tubo, forse il giorno precedente. Intanto proseguono gli accertamenti da parte della Polizia per risalire a eventuali responsabilità.
Ana Maria è da tutti descritta come una donna di buon cuore, di grande fede. Una vita impegnata nel volontariato la sua. Da alcuni anni era cappellana in carcere dove seguiva almeno una quarantina di detenuti. Nata a Lima, dopo lunghi viaggi si era trasferita in Italia circa vent’anni fa.

Parte "Strade sicure": un arresto
22 gennaio 2024 - Un marocchino di trent’anni viene arrestato tra corso Palermo e Largo Giulio Cesare. Poco prima di mezzogiorno l’uomo strappa la borsetta alla signora cinese del ristorante al civico 127 di corso Palermo. E in un attimo gli agenti lo bloccano, prima che riesca a fuggire. È la prima uscita della pattuglia interforze con l’impiego di militari dell’Operazione Strade Sicure. Il presidio fisso e i controlli si svolgono proprio in quell’area di Barriera.
In via Sesia, invece, un'altra pattuglia denuncia per resistenza a pubblico ufficiale un giovane ecuadoriano che si oppone al controllo della pattuglia.
In via Sesia, invece, un'altra pattuglia denuncia per resistenza a pubblico ufficiale un giovane ecuadoriano che si oppone al controllo della pattuglia.

Sfratto in via Martorelli
22 gennaio 2024 - Alle 6 del mattino viene eseguito uno sfratto in via Martorelli 22. Intervengono gli agenti di polizia del Commissariato Barriera di Milano. A cercare di impedirlo gli attivisti dello Sportello Prendocasa che poi si riuniscono in presidio sotto il Comune per dire "no agli sfratti" e ribadire "il diritto alla casa per tutti".
"E’ stata sfrattata - spiegano i manifestanti - una famiglia composta da genitori, tre figli minori e la nonna con seri problemi di salute, in un palazzo di proprietà di una società che non fa manutenzione ma ha presentato spese altissime, che la famiglia non è riuscita a sostenere". Lo sfratto era stato rinviato per alcuni mesi "perché non erano state proposte soluzioni abitative alternative” secondo gli attivisti di Prendocasa.
"E’ stata sfrattata - spiegano i manifestanti - una famiglia composta da genitori, tre figli minori e la nonna con seri problemi di salute, in un palazzo di proprietà di una società che non fa manutenzione ma ha presentato spese altissime, che la famiglia non è riuscita a sostenere". Lo sfratto era stato rinviato per alcuni mesi "perché non erano state proposte soluzioni abitative alternative” secondo gli attivisti di Prendocasa.

Controlli a tappeto in Barriera
18 gennaio 2024 - Operazione ad “alto impatto” nelle zone più problematiche di Barriera. I controlli straordinari congiunti di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia municipale si sono concentrati innanzitutto nel ben noto triangolo del crack (corso Palermo, via Scarlatti e via Montanaro), una delle principali piazze di spaccio delle periferie torinese al centro dell’attenzione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si riunisce in prefettura. Verifiche sono state fatte anche in alcuni bangla market.
Agenti e militari si sono poi spostati al parco Sempione dove da giorni la situazione è fuori controllo, come segnalato più volte dai cittadini costretti quotidianamente a fare i conti con tossici e pusher accampati in mezzo al verde da quando è stata sgomberata la ex Gondrand. Uno spacciatore di colore è stato fermato nel parco, poco lontano da corso Venezia.
Agenti e militari si sono poi spostati al parco Sempione dove da giorni la situazione è fuori controllo, come segnalato più volte dai cittadini costretti quotidianamente a fare i conti con tossici e pusher accampati in mezzo al verde da quando è stata sgomberata la ex Gondrand. Uno spacciatore di colore è stato fermato nel parco, poco lontano da corso Venezia.

Alla sbarra per tentato omicidio
16 gennaio 2024 - Finiscono alla sbarra con l’accusa di tentato omicidio due giovani, un 23enne tunisino e un 18enne libico. Per loro il pubblico ministero chiede rispettivamente condanne a 11 anni e 6 mesi e a 10 anni e 8 mesi di carcere. L’accusa è di aver accoltellato due giovani prostitute di origini romene nei loro appartamenti di Barriera di Milano e Mirafiori, il 23 gennaio dell’anno scorso a distanza di poche ore l’una dall’altra.
I due avevano contattato le ragazze sui siti per escort con l’intenzione di derubarle. La prima aggressione aveva avuto luogo in via Trino, in Barriera. La ragazza, una 24enne, era stata colpita alla schiena e a una mano con un coltello da cucina. Urlando forte era riuscita a far scappare l’aggressore (uno dei due). La seconda si era consumata in modo più brutale ai danni di una 28enne in via Biscarra. I due avevano agito in coppia, ferendo gravemente la donna con un fendente all’addome. Per poi darsi alla fuga.
La Squadra Mobile era riuscita a rintracciarli, nei gironi successivi, seguendo le tracce delle utenze telefoniche e grazie anche alle testimonianze e agli identikit forniti dalle vittime. Per la coppia di amici le manette sono scattate alla stazione di Verona il 28 gennaio 2023.
I due avevano contattato le ragazze sui siti per escort con l’intenzione di derubarle. La prima aggressione aveva avuto luogo in via Trino, in Barriera. La ragazza, una 24enne, era stata colpita alla schiena e a una mano con un coltello da cucina. Urlando forte era riuscita a far scappare l’aggressore (uno dei due). La seconda si era consumata in modo più brutale ai danni di una 28enne in via Biscarra. I due avevano agito in coppia, ferendo gravemente la donna con un fendente all’addome. Per poi darsi alla fuga.
La Squadra Mobile era riuscita a rintracciarli, nei gironi successivi, seguendo le tracce delle utenze telefoniche e grazie anche alle testimonianze e agli identikit forniti dalle vittime. Per la coppia di amici le manette sono scattate alla stazione di Verona il 28 gennaio 2023.

Arresto per tentato furto in magazzino
14 gennaio 2024 – Un trentaduenne italiano viene arrestato per tentato furto aggravato. Durante un servizio di controllo, intorno alle due di notte, gli agenti del commissariato Centro intervengono per la segnalazione di un furto in atto in un centro commerciale di Barriera Milano. A dare l'allarme i vigilantes del centro, che hanno visto l’uomo introdursi in un'area delimitata da filo spinato e adibita al carico e scarico delle merci.
Il 32enne, all’arrivo degli agenti, si nasconde tra i bancali pieni di merci. Ha appena rovistato negli armadi e nei cassetti della scrivania, all’interno di un gabbiotto, mettendolo sottosopra. I poliziotti lo fermano e lo perquisiscono. Nascosto nel girovita dei pantaloni gli trovano un coltello da cucina lungo circa 30 cm.
Il 32enne, all’arrivo degli agenti, si nasconde tra i bancali pieni di merci. Ha appena rovistato negli armadi e nei cassetti della scrivania, all’interno di un gabbiotto, mettendolo sottosopra. I poliziotti lo fermano e lo perquisiscono. Nascosto nel girovita dei pantaloni gli trovano un coltello da cucina lungo circa 30 cm.

Rapinatore condannato dal Tribunale di Torino
12 gennaio 2024 - Condannato in primo grado dal Tribunale di Torino a 5 anni e 2 mesi di reclusione e al pagamento di una multa pari a 1200 euro più le spese processuali per rapina, il 57enne colpevole di aver commesso due reati nell’agosto del 2022 in Barriera di Milano. L’uomo attualmente si trova già in carcere dove sta scontando una pena di 3 anni e un mese per maltrattamenti alla ex compagna.
Dagli investigatori del Commissariato Barriera di Milano, che sono riusciti a inchiodarlo, è stato definito “un personaggio incline a delinquere”, “un soggetto estremamente pericoloso”. Uno che nel corso degli anni ha accumulato precedenti penali senza mai farsi scrupoli. A suo carico ci sono due tentati omicidi. Il suo curriculum personale include una miriade di reati tra cui possesso e detenzione di armi e di stupefacenti, maltrattamenti in famiglia.
Per lui le porte del carcere si erano aperte il 21 agosto del 2022. Ed eccolo fin da subito pronto a macchiarsi di nuovi reati. Viola innanzitutto il divieto di ritorno nel comune di Torino: si presenta, infatti, dalla ex convivente in Barriera, facendosene un baffo della misura cautelare di allontanamento dalla casa familiare a suo carico. Poi entra immediatamente in azione. Il 22 in via Crescentino strappa di mano il cellulare e il portafogli a una donna senegalese. Tre giorni dopo rapina una donna 65enne in via Pergolesi. Le porta via la borsa a tracolla, lei oppone resistenza e nella colluttazione la signora riporta una contusione al polso. Con le carte della donna effettua alcuni pagamenti che permettono agli investigatori di risalire a lui, grazie anche alle immagini video raccolte dalle telecamere dell’area di servizio di Rondissone dove il pluripregiudicato ha fatto il rifornimento di benzina e acquistato alcuni prodotti alimentari. La condanna si riferisce soltanto alla rapina commessa in via Pergolesi.
Dagli investigatori del Commissariato Barriera di Milano, che sono riusciti a inchiodarlo, è stato definito “un personaggio incline a delinquere”, “un soggetto estremamente pericoloso”. Uno che nel corso degli anni ha accumulato precedenti penali senza mai farsi scrupoli. A suo carico ci sono due tentati omicidi. Il suo curriculum personale include una miriade di reati tra cui possesso e detenzione di armi e di stupefacenti, maltrattamenti in famiglia.
Per lui le porte del carcere si erano aperte il 21 agosto del 2022. Ed eccolo fin da subito pronto a macchiarsi di nuovi reati. Viola innanzitutto il divieto di ritorno nel comune di Torino: si presenta, infatti, dalla ex convivente in Barriera, facendosene un baffo della misura cautelare di allontanamento dalla casa familiare a suo carico. Poi entra immediatamente in azione. Il 22 in via Crescentino strappa di mano il cellulare e il portafogli a una donna senegalese. Tre giorni dopo rapina una donna 65enne in via Pergolesi. Le porta via la borsa a tracolla, lei oppone resistenza e nella colluttazione la signora riporta una contusione al polso. Con le carte della donna effettua alcuni pagamenti che permettono agli investigatori di risalire a lui, grazie anche alle immagini video raccolte dalle telecamere dell’area di servizio di Rondissone dove il pluripregiudicato ha fatto il rifornimento di benzina e acquistato alcuni prodotti alimentari. La condanna si riferisce soltanto alla rapina commessa in via Pergolesi.

Barriera scende in strada per la legalità
9 gennaio 2024 - Nonostante la pioggia e il freddo numerosi cittadini di Barriera, stanchi di vivere in un quartiere ormai ostaggio della criminalità, prendono parte alla passeggiata per la sicurezza con ritrovo al giardino Peppino Impastato. C’è soddisfazione tra gli organizzatori. “La situazione è drammatica – spiega Michele Izzo del Comitato di resilienza Barriera di Milano -. Con questa manifestazione vogliamo lanciare subito, all’inizio del nuovo anno, un bel messaggio forte per far capire che noi ci siamo e non ci arrendiamo”.
“Basta spaccio”, “Barriera libera”, “Barriera non è un ghetto”, “Mandiamoli a lavorare” sono gli slogan gridati a gran voce dai manifestanti lungo le vie percorse dal corteo. E così la rabbia urlata squarcia il silenzio spettrale della tarda serata in corso Giulio Cesare, poi lungo le vie Sandigliano, Trino, Salassa e Martorelli fino a via Sempione.
“Era necessario lanciare un messaggio subito dopo le feste – racconta Matteo Rossino dei Comitati Torinesi -. Avevamo promesso di scendere in strada ai cittadini ed era doveroso esserci, nonostante il maltempo. Siamo numerosi, saremmo stati di più senza pioggia”.
Tra i manifestanti c’è anche il Comitato Torino Nord Barriera di Milano. “Noi del Comitato non potevamo non partecipare - sottolinea il presidente Angelo Martino -. Ora però da parte delle istituzioni basta parole. Vogliamo i fatti. Dal nuovo prefetto ci aspettiamo segnali positivi”.
Commenta l’assessore regionale alla Sicurezza Fabrizio Ricca presente all’evento: “Siamo accanto ai cittadini che protestano per avere più sicurezza e continuiamo a lavorare perché ogni quartiere di Torino diventi sicuro. Contro la criminalità non possiamo abbassare la guardia ma dobbiamo dimostrare presenza e presidio dei territori”.
“Basta spaccio”, “Barriera libera”, “Barriera non è un ghetto”, “Mandiamoli a lavorare” sono gli slogan gridati a gran voce dai manifestanti lungo le vie percorse dal corteo. E così la rabbia urlata squarcia il silenzio spettrale della tarda serata in corso Giulio Cesare, poi lungo le vie Sandigliano, Trino, Salassa e Martorelli fino a via Sempione.
“Era necessario lanciare un messaggio subito dopo le feste – racconta Matteo Rossino dei Comitati Torinesi -. Avevamo promesso di scendere in strada ai cittadini ed era doveroso esserci, nonostante il maltempo. Siamo numerosi, saremmo stati di più senza pioggia”.
Tra i manifestanti c’è anche il Comitato Torino Nord Barriera di Milano. “Noi del Comitato non potevamo non partecipare - sottolinea il presidente Angelo Martino -. Ora però da parte delle istituzioni basta parole. Vogliamo i fatti. Dal nuovo prefetto ci aspettiamo segnali positivi”.
Commenta l’assessore regionale alla Sicurezza Fabrizio Ricca presente all’evento: “Siamo accanto ai cittadini che protestano per avere più sicurezza e continuiamo a lavorare perché ogni quartiere di Torino diventi sicuro. Contro la criminalità non possiamo abbassare la guardia ma dobbiamo dimostrare presenza e presidio dei territori”.

Rogo in una cantina in via Desana
8 gennaio 2024 – Intorno alle 22, nei sotterranei di un palazzo di via Desana al civico 6, scoppia un incendio. A dare l’allarme i dipendenti del ristorante-pizzeria Zeta situato in corso Vercelli proprio sull’angolo con via Desana. Se ne sono accorti perché dal piano interrato proviene un forte odore di bruciato. Le fiamme, infatti, arrivano dalle cantine dove si trovano tre uomini.
Sul posto intervengono subito i Vigili del Fuoco e gli agenti del Commissariato Barriera di Milano. Il rogo viene domato nell’arco di pochi minuti. Non ci sono feriti perché nel frattempo i tre uomini si sono messi in salvo in strada. Nei sotterranei dello stabile i danni risultano di lieve entità.
In base ai primi riscontri, l’incendio sarebbe scaturito da un mozzicone di sigaretta gettato a terra e non spento, alimentato poi dalle masserizie ammucchiate nel seminterrato. Si lamentano i commercianti della zona: “Di notte quelle cantine si trasformano in un dormitorio per senzatetto”. Due dei presenti nello scantinato sono stati fermati dagli agenti mentre il terzo, da quanto risulta, si è dileguato.
Sul posto intervengono subito i Vigili del Fuoco e gli agenti del Commissariato Barriera di Milano. Il rogo viene domato nell’arco di pochi minuti. Non ci sono feriti perché nel frattempo i tre uomini si sono messi in salvo in strada. Nei sotterranei dello stabile i danni risultano di lieve entità.
In base ai primi riscontri, l’incendio sarebbe scaturito da un mozzicone di sigaretta gettato a terra e non spento, alimentato poi dalle masserizie ammucchiate nel seminterrato. Si lamentano i commercianti della zona: “Di notte quelle cantine si trasformano in un dormitorio per senzatetto”. Due dei presenti nello scantinato sono stati fermati dagli agenti mentre il terzo, da quanto risulta, si è dileguato.

Uomo si ferisce in una caditoia
5 gennaio 2024 – Attorno alle 8 del mattino, in via Monte Nero, un residente 60enne finisce all'interno di una caditoia e si ferisce. Nella notte qualcuno l’ha sollevata, deve essersi trattato di un atto vandalico. Sul posto accorrono la Polizia locale e l’ambulanza.
L’uomo viene estratto dalla fossa e poi accompagnato dal personale sanitario del 118 all’ospedale San Giovanni Bosco per essere sottoposto a controlli e alle cure mediche necessarie. Nella caduta ha riportato la frattura di tre costole, una lesione alla schiena e una microfrattura ad una gamba, oltre alle ferite agli arti inferiori e al naso.
L'area viene subito delimitata e messa in sicurezza dagli agenti della Polizia locale.
L’uomo viene estratto dalla fossa e poi accompagnato dal personale sanitario del 118 all’ospedale San Giovanni Bosco per essere sottoposto a controlli e alle cure mediche necessarie. Nella caduta ha riportato la frattura di tre costole, una lesione alla schiena e una microfrattura ad una gamba, oltre alle ferite agli arti inferiori e al naso.
L'area viene subito delimitata e messa in sicurezza dagli agenti della Polizia locale.

Nuova operazione alto impatto in Barriera
4 gennaio 2024 - 76 persone (di cui 27 non italiane) controllate, 31 mezzi e quattro esercizi commerciali sottoposti a verifiche, un arresto per evasione dai domiciliari, uno per spaccio di sostanze stupefacenti e tre contestazioni di carattere amministrativo e fiscale. È il bilancio dell’operazione ad alto impatto effettuata sul territorio di Barriera di Milano da 35 uomini della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza coadiuvati da alcuni agenti della Polizia Locale.
Gli interventi, decisi e pianificati In Prefettura dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica con l'obiettivo di contrastare la criminalità e il degrado nelle periferie torinesi, si sono concentrati in particolare in Barriera, dove c’è una delle piazze di spaccio più attive della città.
Gli interventi, decisi e pianificati In Prefettura dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica con l'obiettivo di contrastare la criminalità e il degrado nelle periferie torinesi, si sono concentrati in particolare in Barriera, dove c’è una delle piazze di spaccio più attive della città.
Dicembre 2023

Incendio in un'officina di via Banfo
31 dicembre 2023 – Intorno alle 9 del mattino, in un’officina specializzata in ciclomotori di via Banfo, poco lontano dall’incrocio con via Valprato, scoppia un incendio. Sul posto intervengono i Vigili del fuoco con due squadre dai distaccamenti Torino Centrale e da Torino Stura. Il loro intervento garantisce il contenimento delle fiamme, evitando che il rogo divori l’intero edificio. Niente da fare invece per cinque motocicli completamente avvolti dal fuoco.
Sulle cause dell'incendio, forse accidentali in base ai primi riscontri, indagano i carabinieri della stazione di Barriera di Milano.
Sulle cause dell'incendio, forse accidentali in base ai primi riscontri, indagano i carabinieri della stazione di Barriera di Milano.

Ambulante aggredito e ferito in piazza Foroni
18 dicembre 2023 - Al mercato di piazza Foroni il proprietario di un banco di profumi viene aggredito da un malintenzionato. Succede a metà mattinata quando l’ambulante si accorge che un uomo si sta aggirando con fare sospetto intorno al banco. Non parla bene italiano, ma propone con insistenza a sua moglie di acquistare alcuni prodotti come cioccolatini e cosmetici, alzando continuamente la voce.
L’ambulante spazientito si avvicina per chiedergli che cosa vuole. Il tizio prende alcuni articoli dalla bancarella e cerca di andare via. Il commerciante lo ferma e gli toglie di mano la merce di cui si è impossessato. A quel punto il balordo lo centra in pieno volto con un pugno, colpendolo a un occhio e poi scappa.
Sul posto accorrono subito gli agenti di polizia e l’ambulanza che trasporta al pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria il commerciante ferito in modo non particolarmente grave. Ormai è da tempo che gli ambulanti di piazza Foroni chiedono alle istituzioni di intervenire per garantire la sicurezza in un’area ostaggio di pusher, tossici e sbandati di ogni tipo. Il loro timore che prima o poi la situazione al mercato, dove non si può più lavorare serenamente, scappi di mano ora si è concretizzato.
L’ambulante spazientito si avvicina per chiedergli che cosa vuole. Il tizio prende alcuni articoli dalla bancarella e cerca di andare via. Il commerciante lo ferma e gli toglie di mano la merce di cui si è impossessato. A quel punto il balordo lo centra in pieno volto con un pugno, colpendolo a un occhio e poi scappa.
Sul posto accorrono subito gli agenti di polizia e l’ambulanza che trasporta al pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria il commerciante ferito in modo non particolarmente grave. Ormai è da tempo che gli ambulanti di piazza Foroni chiedono alle istituzioni di intervenire per garantire la sicurezza in un’area ostaggio di pusher, tossici e sbandati di ogni tipo. Il loro timore che prima o poi la situazione al mercato, dove non si può più lavorare serenamente, scappi di mano ora si è concretizzato.

Stabile dismesso va a fuoco
18 dicembre 2023 - In un negozio in disuso in Barriera di Milano, al pianterreno di un edificio all'incrocio tra via Sesia e via Monte Rosa, scoppia un incendio. Grande la preoccupazione tra gli ambulanti e i clienti del vicino mercato di piazza Foroni. Sul posto intervengono le volanti della polizia e più squadre dei vigili del fuoco provenienti dai distaccamenti di Torino Centrale e Torino Stura. A complicare le operazioni la vicinanza dello stabile al mercato, piuttosto frequentato nelle prime ore del mattino.
Alcuni testimoni raccontano di avere visto gente, spaventata dalle fiamme, scappare dal palazzo in mutande. All'interno del negozio sono presenti più persone quando il rogo divampa, due delle quali sono trasportate all'ospedale San Giovanni Bosco, ma non risultano in pericolo di vita. Due famiglie, che abitano ai piani superiori dell’edificio, vengono evacuate per ragioni di sicurezza. Le cause del rogo sono da accertare.
Alcuni testimoni raccontano di avere visto gente, spaventata dalle fiamme, scappare dal palazzo in mutande. All'interno del negozio sono presenti più persone quando il rogo divampa, due delle quali sono trasportate all'ospedale San Giovanni Bosco, ma non risultano in pericolo di vita. Due famiglie, che abitano ai piani superiori dell’edificio, vengono evacuate per ragioni di sicurezza. Le cause del rogo sono da accertare.

Arrestato dopo aver commesso uno scippo
11 dicembre 2023 - A una donna seduta su una panchina in via Martorelli viene sottratta la borsetta. Sono le 15 del pomeriggio. Il giovane scippatore scappa verso il Parco Sempione, ma viene notato subito perché stringe tra le mani una borsa femminile e attraversa velocemente la strada, rischiando di essere investito dalle auto in transito. Dietro di lui c’è la vittima dello scippo che lo sta inseguendo urlando e chiedendo aiuto. Il ladro, un 23enne egiziano, alla vista della Polizia, cerca di liberarsi della borsa, ma gli agenti riescono a bloccarlo e nonostante la resistenza ad arrestarlo.
Il portafoglio all'interno è ormai stato svuotato, ma gli oggetti rinvenuti, tra cui il telefono cellulare, sono restituiti alla legittima proprietaria. Il ventitreenne è accusato di rapina e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Il portafoglio all'interno è ormai stato svuotato, ma gli oggetti rinvenuti, tra cui il telefono cellulare, sono restituiti alla legittima proprietaria. Il ventitreenne è accusato di rapina e resistenza a Pubblico Ufficiale.

Due arresti per rapina
11 dicembre 2023 - Due nordafricani di circa 50 anni entrano in un minimarket di Barriera di Milano, prendono alcolici che si rifiutano di pagare e minacciano il commesso a cui chiedono di consegnare loro il denaro contenuto nella cassa. Poi cercano di scavalcare il bancone, prendono a pugni il gestore e colpiscono con una bottiglia un cliente accorso in aiuto. Cacciati fuori dal locale, per vendicarsi tentano di spaccare la vetrina del negozio utilizzando come ariete un cartellone pubblicitario. Il titolare e il cliente, barricati all’interno, riescono a chiamare la Polizia. Arrivati sul posto, gli agenti arrestano con l'accusa di tentata rapina aggravata in concorso i due malintenzionati che stanno cercando di fuggire.

Rapina in un supermercato di Barriera
11 dicembre 2023 – Nella tarda mattinata, due malviventi dell’Europa dell’est cercano di rapinare il supermercato In's di corso Giulio Cesare. Uno, armato di coltello, minaccia il personale per portare via prodotti alimentari (soprattutto salumi e formaggi) senza pagare. Sul posto intervengono le volanti della polizia. Gli agenti riescono a bloccare uno dei rapinatori poco lontano dal supermercato, mentre il secondo scappa, facendo perdere le proprie tracce.

Passeggiata per la legalità impedita dai centri sociali
6 dicembre 2023 - Gli attivisti dei collettivi universitari vicini ai centri sociali, almeno centocinquanta in arrivo dal campus Einaudi, al termine di un’assemblea “antifascista”, impediscono ai cittadini di protestare contro il degrado e la criminalità. A organizzare la passeggiata per la sicurezza, con partenza dal giardino Peppino Impastato, il neonato Comitato di resilienza Barriera di Milano per chiedere alle istituzioni che si ripristini la legalità nel quartiere.
Così una manifestazione autorizzata viene bloccata da una contromanifestazione priva di autorizzazione. I residenti della zona “blindati” dalle forze dell’ordine sono costretti a non spostarsi dal tratto di via Sempione compreso tra via Monte Rosa e via Calvi. Mentre da via Gottardo gli antagonisti lanciano fumogeni e oggetti verso i cittadini di Barriera scesi in strada per protestare pacificamente. In mezzo lo schieramento delle forze dell’ordine per evitare il contatto tra i due gruppi.
Commenta l’accaduto Matteo Rossino, tra i promotori dell'iniziativa antidegrado: "Evidentemente a Torino comanda la mafia dei centri sociali se in un quartiere i residenti, che erano già scesi in centinaia qualche settimana fa per denunciare il degrado, non possono manifestare contro spaccio, degrado e risse, mentre loro fanno quello che vogliono".
Così una manifestazione autorizzata viene bloccata da una contromanifestazione priva di autorizzazione. I residenti della zona “blindati” dalle forze dell’ordine sono costretti a non spostarsi dal tratto di via Sempione compreso tra via Monte Rosa e via Calvi. Mentre da via Gottardo gli antagonisti lanciano fumogeni e oggetti verso i cittadini di Barriera scesi in strada per protestare pacificamente. In mezzo lo schieramento delle forze dell’ordine per evitare il contatto tra i due gruppi.
Commenta l’accaduto Matteo Rossino, tra i promotori dell'iniziativa antidegrado: "Evidentemente a Torino comanda la mafia dei centri sociali se in un quartiere i residenti, che erano già scesi in centinaia qualche settimana fa per denunciare il degrado, non possono manifestare contro spaccio, degrado e risse, mentre loro fanno quello che vogliono".

Dieci persone intossicate da fuga di gas
6 dicembre 2023 - Alle prime luci del mattino, alcuni residenti del condominio di via Bologna 89 si svegliano e accusano nausea e giramenti di testa. Uno di loro ha la prontezza di chiamare subito il 112. In pochi minuti arrivano le ambulanze e i vigili del fuoco perché il sospetto è che si tratti di una fuga di gas. In effetti, in un appartamento dello stabile, una stufa gas o una caldaia, a causa di un malfunzionamento, ha rilasciato monossido di carbonio. Dieci persone sono rimaste intossicate, tutte di nazionalità senegalese (e regolari in Italia). Tra queste ci sono anche tre bambini. Soltanto un adulto finisce all’ospedale San Giovanni Bosco in codice rosso A titolo precauzionale viene evacuato l’intero condominio. Sul posto anche l'amministratore di condomino e i tecnici dell'Italgas.
Novembre 2023

Tentata rapina con pistola
29 novembre 2023 - In via Maddalene l’autista e l’accompagnatore di uno scuolabus per disabili subiscono una tentata rapina mentre stanno attendendo che un bambino scenda da casa per essere portato a scuola. Il malvivente minaccia i due con una pistola. Vuole che gli consegnino i portafogli e i cellulari. Ma loro, senza perdere la calma, riescono a mandarlo via e chiamano subito il 112.
Sono le 7,30 del mattino, è la prima tappa del giro che ogni giorno effettua il pulmino per accompagnare a scuola alcuni ragazzini.
Gli agenti di polizia raccolgono la denuncia e tracciano l’identikit dell’uomo, grazie alla descrizione fornita con precisione dalle due vittime dell’aggressione. Avrebbe agito con il volto coperto dal cappuccio di una felpa.
Sono le 7,30 del mattino, è la prima tappa del giro che ogni giorno effettua il pulmino per accompagnare a scuola alcuni ragazzini.
Gli agenti di polizia raccolgono la denuncia e tracciano l’identikit dell’uomo, grazie alla descrizione fornita con precisione dalle due vittime dell’aggressione. Avrebbe agito con il volto coperto dal cappuccio di una felpa.

Arrestati i Bonnie e Clyde di Barriera
26 novembre 2023 - Un trentenne e una ventenne finiscono in manette, dopo aver spaccato i finestrini di alcune auto parcheggiate nella zona nord di Torino per sottrarre oggetti e monetine lasciati nell’abitacolo. Ad allertare le volanti della Questura una donna che segnala il tentato furto di un veicolo da parte di un balordo poi fuggito, una volta colto sul fatto. È scappato verso via Bologna su un’utilitaria rossa, a bordo della quale c’è la sua complice.
Gli agenti individuano l’auto in via Sempione. La giovane è all’interno mentre lui, a pochi metri di distanza, sta cercando di nascondersi dietro un’altra automobile, armato di un Hammer Tool, un utensile dotato di una testa di martello multifunzione (cacciavite, lama, tronchesi, pinza, apriscatole) e una lama di discrete dimensioni aperta.
Una volta disarmato viene sottoposto a perquisizione. Nei dintorni ci sono cinque veicoli con i finestrini spaccati. Dagli accertamenti emerge che l’utilitaria rossa, sulla quale si sposta la coppia, è stata rubata. Non solo. In base ad alcune segnalazioni, risulta che, nelle ore precedenti, un’auto della stessa marca e modello, con a bordo due giovani, ha compiuto altri furti.
I due, oltre all’arresto per furto aggravato in concorso, sono sottoposti anche a fermo per ricettazione, l’uomo inoltre viene denunciato per il possesso ingiustificato di oggetti per lo scasso.
Gli agenti individuano l’auto in via Sempione. La giovane è all’interno mentre lui, a pochi metri di distanza, sta cercando di nascondersi dietro un’altra automobile, armato di un Hammer Tool, un utensile dotato di una testa di martello multifunzione (cacciavite, lama, tronchesi, pinza, apriscatole) e una lama di discrete dimensioni aperta.
Una volta disarmato viene sottoposto a perquisizione. Nei dintorni ci sono cinque veicoli con i finestrini spaccati. Dagli accertamenti emerge che l’utilitaria rossa, sulla quale si sposta la coppia, è stata rubata. Non solo. In base ad alcune segnalazioni, risulta che, nelle ore precedenti, un’auto della stessa marca e modello, con a bordo due giovani, ha compiuto altri furti.
I due, oltre all’arresto per furto aggravato in concorso, sono sottoposti anche a fermo per ricettazione, l’uomo inoltre viene denunciato per il possesso ingiustificato di oggetti per lo scasso.

Porsche incendiata nella notte
24 novembre 2023 - Auto in fiamme nella notte in piazza Bottesini all’angolo con via Paisiello. Si tratta di una Porsche Cayenne parcheggiata in strada. I cittadini vengono svegliati poco prima dell’alba dal rumore dello scoppio delle parti in plastica del veicolo e dall’odore acre. Tempestivo l’intervento dei Vigili del fuoco per domare le fiamme che si elevano alte nel cielo di Barriera.
Per evitare che il fuoco raggiunga altri veicoli o gli edifici circostanti, i pompieri utilizzano gli estintori a schiuma che spengono rapidamente l’incendio producendo tutto intorno un effetto nevicata. Secondo i residenti che hanno assistito alla scena con grande preoccupazione, si tratterebbe di un gesto doloso. Massimo riserbo da parte delle forze dell’ordine impegnate ad accertare le cause del rogo.
Per evitare che il fuoco raggiunga altri veicoli o gli edifici circostanti, i pompieri utilizzano gli estintori a schiuma che spengono rapidamente l’incendio producendo tutto intorno un effetto nevicata. Secondo i residenti che hanno assistito alla scena con grande preoccupazione, si tratterebbe di un gesto doloso. Massimo riserbo da parte delle forze dell’ordine impegnate ad accertare le cause del rogo.

Aggressione fuori da un locale in via Bologna
19 novembre 2023 - Un 28enne torinese esce dalla discoteca Bunker di via Paganini intorno alle 2 di notte e mentre sta percorrendo a piedi via Bologna viene seguito e poi aggredito e rapinato. Gli assalitori sono in due, uno dei quali afferra il ragazzo dalle spalle e cerca di soffocarlo.
"Sono svenuto e caduto a terra – racconta il giovane a TorinoToday -. Quando mi sono risvegliato ero in una pozza di sangue e non avevo più il cellulare, il portafoglio con dentro documenti e bancomat, le cuffiette e le chiavi di casa. A fatica mi sono rialzato. Per fortuna, durante il tragitto mi sono imbattuto in un agente della sicurezza privata che mi ha aiutato a chiamare il 112".
Sul posto sono così intervenuti i carabinieri della stazione Borgo Dora di Torino. I militari dell'Arma hanno già preso possesso delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona per riuscire a dare un nome e un volto agli autori del crimine.
"Sono svenuto e caduto a terra – racconta il giovane a TorinoToday -. Quando mi sono risvegliato ero in una pozza di sangue e non avevo più il cellulare, il portafoglio con dentro documenti e bancomat, le cuffiette e le chiavi di casa. A fatica mi sono rialzato. Per fortuna, durante il tragitto mi sono imbattuto in un agente della sicurezza privata che mi ha aiutato a chiamare il 112".
Sul posto sono così intervenuti i carabinieri della stazione Borgo Dora di Torino. I militari dell'Arma hanno già preso possesso delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona per riuscire a dare un nome e un volto agli autori del crimine.

Ricercato latitante da un anno in manette
11 novembre 2023 - Nell’ambito dell’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato sul territorio cittadino, i poliziotti del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte a disposizione dell’UPGSG durante un servizio di controllo straordinario del territorio nel quartiere Barriera Milano, hanno individuato e tratto in arresto un ricercato.
I poliziotti hanno infatti fermato di iniziativa un soggetto che stava transitando lungo corso Vigevano a bordo di un ciclomotore. Il quarantacinquenne, di nazionalità marocchina, aveva addosso dei documenti risultati essere del fratello e si mostrava insofferente al controllo; il veicolo su cui viaggiava risultava privo di copertura assicurativa. Dagli accertamenti svolti, emergeva che l’uomo era colpito da un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti e contestuale ordine per la carcerazione per reati inerenti agli stupefacenti, emesso dalla Procura di Forlì nel Novembre 2022.
L’uomo dovrà scontare una pena di 10 anni e 12 giorni di reclusione.
I poliziotti hanno infatti fermato di iniziativa un soggetto che stava transitando lungo corso Vigevano a bordo di un ciclomotore. Il quarantacinquenne, di nazionalità marocchina, aveva addosso dei documenti risultati essere del fratello e si mostrava insofferente al controllo; il veicolo su cui viaggiava risultava privo di copertura assicurativa. Dagli accertamenti svolti, emergeva che l’uomo era colpito da un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti e contestuale ordine per la carcerazione per reati inerenti agli stupefacenti, emesso dalla Procura di Forlì nel Novembre 2022.
L’uomo dovrà scontare una pena di 10 anni e 12 giorni di reclusione.

Sgombero di tre appartamenti
8 novembre 2023 - Gli agenti della polizia di Stato e della polizia locale intervengono insieme con i vigili del fuoco per lo sgombero di tre appartamenti in via Rondissone 26, su disposizione dell’autorità giudiziaria. Da alcuni mesi tre nuclei familiari avevano ricevuto il provvedimento di sfratto esecutivo. I maggiorenni vengono allontanati mentre le famiglie con minori sono affidate ai servizi sociali del Comune.

5 arresti nel condominio dei pusher
3 novembre 2023 - Cinque persone, residenti nello stesso condominio di corso Vigevano, arrestate per droga nel corso di due diversi interventi eseguiti dagli agenti del commissariato Barriera di Milano con i colleghi del commissariato Madonna di Campagna. Due senegalesi di 33 e 34 anni e un gambiano di 37 anni vengono bloccati mentre stanno cedendo un ovulo di sostanza stupefacente a uno straniero; nella loro abitazione sono nascosti 170 grammi di marijuana. Alcuni giorni prima altri due giovani senegalesi erano già finiti in manette: uno di loro, nel corso di un controllo al primo piano, dopo essere stato visto gettare a terra un involucro contenente crack. Nel suo appartamento gli agenti avevano trovato altri 25 grammi della stessa sostanza insieme a materiale utile per il confezionamento delle dosi.

Rapina farmacia, arrestato
3 novembre 2023 - Rapina una farmacia in via Crescentino, impugnando una siringa. I carabinieri del nucleo radiomobile intervengono sul posto dopo una segnalazione, esaminano le immagini delle telecamere di sorveglianza e si mettono sulle tracce del sospettato. Riescono così a individuarlo poco lontano, nei pressi di via Montanaro. L'uomo tenta la fuga e si infila nel bagno del ballatoio di una palazzina, dove si conclude l’inseguimento. I militari lo arrestano, nonostante la forte resistenza da lui opposta. Si tratta di un italiano di 38 anni, senza dissa dimora.

Due maghrebini in manette per spaccio
1 novembre 2023 – Finiscono in manette due uomini di origine marocchina, un 30enne e un 28enne, con l’accusa di spaccio di droga. Gli agenti notano in corso Giulio Cesare un gruppo di maghrebini discutere animatamente. Uno di questi, il 30enne, alla vista delle pattuglie, tenta inutilmente di fuggire a bordo di un monopattino. In tasca nasconde un coltellino con la lama sporca di hashish, due frammenti della stessa sostanza, uno spray al peperoncino, circa 85 euro in contanti e un telefono che risulterà rubato. Nel suo appartamento, dove vive con il 28enne, i poliziotti rinvengono, in una scatola di scarpe, 5 panetti di hashish interi e uno spezzato a metà, per un peso complessivo di circa 580 grammi, 8 involucri termosaldati di crack nascosti in un pacchetto di sigarette e 210 euro.
Ottobre 2023

Arrestato subito dopo aver scippato una donna
31 ottobre 2023 – A bordo di una bicicletta arriva alle spalle di una donna, le strappa con forza dalle mani lo smartphone e poi si dà alla fuga. Sono quasi le dieci di sera e una volante sta effettuando il servizio di controllo del territorio in via Lauro Rossi, all’altezza di corso Venezia. Gli agenti del Commissariato Madonna di Campagna, sentite le urla di aiuto della donna, intervengono. Subito intercettano l’uomo che, dopo aver abbandonato la bici, si sta dirigendo verso il muro di cinta della ex Gondrand, in cerca di un rifugio al buio. Nel frattempo, in supporto dei colleghi, arrivano le volanti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e del Commissariato Barriera di Milano che bloccano le possibili vie di fuga. L’uomo viene rintracciato. È un 35enne di origine marocchina che nei confronti degli agenti si dimostra particolarmente aggressivo, colpendoli con calci e gomitate. Dopo essere stato immobilizzato, per lui scattano le manette con l’accusa di furto con strappo e resistenza a Pubblico Ufficiale. Il cellulare, subito restituito alla legittima proprietaria, lo teneva nascosto tra la cintura dei pantaloni e la schiena.

Spari contro le finestre di una scuola
26 ottobre 2023 - Intorno alle 14 qualcuno, con una pistola ad aria compressa, spara un colpo verso le finestre della scuola Gabelli di via Santhià, rompendo un vetro dell’aula di musica all’ultimo piano. Tra i genitori in attesa dell’uscita dei figli dall'edificio, che ospita classi elementari e medie, sale la paura. Non meno grande lo spavento per chi si trova all’interno, bambini e personale scolastico. Sul posto arrivano i carabinieri del Nucleo Radiomobile. In base ai primi accertamenti si tratterebbe di una bravata. Già in passato l’istituto ha dovuto fare i conti con episodi analoghi, tra furti atti vandalici.

Uomo investito durante un inseguimento
26 ottobre 2023 - Gli agenti notano un uomo impegnato nello scambio di sostanze stupefacenti. Il pusher, dopo essersi accorto della presenza della polizia si dà alla fuga. Durante l’inseguimento, a cui prendono parte diverse volanti, all'altezza del civico 32 di corso Giulio Cesare, sbatte contro la portiera di una di queste nel tentativo di attraversare la strada in contromano. L’uomo, in base alle prime ricostruzioni, rimane travolto da un furgone che si trova subito dietro. Sul posto arriva l’ambulanza della Croce Verde, tra decine di persone che assistono alla scena, visto anche l’elevato numero di auto della polizia presenti in zona. L’uomo ferito viene trasportato in codice rosso all’ospedale San Giovanni Bosco.

Sanzioni a due esercizi commerciali
26 ottobre 2023 – Nella notte, in Barriera, operazione ad Alto impatto di controllo straordinario del territorio, condotta dai Carabinieri Oltre Dora con il supporto del Nas. L'obiettivo delle ispezioni è di garantire la sicurezza pubblica e far rispettare le norme igienico-sanitarie negli esercizi commerciali della zona. Durante il servizio le sanzioni amministrative inflitte a due esercizi commerciali per mancanza di "requisiti generali e specifici in materia di igiene" ammontano in totale a 6.000 euro.

Due pusher in carcere a distanza di poche ore
25 ottobre 2023 – Due presunti pusher finiscono in manette, a distanza di poche ore l’uno dall’altro. Il primo è un senegalese di 36 anni, notato dagli agenti del Commissariato Barriera di Milano, mentre sta scendendo da un taxi in corso Giulio Cesare con un sacchetto bianco di carta in mano. I poliziotti lo fermano per un controllo ma lui tenta invano la fuga. All'interno del sacchetto ci sono 180 grammi di cocaina, mentre nelle tasche dei pantaloni l’uomo nasconde 5 palline termosaldate di cocaina, 7 dosi di crack, 85 euro, 2 telefoni cellulare e un mazzo di chiavi. Altri 360 grammi di cocaina e 830 euro vengono poi rinvenuti nell’appartamento.
L’altro arrestato è invece un 21enne tunisino irregolare sul territorio italiano. Poche ore dopo un'altra volante interviene in via Desana dopo aver notato due persone scambiarsi qualcosa. Il giovane cerca di allontanarsi su un monopattino, ma gli agenti riescono a fermarlo. Addosso gli trovano circa venti grammi di cannabinoidi, oltre a 140 euro in contanti mentre in casa rinvengono 46 grammi di hashish e materiale per il confezionamento delle dosi, in una scatola sul frigo.
L’altro arrestato è invece un 21enne tunisino irregolare sul territorio italiano. Poche ore dopo un'altra volante interviene in via Desana dopo aver notato due persone scambiarsi qualcosa. Il giovane cerca di allontanarsi su un monopattino, ma gli agenti riescono a fermarlo. Addosso gli trovano circa venti grammi di cannabinoidi, oltre a 140 euro in contanti mentre in casa rinvengono 46 grammi di hashish e materiale per il confezionamento delle dosi, in una scatola sul frigo.

Arrestata coppia di rapinatori di anziane
20 ottobre 2023 – Gli agenti del commissariato Barriera di Milano arrestano una coppia specializzata in rapine violente ai danni di donne anziane. Si tratta di due italiani tossicodipendenti: un uomo di 48 anni e la sua complice di 46. A disporre la cattura la gip Irene Gallesio, che ha evidenziato la capacità a delinquere dell’uomo, in quanto responsabile di reati in maniera interrotta dal 1997.
Il 9 settembre scorso la coppia ha derubato e mandato in ospedale due donne residenti in Barriera: una 74enne, aggredita nell’androne di casa e una 81enne colpita nel sottopasso che collega via Cruto a via Cimarosa. La prima, a cui l’uomo ha strappato la tracolla con violenza, non ha riportato lesioni particolarmente gravi, cadendo per terra. Alla seconda anziana invece è andata peggio: per portarle via la borsetta, l’ha fatta ruzzolare al suolo, causandole una ferita lacero contusa al labbro, un trauma facciale e la frattura di una gamba.
Il modus operandi era sempre lo stesso: lei faceva il palo, lui aggrediva le vittime, sempre donne anziane e sole. Gli agenti sono riusciti a inchiodare il rapinatore grazie alle telecamere nell’androne di casa della prima vittima e grazie anche a un testimone di uno scippo che lo ha inseguito e ha girato un video che lo ritrae in fuga. L’uomo, in attività da 26 anni, è finito in carcere mentre per la sua complice, incensurata, è stato disposto l’obbligo di firma.
Il 9 settembre scorso la coppia ha derubato e mandato in ospedale due donne residenti in Barriera: una 74enne, aggredita nell’androne di casa e una 81enne colpita nel sottopasso che collega via Cruto a via Cimarosa. La prima, a cui l’uomo ha strappato la tracolla con violenza, non ha riportato lesioni particolarmente gravi, cadendo per terra. Alla seconda anziana invece è andata peggio: per portarle via la borsetta, l’ha fatta ruzzolare al suolo, causandole una ferita lacero contusa al labbro, un trauma facciale e la frattura di una gamba.
Il modus operandi era sempre lo stesso: lei faceva il palo, lui aggrediva le vittime, sempre donne anziane e sole. Gli agenti sono riusciti a inchiodare il rapinatore grazie alle telecamere nell’androne di casa della prima vittima e grazie anche a un testimone di uno scippo che lo ha inseguito e ha girato un video che lo ritrae in fuga. L’uomo, in attività da 26 anni, è finito in carcere mentre per la sua complice, incensurata, è stato disposto l’obbligo di firma.

Droga: due uomini in manette
18 ottobre 2023 - Gli agenti del Commissariato Barriera di Milano e Madonna di Campagna sottopongono a un controllo un cittadino marocchino di 31 anni e lo trovano in possesso di alcuni grammi di hashish, della somma di denaro in contante di 560 euro e di due telefoni cellulari. Mentre nel suo appartamento rinvengono quattro panetti di hashish (per un peso di circa 400 grammi), 100 grammi di cocaina, 430 euro in contanti, oltre a un bilancino di precisione e altro materiale utile per il confezionamento dello stupefacente. Durante la perquisizione il coinquilino del 31enne, un marocchino di 28 anni, manifesta un comportamento aggressivo e spintona uno degli agenti per impedire il controllo. Nonostante la violenta resistenza opposta, i poliziotti riescono a procedere all’arresto di entrambi gli uomini per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e di quest’ultimo anche per resistenza a pubblico ufficiale.

Arrestato pusher 22enne
18 ottobre 2023 – In Barriera le manette scattano per un 22enne, accusato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Il giovane, già sottoposto a una misura cautelare che dispone il divieto di risiedere a Torino, prima cerca di consegnare droga a un cliente, poi ingerisce alcune dosi di stupefacente e tenta di fuggire. A bloccarlo i Carabinieri che, durante la perquisizione lo trovano in possesso di eroina e di denaro, probabile provento dell’attività di spaccio.

Nigeriano in carcere per detenzione e spaccio
13 ottobre 2023 – Gli agenti del commissariato Barriera di Milano fermano un nigeriano di 46 anni per un controllo in via Leinì. Generalità e domicilio da lui forniti risultano falsi. Dalla perquisizione personale i poliziotti rinvengono tre telefoni cellulari e un mazzo di chiavi e riescono a risalire all’abitazione in corso Giulio Cesare. Qui, durante la perquisizione domiciliare rinvengono oltre 2,5 chili di eroina, 238 grammi di metanfetamina, 1,3 grammi di cocaina, materiale utilizzato per il confezionamento e la produzione di sostanza stupefacente, oltre a 300 euro contanti e a una fotocopia di un passaporto riportante la fotografia del 46enne, ma con generalità differenti da quelle dichiarate. Per il nigeriano, noto alle forze dell'ordine e già destinatario di un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale emesso nel 2008, scattano le manette per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e di falsa attestazione delle proprie generalità.

Controlli ad alto impatto
10 ottobre 2023 – Controlli ad alto impatto effettuati dai Carabinieri di Torino con il Nas nella notte, in Barriera di Milano e a San Salvario, i quartieri considerati più sensibili. L’operazione in Barriera si conclude con un arresto in corso Giulio Cesare per tentato furto di un 23enne senza fissa dimora e una denuncia di un giovane di 24 anni trovato in possesso di 5 grammi di hashish. Inoltre durante le ispezioni negli esercizi commerciali di San Salvario e Barriera sono state inflitte contravvenzioni pari a 3mila euro per violazioni amministrative.

Arrestato un 19enne per rapina
5 ottobre 2023 – Prima strattona un passante, cogliendolo di sorpresa alle spalle, per strappargli di mano il cellulare dopo averlo minacciato con un coccio di vetro, poi prende di mira un’auto parcheggiata. A fermarlo gli agenti del commissariato Barriera di Milano, chiamati dal rapinato, mentre sta uscendo dalla vettura appena rovistata. Si tratta di un 19enne di origine marocchina per il quale sono subito scattate le manette con l’accusa di rapina. Una rapida perquisizione ha permesso agli agenti di recuperare il telefonino rubato. In tasca aveva anche il coccio di vetro usato per minacciare la sua vittima.

Padre condannato per bici giù dai Murazzi insulta agenti
3 ottobre 2023 – Lo fermano in Barriera di Milano nel corso di un normale controllo di Polizia. Lui reagisce male. Prende a calci e a testate l’auto degli agenti e poi li insulta: “Mi sono fatto dieci anni… Non siete nessuno, vi piscio in bocca. Devo chiamare mio cugino e farvi togliere il lavoro?”. L’arresto è immediato per resistenza a pubblico ufficiale. Ma l’uomo in questione, un 33enne, non è uno qualsiasi. Si tratta del padre del 15enne condannato a nove anni e quattro mesi (lo scorso 7 settembre) per avere scagliato una bici giù dalla balconata dei Murazzi, quasi uccidendo lo studente Mauro Glorioso. Il 15enne è in carcere da mesi e non vede il padre da prima del delitto perché il l’uomo stava scontando diverse condanne per droga, tra cui una scaturita dalla maxi-operazione Cerbero contro la ‘ndrangheta (anche se contro di lui era caduta l’aggravante mafiosa). Era stato scarcerato il 17 agosto scorso. Quando gli agenti gli hanno chiesto i documenti ha dato in escandescenze.
Settembre 2023

Operazione ad alto impatto contro lo spaccio
28 settembre 2023 - Polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale effettuano un’operazione ad alto impatto, coordinata dalla Questura e dal commissariato Barriera di Milano per contrastare lo spaccio e identificare i clienti dei pusher. I controlli si concentrano all’ex Gondrand, nell’area di via Montanaro e al parco Sempione. Nel corso dell’attività gli agenti sequestrano 140 grammi di sostanza stupefacente vicino ad alcuni cassonetti dell’immondizia in via Baltea e altri 16 grammi di droga al parco Sempione. Inoltre un uomo finisce in manette per reati contro il patrimonio e un altro viene denunciato perché si trova nel comune di Torino nonostante il divieto. Infine scatta una sanzione da 2mila euro per una macelleria. L’operazione è una prima risposta alla richiesta di potenziare il presidio del territorio, avanzata dal Comitato Barriera di Milano e dai cittadini lunedì 25 settembre durante il presidio davanti al Municipio.

La protesta dei cittadini davanti al Municipio
25 settembre 2023 – Il Comitato Barriera di Milano organizza un presidio davanti al Municipio con lo slogan “Non fare lo struzzo” per chiedere al sindaco maggiore impegno nella lotta contro il degrado che sta inghiottendo porzioni sempre più ampie del quartiere. Partecipa almeno un centinaio di persone. Il presidente del Comitato Angelo Martino ferma il sindaco e gli consegna una lettera, una specie di cahier de doleance con cui all’amministrazione comunale si chiedono a gran voce chiarimenti su numerose questioni rimaste irrisolte da troppo tempo: che ne sarà della ex Gondrand e della ex Carlin, delle piscine Sempione e del parco intorno dove ormai si è spostato il tossic park. I problemi affrontati in cerca di risposte serie sono tanti. Ogni giorno Barriera è teatro di furti e rapine, spaccio e consumo di droga sotto gli occhi di tutti e poi, a rendere impossibile la vita ai cittadini, si aggiungono l’incuria e la sporcizia, i locali mal frequentati che disturbano la quiete pubblica e la prostituzione. Ai giornalisti il sindaco dichiara: " Noi costantemente chiediamo al ministero dell'Interno, al Governo, di aiutarci nel presidio del territorio. Anche le forze dell'ordine hanno difficoltà in questo momento, ma credo davvero che sia utile in questo momento tenere alta l'attenzione coniugando la sicurezza sociale, che è di competenza del Comune, con il contrasto alla criminalità che è invece competenza del Governo. Mi farò parte attiva per portare avanti queste istanze".

Arrestato 41enne per rapina aggravata
25 settembre 2023 – Gli agenti del Commissariato Barriera di Milano arrestano un cittadino italiano di 41 anni che risulta ricercato perché su di lui pende una condanna a quattro anni di reclusione per rapina aggravata. I fatti che lo hanno portato a dover scontare la pena risalgono al dicembre del 2020 quando il 41enne rapinò una donna della somma di 650 euro e di due cellulari dopo averla minacciata con una siringa e colpita con pugno.

Don Stefano saluta Barriera
23 settembre 2023 – Dopo cinque anni di onorato servizio don Stefano Votta dà l’addio alla parrocchia Maria Regina della Pace in Barriera di Milano, tra corso Giulio Cesare e corso Palermo, alla fine di un’estate molto calda. Non soltanto dal punto di vista climatico: ormai la criminalità e il degrado hanno preso il sopravvento, rendendo impossibile la vita ai cittadini. Ogni giorno bisogna fare i conti con continui tentativi di furto in chiesa e nei locali parrocchiali, minacce, scene di spaccio e consumo di droga lungo le vie intorno e poi ancora la sporcizia, l’incuria, la prostituzione. Di sera la gente fatica a uscire di casa perché ha paura. “Lascio un quartiere, che dal punto di vista della sicurezza e del degrado, è di gran lunga peggiore rispetto al mio arrivo – spiega don Stefano –. In particolare dopo la pandemia la situazione è precipitata: ora è oggettivamente difficile vivere tranquilli in questa parte di quartiere”. E poi aggiunge: “C’è stato certamente un potenziamento delle forze dell’ordine sul territorio e ci sono stati arresti, che però non hanno portato a un’inversione di rotta: gli spacciatori si spostano da una via all’altra e poi tornano e ogni giorno se ne aggiungono di nuovi: la situazione è arrivata all'estremo perché non sono state offerte possibilità a queste persone che continuano a vivere qui senza un futuro, passando da un’azione criminale all’altra”. La parrocchia sarà affidata alle cure pastorali della Fraternità del Sermig.

Mega blitz nella piazza dello spaccio
22 settembre 2023 – Sette misure cautelari - cinque in carcere e due divieti di dimora - per altrettanti presunti spacciatori, tutti di origine straniera. Altri tre invece non sono stati rintracciati in quanto non più in Italia. È il risultato dell’operazione antidroga 'Pusher 2022' condotta dalla Squadra mobile della Questura di Torino e dal commissariato Barriera di Milano, con il coordinamento della Procura di Torino. Grazie all'installazione di telecamere, a partire dalla primavera del 2022, nei luoghi dove c'era la maggiore concentrazione di venditori e acquirenti di droga, sono stati individuati i gruppi di pusher centrafricani, che presidiavano una vera e propria piazza di spaccio messa in piedi nel quartiere, in particolare nel tratto di corso Palermo, compreso tra via Malone, via Sesia e via Scarlatti. Qui i pusher spacciavano indisturbati il crack, l'eroina e la cocaina, a ogni ora del giorno, protetti da vedette che controllavano il territorio spostandosi a bordo di monopattini e biciclette. Durante l'intera operazione sono stati sequestrati oltre 2,8 chilogrammi di cocaina e crack, 1,6 chilogrammi di eroina, oltre 2,7 chilogrammi di hashish, e una somma contante di oltre 80mila euro. A carico di uno dei destinatari delle misure cautelari c'era già un ordine per la carcerazione per una condanna divenuta definitiva.

Riapre Spazio211
22 settembre 2023 - Dopo il grido d'allarme lanciato all’inizio del mese e l'annuncio di chiusura definitiva per motivi di sicurezza, Spazio 211 annuncia la riapertura. "Sono stati giorni molto duri e faticosi - spiega in una nota l'associazione Spazi Musicali Ets - in cui abbiamo lavorato senza sosta per cercare di preservare non solo la programmazione dei concerti ma l'identità di Spazio 211. Alla luce degli incontri con le istituzioni di riferimento, per mantenere fede alla nostra missione e al supporto ricevuto dalle tante persone che si sono spese affinché il nostro percorso trentennale continui, annunciamo che stiamo cercando di mantenere e consolidare il calendario dei live presentato negli scorsi mesi".

Tentato stupro in corso Palermo
19 settembre 2023 - Una donna sulla trentina, visibilmente agitata e sotto shock, chiede aiuto a una pattuglia della guardia di finanza impegnata in un controllo ordinario del territorio. È sera. In corso Palermo un giovane uomo le ha chiesto un’informazione e, senza lasciarle il tempo per rispondere, l’ha minacciata con un coccio di bottiglia e costretta prima a baciarlo e poi, tenendola per i polsi e il collo, a consegnargli portafoglio e cellulare. Ha anche cercato di trascinarla in una stradina buia, ma lei è riuscita a liberarsi dalla presa, approfittando del momento in cui il giovane ha perso l’equilibrio. I finanzieri non esitano a soccorrerla. Poi bloccano l’aggressore con grande fatica, grazie all’intervento di rinforzi. Si tratta di un marocchino di 23 anni, in Italia senza documenti e con numerosi precedenti penali. Viene denunciato per violenza sessuale, rapina e lesioni personali.

Controlli in Barriera
11 settembre 2023 - Oltre 130 persone indagate e cinque locali controllati. E' il bilancio di un'operazione ad 'alto impatto' coordinata dalla polizia nel quartiere Barriera di Milano a Torino. Nel corso dell'attività 'la guardia di finanza ha sequestrato 1 chilo e 654 grammi di tabacchi di contrabbando in un bar di via Spontini, quindi sanzionato con una multa di oltre 8mila euro.

La scuola di danza lascia Barriera
9 settembre 2023 – L’associazione sportiva dilettantistica L’Araba fenice annuncia la chiusura della sede in via Desana, a pochi passi dalla ex Gondrand, per trasferirsi a Lucento. “Siamo stati sostanzialmente costretti ad andarcene – spiega Renato Cosenza, fondatore e responsabile attuale della Compagnia – innanzitutto perché era sempre più difficile avere iscritti. Le persone, di sera, qui non ci vogliono venire per la paura di spostarsi in Barriera. Inoltre, in questi ultimi anni è cambiata anche l’utenza, sono cambiati i negozi e i locali: chi può se ne va da questo quartiere e chi abita altrove di certo non ha voglia di venire qui”.
Dal 2020 in poi sono poi cominciati i furti e le irruzioni nella sede. “Dal Covid in avanti la situazione è peggiorata notevolmente - continua Cosenza -, ogni estate ci entrano nei locali per prendere pc e altri oggetti. Persino a luglio, quando stavamo traslocando, qualcuno si è introdotto e ci ha portato via cellulari e soldi”.
Dal 2020 in poi sono poi cominciati i furti e le irruzioni nella sede. “Dal Covid in avanti la situazione è peggiorata notevolmente - continua Cosenza -, ogni estate ci entrano nei locali per prendere pc e altri oggetti. Persino a luglio, quando stavamo traslocando, qualcuno si è introdotto e ci ha portato via cellulari e soldi”.

Spazio 211 decide di chiudere: troppi furti
4 settembre 2023 – Furti con scasso, minacce e aggressioni fisiche in qualsiasi ora del giorno e della notte. Per questo l'Associazione Spazi Musicali Ets che gestisce Spazio 211 in via Cigna a Torino, vicino al parco Sempione decide di fermare l’attività fino a quando le istituzioni non decideranno di intervenire con determinazione e risolutezza. Lo annuncia la stessa associazione “dopo l'ennesima effrazione ai danni della struttura". Negli ultimi tempi, infatti, il live club che in trent’anni di vita ha ospitato artisti provenienti da tutto il mondo, più volte è finito nel mirino dei ladri. "A malincuore, prendiamo atto del fatto che, nonostante le innumerevoli segnalazioni inviate negli anni alle amministrazioni e alle autorità competenti, le questioni in oggetto non solo non siano state risolte, bensì siano esponenzialmente peggiorate, specialmente nell'ultimo periodo - spiega l'associazione culturale -. La situazione è diventata umanamente ed economicamente insostenibile oltre che pericolosa per gli associati e per il pubblico". E poi aggiunge: “Non siamo più disposti a vivere in costante stato di allerta a causa delle gravissime problematiche di ordine pubblico che ormai da troppi anni affliggono l'area in cui operiamo".
Agosto 2023

Tossici in azione contro le auto in sosta
31 agosto 2023 – In via Courmayeur, nella notte, raid vandalici ai danni delle auto parcheggiate. A metterli a segno verosimilmente i tossici in cerca anche solo di qualche euro a bordo dei veicoli per acquistare una dose di veleno. È solo l’ultimo episodio di una lunga serie che è andata in scena nel corso dell’estate nei diversi quartieri di Barriera. A luglio erano state prese di mira numerose auto in sosta lungo via Cigna, via Toscanini, via Boccherini e piazza Rebaudengo. Probabili autori, i disperati accampati nel parco Sempione.

Controlli a tappeto coordinati dalla Polizia
30 agosto 2023 – Circa duecentoquaranta persone identificate, sette denunciate, due soggetti con ordine di carcerazione arrestati, inoltre undici esercizi pubblici controllati e sanzionati per quattromila euro. È il bilancio di una settimana di controlli del territorio di Barriera, coordinati dalla Polizia. I due uomini finiti in manette sono un 40enne di origini marocchine con a carico un ordine di carcerazione e un mauritano su cui pende una pena di quasi tre anni per detenzione ai fini di spaccio e resistenza a pubblico ufficiale.

Due arresti per rapina a poche ore di distanza
26 agosto 2023 – Due marocchini finiscono in manette per rapina ai danni di passanti. Uno è un 29enne irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia. Gli agenti lo catturano in corso Giulio Cesare mentre sta tentando la fuga dopo aver rapinato un connazionale alla fermata dell’autobus in corso Palermo angolo via Scarlatti. Prima lo ha spinto violentemente contro il semaforo e lo ha minacciato con una bottiglia, poi gli ha sottratto il cellulare, il permesso di soggiorno, la collana e il bracciale. L'uomo è stato anche denunciato all’Autorità Giudiziaria per aver fornito false generalità e per l’inottemperanza all’Ordine del Questore di lasciare il territorio dello Stato. Il secondo arresto riguarda invece un marocchino di 27 anni che, armato di forbici, ha strappato a un settantenne la collanina in oro che portava al collo, facendolo cadere al suolo e provocandogli così una lesione al volto.

Controlli di polizia, pusher in manette
26 agosto 2023 – Durante un controllo di polizia, scattano le manette per uno spacciatore trentenne di origini marocchine. A fermarlo in piazza Alimonda una pattuglia che lo nota in atteggiamento sospetto. Tenta la fuga e cerca di disfarsi di alcuni panetti contenenti circa 200 grammi di hashish. Durante la perquisizione in casa gli agenti trovano altri quattro panetti dal peso di circa 400 grammi. Sequestrati anche 1.320 euro, di provenienza, secondo gli investigatori, illecita.

Agenti presi a calci in faccia
25 agosto 2023 – Intorno alle 22, una volante ferma un noto pluripregiudicato senegalese. Per impedirne l’arresto accorrono oltre 50 persone, tutti stranieri secondo il sindacato Siap, che prendono a calci in faccia alcuni agenti. In soccorso dei colleghi, devono intervenire tutte le auto in servizio sul territorio. Per lo spacciatore scattano finalmente le manette.

Pusher arrestato dopo inseguimento spettacolare
21 agosto 2023 - In corso Giulio Cesare un 29enne di origini nigeriane finisce in manette dopo un inseguimento lungo le vie del quartiere. Alle 20,30 di sera una volante nota il giovane con fare sospetto, a bordo di un monopattino, all’angolo con via Varese. Cerca di fermarlo. Lui fugge a tutta velocità e lungo la strada si libera di 50 grammi di eroina divisa in cinque ovuli. Gli agenti lo inseguono e chiamano i rinforzi. Viene bloccato grazie all’intervento di altre pattuglie del reparto Volanti. Le accuse sono di detenzione ai fini di spaccio e di resistenza a pubblico ufficiale.

Rissa in strada, marocchino in fin di vita
15 agosto 2023 – I Carabinieri trovano in corso Vercelli un uomo riverso sulla strada. È un marocchino di 38 anni, senza fissa dimora, irregolare sul territorio italiano. Ha una ferita alla testa ed è in stato di ubriachezza. Secondo alcuni testimoni, un uomo con cui stava litigando per futili motivi gli avrebbe sferrato due pugni al volto, facendolo cadere a terra. Poi l’aggressore sarebbe scappato a bordo di un monopattino. Portato d’urgenza all’ospedale Giovanni Bosco, il marocchino viene ricoverato in codice rosso. A ridurlo in fin di vita la botta in testa contro lo spartitraffico, in seguito alla caduta.

Traffico in tilt per esagitato in corso Vercelli
11 agosto2023 – Traffico bloccato in corso Vercelli, all’altezza di via Rondissone, nella tarda mattinata. Un uomo a torso nudo sul balcone di casa lancia in strada un vaso, le ruote di una bicicletta e alcuni vestiti. Minaccia di buttarsi giù nel caso in cui non gli sia restituita l’auto che qualche mese prima gli hanno sequestrato le forze dell’ordine. Accorrono quattro mezzi dei vigili del fuoco che posizionano il materasso gonfiabile sotto la finestra, tre volanti della polizia e due auto dei vigili urbani. Riescono a bloccarlo due agenti entrati nell’appartamento. Un’ambulanza lo trasporta all’ospedale Giovanni Bosco.

Diciottenne in manette per tentata rapina
5 agosto 2023 - Un diciottenne si intrufola in un cortile di via Gottardo, munito di cacciavite, e tenta di sottrarre alcune vespe, danneggiandole. Interviene un condomino per fermarlo. Lui lo strattona violentemente e lo minaccia. Poi prende di mira un’auto parcheggiata a cui rompe lo specchietto retrovisore e mette a soqquadro l’abitacolo. Chiamata dal residente malmenato, arriva subito una volante che individua il giovane ancora all’interno del cortile. Dopo una strenua resistenza viene portato in carcere dagli agenti con l’accusa di tentata rapina aggravata.
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